PANICO, PANICO … canta ANASTASIO in “Rosso di rabbia”
Non volevo sprecarla così
La mia rabbia, non volevo sprecarla così, no
Non volevo sprecarla così
La mia rabbia non volevo sprecarla così
PANICO, PANICO
Sto dando di matto
Qualcuno mi fermi
Fate presto
Per favore, per pietà
PANICO, PANICO …
Niente PANICO !!
Solo l’INTELLIGENZA può fermare il COVID-19
Un giovane ricercatore che da Shenzhen è stato trasferito a Wuhan per collaborare con la task force che sta combattendo contro
l’ EPIDEMIA DA CORONAVIRUS trasmette queste semplici info ( dal messaggio del prof. Mario COMOGLIO).
L’ INFEZIONE DA CORONAVIRUS non provoca raffreddore con
naso sgocciolante o tosse catarrosa ma TOSSE SECCA E ASCIUTTA.
Il VIRUS non resiste al CALORE e muore se esposto a temperature superiori a 26-27 gradi. Quindi CONSUMATE LIQUIDI CALDI come tè, tisane, brodo.
Se potete ESPONETEVI AL SOLE.
1 - Il CORONAVIRUS è piuttosto grande - diametro circa 400-500 nanometri . Nella vita normale ogni tipo di mascherina può fermarlo. STARNUTO HELPPP !!! Se una persona infetta starnutisce liberamente davanti a noi ci vorrebbero 3 metri di distanza per garantire che il virus cada a terra. E’ per questo motivo che dobbiamo tassativamente stranutire coprendoci naso e bocca con un fazzoletto monouso oppure riparandoci nella piega del gomito.
2 - Su superfici metalliche il VIRUS sopravvive per circa 12 ore. Attenzione a maniglie, porte, elettrodomestici, sostegni su metro e tram. Lavare bene e disinfettare le mani.
3 - Su vestiti e tessuti il VIRUS può vivere per circa 6-12 ore. Il lavaggio con normali detersivi lo può uccidere. Per gli abiti che non vengono lavati quotidianamente si consiglia l’esposizione al sole.
Il viaggio del COVID-19
1 - Il VIRUS si installa nella gola provocando infiammazione e sensazione di GOLA SECCA. Sintomo per 3-4 gg.
2 - Viaggia attraverso l’ umidità delle vie aeree, scende nella trachea e si installa nel polmone causando POLMONITE. Passaggio 5-6 gg.
3 – La polmonite si manifesta con febbre alta e difficoltà di respiro, non si accompagna al classico raffreddore … ma potreste avere le sensazione di annegare. In questo caso rivolgetevi immediatamente al medico.
Per evitare il COVID-19
1 – La trasmissione avviene principalmente per contatto diretto toccando tessuti o materiali vari , quindi lavare spesso le mani e disinfettarle. Sulle mani sopravvive solo per 10 minuti, ma nel frattempo può contaminare le mucose toccandoci occhi, naso e bocca …
2 – Gargarismi con soluzione disinfettante che elimina o minimizza la quota dei virus che potrebbe entrare in gola.
3 – Disinfettare la tastiera del pc e il mouse
I VIROLOGI del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di TORINO sensibilizzano tutti gli studenti.
Si tratta di un VIRUS a RNA con forte propensione alla mutazione e all’adattamento. L’ origine è sicuramente animale e il pipistrello è la specie serbatoio più probabile. E’ probabile che sia passato all’uomo già da un po’ di tempo, adattandosi attraverso le mutazioni alla trasmissione interumana. Il salto di specie garantisce al nuovo virus un notevole vantaggio verso la popolazione suscettibile sprovvista di memoria immunologica.
Una caratteristica di questo VIRUS è quindi quella di essere molto contagiosa.
Il legame con il recettore cellulare è venti volte più forte rispetto al virus della SARS.
Quindi il virus non è la peste nera ma neanche una banale influenza.
Il COVID-19 causa forme gravi che richiedono il ricovero nel 15% dei casi.
POLMONITI da curare in terapia intensiva per diversi giorni con l’ausilio della respirazione assistita. Il problema dell’ospedalizzazione non va assolutamente sottovalutato.
Il principio di PRECAUZIONE , se applicato bene, non sarà mai apprezzato abbastanza se il problema sanitario poi non si verifica.
