Nel 2020 si festeggiano i 250 anni della nascita del grande
musicista tedesco Ludwig van BEETHOVEN,
nato nel 1770 a Bonn e morto nel 1827 a Vienna.
Il giorno della nascita è incerto, ma di sicuro fu battezzato il 17 dicembre 1770.
La targa nella casa natale a Bonn
< Mi affretto con gioia all’incontro con la Morte.
Se essa giungerà prima che io abbia avuto la possibilità di sviluppare tutte le mie capacità artistiche, allora sarà giunta troppo presto nonostante il mio crudele destino, e desidererei probabilmente ritardare la sua venuta — eppure anche così sarei felice, poiché non verrebbe forse a liberarmi da uno stato di perenne sofferenza? >
Così scrive il genio di Bonn in quello che oggi è conosciuto come ”Testamento di Heiligenstadt” - datato 1802 e portato alla luce dopo la morte di Beethoven dall’amico Anton Schindler che lo trovò in un cassetto segreto del suo scrittoio.
Insieme al documento in cui il musicista confessava la disperazione per la sua SORDITA’ venne trovata un’appassionata lettera indirizzata a una non meglio specificata “IMMORTALE AMATA”.
Schindler sostenne che questa donna fosse Giulietta Guicciardi (1784-1856), allieva di Beethoven. La famosa sonata per pianoforte Al chiaro di luna (1801) è dedicata proprio alla Guicciardi. La lettera, però, fu probabilmente scritta nel 1812, quando Giulietta era sposata da nove anni con il conte Robert von Gallenberg.
BEETHOVEN morì il 26 marzo 1827 all'età di 56 anni
Erano presenti solo il suo amico Anselm Hüttnbrenner e una "Frau van Beethoven" (forse la sua vecchia nemica Johanna van Beethoven).
Secondo Hüttenbrenner, verso le 5 del pomeriggio ci fu un lampo e un tuono:
< Beethoven aprì gli occhi, alzò la mano destra e guardò in alto
per diversi secondi con il pugno chiuso ... non un altro respiro,
un battito di cuore in più >
Così, riaprendo per un istante gli occhi dopo due giorni di coma, si spegneva l’ultimo monumento del classicismo viennese. L’artista più tormentato, il più eroico, il più categorico: Ludwig van BEETHOVEN.
Al corteo funebre del geniale musicista a Vienna il 29 marzo 1827 parteciparono circa 10.000 persone. Franz Schubert e il violinista Joseph Mayseder erano tra i tedofori. Il poeta Franz Grillparzer lesse un’orazione funebre.
La tomba di Beethoven al Cimitero di Vienna, dove riposano anche Brahms e Schubert.
BTHVN 2020
Un’occasione, il 250° anniversario della sua nascita, per conoscerlo
più da vicino, per scoprire aspetti della sua persona e vicende della
sua vita che ancora oggi ai più risultano del tutto inediti.
Provinciale, poiché veniva da Bonn, era stato educato dal padre, un dissoluto musicista di corte. Bambino prodigio, fu sottoposto a una rigida disciplina che, come spesso succede ai bambini prodigio, condizionò tutta la sua vita.
Ludwig rimuove la figura del padre Johann van Beethoven : uomo mediocre e ubriacone, motivo di costante umiliazione per i suoi familiari. In questa drammatica situazione familiare sviluppa una sorta di venerazione per il nonno paterno.
< Penso che probabilmente un giorno o l’altro avrò un colpo
apoplettico, come il mio degno nonno, al quale assomiglio >
scriverà all’avvocato Johann Baptist Bach.
Ritratto a 13 anni
Mostro di talento... e non solo.
Ludwig van BEETHOVEN riuscì a imporsi come ARTISTA nonostante i
difetti del carattere e i modi impossibili.
Non era mai stato una bellezza: da giovane lo chiamavano Der Spagnol (lo spagnolo) per via della carnagione olivastra. Era basso - non arrivava al metro e sessantacinque - tarchiato e ampio di spalle; aveva una testa massiccia, una massa di capelli ribelli, denti sporgenti, naso piccolo e arrotondato, e usava sputare dappertutto. Goffo nei movimenti, rovesciava e rompeva continuamente gli oggetti che toccava. Maldestro, non imparò mai a danzare, e si tagliava sempre facendosi la barba.
Legate a doppio filo alle vicende familiari e al rifiuto delle proprie origini sono le voci sulla presunta nobiltà del compositore di Bonn che circolarono a Vienna per più di un ventennio e che lo stesso, anche solo evitando di smentirle, contribuì non poco ad alimentare.
In diverse occasioni documentate il “von” popolare venne
cambiato nel “van” nobiliare …
Un sogno destinato a infrangersi nel Landrecht, il tribunale dei nobili chiamato a far chiarezza sulla questione e al quale il compositore confessò di non aver alcun documento genealogico a riprova della sua nobiltà.
BEETHOVEN : caratteraccio & inesorabili fallimenti amorosi
Tetro e sospettoso, suscettibile, misantropo e convinto che tutti volessero imbrogliarlo; non aveva buone maniere o modi accattivanti, dimenticava sempre tutto, aveva accessi di collera insensata, e con gli editori ebbe a volte rapporti di dubbia correttezza. Scapolo, viveva in una confusione indescrivibile, soprattutto perché non c'erano servitori disposti a tollerare il suo nervosismo.
< Non potrei certo sposarmi perché per me non vi è piacere più
grande della pratica e dell’esercizio della mia arte >
scriveva nel 1801 all’amico d’infanzia Franz Wegeler.
Solo una donna – l’Immortale Amata - finalmente contraccambiò l’amore dell’immortale compositore: occasione nella quale fu lui, per la prima e ultima volta nella sua vita, ad abbandonare il campo.
Anche da allievo Ludwig sfoggiò un carattere difficilmente gestibile, come ricordato dai suoi celebri maestri, tra cui Antonio Salieri e Johann Georg Albrechtsberger. Dal canto suo Beethoven ripagava quest’ultimo definendolo un “pedante musicale” solamente capace di realizzare “scheletri musicali”.
Alle critiche verso i vivi BEETHOVEN affiancava però le riverenze verso alcuni dei più illustri defunti: ammirava profondamente Gluck, che poneva al fianco di Bach e Händel, mentre per MOZART (nato 14 anni prima di lui e morto quando lui aveva 21 anni) conservava una vera e propria venerazione.
< Non saremo mai capaci di fare qualcosa di simile! >
disse rivolgendosi a Cramer, un celebre amico pianista durante l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra in Do minore di Wolfgang Amadeus MOZART.
La MUSICA gli veniva dal CUORE
Si è sempre speculato sulle numerose malattie di cui il compositore avrebbe sofferto fin da giovane, dall'asma alla sindrome del colon irritabile, da malattie renali alla cirrosi epatica. E gli storici si sono anche interrogati su come i disturbi fisici del musicista potrebbero averne influenzato l’arte.
L'ipotesi di 3 ricercatori è che i ritmi di alcune delle sue composizioni più
famose e visceralmente toccanti sarebbero influenzati dall’ARITMIA
CARDIACA di cui il compositore probabilmente soffriva.
SORDITA’. Già intorno ai trent'anni, dichiarava di avere difficoltà a capire le parole di una persona che parlava a bassa voce. Per ascoltare gli attori a teatro era costretto a mettersi vicino all'orchestra.
La crescente SORDITA’ lo gettò in uno stato di profonda prostrazione, che
nel 1802 lo spinse persino a tentare il SUICIDIO.
A causa dei problemi di udito Beethoven si isolò progressivamente dalle persone che lo circondavano, compromettendo molte relazioni sociali e affettive. Nel 1819, otto anni prima della morte, era completamente sordo. Nonostante ciò, Beethoven continuò a comporre: la celebre NONA SINFONIA con l' Inno alla gioia fu scritta nel 1824.
Ritratto di Beethoven di Joseph Karl Stieler (1820).
