“Volevo fare il pittore” – la mostra antologica di Tino AIME a CERTOSA 1515 nel 500° anno di vita della CERTOSA DI AVIGLIANA fino al 19 luglio 2015.


A mezza costa verso la celebre SACRA di SAN MICHELE in Val di Susa ecco il convento francescano cinquecentesco in mezzo al verde dei boschi, in posizione dominante sui 2 laghi di AVIGLIANA che come occhi verdeggiano nella piana, attraversati dalla strada nascosta tra la vegetazione !! Ai tempi della clausura delle CLARISSE esisteva un passaggio sotterraneo tra il convento e gli orti … oggi trasformato in un TEATRO – spazio polivalente per 100 ospiti … all’ingresso una SINDONE moderna … come una barca con una vela – sacco a pelo … !! Opera 2007 di Walter ALOVISIO : “Si spoglia l’anima tenera all’infinito” . Mi avvicino incuriosita … incisa nell’opera una scritta … “La fecondità del silenzio” – omelia di Papa Giovanni Paolo II in DUOMO a TORINO in occasione dell’ OSTENSIONE della SACRA SINDONE 1998 !



Dopo la BOTTEGA con alcune opere dell’artista TINO AIME che introducono alla mostra e prodotti alimentari delle terre strappate alla mafia si varca il cancello del CONVENTO … subito a destra l’accogliente corpo RISTORAZIONE



PASSATO & PRESENTE … il convento ristrutturato per un’accoglienza sobria e di qualità ( 38 camere con bagno nelle antiche celle delle monache) con annessi moderni e tecnologici che ospitano un AUDITORIUM per 200 persone in posizione splendida panoramica sulla vallata e sui laghi … in lontananza TORINO con il GRATTACIELO e lo STADIO !! I BRONZI e le SCULTURE in LEGNO e METALLO di Tino AIME nell’Auditorium e nel prato antistante !! PECORE CAPRE … SEDIE con posati uccelli e colombe … Un CRISTO in croce …



“Ho sempre amato dipingere i luoghi dove l’uomo fatica di più e la vita è più difficile: l’Alta Langa, le lagune e le distese della Camargue dove la terra e l’acqua si fondono, le mie borgate abbandonate di montagna. Dipingo nature silenti, fiori stremati, e oggetti dimenticati. Amo incidere, scolpire, accarezzare le pietre, sentire il profumo del legno. La materia mi attrae, ma vorrei sapere dipingere l’aria.” ( Tino AIME )



Il CONVENTO su tre piani attorno ad un CHIOSTRO … a piano terra le famose finestre di Tino AIME … un osservare da dietro le FINESTRE i paesaggi di borgate di montagna spesso innevate e ravvivate da esili rami di BACCHE ROSSE – penso alla ROSA CANINA – UOMINI con ingombrati fardelli di FIENO sulle spalle, volti di DONNE e BAMBINI … CANI dal pelo arruffato … immagini che affiorano nelle opere tagliate dalle inquadrature delle finestre !! Molto suggestivi … romantici e anche un po’ malinconici … I SILENZI DELLA MONTAGNA …



Al primo piano gli OLII e le TECNICHE MISTE di Tino AIME … NATURE MORTE dominate da bottiglie senza collo e suppellettili smaltate … talvolta “scoppolate” … se urtato il rivestimento smaltato salta !! IMBUTI , TEGAMI , CAFFETTIERE E FIORI SECCHI … la rosa … il lampione rosso … le foglie di LUNA … delicate e iridescenti … le BACCHE ROSSE, quasi una firma per Tino AIME !! Mi colpiscono alcune grandi opere dal taglio quadrato … semi BI-CROMATICHE … austere e nello stesso tempo vivaci ed eleganti …



Al secondo piano le INCISIONI … le CARTELLE di incisioni legate a parole, versi … il lavoro di un artista a tutto tondo !! Avevo scoperto in parte il suo mondo e le sue opere a Sancto Lucio de COUMBOSCURO – in Val GRANA … una Cartella d’Arte lega le incisioni di Tino AIME alla poesia di Sergio ARNEODO :  

”A la fenestro, qu’es?” – Chi c’è alla finestra?

( rif. articolo ROUMIAGE a la VIERGE ADOULOURADO nella sezione LUOGHI dell’ARTE e ancora TRAVERSADO – ROUMIAGE DE SETEMBRE   nella sezione STORIE ).



13 giugno - è la festività di Sant’ANTONIO da PADOVA – il patrono della borgata Mortera – e nella chiesa del convento si celebra la messa ravvivata da un energico coro di AVIGLIANA … la benedizione dei piccoli PANI BIANCHI e la distribuzione a fine messa … nella parete sinistra nella prima cappella SANTA BARBARA e nella seconda un CRISTO nel SEPOLCRO … la SINDONE chiude questo interessante percorso di visita !!



La tradizione del PANE di Sant’ANTONIO ha origini lontane … dal voto di una madre disperata, il cui piccolo di soli 20 mesi - TOMASUCCIO – annegò in un recipiente pieno di acqua lasciato incautamente incustodito. La donna promise a Sant’ANTONIO di dare ai poveri tanto frumento quanto il peso del bambino - «pondus pueri» - se lo avesse riportato in vita … Il prodigio si compì.

Da allora l’ OFFERTA DI PANE fu fatta dai genitori che affidavano al Santo la protezione dei propri figli … A PADOVA nacque quindi l' «Opera del pane dei poveri» a favore dei più bisognosi …



© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati