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Un nuovo concetto espositivo per la GAM di TORINO che sotto la nuova direzione di Chiara Bertola intende amplificare visioni ed emozioni attraverso l’accostamento di opere diverse per autori ed epoche intrecciando un dialogo organico tra COLLEZIONE PERMANENTE , MOSTRE TEMPORANEE e PROGETTI .



Ogni stagione si sviluppa attorno a temi specifici che ne definiscono l’identità.

La PRIMA RISONANZA esplora i concetti di 

LUCE   COLORE   RITMO  TEMPO



Si amplificano anche gli spazi della GAM con la riapertura del secondo piano inondato dalla luce naturale filtrata dalle ampie superfici vetrate … la sorpresa del DEPOSITO VIVENTE, luogo in continua trasformazione che permette la scoperta esplorativa delle opere e che affianca l’esposizione mirata della COLLEZIONE PERMANENTE in dialogo con le MOSTRE TEMPORANEE dedicate a tre artiste internazionali: dalla pittura impressionista di MORISOT (Francia) all’esplosione di colore dell’americana HEILMANN (piano 1) fino alle tele monocrome della veneziana MORGANTI al piano -1 .



Piacevolmente sorpresa dagli allestimenti più ariosi e rarefatti della COLLEZIONE a cura di Chiara Bertola, Elena Volpato e Fabio Cafagna e dal nuovo spazio DISCHI d’ARTISTA e VIDEOTECA oltre alla DIDATTICA a porte aperte a piano terra !!

Una nuova visione della GAM con le incursioni de “L’Intruso” secondo la lezione di Jean-Luc Nancy !!

“L’Intruso” è un artista o un curatore invitato in ogni Risonanza a dialogare con le mostre e con le collezioni della GAM. Obiettivo : sorprendere con display imprevisti e offrire visioni inattese all’interno del palinsesto della programmazione e dell’allestimento delle collezioni del Museo.

“L’Intruso” della PRIMA RISONANZA è Stefano Arienti

Tra i suoi interventi il grandissimo pioppo che sembra nascere dai pavimenti arabescati di marmo al primo piano in prossimità della rampa delle scale.



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Berthe Morisot. Pittrice impressionista. Display di Stefano Arienti

 

 

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Nell’anno che festeggia il 150° anniversario dell’Impressionismo, la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino - ha presentato questa mostra che celebra la storia e il percorso artistico dell’unica donna tra i fondatori del movimento impressionista.

Con il sostegno eccezionale del Musée Marmottan Monet di Parigi che vanta la più grande raccolta di opere di Berthe Morisot, la mostra illustra il legame della pittrice con la poetica del movimento e fa emergere il suo personalissimo timbro nel cogliere la labilità dell’attimo, a simbolo della fragilità dell’esistenza, capace di rappresentare con grazia gli elementi della natura e della realtà.


La grande interprete della Nouvelle Peinture è strettamente legata ai Manet.


Dopo un periodo di formazione a Parigi, nel 1868 Berthe Morisot conosce Édouard Manet, il più importante artista del suo tempo, con il quale instaura una profonda amicizia e relazione professionale. I due artisti si influenzano a vicenda nello stile e Manet la sceglie anche come musa per alcuni dei suoi dipinti.

Qualche anno dopo, nel 1874, Berthe sposa Eugène Manet, fratello di Édouard, entrando di diritto nella famiglia.

 

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Eugène Manet e sua figlia nel giardino di Bougival (1881)

 

 

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Eugène Manet all’isola di Wight



“L’Intruso” riveste le pareti con carte da parati e nastri d’organza a righe o fiori, tipici dell’epoca, e introduce dettagli d’arredo come un pianoforte, un attaccapanni e una bacheca con la frutta di Francesco Garnier Valletti proveniente dal Museo della Frutta di Torino.

 

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Ph. Perottino



Berthe MORISOT con la sua pennellata impressionista ritrae la società francese dell’epoca.

 

 

Mary Heilmann accoglie i visitatori in un’esplosione di colori e

geometrie.

 

 

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La mostra ripercorre i sessant’anni di carriera della pittrice astratta americana, dai primi dipinti geometrici degli anni ’70 ai paesaggi dominati da onde oceaniche che richiamano la sua California, dai viaggi on the road evocati da linee autostradali inghiottite dalla notte fino alle recenti tele sagomate in colori fluorescenti. 

 

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L’esposizione, curata dalla stessa Chiara Bertola, si sofferma sull’approccio formale di Heilmann all’astrazione, che sovrappone le geometrie analitiche del Minimalismo all’etica spontanea della Beat Generation. Accanto alla FORMA, nelle sue tele protagonista è anche il COLORE : esplosivo, immediato, segno anche fisico della libertà della pennellata.

