CODICE SENZA TEMPO - Appuntamento con l'artista Luigi SERAFINI a CITTA' DELLA PIEVE per la 3° edizione 2019 di "IL NOSTRO TEMPO" - Ideazione e Direzione Artistica di Mimma NOCELLI.
Luigi SERAFINI - romano, classe 1949 - è l'unico artista italiano selezionato per la BIENNALE di ISTANBUL 2019. E' noto per le sue opere stranianti e misteriose, tra cui il famoso CODEX SERAPHINIANUS (1981).
Nell'anno del 500° anniversario della morte di LEONARDO da VINCI (1519-2019) autore di celebri raccolte di disegni, annotazioni e appunti quali il CODEX ATLANTICUS, il CODICE SUL VOLO DEGLI UCCELLI, i CODICI ARUNDEL, WINDSOR, TRIVULZIANO, LEICESTER ... è ancora più interessante per me scoprire il CODEX SERAPHINIANUS scritto in un alfabeto visionario che non trascrive alcuna lingua esistente o immaginaria del PRESENTE o del PASSATO.
I disegni oltre il SURREALE molto legati alla NATURA scaturiscono dalle SUGGESTIONI PATAFISICHE dell'artista esplose nella piana di COLFIORITO tra le terre di Umbria e Marche, regioni di origine delle nonne che vivevano rispettivamente ad Amelia e a Pedaso. Poi sicuramente negli Stati Uniti Luigi SERAFINI ha avuto delle grandi illuminazioni...
Nei ricordi di bambino a Roma affiorano gli strani incontri in Piazza di Spagna con Giorgio DE CHIRICO che si recava al "Caffè Greco" con passo quasi robotico e sguardo perso lontano...
Dalla METAFISICA alla PATAFISICA
La PATAFISICA - definita inizialmente come una ipotetica scienza delle soluzioni immaginarie dal suo creatore, lo scrittore e drammaturgo francese Alfred JARRY nel libro "Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico" e spesso considerata come una logica dell'assurdo, uno schema metafisico eccentrico e una parodia della metafisica - ha successivamente influenzato vari scrittori, pittori, cineasti, critici, matematici e filosofi, fino ad essere considerata una vera e propria corrente artistica.
Nel suo Faustroll, Alfred JARRY espone i principi e i fini della PATAFISICA, definendola come la scienza che si prefigge di studiare il particolare e le eccezioni e spiegare l'universo supplementare al nostro.
Al giorno d'oggi, riaffermando gli assiomi rivelati dal suo inventore, la patafisica continua a soffermarsi, attraverso l'arte e la letteratura, sulle eccezioni che affiancano le teorie e i metodi propri alla scienza, usando espressioni che fondono in un tutt'uno il nonsenso, l'ironia e l'assurdo.
La patafisica si presenta a volte sotto forma di discorsi scientifici o filosofici che possono sembrare a prima vista ermetici.
Questi sono avvolti da un'ironia molto caratteristica, talvolta sotto giochi di spirito che propongono una riflessione profonda sui linguaggi e trascrivono una
VISIONE "ALTRA" del mondo, che si può vedere e che come dice JARRY
«...si deve vedere al posto del tradizionale...».
Diceva anche Enrico BAJ : < Per il patafisico l'idea di verità è la
più immaginaria fra tutte le soluzioni >
In FRANCIA si è delineato questo atteggiamento intellettuale, dove ha avuto i primi approfondimenti e sviluppi. Dall'11 maggio 1948 esiste a Parigi il Collège de 'Pataphysique, avviato da personalità come il Dottor Ireneo Luigi Sandomir, Maurice Saillet, Jean Ferry e Raymond Queneau.
Il Collegio si costituì adottando degli Statuti , ebbe una gerarchia fin dalla sua fondazione e conservò L'Ordine della Grande Giduglia enunciato da Alfred JARRY negli Almanacchi del Padre Ubu (non ancora tradotti in italiano).
Venne anche compilato un Calendario Patafisico Perpetuo. Il Collegio si costituì come una società scientifica "minoritaria per vocazione" :
società di ricerche scientifiche e inutili.
Nella maggior parte dei casi, l'influenza patafisica (di un evento, una rappresentazione artistica o di un'associazione tra persone) è resa manifesta attraverso riferimenti iconografici precisi. Tra i più comuni vi sono senza dubbio:
La Giduglia
La Candela Verde
L'Asse (il vascello utilizzato dal Dottor Faustroll)
Padre Ubu, nelle svariate rappresentazioni grafiche dello stesso Jarry
«La Giduglia è una mongolfiera, una nebulosa, ovvero la sfera perfetta
della conoscenza. La sfera intestinale del sole»
(Jean Baudrillard in Pataphisique)
La Giduglia (dal francese gidouille, che rimanda all'antica oliera a due ampolle chiamata guedoille), detta anche Cornoventre/Cornoventraglia, è la vorticosa spirale che rappresenta la pancia di Padre Ubu assurta a simbolo della patafisica.
Riferimenti patafisici nelle produzioni artistiche :
il brano Maxwell's Silver Hammer sull'album Abbey Road dei Beatles;
il brano A Pataphysical Introduction sul secondo album del gruppo di rock progressivo Soft Machine;
i primi dischi della band new wave dei Pere Ubu, il cui nome è ripreso dal personaggio dell'Ubu Re di Jarry;
alcune produzioni del cantautore Vinicio Capossela;
testi teatrali di Dario Fo, Alessandro Bergonzoni;
parte dell'opera di Pierre Bonnard, Marcel Duchamp, Max Ernst, Jean Dubuffet, Maurits Cornelis Escher, Carelman, Roland Topor, Mario Persico, Jean Martin Bontoux;
alcuni lavori fotografici di Man Ray;
alcune opere di Vincenzo Accame, Enrico Baj, Antonino Bove, Gino De Dominicis, Lucio Del Pezzo, Ugo Nespolo, Mario Persico;
la rivista di arti grafiche e cultura patafisica KRAKATOA - quadrimestrale di ricerca patafisica, pubblicata dal 1999 al 2006 a Roma da MonkeystudioEdizioni (Vania Calstelfranchi, Daniele Catalli, Lucio Villani). Molto imitata negli anni seguenti, nella forma e nei contenuti, la rivista si prefiggeva l'obbiettivo di sovvertire le regole dell'editoria indipendente d'arte, sperimentando con i
materiali, creando eventi e performance dal vivo per rompere la monotonia e la "maniera" che si era venuta a creare negli anni novanta del secolo scorso.
Il cadavre exquis Athe(X)ehtA, pubblicato nel 2018 e realizzato da Lamberto Pignotti, Giovanni Fontana, Antonino Bove, Tania Lorandi, Vittore Baroni, Giovanni Faiella, Afro Somenzari e Giuseppe Calandriello.
Il CODEX SERAPHINIANUS è un libro scritto e illustrato con oltre mille disegni dall'artista italiano Luigi SERAFINI tra il 1976 e il 1978, la cui prima edizione è stata realizzata nel 1981 da Franco Maria RICCI.
Il libro, caratterizzato da una lunga serie di curiose metamorfosi grafiche, si presenta come un'enciclopedia scritta in una grafia indecifrabile: l'autore, in una conferenza alla Oxford University Society of Bibliophiles tenuta l'8 maggio 2009, ha dichiarato che l'alfabeto in cui il Codex è scritto è interamente asemico, e non trascrive alcuna lingua esistente o immaginaria.
Divenuto un libro di culto, un'enciclopedia surreale, è stato ed è molto apprezzato da personalità come Italo Calvino, Federico Zeri, Giorgio Manganelli, Achille Bonito Oliva, Tim Burton, Douglas Hofstadter e Philippe Découflé.
Il CODEX è una reinterpretazione in chiave fantastica e visionaria di materie quali la zoologia, la botanica, la mineralogia, l'etnografia, la fisica, la tecnologia, l'architettura, ecc. Mentre l'enciclopedia tende a fissare il sapere di una determinata epoca, nella fantaenciclopedia di Serafini non c'è niente di stabile.
Secondo Italo CALVINO lo scheletro è " il solo nucleo di realtà che resiste
tal quale in questo mondo di forme intercambiabili ".
Per questa mutevolezza ironica e intrigante, il CODEX SERAPHINIANUS è
stato messo in rapporto con l'ambito psichico e definito un tentativo di "catalogazione del mondo incoerente delle forme intermedie"
Dall’intervista 2015 all'artista by Andrea Colamedici e Maura Gancitano :
La cifra delle tue opere è assolutamente unica e originale ma, fatta questa premessa, a quale tendenza o esponente dell’arte figurativa ti riconosci almeno in parte? Visionario, surreale, metafisica?
Diciamo, potrei mettere surreale in primis mentre credo che visionario sia interno al surreale. Sono tre termini che mi piacerebbe utilizzare mettendoli magari in sequenza, surreale, visionario e poi metafisico.
Non sono sinonimi anche se li sento un po’ come tali, come componenti. Potrebbero essere gli ingredienti della mia ricetta: ci faccio il sugo (sorride). Divido in parti uguali. Anche perché surreale sembra legato alla poetica, con dei canoni, mentre il termine visionario è più libero. Visionario è Dante, ad esempio.
Anche se poi ci sono molte cose che all’interno della visione dantesca che potrebbero interessare un surrealista. Metafisico è una parola legata essenzialmente alla definizione della pittura di De Chirico, quel piccolo movimento che De Chirico crea e i suoi che lo seguono ad esempio Carrà.
I templi dell’uovo di Clerici hanno ispirato le architetture all’interno del Codex?
L’uovo ritorna anche in Dalì, in Piero della Francesca. E' una forma misteriosa. Poi ho usato le uova perché erano un po’ la mia ossessione, con le scatolette di tonno. Quando ero giovane c’erano pochi soldi, guardavo in frigorifero e c’era l’uovo. Era una sorta di presenza benefica che quando non avevi nulla “ti facevi un paio d’uova”. Poi mi ha sempre affascinato questa forma a uovo, dell’uovo.
Uovo, scheletro e arcobaleno. Cosa sono per te?
Calvino ne parla. Sono immagini molto forti, dell’uovo ne abbiamo parlato. Lo scheletro è qualcosa di straordinario, basti solo pensare che ce l’abbiamo dentro. Siamo degli scheletri ricoperti, mi ha sempre affascinato questo. L’arcobaleno, che dire, grande magia! Stupisce.
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