La quarta sede delle Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo,
nasce nel 2022 a TORINO in Piazza San Carlo a Palazzo Turinetti, sede storica dell’Istituto bancario: cinque piani rivisitati dall’architetto Michele De Lucchi – AMDL Circle che accolgono un grande centro per la fotografia e la video arte, esposizioni temporanee con un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità, spazi per l’incontro e la scoperta.
Raccontare i grandi temi della contemporaneità e le sue sfide, sono l’obiettivo di storie visuali inedite commissionate a fotografi e visual artist di fama internazionale.
“Gregory Crewdson. Eveningside”
Si è appena conclusa la mostra di uno dei più grandi fotografi contemporanei, l’americano Gregory Crewdson, che ha presentato in anteprima internazionale a Torino, e per la prima volta in un museo, il terzo capitolo della sua TRILOGIA commissionata per l’occasione da Intesa Sanpaolo.
Photo by Andrea Guermani
Nel corso della sua carriera Crewdson ha utilizzato ambientazioni inquietanti e iperdettagliate per calarsi nella vita interiore dei suoi personaggi.
Sono riaffiorati sicuramente i ricordi di infanzia, quando Gregory si ingegnava per ascoltare le sessioni private del padre psicanalista nel seminterrato di Park Slope, il fulcro di Crewdson per il mistero nello spazio domestico.
Gregory Crewdson è una creatura abitudinaria che ha messo in scena storie di malinconia e mistero americani negli ultimi tre decenni, in interni domestici claustrofobici, in tranquille strade suburbane e in paesaggi inquietanti.
Più recentemente le sue ambientazioni hanno avuto collegamenti con la sua vita personale.
La mostra “Gregory Crewdson. Eveningside”, curata da Jean-Charles Vergne, riunisce per la prima volta le tre serie del fotografo concepite tra il 2012 e il 2022. Pensate come una TRILOGIA, offrono una prospettiva inedita su un decennio di creazione, rivelando il versante intimo dell’universo che ha fatto di Crewdson una delle figure fondamentali della fotografia.
Realtà manipolate per raccontare una storia …
Gregory CREWDSON è uno dei massimi esponenti della staged photography. Messi in scena facendo ricorso ai mezzi propri del cinema, i suoi scatti hanno progressivamente legato insieme i frammenti di un mondo crepuscolare ispirandosi a un certo tipo di immagini cinematografiche radicate nella memoria collettiva e nella cultura letteraria americana.
Gli ambienti rarefatti e le figure sospese mi hanno riportato alla mente alcune opere di Edward HOPPER - pittore e illustratore statunitense esponente del realismo americano famoso per i dipinti della solitudine nell\'American way.
Gregory CREWDSON - Fotografie cinematografiche fra realtà e finzione create dall’autore e dal suo imponente staff come documentato nel video del backstage - Making Eveningside - con musiche originali di James Murphy degli LCD Soundsystem e Stuart Bogie, polistrumentista-compositore americano.
Ripulitura di locali e insegne, effetto nebbia, acqua irrorata, personaggi rarefatti immobili nella staticità dell’immagine.
Tutto per comunicare il senso malinconico dell’abbandono di cittadine depresse del Massachusetts - USA - dopo il colpo di grazia inferto dalla chiusura della General Motors sotto la presidenza di Trump.
Eveningside è il terzo ed ultimo nucleo della TRILOGIA di Crewdson iniziata con
Cathedral of the Pines (2013-2014) e An Eclipse of Moths (2018-2019).
Morningside Home for Women, 2021-2022 © Gregory Crewdson
In contrasto con le foreste solitarie e remote di Cathedral of the Pines e dei cupi
paesaggi post-industriali di An Eclipse of Moths, con la serie inedita
Eveningside il fotografo esplora figure umane isolate entro i confini della loro vita
quotidiana, dove l\'atmosfera richiama il cinema noir classico e la tradizione del bianco e
nero in fotografia, rendendo il lavoro ancora più affascinante.
Nella Cattedrale dei Pini (2013-2014) Gregory Crewdson ha trovato conforto a Becket, dopo il divorzio e la partenza da Brooklyn. In una capanna a Becket infatti aveva trascorso le estati della sua infanzia con i genitori e i fratelli. Il terreno boscoso divenne lo sfondo delle sue dolenti figure, perse nei loro pensieri tra gli alberi torreggianti o solitarie nelle loro piccole case rivestite di legno.
Le scene di An Eclipse of Moths si svolgono a soli 20 minuti di auto da quelle di Cathedral of the Pines. Le fotografie sono ambientate in una tranquilla e squallida cittadina post-industriale - in realtà, Pittsfield, Massachusetts - con le nebbie familiari delle serie passate che si insinuano nelle scene.
Le figure, piccole nella cornice, appaiono isolate anche quando sono insieme. Come in gran parte del lavoro di Crewdson, un senso di malessere permea la superficie, sebbene la causa non sia mai del tutto chiara; i suoi soggetti navigano nei loro piccoli mondi, alla ricerca di qualcosa oltre i confini.
La tendenza di Crewdson verso i rituali e la ossessione si estende alla sua pratica.
Il titolo di An Eclipse of Moths – l’Eclissi delle Falene - è arrivato presto a Crewdson. Quando un gruppo di falene è attratto da una fonte di luce, la illuminazione è bloccata dagli insetti stessi. È una metafora poetica del senso di dolore e distacco che sembrano provare i personaggi della serie di Crewdson. Ma allude anche al rinnovamento che cercano, mentre stanno fuori dal fatiscente Centro della Redenzione o si fermano a guardare il sole al tramonto: la luce, sebbene nascosta, è ancora presente. Le falene, creature fragili ed effimere, finiranno per disperdersi.
An Eclipse of Moths – immagini di grande formato a colori “girate” nella cittadina depressa di Pittsfield dopo la chiusura della General Motors dove tra l’altro lavoravano anche i genitori della compagna di Gregory, protagonista in molti scatti.
Eveningside – immagini meno imponenti in bianco e nero “girate” in varie cittadine della zona, uno spaccato di vita della solitudine umana americana.
I titoli delle foto molto frequentemente dalle scritte sulle insegne (edifici e mezzi).
In proiezione le foto - dal dettaglio all’insieme - per cogliere soprattutto il particolare della figura umana “persa” nella grande dimensione dello spazio circostante …
La TRILOGIA in mostra è preceduta da Fireflies, una serie di scatti minimalisti realizzati in precedenza, un lavoro essenziale per cogliere il rimestio delle correnti che si agitano in profondità nell’arte di Gregory Crewdson. Concepita nel 1996 e realizzata con due macchine fotografiche su pellicola analogica in bianco e nero, queste immagini di lucciole offrono nella loro semplicità un tessuto connettivo e un contrappunto e testimoniano l’attitudine del fotografo alla contemplazione, una delle articolazioni fondamentali del suo lavoro.
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