 

 

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Un video accosta le opere dell’artista alle immagini fotografiche dei luoghi reali fonte di ispirazione per l’astrazione formale …

 

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La tecnica di Mary HEILMANN, influenzata dalla luce della West Coast e

dai temi della Beat Generation, svela una semplice complessità.



In RISONANZA le opere di HEILMANN con quelle della COLLEZIONE 

PERMANENTE tra mare, campiture geometriche e sgocciolamenti di colore …

 

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Enrico REYCEND

 

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Sergio LOMBARDO (30 aste) e Piero DORAZIO

 

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Giacomo BALLA

 

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Mario SCHIFANO

 

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Luca BERTOLO

 

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Andy WARHOL

 

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“Semina” di Pedro CABRITA REIS (travetti prefabbricati) e Campi arati di Mario GIACOMELLI



DEPOSITO VIVENTE

 

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Stefano Arienti interviene con il grande tappeto nella SALA di RIPOSO del secondo piano : l’immagine fotografica di una superficie d’acqua è stata stampata su moquette, creando una sorta di trompe l'oeil contemporaneo in dialogo con gli arredi di inizio Novecento.

 

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La prima grande mostra antologica di Maria Morganti si compone di opere realizzate tra il 1988 e il 2024 : monocromie sormontate da sottili striscioline colorate … mi vengono subito in mente gli album di carta lucida per collages che usavo da bambina …

COLORE e GESTO ritornano anche nella ricerca di Morganti, in una ripetizione ed espansione nel tempo. 

 

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Il suo studio di Venezia diviene luogo fisico negli spazi della GAM in un’opera definita Luogogesto composto dal Sedimentario (con i dipinti della serie Sedimentazioni ), da Diarioteca (con le stecche di legno dipinte denominate Diari ) e da Quadro infinito (realizzato giornalmente, strato dopo strato, dal 2006). Tutti questi elementi sono disposti intorno alla Pedana su cui l’artista si muove durante il lavoro. 

 

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Rappresentazione in miniatura del Luogogesto dove l’artista dipinge.

 

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La Ciotola dove “il colore accade”. Ogni mattina il fondo di pittura a olio muta in un diverso colore.

 

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Disegni a carboncino di diverse cupole (1991)

 

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La cupola, con la sua prefigurazione della ciotola, ha accompagnato per anni la pittura di Morganti. 

 

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Quadro ciotola (2022) 

 

 
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Progressione Lunga (2008) - 60 pagine ripiegate
 


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Sedimentazioni – Tele realizzate con diversi strati di colore attraverso una progressione pittorica che resta visibile nella stretta fascia policroma sul bordo superiore dei dipinti.

 

 

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Quadro Infinito (in corso dal 2006)

 

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Come una reliquia … Frammento #1 (2016) è una piccola scaglia del Quadro Infinito custodita in una teca – gioiello

 

 

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Dal micro al macro … la stratificazione dei colori riproposta nella carta da parati dell’opera immersiva Dentro la pittura #2 al centro della quale campeggia Gemmazione #7 (2024)

 

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Diari

 

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Scatti 2012 - la stessa inquadratura fotografica al muro di mattoni del palazzo affacciato sul rio del Gozzi fatta da Morganti ogni mattina prima di formare il nuovo colore del giorno nel suo studio.

 

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Collezione libri diari - passione ereditata dal padre giornalista

 

 

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Diari di viaggio - acrilico su tela cartonata. Come sempre la stratificazione cromatica è giornaliera … ogni diario evidenzia così i giorni di assenza dallo studio di Venezia.

 

Maria MORGANTI attraverso la stratificazione della pittura traccia la memoria del TEMPO.



In RISONANZA la ciotola e le monocromie di MORGANTI con le opere della

COLLEZIONE PERMANENTE

 

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TANCREDI

 

 

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Piero DORAZIO

 



GRASSO – In mostra i primi 7 numeri della rivista 2x3 (metri) ideata nel 2016

da Giuseppe GABELLONE e Diego PERRONE

 

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SILENZIOSUONO (Dischi d’Artista)

 

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DIDATTICA a porte aperte

 

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GAM in RISONANZA - L’intreccio di mostre, collezione e progetti in un insieme organico crea una polifonia di temi in cui le opere, liberate dai confini cronologici, risuonano tra loro, rivelando connessioni e tensioni inaspettate.



Reportage fotografico by Barbara Caricchi e Mauro Dragoni

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