13 APRILE 2022 – Addio a Letizia BATTAGLIA :
< Io sono una persona, sono una donna, un essere che soffre, che
è stanco, a cui fa male la schiena e che ancora fa fotografie >
Letizia BATTAGLIA, classe 1935, inizia a fotografare nel 1969, a 34 anni, collaborando con il giornale palermitano L'Ora , l’unica donna tra colleghi uomini.
Nel 1970 si trasferisce a MILANO, dove collabora con varie testate.
Nel 1974 ritorna nella natìa PALERMO e crea con Franco Zecchin l'agenzia "Informazione fotografica", frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.
Letizia BATTAGLIA e Franco ZECCHIN
Nel 1974 documenta l'inizio degli anni di piombo della sua città scattando foto dei delitti di mafia per informare l'opinione pubblica e scuotere le coscienze. Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo.
Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui
viene assassinato Piersanti Mattarella.
Sergio Mattarella, futuro e attuale Presidente della Repubblica, mentre sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinato. La moglie e la figlia portano fuori dall’auto il suo corpo ormai esanime.
Nello stesso anno, l’immagine della "bambina con il pallone" nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo.
Letizia BATTAGLIA non è solo "la fotografa della mafia" - etichetta che ha odiato - ma prima di tutto persona, donna con una voce.
Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi dei bambini e delle donne, i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città dalle mille contraddizioni.
Quando mette in mostra nella piazza di PALERMO i suoi scatti sui
padroni della Sicilia, nessuno osa avvicinarsi.
2016 - Al MAXXI di ROMA “Letizia Battaglia. Per pura passione” a cura di
Paolo Falcone, Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi
Oltre 200 scatti, provini e vintage print inediti provenienti dall’archivio storico della grande fotografa, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste.
Non solo “Fotografa della mafia” ma anche testimone della vita e della società del nostro Paese: Letizia BATTAGLIA è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia.
Una grande mostra monografica per testimoniare quarant’anni di vita e società italiana
Un album ininterrotto che passa dalle proteste di piazza a Milano negli anni Settanta al volto di Pier Paolo Pasolini, dai tanti morti per mafia, alla inconsapevole eleganza delle bambine del quartiere della Cala a Palermo; e poi le processioni religiose, lo scempio delle coste siciliane, i volti di Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino al feroce boss Leoluca Bagarella.
Un ritratto a 360 gradi per restituire l’intensità che caratterizza tutto il suo lavoro: dagli scatti all’impegno politico, dall’attività editoriale a quella teatrale e cinematografica sino alla recente istituzione del Centro internazionale di fotografia a Palermo.
Nella spiaggia dell'Arenella la festa è finita - Palermo
Ilona Staller
Pier Paolo Pasolini
Josef Koudelka
Renato Guttuso
CORIGLIANO d’OTRANTO (Lecce) – XVI edizione de La Festa di Cinema del
Reale : "Luci/paesaggi/bugie"
A luglio 2019 Letizia BATTAGLIA è fra gli ospiti principali della rassegna organizzata
da Big Sur con Officina visioni e Archivio del reale al CASTELLO VOLANTE :
MOLINO a VAPORE - FRANTOIO - TABACCAIA - CONTENITORE d’ARTE – MOSTRE
Nella suggestiva Tabaccaia la mostra ideata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore con 50 fotografie in bianco e nero dell’artista palermitana pioniera del fotogiornalismo italiano che con i suoi scatti è stata in grado di rappresentare in modo unico vari momenti della società civile italiana, con una particolare attenzione al contesto siciliano e alle donne.
Letizia BATTAGLIA con grande empatia ha rappresentato le contraddizioni e le ferite di Palermo, ma anche le energie femminili, avvertite come possibile strumento di riscatto collettivo.
I RITRATTI delle DONNE – siano esse bambine, adulte dei quartieri popolari di Palermo, ospiti di ospedali psichiatrici, rappresentanti della nobiltà palermitana – mostrano un profondo legame di prossimità tra la fotografa e i soggetti che nasce da un mutuo riconoscimento e dal rispecchiamento reciproco.
L’inaugurazione della mostra è seguita dalla proiezione del documentario di Kim Longinotto Shooting the Mafia, che la vede protagonista: un omaggio alla donna riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea, anche per il valore civile ed etico di tutta la sua produzione.
Un gatto e un topo hanno placato la loro fame con la spazzatura – Palermo, 1977
Il funerale del sindaco di Castelvetrano, Sicilia, ucciso nel 1980
Letizia Battaglia
Festa per Letizia include anche la performance Contre Jour di Lee Ranaldo e Leah Singer, frutto di una residenza degli artisti al Castello Volante, realizzata in collaborazione con SEI – Sud Est Indipendente.
Letizia BATTAGLIA è protagonista nel film La mafia non è più quella di
una volta di Franco Maresco.
La vediamo in primo piano e tra le strade della sua amata Palermo con la macchina fotografica al collo, durante la commemorazione per Falcone e Borsellino.
La mafia non è più quella di una volta ha ricevuto il premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.
DOLORE & SANGUE
“ Letizia BATTAGLIA non ha mai scattato una foto con il teleobiettivo, perché mette distanza e lei nelle cose ci deve entrare, per farle sentire a se stessa e a chi le guarda. Dentro sino ad averne la nausea, come le foto di mafia che l’hanno resa famosa nel mondo. Ha fotografato i corleonesi. Sua la foto di Andreotti con Nino Salvo che esce dall’hotel Zagarella. Ha immortalato il dolore incontenibile e rassegnato di Felicia, la mamma di Peppino Impastato, seduta sul divano di casa, con le mani strette, unica forza per una donna che deve fare i conti con l’ineluttabilità della vita. Alle spalle la foto del figlio morto ammazzato a soli 30 anni.
Ha sospeso nel tempo il volto di Rosaria Schifano, vedova di Vito, uomo della scorta di Giovanni Falcone. Gli occhi chiusi, il volto illuminato solo per metà, i lunghi capelli neri che incorniciano il viso.
Una vita di dolore che Letizia Battaglia nelle sue foto non ha mai edulcorato.
A chi le chiede come mai le sue foto sono piene di sangue lei risponde che nella morte c’è il sangue, c’è il trauma, il dolore e la violenza e lei deve farli vedere, non può nascondere la verità.
La verità è tutta in quei piedi scalzi delle mamme e delle mogli dei morti ammazzati, che corrono per raggiungere il figlio, il marito, come se il tempo non si fosse fermato per sempre, come se correndo potessero rubare qualche altro istante di vita.
La verità di un uomo nella sua auto con il collo che non regge più la testa, china sul petto e la mano adagiata sul sedile del passeggero, morto anche lui. Ammazzato.
Letizia Battaglia ha fotografato la sua amata PALERMO prima e meglio di tutto, perché
< il mio amore è tutto per lei, le altre mie foto sono dei fallimenti >.
Le strade, i vicoli, i riti, le tradizioni popolari. La povertà. Il letto che racchiude una famiglia intera con la mamma esausta che riposa e i due figli accanto a lei, gli occhi neri come la pece, nell’unico mondo che conoscono.
Ha immortalato Pasolini, Sanguineti, Berlinguer con la stessa verità e amore per la giustizia con cui ha fotografato Nerina, la prostituta uccisa dalla mafia a casa sua, tra i suoi cari.
Falcone
23 maggio 1992 – STRAGE DI CAPACI
Dopo quell’orrore Letizia BATTAGLIA decide di fermarsi.
Basta con i morti ammazzati. Basta con la mafia.
Non riesce più a reggere quel senso di nausea che prova. Falcone è l’ultimo che vedrà ucciso da quel cancro che infesta la sua amata Sicilia.
< Ho sempre creduto nella giustizia, non necessariamente quella
legale. Io credo nella giustizia umana >
Poi ha fotografato nudi femminili, di donne palermitane vere private di quella smania, ossessione, di essere un oggetto sessuale.
< Le mie donne non sono sexy , ma belle , perché il corpo nudo è
sempre bello a qualsiasi età >
PALERMO è il centro del suo cuore e continua per decenni a raccontarla e ancora oggi che la schiena le fa male e le gambe non reggono tanto, < vedo cose bellissime che nessuno racconta più >.
Lunedì di Pasquetta a Piano Battaglia, 1974
Franca Rame durante lo spettacolo di burattini alla Palazzina Liberty - Milano, 1974
2019 – MILANO celebra con una retrospettiva di più di 300 immagini la vita e la
fotografia di Letizia BATTAGLIA (Palermo, 1935), splendida a 84 anni nella sua forza
instancabile, nel suo anticonformismo dai capelli rosa, nel suo percorso di impegno
umano, civile, politico e sociale al servizio di una verità mai banale, mai scioccamente
bella.
A PALAZZO REALE la mostra Storie di Strada, a cura di Francesca Alfano Miglietti, segna quindi per Letizia BATTAGLIA anche un ritorno simbolico nella città in cui la sua vita ha avuto veramente inizio:
< Nel 1971 Milano mi ha accolta e dato le opportunità per decidere
della mia vita. Avevo 36 anni e qui, non a Palermo, ho cominciato a
essere una fotografa >.
Prima fotografa italiana a lavorare per un giornale (L’Ora di Palermo), prima donna europea a vincere il premio Eugene Smith nel 1985, fondatrice a Palermo del Centro Internazionale di Fotografia, Letizia BATTAGLIA è per tutti il simbolo della lotta alla mafia e insieme la storia del riscatto possibile dell’immagine e del ruolo della donna oggi.
A quasi quaranta anni, riesce a liberarsi da un passato di soprusi che la rende sposa bambina a 16, moglie in un matrimonio che la imprigiona, per ricominciare prima a Milano e poi a Palermo sulle sole sue forze e dar voce a quell’esigenza di libertà e verità che non la abbandonano neanche ora, alla soglia degli 85 anni.
Vicino la Chiesa di Santa Chiara . Il gioco dei killer - Palermo, 1982
Festa del giorno dei morti. I bambini giocano con le armi - Palermo, 1986
< Sono imprigionata nel ruolo di fotografa che ha fotografato la guerra civile nella sua terra >
E invece Letizia BATTAGLIA è una fotografa della vita: fotografa dell’umanità e del sentimento che cattura oltre la superficie delle cose, lontano da ogni sentimentalismo o da qualsiasi retorica, con l’essenzialità che solo nasce dal profondo rispetto per la dignità umana.
< La fotografia non cambia il mondo, né la mia fotografia, né quella di altri, ma, come un buon libro, può essere una fiammella. Non ho un messaggio, ma una necessità. Non penso al messaggio, quello arriva, forse, dopo. Si tratta di costruire un mondo diverso, di sperare disperatamente. Le parole servono, i libri servono, i film servono. Tutto serve. Anche la fotografia può servire e io ho questo piccolo mezzo >
Quello sguardo che è legato non solo al racconto della società siciliana, ma a una ricerca interiore:
< Mi sono accorta che le mie foto migliori sono sempre di donne o di bambine. In passato, sia che fossi sul luogo di un'azione violenta, di un delitto, o di un arresto, cercavo sempre 'la bambina'. Ho capito che in queste bambine cerco qualcosa che si è spezzato in me a quell'età, e quindi fotografare per me non è un'operazione intellettuale, ma spesso è un modo per indagare dentro me stessa >
Il Tempio di Segesta
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