La DONNA RICCIA : OGNI RICCIO UN CAPRICCIO ?



Pigghiate cu ti pare, si vo' ti sposi, però nun ti pigghiari 'na DONNA RICCIA.
Cu RICCI e RICCITEDDI issa t'incanta però dopo du' misi voli ti pianta.
no, no, no, no, RICCIA...NO!


Picchì da ogni RICCIU te caccia 'nu capricciu...

la DONNA RICCIA nun la vogliu no!



Così cantava Domenico MODUGNO nel brano “LA DONNA RICCIA” (1954).

 

 

“GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE”

(Gentlemen Prefer Blondes) - pellicola 1953 diretta da Howard Hawks, interpretata da Marilyn Monroe e Jane Russell, tratta dall'omonimo romanzo con il successivo adattamento teatrale curati da Anita Loos. Il film ebbe enorme successo e lanciò all'apice della popolarità le due protagoniste.




LE BIONDE TRECCE
gli occhi azzurri e poi
le tue calzette rosse
e l'innocenza sulle gote tue
due arance ancor più rosse …



Oh mare nero, oh mare nero,
oh mare ne..
tu eri chiaro e trasparente
come me



“La canzone del sole” – Lucio BATTISTI





“CAPELLI ROSSI“ canta JUNIOR CALLY


Mi muovo nel buio della città
Dove gira tutto, ma resto qua
Cammino solo, senza identità
Cerco la mia stella, ma non ci sta
Sto solo volando, vengo a prenderti
Voglio salvarti dai tuoi diavoli
Sei persa nel vuoto, strega fermati
Tra le mie mani, CAPELLI ROSSI






“CAPELLI” - la risposta di Niccolò FABI      Niccolo FABI 1
Io senza CAPELLI
sono una pagina senza quadretti
un profumo senza bottiglia
una porta chiusa senza la maniglia
biglia senza pista
un pescatore sprovvisto della sua migliore esca
don Giovanni senza una tresca
io senza te uno scettro senza re



Non voglio più chiedere scusa
se sulla testa porto questa specie di medusa
o foresta

non è soltanto un segno
di protesta
ma è un rifugio per gli insetti
un nido per gli uccelli
che si amano tranquilli fra i miei pensieri
e il cielo
sono la parte di me che
mi somiglia di più



Vivo sempre insieme ai miei CAPELLI nel mondo.



Non sono venuto in motocicletta
non mi sono pettinato con le bombe a mano
non ho messo le dita
dentro la spina
non mi sono lavato con
la candeggina
sono uno di quelli che porta i suoi lunghi CAPELLI
per scelta e non usa trucchi
e voi levatevi la parrucca



Io vivo sempre insieme ai miei CAPELLI nel mondo



Tu senza gioielli
sei una pagina senza quadretti un profumo senza bottiglia
una porta chiusa senza maniglia
biglia senza pista
un pescatore sprovvisto della sua migliore esca
don Giovanni senza una tresca
tu senza me uno scettro senza re



Vivi sempre insieme ai tuoi gioielli
Io vivo sempre insieme ai miei CAPELLI nel mondo
Ma quando perdo il senso e non mi sento niente
io chiedo ai miei CAPELLI di darmi la conferma
che esisto

e rappresento qualcosa
per gli altri
di unico vivo, vero e sincero
malgrado questa pietosa impennata di orgoglio
io tento ogni giorno che vivo
di essere un uomo e non un cespuglio


 

                    Niccolo FABI

 



CAPELLI NEL MONDO : ETIOPIA – etnie OMO RIVER


DONNE : CAPELLI CORTISSIMI o TRECCINE - 3 foto Mauro DRAGONI



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L’acconciatura tipica delle DONNE HAMER è un CASCHETTO ottenuto

dall'intreccio di sottilissime TRECCINE. I capelli vengono spalmati con una mistura di burro, resina, polvere di ferro e argilla rossa. Poi si lavora una ciocca dopo l'altra fino ad ottenere tante trecce color rame chiamate goscha, segno di prosperità e benessere.

 

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Le DONNE HAMER hanno i seni coperti da ampie pelli di animali appese al collo e si adornano con tante piccole conchiglie che sono state usate, per secoli, come denaro: ai polsi hanno anelli di metallo, al collo fili di perline (nubili) o pesanti collari in metallo e pelle (sposate).

Un disco metallico è infilato fra i cappelli delle ragazze nubili.

 

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foto © Viaggi Levi


Qui le DONNE stanno formando un circolo per il tradizionale "salto del toro"- il rito di iniziazione dei ragazzi che così divengono uomini, acquisendo il diritto a sposarsi, possedere bestiame e avere figli.

Il ragazzo deve saltare, correndo sulla loro schiena e senza cadere, una decina di buoi affiancati per quattro volte.

All’inizio della cerimonia le donne, con dei sonagli attaccati alle gambe, ballano e saltano in cerchio suonando delle trombette e chiamando gli uomini ancora single – i MAZA - che avranno il compito di frustarle con dei sottili rami secchi.

L’iniziato, intanto, si prepara, radendosi la metà della testa, riposandosi e aspettando che il suo momento arrivi.



Gli UOMINI HAMER che hanno ucciso un nemico o un animale pericoloso sono autorizzati a formare con i capelli delle CROCCHIE impastate con l'argilla, che talvolta sostengono magnifiche piume di struzzo, una o due, a seconda della loro importanza nella tribù.




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foto Mauro DRAGONI


Queste acconciature maschili possono durare dai cinque ai sei mesi grazie ad uno speciale poggiatesta – borkoto - usato per dormire e possono essere rifatte per un massimo di un anno.

 

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                            etiopia guerrieroHAMER

 

 

                                  GUERRIERO HAMER



I KARO sono "cugini" con il più grande gruppo etnico degli HAMER.

4 foto © Viaggi Levi

Sono un piccolissimo gruppo etnico di agricoltori che vivono sulle sponde del fiume Omo. Differiscono dagli Hamer per i CAPELLI A CALOTTA in FITTISSIMI RICCI e per il modo veramente colorato di dipingere i corpi ed il viso. Le loro decorazioni e cura del corpo ne fanno un gruppo unico in Etiopia.

 

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I KARO hanno i volti affrescati con ocra, calce bianca, polvere di ferro e brace di carbone e di legno.

 

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I KARO hanno una struttura atletica con un'altezza media di un metro e novanta. Gli uomini hanno una cura tutta particolare per quanto riguarda l'acconciatura che viene studiata nei minimi dettagli con PETTINATURE stravaganti.

 

 

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GUERRIERO KARO : CAPELLI impastati di grasso d'animale mescolato con l'argilla e decorazioni del volto e del corpo create con calce bianca, minerali polverizzati e caratterizzate da disegni che riproducono il piumaggio di uccelli della savana.

 

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SURMA o SURI – Pastori, agricoltori e spesso temuti razziatori di bestiame giunti in Etiopia dalle pianure sudanesi .

La necessità di sopravvivere in un territorio così aspro, dove la ricerca di pascoli per il bestiame è essenziale per la  vita stessa dell’intera comunità, ha comportato che queste piccole tribù siano rimaste intimamente legate alla propria identità di clan, impedendo fusioni culturali con le vicine etnie dei Nyangatom (o Bume), e dei Mursi, quest’ultimi stanziati nella Bassa Valle dell’Omo.

Alti e snelli, con caratteri tipici dei popoli nilotici, i SURMA

presentano molte similitudini con i Nuba del vicino Sudan.

Insieme ai MURSI, fanno parte dello sparuto gruppo di etnie in cui le donne sposate portano, inserito nel labbro inferiore o superiore, precedentemente forato, il piattello labiale di terracotta, spesso di dimensioni impressionanti, tondo presso i Mursi, trapezoidale o tondo presso i Surma.

Gli uomini sono completamente nudi o portano una coperta o un

tessuto colorato annodato su una spalla a mo’ di tunica.

 

 

                                         SURMA

                                         foto Barbara CARICCHI

 

Sino a due anni fa i Surma, come i Mursi, non indossavano alcun vestito: il governo etiope ha imposto loro di coprire il corpo nudo e, anche se a malincuore, hanno acconsentito, vestendosi con stoffe o coperte nei colori viola o rosso che lasciano scoperta una parte del torace.

Amano dipingersi il corpo, che per loro è una vera e propria arte, con maestria e raffinatezza invidiabili, utilizzando l’argilla che spalmano reciprocamente sui corpi realizzando disegni geometrici, righe e motivi decorativi tra i più fantasiosi.

 

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foto Barbara CARICCHI

                       

Il pasto del sangue è un rito tradizionale dei SURMA che praticano giornalmente: alcuni giovani immobilizzano un bue od una mucca, mentre un ragazzo stringe un cordone intorno al collo dell’animale in modo da mettere in evidenza le vene ed un altro, armato di arco e freccia, presa la mira, scaglia con precisione il dardo praticando un piccolo foro nella giugulare.

Una volta estratta la freccia il sangue, che esce a zampilli, verrà immediatamente raccolto in una zucca svuotata.

Viene prelevato solo quello necessario a nutrire i presenti, per non indebolire inutilmente il bestiame, e non ne verrà sprecata neppure una goccia.

Con un impasto di sterco e fango viene tamponata la ferita dell’animale perché smetta di sanguinare e poi viene liberato.

I ragazzi si accovacciano in cerchio, passandosi la ciotola, dopo averne bevuto a turno il contenuto. Spesso sputano e arricciano il naso, probabilmente per il sapore aspro del sangue.

Oltre ad integrare la dieta quotidiana, si crede che il pasto del sangue renda più forti i giovani Surma.

Alla base di questo rito vi è un profondo rispetto nei confronti dell’animale, da parte dell’intera tribù, che lo considera un’importante fonte di ricchezza e pertanto non dovrà per alcuna ragione essere ucciso.



I MURSI o MURZU sono pastori nomadi. Si spostano alla ricerca di pascoli e acqua per il loro bestiame. Dove possibile coltivano sorgo e mais. Hanno pochi contatti con le altre tribù. Cambiano regolarmente ubicazione per sfuggire agli attacchi della mosca tsé-tsé, delle zecche, delle sanguisughe e degli anofeli.



I MURSI come i SURMA hanno i CAPELLI CORTI



Gli UOMINI, completamente nudi, mettono in evidenza dei corpi atletici e longilinei.

 

                    MURSI                  MURSI d



Le DONNE si vestono con una semplice pelle animale annodata intorno ad una spalla che lascia scoperto un seno, ma talvolta è possibile vederle indossare dei gonnellini ricavati riunendo un gran numero di bossoli di cartucce, che possono servire anche alla confezione di fantasiosi e pesanti copricapi.

Le DONNE MURSI sono famose per i loro piattelli labiali.

 

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                           foto Barbara CARICCHI

 

Gli UOMINI MURSI, in particolare quelli comuni, trovano molto importante il duello cerimoniale detto THAGINE, una sorta di arte marziale in cui si utilizzano pali di legno e indumenti protettivi tradizionali. Gli eventi di Thagine durano diversi giorni. I Mursi parlano talvolta di thagine come "guerra" o kaman.

 

                  MURSI DONGA



Il bastone di legno o DONGA usato per i duelli ha una lunghezza di due metri. Il palo è tagliato dall'albero di Kalochi che appartiene al genere Grevia. In fase di attacco un uomo tiene la donga alla sua base con entrambe le mani. Può colpire qualsiasi parte del corpo dell'avversario, ma solo con l'asta della donga, mai con la punta. Ogni combattente indossa un abbigliamento speciale chiamato tumoga. Il suo scopo è sia protettivo che decorativo. Nella lotta, non bisogna superare il limite e ci sono uno o più arbitri o kwethani. La lotta termina quando uno degli avversari cade o si ritira a causa di un infortunio.

Se la vittoria si ottiene rovesciando l'avversario, il vincitore viene celebrato in maniera importante. Viene portato per il campo sulle spalle degli uomini della stessa età. Le classi di età sono un fattore importante nella società MURSI.

Quindi viene circondato dalle "ragazze-madri" - le ragazze single appartenenti al clan di sua madre – che mettono delle pelli di capra per terra, così che ci si possa sedere. Le ragazze preparano anche un tessuto di cotone che viene steso su dei bastoni da duello, sopra il vincitore, facendogli così ombra. C'è un significato simbolico in tutto: una madre protegge il suo bambino dal sole.



CAPELLONI anni ’60 – ’70 : la BEAT GENERATION

I CAPELLI diventano il simbolo anticonformista di rottura con la società adulta, il segno della protesta giovanile e della critica al sistema. I giovani per creare una netta differenziazione con gli adulti e trovandosi senza stabili punti di riferimento culturali e normativi, si rifugiano in strutture figurative autoprodotte e autorappresentate esclusivamente dai giovani per i giovani.

I CAPELLI LUNGHI devono ritenersi delle “rappresentazioni sociali”.

Il concetto di CAPELLONE ha un campo d’azione molto ampio : CAPELLONE è il BEAT, CAPELLONE è il SESSANTOTTINO, CAPELLONE è colui che vive nelle COMUNI.

I BEAT , pur anticonformisti nella loro totalità, subiscono una scissione internacheli divide nel movimento radicale legato alla protesta diretta e nel movimento più moderato legato alla protesta mediante la musica e la moda.

Il cammino dei CAPELLONI e della MUSICA inizia assieme, dalla comune esigenza di rinnovamento e di libertà, dalla ricerca di nuovi linguaggi e definizioni da contrapporre a quelli esistenti.



BEAT bancodelmutuosoccorso

 

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO

 

 

BEAT homo sapiens

 

HOMO SAPIENS

 

 

BEAT ipooh

 

I POOH

 


CHIOME DORATE o SCURE ?

 

Bruce Springsteen una volta ha detto una frase rimasta nella storia:

“Mi piacciono le MORE e le BIONDE sono divertenti, ma se devo fare il lavoro sporco… scelgo le ROSSE”.

Questione di preferenze, come sempre d’altronde quando si parla del colore dei capelli di una donna.




“BIONDA” – Ermal META

Ehi, bionda
Beato chi ti sposa
Le mie mani e le tue mani sono leggerezza
Ehi, bionda
Chiunque si innamora
Ti arresterei per quell'eccesso di bellezza


BIONDA, oh-oh, BIONDA




Mi sono innamorato di Marina,

Una ragazza MORA, ma carina.

Ma lei non vuol saperne del mio amore.

Cosa farò' per conquistarle il cuore.

Un giorno l'ho incontrata sola sola,

Il cuore mi batteva a mille all'ora.

 

“MARINA” – da Rocco GRANATA a Gianni MORANDI

 



Rif. articolo CAPELLI e stile nella sezione Body Art


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