Il termine CRISI di derivazione greca - KRISIS - originariamente indicava SEPARAZIONE, provenendo dal verbo greco KRINO – SEPARARE.
Il verbo era utilizzato in riferimento alla TREBBIATURA , l’attività conclusiva nella raccolta del grano che consiste nella separazione dei grani di frumento da paglia e pula. Da qui derivò sia il primo significato di SEPARARE, sia quello traslato di SCEGLIERE. In origine, dunque, il termine era di derivazione agricola.
Da qui CRISI acquistò una serie di significati secondari, già presenti in lingua greca :
SCELTA, GIUDIZIO (anche “capacità di giudizio”), DISCERNIMENTO, INTERPRETAZIONE …
In ambito giuridico : GIUDIZIO, PROCESSO, ma anche ACCUSA, CONDANNA …
E ancora ESITO, SOLUZIONE … DISPUTA, CONTESA, GARA …
In ambito medico : CRISI ("fase critica") ...
La parola CRISI ha assunto il ruolo di protagonista del nostro tempo e del nostro quotidiano … Nell’idea di CRISI sono inclusi i concetti di PROBLEMA e di SUPERAMENTO del problema.
< HORTUS CONCLUSUS è il luogo idealmente costruito in cui la parola
KRISIS si fa motivo trainante di un percorso eterogeneo e trasversale >
Federico PICCARI
“HORTUS CONCLUSUS” in FONDAZIONE 107 a TORINO
< L’artista moscovita Nika NEELOVA asporta i mancorrenti dalle case in procinto di essere abbattute e li ripropone sotto forma di scultura, dando loro una nuova vita.
Roman STANCZAK , che rappresenterà la Polonia a May You Live In Interesting Times, 58esima Biennale di Venezia 2019 curata da Rudolph Rugoff, agisce sui complementi di arredo che danno un volto alle nostre abitazioni: mobili, divani e sedie vengono sventrati con martello e scalpello, e nell’atto di strappare imbottiture e pellicce l’oggetto scarno rivela il vuoto di una condizione esistenziale.
Nella pratica di Angelo CANDIANO la luce interviene sulla carta fotografica vergine quale elemento esterno sollecitato dall’artista, di fatto impotente di fronte ad un processo da lui stesso attivato e infinito nel tempo.
Per il polacco Mateusz CHOROBSKI l’atto di infrangere il vetro antiproiettile della vetrina di una banca è atto performativo e grido di ribellione al contempo. I frammenti dei vetri , fissati su tubi al neon che limitano simbolicamente l’uscita della luce, sono entità scultoree e metaforiche, il vessillo di una lotta quotidiana contro l’esercizio del potere sull’individuo nella società.
Nella pittura di MARCOVINICIO gli elementi costitutivi della realtà restano sospesi, in superficie, attendono un “tempo migliore” in attesa di un modello compiuto, appunti sparsi pronti ad essere ricomposti.
Il tedesco David JABLONOWSKI organizza complesse installazioni in cui strutture tecnologiche in alluminio trattengono e comprimono elementi organici prelevati dal mondo naturale, in un processo di ibridazione fascinoso e inedito >
Federico PICCARI
INAUGURAZIONE - Foto by Barbara CARICCHI
Fondamentalmente le opere in mostra sono riconducibili a due grandi filoni concettuali : SOCIO-POLITICO e MATERIALI
PARIGI : a FUOCO la cattedrale di NOTRE DAME … crollano la guglia e il tetto in LEGNO … la struttura è salva.
MACRON : < La ricostruiremo tutti insieme >
Le COMBUSTIONI relazionano le opere “ARSA” di Roberto KUSTERLE
e “MADRE” di Sergio RAGALZI … la CENERE d’immagini bruciate
diviene protagonista nelle opere “GEOGRAFIA TEMPORALE” di
Sophie KO.
“SOLDI” canta MAHMOOD – vincitore del Festival di SANREMO 2019
Tu dimmi se
Pensavi solo ai SOLDI, SOLDI
Come se avessi avuto SOLDI, SOLDI …
Il DENARO nell’ opera ZEN di Federico PICCARI : FUSIONE di
MONETINE da 1-2 centesimi di EURO per “EUROPA” … tubi al neon
incrostati con frammenti di vetro antiproiettile della VETRINA DI UNA BANCA
nell’opera di Mateusz CHORòBSKI …
“SUTURA e FORMA” di Salvatore ASTORE dialoga con l’ombra di
“LEMNISCATE” di Nika NEELOVA …
La NATURA schiacciata dalla TECNOLOGIA : il grido del pappagallo di
David JABLONOWSKI in “REPLICA” …
Reticoli di ALLUMINIO per David JABLONOWSKI e tessuto di ACCIAIO per
Piotr SKIBA … ACQUA nell’installazione di Johan MUYLE con
tamburo e chaussurettes …
Cattura l’attenzione il totem per la STRAGE DEGLI INNOCENTI : la “TORRE di
KARAGANDA” di Georgy TRYAKIN-BUKHAROV dal Kazakistan
“IL SOGNO” – ceramica di Luigi STOISA – è sporcato dal CATRAME …
“ANYTHING” di Daniele GALLIANO è un complesso e articolato
spaccato monocromo di UMANITA’ …
La “PIETA’ C” (2002) di Thomas LANGE affronta in sovrapposizione
VITA & MORTE …
“RIDISEGNARE” di Luigi CARBONI : un grande trittico
dalle TENEBRE alla LUCE !!
30 ARTISTI IN MOSTRA per il DECENNALE di F107 :
Salvatore Astore (Italia), Isaac Brest (Usa), Simon Callery (Regno Unito),
Angelo Candiano (Italia), Luigi Carboni (Italia), David Casini (Italia),
Cosimo Casoni (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia), Francesco Del Conte
(Italia), Jiri George Dokoupil (Repubblica Ceca), Matteo Fato (Italia),
Daniele Galliano (Italia), David Jablonowski (Germania), Sophie Ko
(Georgia), Roberto Kusterle (Italia), Thomas Lange (Germania), Marcovinicio
(Italia), Ryan Mendoza (Usa), Peter Mohall (Svezia), Johan Muyle (Belgio),
Nika Neelova (Russia), Nicola Pecoraro (Italia), Federico Piccari (Italia),
Antoine Puisais (Francia), Sergio Ragalzi (Italia), Piotr Skiba (Polonia),
Roman Stanczak (Polonia), Luigi Stoisa (Italia), Georgy Tryakin-Bukharov
(Kazakistan), Beat Zoderer (Svizzera).
Rif. articolo “F107 – HORTUS CONCLUSUS” nella sez. Luoghi dell’Arte
E ancora “VIVACE SOSTENUTO ANDANTE” - CARBONI CASONI LANGE
"ANATOMICO ORGANICO INDUSTRIALE " - ASTORE RAGALZI STOISA
“MARCOVINICIO” e “non solo MALMAISON”
“ROBERTO KUSTERLE”
“AMIANTO – Federico PICCARI”
“FONDAZIONE 107” ( Let the legs do the work by Antoine PUISAIS)
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