Apertura in occasione delle Giornate FAI AUTUNNO 2023 di MATERIMA
a Casalbeltrame (Novara) - Studio Copernico srl Milano.
Un luogo ricco di fascino dove l’arte è protagonista assoluta ... un luogo in cui poter ammirare una delle più importanti collezioni di scultura in Italia … un luogo in cui gli artisti possono trovare tutto quello che occorre per l’esecuzione delle loro opere: laboratori del marmo, fonderia, maestranze qualificate, una calcografia (per l’esecuzione di acqueforti), studi e foresteria.
Un centro nello spirito delle botteghe rinascimentali, dove artigiani di varie tendenze possano collaborare tra loro aiutando gli scultori a eseguire le loro opere.
Un complesso di oltre 20.000 metri quadrati di superficie all’interno di un’oasi naturalistica nel comune di Casalbeltrame: un borgo contadino di nobile stampo immerso nelle risaie piemontesi tra Novara e Vercelli, dove i nomi di alcune vie, intitolate a Pablo Picasso, a Francesco Messina, ad Augusto Perez e ad altri protagonisti del Novecento, introducono i visitatori alla scoperta di MATERIMA.
MATERIMA ”città della scultura”, punto di riferimento culturale per l’arte del Novecento in Italia e all’estero, nasce nel 2006 a Casalbeltrame (NO) da un’idea di Nicola LOI, già fondatore nel 1974 della galleria “La Colomba” a Torino e nel 1986 dello “Studio Copernico” a Milano.
Ci si trova catapultati in un luogo inaspettato cinto da mura … un ex borgo agricolo con cascina dove alloggiavano i mezzadri, stalle, fienili e casa padronale : l’ottocentesco palazzo dei conti Bracorens de Savoiroux. Costruzione su tre piani a blocco unico, di linee rigorose e massicce.
MATERIMA : incontro tra materia, anima e madre generatrice
All’interno della struttura, nell’ampio cortile e nel parco vivono opere di artisti quali
Mastroianni Manzù Pomodoro Maraniello Consagra Perez Guerresi
Messina Vangi Bodini Arman Eun-Sun Okuyama Delle Monache Mafai
Varcato il cancello non passa inosservato il grande portale bidimensionale di Consagra che introduce al vasto prato con un secolare ginkgo bilboa : sotto le fronde ombrose trova riparo un cavallo di Perez.
Una dinamica, meccanica struttura di Umberto Mastroianni che richiama le forme della cancellata del Teatro Regio di Torino.
Volo di colombe di Floriano Bodini, allievo di Francesco Messina
Non è un Centauro … Maraniello – Il mito delle origini
Borges, riprendendo in parte Lucano, Plinio il Vecchio e Dante, descrive nel suo Manuale di zoologia fantastica l’anfesibena, ossia un serpente di taglia abbastanza ridotta, dotato però di due teste e ansioso di avanzare in contemporanea nelle due direzioni opposte, così da non riuscire alla fine a compiere nessun movimento. E’ lo stesso risultato spiazzante che produce il “centauro” di Maraniello, scultura che noi riteniamo tale ma che in realtà non rappresenta assolutamente un centauro. Ed è lo stesso autore a svelarci tale arcano mitologico, che rasenta l’alchimia faustiana dell’homunculus o gli incroci stregoneschi dell’ultramoderna biogenetica.
< Proseguendo nella mia ricerca artistica, ho un po’ trovato e un po’ inventato certe simbologie che racchiudono al loro interno il tema del doppio. Perciò, quello che tutti definiscono centauro è invece un uomo che combatte contro la propria coda ed è quindi posto di spalle, con il capo rivolto all’indietro. E’ una metafora sia di conflitto che di complementarietà e non cammina affatto: è una figura statica, la cui forza interiore è impegnata ora a combattere una strenua battaglia contro se stessa >
Sparse nel prato si rincorrono da una parte le figure mitologiche di Giuseppe Maraniello scoperte nei giardini della Reggia di Venaria Reale, dall’altra i personaggi umani di Giacomo Manzù.
Alberelli confondono le calligrafiche, musicali scansioni di Piergiorgio Colombara (barca infilzata, rami) ...
mentre i cavalli di Perez scorrazzano nel prato …
Antonietta Raphael Mafai , Fuga da Sodoma, 1935-1968
Yoshio Okuyama (equilibrio)
Composizioni dalla vocazione bidimensionale di Pietro Consagra
Giacomo Manzù
Al centro del cortile la grande barca di Maraniello mentre da Palazzo Bracorens de Savoiroux si affaccia un suo strano personaggio alato dorato …
Le creazioni di Arnaldo Pomodoro con sfere lucenti e riconoscibili giochi di rotture, pieni, vuoti, materiali che si incastrano, lastre, rugosità. Penso alle opere esposte in Piazzetta Reale a Torino.
