7 DICEMBRE 2020 :
al via la serata inaugurale del Teatro alla SCALA a MILANO con un evento senza precedenti sotto la regia di Davide LIVERMORE, trasmesso su RAI1 e iniziato con un omaggio alla MILANO moderna, vista di notte dall’alto e senza traffico per il lockdown. E si è chiuso parimenti con un altro omaggio, con quelle incredibili immagini dai droni che hanno fatto esclamare a Giorgio ARMANI: «Uno spettacolo degno di Milano»
Una prima a LA SCALA senza un titolo d'opera, senza pubblico, con l’orchestra in platea diretta dal maestro Riccardo CHAILLY.
< Una storia del melodramma italiano, cento anni di opera in centocinquanta minuti di musica, dal Guglielmo Tell di ROSSINI alla Turandot di PUCCINI. Un viaggio che vuole essere uno specchio del tempo che stiamo vivendo, che inizierà con le note del preludio del Rigoletto di VERDI con il tema della maledizione e culminerà nel finale dell’opera sull’eroe svizzero, una pagina che invita alla speranza, che ho scelto d’istinto, ancora prima di pensare all’intero programma. Ho voluto che come suggello di questa serata ci fossero le parole del libretto del Tell tradotte dal francese da Calisto Bassi: «Tutto cangia, il ciel si abbella, l’aria è pura, il dì raggiante. E allo sguardo incerto, errante, tutto dolce e nuovo appar. Quel contento che in me sento non può l’anima spiegar». Perché sono molte le cose che non riusciamo a spiegarci in questo momento, la felicità come il dolore >
"A RIVEDER LE STELLE"
Introducono la serata Milly Carlucci e Bruno Vespa dal Palco Reale con il
maestro Riccardo CHAILLY , bacchetta dell'evento:
<Il pubblico ci mancherà, è la prima volta che ci esibiamo in queste condizioni. Gli orchestrali hanno dovuto affrontare quindici autori in quindici stili differenti … È un'esperienza straordinaria dal punto di vista acustico, suonare senza pubblico, con l'orchestra al centro della grande volta, ma quando si arriva all'ultima nota e c'è il silenzio assoluto, i palchi vuoti, c'è sì una grande emozione da un lato ma dall'altro un senso di grande mancanza.>
CAST STELLARE & SCENOGRAFIE SPETTACOLARI
Apre l’omaggio a Mirella FRENI con Io son l’umile ancella da Adriana Lecouvreur di Francesco CILEA.
Maria Grazia SOLANO recita, a cappella, le prime strofe dell'Inno d'Italia: è sul palco sola, senza strumenti a supportarla, con la voce che rimbomba nella sala vuota. È lei la donna vestita come un'addetta alle pulizie, con una scopa in mano, che rappresenta ogni lavoratore del prestigioso teatro. Perché tutti hanno contribuito a mandare in scena lo spettacolo che sostituisce la più tradizionale Prima, tutti fino all'ultimo.
Poi le luci si accendono e dai palchi si mostra il CORO mentre gli altri lavoratori – attrezzisti, maschere, tecnici - 'occupano' il palco. Quando il direttore d'orchestra Riccardo CHAILLY dà l'attacco sono loro a cantare l' Inno di Mameli.
Un modo per dire che LA SCALA c'è e vuole esserci.
Segue un ricordo per Ezio BOSSO, direttore d'orchestra nel 2019.
Giuseppe VERDI – RIGOLETTO e DON CARLO
IL TRENO del Don Carlo
Il lirico russo Ildar ABDRAZAKOV interpreta Ella giammai m’amò dal Don Carlo. La scenografia è una carrozza di un treno d'altri tempi, un Orient Express che corre su uno sfondo di pini innevati e gelo. Un canto disperato per un affetto non ricambiato in una sola frase: <Amor per me non ha!>.
La scrittrice Michela MURGIA, dal divano del FOYER del teatro, fa una riflessione sulla condizione della DONNA introducendo le EROINE d'opera cantate in questo evento che, nella tragicità della pandemia, diventa unico e quindi bellissimo: Butterfly la fragile, Lucia la pazza, Liù la sacrificata, Carmen la passionale.
Donne temerarie, forti, combattute, per certi versi sfortunate. Figure delicate eppure decise, regine da operetta e schiave innamorate. Tragicità e fato contrario, come quella che fa sfondo alla Madama Butterfly che, come la maggior parte delle protagoniste femminili di PUCCINI, sono spesso accumunate dalla triste fine che le accompagna: disperate, sole, morte di tisi o suicide.
ACQUA VERA SUL PALCO : la suggestione dei riflessi
Sul palco de LA SCALA inondato dall'acqua danzano due ballerini e due maschere-inservienti con tanto di ombrello: il soprano Lisette OROPESA , nata a New Orleans nel 1983, ha il compito di cantare il DONIZETTI di Regnava nel silenzio, da Lucia di Lammermoor, l’opera che sarebbe dovuta andare in scena alla PRIMA della stagione 2020.
PUCCINI entra in teatro con Tu, tu piccolo Iddio, da Madama Butterfly, cantata dal soprano lettone Kristine OPOLAIS.
