Dal digitale alla chimica …
dal rigore alla sperimentazione …
Interessante e affascinante l’unicità dei risultati estetici che stanno alla base delle antiche tecniche di stampa, con un viaggio a ritroso nel tempo. Dal 1847 anno in cui Louis Blanquart-Evrard elaborò la carta all’albume, al 1855 anno in cui Alphonse Poitevin descrisse la stampa all’olio, al 1864 quando Joseph W. Swan brevettò la tecnica di stampa al carbone ed ancora al 1873 che vide la nascita grazie a William Willis della tecnica di stampa ai sali di Platino e Palladio …
Luce, temperatura, umidità, pennelli, trama della carta e grado di acidità, percentuali di miscela delle soluzioni e loro tempo di maturazione – tutti fattori non facili da dosare fra loro – condizionano le sfumature dei grigi, le tonalità dei neri e la resa cromatica della stampa finale, in un racconto che diviene atto magico di trasformare pixel digitali in opere materiali uniche.
ALBUMINA. COLLODIO UMIDO. BROMOLIO. CARBONE. CARTA SALATA. CHIMIGRAMMI. CIANOTIPIA. VAN DYKE. GOMMA BICROMATA. ZIATIPIA. MORDANçAGE su sali d’argento. OLEOTIPIA. PLATINO PALLADIO.
La mostra a cura di Lucrezia Nardi allestita nella suggestiva ambientazione dello SPAZIO MUSA a Torino consente di scoprire una fotografia artigianale …
La FOTOGRAFIA ALCHEMICA non è nostalgia, ma sapienza nel saper far rifiorire antiche tecniche; il fare manuale e umano della scelta di carte, texture e processi proprio in correlazione con la tecnologia in cui siamo visceralmente immersi. Alchimia non è occultismo ma amore per i processi alchemici che recano, nella loro fragilità, una profonda umanità: l’umanità dello sperimentare, dell’errore, dell’accidentale risultato che si palesa come in una magia.
Massimo Badolato, Andrea Baldi, Letizia Caddeo,
Cesare Di Liborio, Alessandro Iazeolla, Margrieta Jeltema,
Roberto Lavini, Luigi Menozzi, Michele Pero
Nove autori desiderosi di sperimentare, creare, accogliere gli errori e scoprire che forse non lo sono affatto. La tecnica si affina dopo ore di lavoro e attese prolungate in laboratorio, in camera oscura e nella ricerca dei soggetti ideali per ottenere il risultato finale.
Oltre cento fotografie in mostra con soggetti, tecniche, formati e supporti diversi.
Sala centrale
Massimo Badolato – PLATINO PALLADIO (Platinotipia)
Architettura e figurazione : ritratti in grande formato di donne del passato si alternano a luoghi silenziosi dove l’assenza persiste …
Luigi Menozzi – CARBONE b/n , PLATINO PALLADIO
Paesaggi incontaminati e monumentali in cui il naturale e l’umano si rispecchiano reciprocamente …
Pietra di Bismantova , Platino-Palladio
Saletta dei respiri – Margrieta Jeltema – ALBUMINA
Le sue fotografie evocano un album di famiglia da sfogliare in privato, con delicate configurazioni di luci e ombre …
Fiori, Platino-Palladio
Sala Italia – BROMOLIO, CARBONE b/n, CARBONE colore, MEDIOBROME, OLEOTIPIA per Roberto Lavini che cattura soggetti diversi, da animali imponenti fino ad architetture solitarie che diventano composizioni geometriche ...
Magic Bus , Carbone colore
Sala delle travi
Alessandro Iazeolla – GOMMA BICROMATA, VAN DYKE
La stampa bruna Van Dyke è un processo di stampa fotografica brevettato nella seconda metà dell'ottocento dal chimico inglese W.J. Nichols, prende il nome dal pittore fiammingo Anthony van Dyck per la caratteristica colorazione bruna delle stampe, simile a quella dei toni marroni degli oli dell'artista.
foto di viaggio … KODAK 3D …
Lo sguardo oltre il muro , Van Dyke
Cesare Di Liborio – CHIMIGRAMMA, MORDANçAGE
ritratti di donne ...
Sono particolarmente attratta e incuriosita da questo ritratto e mi soffermo a parlarne con l’autore che mi svela le tecniche sovrapposte : mordançage con pigmenti oro e bolle di sapone …
ICONS VI 03 – Sali d’Argento con tecnica del mordançage con foglia oro e viraggio al selenio
Saletta del pozzo
Michele Pero – Immagini lascive e teschi che evocano vite passate si trasformano in un inno alla vita, celebrando la morte e la nascita … AMBROTIPO, VAN DYKE, CIANOTIPIA e CARTA SALATA.
COLLODIO UMIDO - procedimenti fotografici storici che utilizzavano il collodio come legante per emulsioni fotosensibili.
In particolare l'AMBROTIPO venne inventato da Frederick Scott Archer nel 1852 e il FERROTIPO fu introdotto da Hamilton Smith nel 1856. I supporti fotosensibili dovevano essere esposti quand'erano ancora umidi, cioè appena preparati.
Il termine "umido" verrà utilizzato più frequentemente in seguito, per distinguere questi processi da quelli che adottarono le prime emulsioni in gelatina, che invece consentivano un utilizzo dei materiali fotografici a secco.
Sala “Solo guardarla già ti consola”
Nella nicchia sul muro la statua di Maria e Gesù bambino del Santuario della Consolata
Nella Sala Madonnina la tecnica della CIANOTIPIA si esprime in tutta la sua vibrante profondità : i toni del blu ceruleo si fondono in sfumature cariche di mezzi toni, opache e vivide, richiamando il mare … Letizia Caddeo
Conchiglia – Cianotipia e Cianotipia con viraggio al caffè
Andrea Baldi - CIANOTIPIA , ZIATYPE (Ziatipia, con ampia scelta di colori) , GOMMA BICROMATA
La collettiva FOTOGRAFIA ALCHEMICA è promossa dalla Società Fotografica Subalpina - Torino 1899 con il riconoscimento FIAF. In mostra 124 opere realizzate attraverso 16 antiche tecniche di stampa da 9 artisti provenienti da tutta Italia, tra cui Massimo Badolato - socio della Subalpina.
L’interessante scoperta dello SPAZIO MUSA …
dal mito alla storia !!
L’anello “incastonato” nel pavimento del bar evoca la leggenda della fanciulla con il collier di diamanti che perse una pietra preziosa in riferimento alla celebre fiaba di Cenerentola con la scarpetta di cristallo …
La nobile fanciulla che viveva in un bellissimo palazzo andò alla festa dell’amica dirimpettaia passando dall’infernotto, protetta dalle insidie della strada, come era usanza all’epoca.
Accorgendosi dell’ora tarda, corse verso casa attraverso il passaggio sotterraneo ... cadendo, il suo collier di diamanti volò via rompendosi in mille pezzi. La fanciulla li ritrovò tutti, tranne uno …
L’indomani un giovane garzone dall’animo puro e generoso notò qualcosa che brillava per terra … si ricordò di aver visto quella pietra addosso alla nostra ragazza la sera prima alla festa ... pensò allora di farci un bellissimo anello e di regalarlo alla fanciulla proprietaria del diamante. Da cosa nasce cosa … e alla fine lui le chiese la mano con il famoso anello ... e vissero per sempre felici e contenti come in tutte le fiabe che si rispettino.
Castore e Polluce strizzano l’occhiolino dal fondo del pozzo …
Erano gemelli, ma si narra che Leda, la loro madre, li avesse concepiti separatamente, unendosi nella stessa notte prima con Zeus e poi con suo marito, il re spartano Tindaro: dall'unione con il dio sarebbe nato Polluce, dotato di natura immortale; da quella con Tindaro il mortale Castore.
I due eroici gemelli del mito greco, detti anche Dioscuri, appaiono inseparabilmente impegnati in imprese comuni. L'affetto che li unisce è così forte che, quando Castore muore, Polluce, che è immortale, decide di morire anch'egli.
La Madonnina ritrovata a 4 metri di profondità nel pozzo …
La rete degli Infernotti a Torino nella zona della Consolata e attorno alla Cittadella … cunicoli sotto le cantine che permettevano il collegamento sotterraneo tra i palazzi settecenteschi utilizzati poi anche come rifugi durante la seconda guerra mondiale …
Sala Italia - L’elogio di Edmondo De Amicis
“Cara Italia, amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi, amo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali. Amo la tua bellezza”
Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI
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