Park Eun-Sun - artista coreano delle sfere levigate e fessurate
Lungo il porticato le sculture multimateriche multicolors gonfie e levigate di Vangi e i bronzi agili e snelli di Messina.
Francesco Messina , Lady Macbeth , 1980
La Sala delle Colonne è interamente dedicata a Giuliano Vangi in tutta la sua poliedricità espressiva. Una ricca sequenza di sculture realizzate in legno, in pietra e in bronzo, oltre a studi e bronzetti, accompagnati alle pareti da disegni e da dipinti.
Il nipote nelle due opere : incontro tra pittura e scultura
Nella Galleria del piano terra un insieme di sculture del napoletano Augusto Perez: Fauno che violenta una capra, Natura morta con Cariatide, Ermafrodito n°1, Grande cero.
Un percorso nei temi trattati dall’artista, figure create da gocciolamenti di materia, figure che si innestano in altre e in forme a volte di difficile interpretazione …
Notevoli le opere di Francesco Messina che magnificano la femminilità e celebrano la perfetta armonia del corpo in un compendio di classicità e di invenzione.
Come ha scritto Carlo Carrà, la sua espressione artistica si caratterizzaperun fare semplice e grandioso e per un procedimento idealistico e classico in grado di dar vita a forme che restano come immagini ideali.
Francesco Messina, Ritratto di Isabella Ostini , 1951-55, bronzo dipinto
Francesco Messina , Omaggio a Bianca, la moglie
Nel prato Light Signs di Patrizia Guerresi : due mani unite a formare un nido, attraversate da due linee bianche, che ricordano i disegni sciamanici dipinti sulla pelle dei popoli tribali e che richiamano ferite emergenti dal metallo brunito. (Cuneo)
Un’opera che invita alla riflessione sull’incontro di culture diverse. É una scultura che più che dare risposte, pone domande, creando una situazione di attesa, di inquietudine, che conferma la volontà di andare oltre a quel segno di luminosità che fende l’oscurità o che forse ne fa parte.
Chi è Patrizia Guerresi? Fotografa, scultrice, autrice di video e di installazioni, l’artista si è convertita nel 1989 alla religione musulmana Murid (corrente mistica sufica praticata soprattutto in Senegal) assumendo il nome di Maïmouna.
Motocicletta rivisitata … uno dei numerosi “assemblaggi” di Arman
Il Cardinale in bronzo … uno dei tanti di Giacomo Manzù
Paolo Delle Monache con i suoi Extra-luoghi scoperti alla Reggia di Venaria Reale.
Bronzi policromi realizzati dallo scultore modellando sfoglie di architetture, esili presenze di abitazioni con cui circoscrive luoghi immaginari, bizzarre torri o caleidoscopi di lacerti urbani.
< Compongo città che vedo quando chiudo gli occhi. È solo allora che i diversi luoghi in cui ho vissuto si possono unire formando un continuo come nei sogni in cui tutto è e al contempo si contraddice >
Extra-luoghi : forme nelle quali si fondono citazioni di architetture reali (da Palladio a Brunelleschi, all’Alberti) e virtuali (che rimandano a Sironi, de Chirico, Carrà per giungere a Piero della Francesca e Simone Martini).
Alcuni di questi bronzi hanno per base la sagoma dell’Italia, quale perimetro di un terreno in cui si è perennemente costruito, distrutto, ricostruito, tramandato, vissuto.
In altre sue opere si scopre all’interno un volto che osserva da una finestra o da una fessura. Da quegli sguardi parte il filo di Arianna della memoria che si srotola dal passato al presente …
Paolo Delle Monache , Diario
Sculture moderne alla Venaria Reale – evento 2017-2018 a cura di Alberto Fiz, in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano.
Tredici tra i più affermati maestri della scultura italiana e non del XX secolo.
Floriano Bodini, Paolo Borghi, Piergiorgio Colombara, Pietro Consagra, Giuliana Cunéaz, Paolo Delle Monache, Giuseppe Maraniello, Francesco Messina, Augusto Perez, Arnaldo Pomodoro, Antonietta Raphael Mafai, Giuseppe Spagnulo, Giuliano Vangi.
Reportage fotografico by Mauro Dragoni e Barbara CARICCHI
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