BEETHOVEN - Il GENIO che ha rivoluzionato la storia della
MUSICA
Secondo la studiosa Deborah Hayden, la SIFILIDE – il cosiddetto mal francese - di cui furono probabilmente affetti molti personaggi della Storia (da Abraham Lincoln a Friedrich Nietzsche e Oscar Wilde) potrebbe spiegarne il GENIO o la FOLLIA.
L’euforia sifilitica potrebbe avere amplificato il genio creativo di Ludwig van Beethoven.
La tesi, contenuta in un libro della Hayden, non è mai stata confermata. Altri studi, invece, indicano che Beethoven soffrisse di DISTURBO BIPOLARE.
A parte il GENIO e la FORZA senza eguali, Beethoven si considerò un
ARTISTA e difese i suoi diritti d'artista, distinguendosi così da tutti i
musicisti suoi precursori .
Era un artista, un creatore, e perciò superiore ai re e ai nobili. Aveva una concezione decisamente rivoluzionaria della società e idee romantiche sulla musica.
< Quel che ho nel cuore deve venire fuori e così lo scrivo >
disse al discepolo Carl Czerny.
Molti hanno voluto vedere in lui il ponte tra il periodo classico e quello romantico.
< Beethoven non parlò il linguaggio dei romantici >
scrisse Harold C. Schonberg.
< Aveva cominciato col comporre nella tradizione classica e poi era andato al di là del tempo e dello spazio, usando un linguaggio che lui stesso aveva forgiato. Un linguaggio compresso, enigmatico ed esplosivo, espresso in forme escogitate da lui >
Morì per colpa del PIOMBO ? Sembrerebbe di NO.
Per alcuni fu colpa di un unguento spalmato dopo un’operazione chirurgica. Per altri, di un calice da cui il compositore beveva.
Quale sia stata la somministrazione, l’alta concentrazione di piombo trovata nell’organismo di Beethoven è stata spesso indicata come causa del suo decesso a 56 anni. Ad alimentare la teoria, il fatto che l’intossicazione da piombo causa irritabilità (il compositore era noto per il suo caratteraccio), blocco renale e del fegato, sintomi che il musicista accusò in fin di vita.
Tuttavia una ricerca della Mount Sinai school of medicine di New York ha smentito queste ipotesi. L’analisi dei livelli di piombo nelle ossa del compositore ha infatti rilevato una concentrazione troppo bassa per causare un avvelenamento.
La GRANDE MUSICA di Ludwig van BEETHOVEN è presente due volte sul
Voyager Golden Record , un record fonografico contenente un ampio campione di immagini, suoni comuni, lingue e musica della Terra, inviati nello spazio con le due sonde Voyager .
Il terzo cratere più grande su Mercurio è chiamato in suo onore, come l'asteroide 1815 Beethoven della cintura principale .
Una statua in bronzo di 7 piedi di Beethoven dello scultore Arnold FOERSTER fu installata nel 1932 a Pershing Square, Los Angeles in onore di William Andrews Clark Jr., fondatore della Filarmonica di Los Angeles .
2020 RAI 5 – L’omaggio di RAI CULTURA al genio
musicale di Ludwig van BEETHOVEN
Dal 14 al 18 dicembre “IMMORTALI AMATE” - concerti per pianoforte e orchestra con 5 affermate pianiste italiane : Leonora ARMELLINI, Maria PERROTTA, Mariangela VACATELLO, Anna D’ERRICO, Gloria CAMPANER.
16 – Opera FIDELIO dal Teatro alla SCALA - stagione 2014-15 con Daniel BARENBOIM
17 - Concerto NONA SINFONIA - Claudio ABBADO & Berliner Philharmoniker , 2001
20 – Maratona “LE NOVE SINFONIE di BEETHOVEN” - Claudio ABBADO & Berliner Philharmoniker
"CURA LUDOVICO" by Barbara CARICCHI - ARTIVA (tecnica mista 50x70)
Il grande CINEMA - "ARANCIA MECCANICA" - incontra la
grande MUSICA : LUDWIG van BEETHOVEN
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