CINECITTA’ e FELLINI
La scenografia rende omaggio all’Italia del grande CINEMA con Cinecittà e molte
citazioni da FELLINI. “La strada” (1954) con Gelsomina e Zampanò.
Rosa FEOLA canta So anch’io la virtù magica da Don Pasquale di Gaetano
DONIZETTI.
Una furtiva lacrima è cantata da Juan Diego FLóREZ da Elisir d’amore di
Gaetano DONIZZETTI.
Solo MODA Made-in-Italy nei vestiti delle cantanti e delle attrici firmati da vari stilisti.
E’ il turno di BIZET con Habanera da Carmen cantata dal mezzosoprano francese Marianne CREBASSA che indossa uno splendido abito scarlatto.
LASER - Tecnologico il balletto di Roberto BOLLE
Un Subsonica alla Scala: BOOSTA fa ballare BOLLE
< Sono felice e privilegiato perché un po' della mia musica risuonerà tra le mura de LA SCALA, brutto anatroccolo in mezzo a nomi di una bellezza incredibile >
Così BOOSTA – Davide DILEO - fondatore dei Subsonica, ha raccontato sui social l'emozione di essere stato chiamato “A RIVEDER LE STELLE “ in qualità di autore delle musiche su cui si è esibito l'etoile Roberto BOLLE.
Tra FASCI di LASER COLORATI , unici 'arredi' del palco, BOLLE ha ballato sul brano WAVES – ONDE. Veramente emozionante nel minimalismo formale !!
GIORDANO, PUCCINI e ROSSINI per il gran finale
L'incursione dell'ultimo atto dello spettacolo è nel repertorio del 'verista' foggiano Umberto GIORDANO. Da Andrea Chénier : La mamma morta interpretata da Sonya YONCHEVA e Nemico della patria cantata da Plácido DOMINGO che, prima di arrivare a Milano, aveva detto: < Sarà una prima unica, speriamo sia unica e che questa pandemia finisca. Il pubblico vuole essere qui e noi lo vogliamo. Comunque questa prima sarà ricordata >
Di Giacomo PUCCINI : E lucevan le stelle, da Tosca (Roberto ALAGNA), Nessun dorma, da Turandot (Piotr BECZALA), Un bel dì vedremo, da Madama Butterfly (Marina REBEKA).
La conclusione di “A RIVEDER LE STELLE “ è stata affidata al Tutto cangia dal Guglielmo Tell di Gioachino ROSSINI, inno alla vita che rinasce.
< E’ stato uno spettacolo molto emozionante per ché tutto il mondo dell’opera ha voluto essere con noi > racconta soddisfatto MEYER, mentre LIVERMORE ha definito questa Prima < un atto di militanza per ricordare che questo è il luogo in cui le persone hanno capito di essere cittadini. Dall’arte dobbiamo ripartire. E tutto l’arco costituzionale deve capire che questa è la prima azienda del Paese >
CHAILLY : < E’ stata un’avventura da un lato straordinaria, dall’altro talmente complicata da realizzare che spero rimanga un unicum. Spero di tornare a far musica nella maniera consona >
Per il tenore Vittorio GRIGOLO < la regia è stata geniale > … una sorta di megaconcerto come il Band Aid . Con un obiettivo: far capire che anche la lirica è Pop.
Non un semplice GALA ma un FORMAT in cui brani nuovi o di autori famosi
(da Hugo a Sting, passando per Ezio Bosso e Montale) letti, anzi recitati, da
attori come Caterina MURINO e Massimo POPOLIZIO fanno da introduzione
alle arie.
Si tratta di un messaggio di speranza: un viaggio musicale che parte dal
tema della maledizione di Rigoletto per arrivare alla catarsi di
Guglielmo Tell.
Per dire che riusciremo “A RIVEDER LE STELLE“ come recita il titolo
dello spettacolo.
Gli abiti di “A RIVEDER LE STELLE“ sono pensati da un piacentino che a Milano ha trovato la sua prestigiosa casa: Giorgio ARMANI. Molti dei vestiti indossati dalle star mondiali della lirica, sul palco de LA SCALA, sono nati da una creatività unica al mondo.
Per Marianne CREBASSA, interprete della Habanera da Carmen di Bizet e del finale del Guglielmo Tell di Rossini, abito rosso in paillettes e cristalli della collezione Privé, ma anche un capo in velluto di seta nero con maniche in frange ricamate.
Gara d'eleganza con Lisette OROPESA, che avrebbe dovuto essere protagonista della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti prevista per inaugurare la Stagione, e di cui ha cantato comunque l'aria del primo atto Regnava nel silenzio, avvolta in una creazione Privé di tulle nero a pois lamé, e Kristine OPOLAIS, che ha interpretato Tu, piccolo iddio da Madama Butterfly di Giacomo Puccini, in velluto con scollo a cuore.
Frac nero per il tenore Vittorio GRIGOLO e smoking nero per la presentatrice Milly CARLUCCI.
Vittorio GRIGOLO - La donna è mobile da Rigoletto – Giuseppe VERDI
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