Mentre una SOTTOVALUTAZIONE del pericolo, in presenza di una epidemia fuori controllo, farebbe scoppiare la rivoluzione. La difficoltà di prendere la giusta decisione è un sottile filo che lega questi due estremi.
Le PANDEMIE INFLUENZALI del XX SECOLO
1918 - SPAGNOLA
1957 - ASIATICA
1968 - HONG KONG
Si sa che sono state causate da tre sottotipi antigenici differenti del
virus dell’influenza A, rispettivamente: H1N1, H2N2, e H3N2.
Esistono prove scientifiche a favore dell’ipotesi che le vere pandemie, con modifiche
dell’emagglutinina, originino da riassortimento genetico con virus
dell’influenza A degli animali.
SPAGNOLA – H1N1
Si stima che un terzo della popolazione mondiale fu colpito dall’infezione durante la pandemia del 1918–1919. La malattia fu eccezionalmente severa, con una letalità maggiore del 2,5% e circa 50 milioni di decessi, alcuni ipotizzano fino a 100 milioni.
Negli anni trenta furono isolati virus influenzali dai maiali e dagli uomini che, attraverso studi sieroepidemiologici furono messi in relazione con il virus della pandemia del 1918. Si è visto che i discendenti di questo virus circolano ancora oggi nei maiali.
Il virus del 1918 è probabilmente l’antenato dei 4 ceppi umani e suini A/H1N1 e A/H3N2, e del virus A/H2N2 estinto.
Il virus del 1918 era interamente nuovo per l’umanità e quindi, non era frutto di un processo di riassortimento a partire da ceppi già circolanti, come successe poi nel 1957 e nel 1968. Era un virus simile a quelli dell’influenza aviaria, originatosi da un ospite rimasto sconosciuto.
ASIATICA – H2N2
Dopo la SPAGNOLA del 1918, l’influenza ritornò al suo andamento abituale per tutti gli anni trenta, quaranta e cinquanta, fino al 1957, quando si sviluppò la nuova pandemia.
Il virus fu rapidamente riconosciuto con i test di fissazione del complemento, mentre lo studio dell’emagglutinina virale mostrò che si trattava di un virus differente da quelli fino ad allora isolati negli uomini. Ciò fu confermato anche dalla neuraminidasi. Il virus aveva diversi caratteri immunochimici che differivano marcatamente dagli altri ceppi conosciuti.
Con l' ASIATICA del 1957 fu molto diffuso ed evidente il fenomeno di
polmoniti primariamente virali.
In contrasto a quanto osservato nel 1918, le morti si verificarono soprattutto nelle persone affette da malattie croniche e meno colpiti furono i soggetti sani.
HONG KONG – H3N2
Poiché l’epidemia si trasmise inizialmente in Asia, ci furono importanti differenze con quella precedente: in Giappone gli eventi furono saltuari, sparsi e di limitate dimensioni fino alla fine del 1968. In pochi mesi raggiunse la zona del Canale di Panama e gli Stati Uniti, portata dai soldati rientrati in California dal Vietnam.
In USA si registrarono elevati tassi di mortalità, contrariamente all’esperienza dell’Europa dove si ebbero pochi decessi.
In Italia l’INFLUENZA “SPAZIALE” uccise 20000 persone.
Poiché il virus HONG KONG differiva dal suo antecedente dell’ASIATICA per l’antigene emagglutinina, ma aveva lo stesso antigene neuraminidasi, si pensò che l’impatto variabile nelle diverse regioni fosse imputabile a differenze nell’immunità acquisita nei confronti dell’antigene neuraminidasi.
Fu la meno letale delle pandemie del XX secolo. Il virus era però altamente contagioso, un fattore che facilitò la sua rapida diffusione globale.
Anche in questa occasione furono principalmente le POLMONITI VIRALI a risultare fatali per chi rimase contagiato dal virus, i meno colpiti furono invece i soggetti sani.
I sintomi dell'infezione erano quelli respiratori superiori tipici dell'influenza, brividi, febbre, dolore muscolare e debolezza. Questi sintomi di solito persistevano da quattro a sei giorni. I livelli più alti di mortalità erano associati ai gruppi più sensibili, vale a dire neonati e anziani. Sebbene sia stato sviluppato un vaccino contro il virus, esso fu disponibile solo dopo che la pandemia aveva raggiunto il picco in molti Paesi.
Rif. articoli POLMONI e POLMONITE e VIRUS LETALE nella sezione Body Art
© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati