“Pigro, osservo”, 2015 – acquerello su tela
Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente il prof. Sandro
LOBALZO, maestro indiscusso di ACQUERELLO e INCISIONE per tanti
pittori che incontro negli eventi di AF CEDAS.
Tra gli Acquerellisti di Sandro LOBALZO
Ingrid Barth Denis Convertini Annamaria Gianguzzo
Roberto Maestri Giuseppina Napoli Salvatore Ravazzolo
Rita Scotellaro Andrea Varca Sara Zannella
Marisa Manis Luigi Garelli Grazietta Garzena
Il mio omaggio al professore appena scomparso con le note di due critici :
Angelo MISTRANGELO e Pino MANTOVANI.
Sandro LOBALZO è nato ad Albenga nel 1946. Vive e lavora a Torino. Si è diplomato al liceo artistico e successivamente all’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha iniziato a esporre dal 1965, seguono numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. È attivo inoltre come incisore, realizzando cartelle di grafica. Le prime esperienze pittoriche seguono una tematica di carattere espressionista, alla quale fa seguito un breve ma totalizzante momento d’immersione nell’esperienza informale. Verso la metà degli anni ’70, la sua pittura si ammorbidisce nei toni, volgendo lo sguardo ad un realismo pervaso di magica sospensione.
"Il banco del pesce" , 2013
"Sguardi indiscreti" , 2012
Sandro LOBALZO con Ombre rivelatrici in Galleria LOSANO –
PINEROLO (TO) - nelle note di Angelo MISTRANGELO
< Dalle prime luci dell’alba al lento incedere della notte si delinea l’attuale fase della pittura di Sandro LOBALZO che rinnova, di volta in volta, il fascino degli oggetti, dagli ortaggi ai pennelli nello studio.
"Nello studio" - acquerello
"Sul tavolo" - acquerello
Il suo discorso è da sempre legato alle immagini quotidiane, all’interno della casa con un vaso di fiori, uno sgabello e un cestino con della carta, a una mela e un coniglio di pezza e “una cascata di colori si avventa d’improvviso sulla stanza e i miei polpastrelli vorticosamente pitturano di rosso cotto la levigatezza dei vasi, di marrone venato il pioppo grezzo dello sgabello, di giallo opaco la rugosità delle mele e di viola polvere i grappoli di prugne: vibranti trafitture del buio che subito esplodono sul proscenio …” (Ferdinando ALBERTAZZI).
E ogni elemento compositivo, ogni “tocco” di colore, ogni profilo d’immateriale conchiglia, si stempera nello spazio allusivo della tela o del foglio di carta, si pone in rapporto con l’atmosfera che lo circonda e lo avvolge creando un senso di assoluta leggerezza, di aereo incantamento.
"Cortile" - acquerello
"In una stanza" , 1990 - disegno
LOBALZO si affida alla luce, alla malinconia segreta
dell’ombra, alla profondità della sera, il gioco dei rimandi prospettici, delle
“cose” che gli appartengono come il lungo, silenzioso, impalpabile fluire dei
silenzi incommensurabili, dei pomeriggi d’estate, delle giornate ventose a
primavera.
"Una giornata con Nino" - acrilico
"Periferia" - acquerello
E attraverso una linea duttile, armoniosa, suggestiva prende consistenza il suo mondo, le sue favole e i suoi sogni; s’individuano i nessi inscindibili tra la rappresentazione e il dato tecnico, sapientemente misurato, che presiede alla formulazione del soggetto.
La sua capacità tecnica gli permette di elaborare un dettato mai scontato, ma sempre sostenuto da una scrittura nitida, lieve, sospesa.
La successione delle pagine rinnova il fascino di antiche botteghe, di una visione che dal reale, talora, tende al fantastico, di una cadenza espressiva che gli consente di evocare un universo di lontani episodi, di gesti minimi ma altamente significativi, di segni impercettibili, graffiti, incisi come parole e frasi musicali e solitudini che legano le immagini alle stagioni sempre uguali e sempre ugualmente misteriose, irripetibili, magiche. >
"Le ombre del mattino" "Lentamente scorre"
Sandro LOBALZO nella penna di Pino MANTOVANI per
Cose, luoghi e storie
"Aspettandoti"
< Guardo un dipinto di Sandro LOBALZO e ho un tuffo al cuore, come capita a volte sommuovendo le stratificazioni di tracce che sono le case dove si è abitato a lungo o esplorando cassetti non più frequentati …
Chissà perché ma è un fatto che, da quando mi è capitato di ragionare sulla sua pittura, più d'una volta i percorsi della nostra memoria si sono incrociati. Mica sto insinuando misteriose corrispondenze; voglio semplicemente sottolineare la forte suggestione che le sue immagini, fredde, riescono a raccogliere e provocare.
"Uno sguardo sul gelo" "Il sonno delle cose"
COSE e LUOGHI, è certo, arrivano da lontano, qui, negli ACRILICI di Sandro, dove l'evidenza può raggiungere il massimo della chiarezza ma sempre si trascina appresso una scia d'ombra, un alone di nebbia o un certo lucore, insomma i segni visibili di una natura fantomatica.
E, come sono affiorati, così COSE e LUOGHI possono svanire, facendo al contrario il percorso che ne ha consentito la manifestazione.
"Ferrovia"
"La serra"
"Le cose che non diciamo"
"Dalla finestra" , 1988 - acquaforte
L'occhio descrive i particolari, aiutato dall'abilità della mano che costruisce sul foglio di carta ciò che una rabdomantica emozione ha isolato nel magma altrimenti indifferenziato del tempo.
L'occhio, guidato dal ricordo commosso, discrimina il
materiale della memoria: frammenti, lampi si richiamano, per assonanze o dissonanze o altre relazioni, aggressive e insieme fragili, che non sai se c'entrino in partenza o siano a loro volta frammenti alieni o strategie più o meno efficaci per attivare percorsi e significati >
Pino MANTOVANI è nato a Bagnolo Mella, in provincia di Brescia, nel 1943. Vive dal 1963 a Torino, dove si è laureato in Storia dell' Arte e si è diplomato all' Accademia Albertina di Torino, frequentando il corso di pittura di Paulucci e di Davico.
Pino Mantovani – La concretezza del vuoto, 2007
Artista geniale e critico lucido e analitico, in primis del proprio lavoro.
Le due anime di Pino Mantovani lasciano un’impronta nei grandi quadri ora finalmente e organicamente esposti presso la Sala Bolaffi attraverso i quali si ripercorrono quaranta anni di pittura silenziosa e sagace, colta e raffinata, di un maestro che accanto agli strumenti del fare pittorico non ha mai smesso di esercitare lo sguardo del critico, del saggista e del novelliere curioso.
© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati