COLLANE  ORECCHINI  BRACCIALI  CAVIGLIERE 

PIATTELLI  COLLARI  CORONE   TIARE   NASIERE 

ANELLI  MASCHERE  SPILLE  SPILLONI   GEMELLI



I GRACCHI : i GIOIELLI di CORNELIA - matrona romana.

CORNELIA nacque nel 190 a.C. circa da Scipione Africano, colui che sconfisse definitivamente Annibale nella battaglia di Zama, 202 a.C. (Seconda guerra punica) e da Emilia (a sua volta figlia del famoso console Lucio Emilio Paolo).
Nel 175 a.C. Cornelia sposò Tiberio Sempronio Gracco, cui diede dodici figli. Rimasta vedova a 35 anni, rifiutò nozze prestigiosissime con Tolomeo VIII, futuro re d’Egitto, per non venire meno al dovere di donna romana di educare i figli; di questi, peraltro, raggiunsero l’età adulta solo TIBERIO e CAIO (“tribuni della plebe”) e la sorella SEMPRONIA, che sposò Scipione Emiliano (colui che concluse vittoriosamente la Terza guerra punica).

Citando la madre dei GRACCHI torna subito in mente il noto aneddoto dei “GIOIELLI”.


Un giorno CORNELIA ricevette la visita di una ricca matrona romana, che ostentava e decantava i gioielli che indossava.
CORNELIA la lasciò parlare, poi chiamò i suoi figli e le disse con orgoglio:

«QUESTI SONO I MIEI GIOIELLI».




GIOIELLI nei CORREDI FUNERARI

EGIZI - dalla MASCHERA FUNERARIA in ORO di TUTANKHAMON al Museo Egizio de IL CAIRO ai GIOIELLI di MERIT nella tomba di KHA al ME - Museo Egizio - di TORINO


MAGNA-GRECIA - GLI ORI DI TARANTO : ANELLI, ORECCHINI, BRACCIALI, CORONA.
La lavorazione orafa e la preziosità dei materiali rendono questa collezione unica nel suo genere tanto da essere riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. E' custodita al MARTA - Museo ARcheologico nazionale di TARANTO.

I GIOIELLI costituiscono la più importante testimonianza di come la lavorazione dei METALLI PREZIOSI, e in particolare dell' ORO, fosse una delle attività più sviluppate nella famosa città della Magna Grecia tra il IV e il I secolo a.C.

Le principali tecniche di lavorazione erano quelle di MARTELLATURA, CESELLATURA, FILIGRANA e GRANULAZIONE.


Fra i numerosi pezzi in esposizione nella "SALA DEGLI ORI", si segnalano i GIOIELLI appartenuti ad alcuni corredi funerari, tra cui :

    "DIADEMA in oro e pietre dure" con decorazione a motivi floreali
    "ORECCHINO a navicella" con lavorazione in filigrana
    "ORECCHINI a testa di leone"


ETRUSCHI - Gli ORI delle TOMBE BARBERINI e BERNARDINI di PALESTRINA - Museo Nazionale Etrusco di VILLA GIULIA - ROMA

L'importanza della città di PRAENESTE - la moderna Palestrina - nel VII secolo a.C., è testimoniata da un gruppo di tombe principesche rinvenute nella NECROPOLI DELLA COLOMBELLA, tra cui le famose tombe Barberini e Bernardini.

I personaggi sepolti nelle due tombe erano accompagnati da un ricco corredo costituito da vasellame in oro, argento, bronzo, avorio e da una serie di ORNAMENTI PERSONALI, evidentemente riservati a uomini di altissimo rango.

Di eccezionale fattura sono gli AFFIBBIAGLI (fermagli che venivano utilizzati per fermare sulla spalla il mantello) e le PIASTRE in oro. Gli esemplari di Palestrina sono decorati con gli animali tipici del repertorio orientalizzante - SFINGI ALATE, LEONI, VOLATILI - e impreziositi da dettagli resi con la tecnica della GRANULAZIONE. È probabile che tali GIOIELLI siano stati realizzati da maestranze di formazione orientale stabilitesi in centri dell'Etruria meridionale, nei quali doveva esistere un fiorente mercato di tali monili.
    
   
ROMANI - FIBULE & ARMILLE   

NECROPOLI DI NAVE (BRESCIA). Nel 1978 furono scoperte a Cortine di Nave 59 sepolture appartenenti al periodo tra la fine del I secolo a.C. e il 96 d.C. La piccola necropoli si rivelò di straordinaria importanza per lo stato di conservazione praticamente intatto delle sepolture.
Il sepolcreto con corredi funerari particolarmente ricchi permette di intuire la moda, la ritualità e la vita intima che fa parte integrante della società dei vivi e la comunità dei morti.

La maggior parte delle TOMBE aveva deposizioni in nuda terra, in anfora segata o ad incinerazione diretta, mentre più raro è l'uso della cassetta in laterizi, in cista calcarea, in urna di vetro, in urna fittile e alla cappuccina. Una parte delle OFFERTE - suppellettili e cibo - erano state bruciate sulla pira e deposte con la terra di rogo nella fossa mentre il CORREDO intatto che serviva al morto nell’aldilà (brocche, bicchieri, utensili vari, specchi, GIOIELLI, oggetti per la toeletta, etc.) era stato posto nella tomba in modo raggruppato vicino all'urna funeraria. Vi è un solo caso sicuro di offerta di cibo cotto al momento della sepoltura (un’olla con un FAGIANO). Curiosa è la presenza di ASCE associate all' offerta di MAIALE che verosimilmente è indicativa del rito di consacrazione del sepolcro legata alla formula sub ascia.  Suggestivo e relativamente raro è l'uso di costruire una sorta di RECINTO FUNERARIO utilizzando i frammenti ceramici bruciati sul rogo. Tale usanza potrebbe avere un significato simbolico circa la "rottura" o scissione della vita con la morte. Carica di significato rituale è la presenza ricorrente della LUCERNA: "portatrice di luce e simbolo di vita" è guida per il defunto nel regno dei morti. Molto frequente è la MONETA che serviva come obolo a Caronte:  il pedaggio da pagare per il passaggio del fiume Stige.


LONGOBARDI al MAN - Museo Archeologico Nazionale di CIVIDALE del FRIULI

La NECROPOLI SULLA COLLINA DI SAN MAURO è l’unica delle aree sepolcrali longobarde cividalesi di area extraurbana ad esser stata oggetto integralmente di uno scavo programmato. Molte sepolture sono databili dall’epoca dell’immigrazione (ultimo terzo del VI sec.), altre si collocano cronologicamente tra la fine del VI sec. ed i primi decenni del VII sec. La necropoli illustra dunque il rituale funebre delle prime generazioni di Longobardi immigrati in Italia.

Le ventidue SEPOLTURE longobarde individuate erano presenti in tre settori della collina. Nove appartenevano a maschi adulti (di cui otto guerrieri armati), sette a donne adulte, una conteneva i resti di un giovane, le restanti cinque erano pertinenti a bambini.
I resti scheletrici erano deposti in fosse pseudorettangolari scavate nello strato naturale di flysch, per lo più dotate di una copertura di pietre. Le tombe contenevano un unico individuo, tranne la 44, che era stata depredata in antico, in cui sono state recuperate ossa sconvolte di un adulto e di un bambino.

I CORREDI, per lo più di eccezionale ricchezza, comprendevano una vasta gamma di oggetti pertinenti ad armamento, abbigliamento ed ornamento. Si segnalano in particolare i GIOIELLI in ARGENTO, ORO e PIETRE DURE, le monete in oro, argento e bronzo, il vasellame bronzeo, i recipienti in ceramica e vetro tra cui l’eccezionale corno potorio in vetro rosa.
Numerosi sono i corredi maschili deposti con l’intero equipaggiamento di ARMI : spatha e scramasax per lo più sospesi alla cintura decorata da elementi in bronzo, argento o ferro ageminato, lance e perfino un arco. In una tomba di cavaliere era deposto il cavallo stesso.

Lo scavo della necropoli ha fornito significative informazioni sui RITUALI FUNERARI.
Presentano caratteri di eccezionalità le sepolture infantili accompagnate da ricchi corredi, anche con armi e GIOIELLI tradizionali.
Importanti pure le tracce dei cerimoniali funebri con offerte di cibo e bevande, fuochi rituali e banchetto. Sono stati rinvenuti carboni, ossi combusti e frammenti di ceramica, testimonianza della frantumazione rituale nell’ambito del convito funebre.


ARTE ORAFA & MAESTRI ORAFI

ORO  ARGENTO  RAME  BRONZO   PIETRE DURE 

PIETRE PREZIOSE  PERLE  CORALLO  MADREPERLA




GIOIELLI delle culture precolombiane :

MAIA   ATZECHI    MOCHE    CHIMU'   INCA  



I GIOIELLI più pregiati dei MAYA erano le splendide GIADE intagliate.

La GIADA : il materiale prezioso per eccellenza presso la civiltà Maya. I blocchi grezzi della durissima pietra verde erano lavorati senza strumenti metallici o diamantati: gli artisti maya impiegavano la sabbia, il filo e pietre, con tempi d'elaborazione lunghissimi. Pertanto gli ORNAMENTI PERSONALI e le statuette di giada erano costosissimi, tanto da aver un carattere quasi sacro e definire il rango sociale dell'individuo: più numerosi, grandi ed elaborati erano gli oggetti di giada, più alto era il rango di chi li portava. Per lo stesso motivo la GIADA costituiva uno dei doni più preziosi e propiziatori che si potessero fare agli Dei: con una certa frequenza, piccole statue di giada venivano collocate in depositi rituali al di sotto di templi e altri edifici.


Benché i MIXTECHI, che produssero gli oggetti rinvenuti nelle tombe di Monte Albán, siano riconosciuti come i migliori OREFICI dell’America centrale,

gli AZTECHI non furono certamente meno abili e divennero espertissimi nell’arte di fondere e combinare insieme l’ ORO e l’ ARGENTO e dare forma a GIOIELLI quali COLLANE, PENDENTI, PETTORALI, ORECCHINI, BEZOTES (ornamenti che si collocavano in un foro situato sotto al labbro inferiore) e BRACCIALI. Grazie alla tecnica della CERA PERSA potevano essere realizzate anche figure snodate. Bellissimi gli ornamenti ottenuti combinando i metalli con pietre semipreziose quali

GIADA, AMETISTA e TURCHESE.  

Una delle espressioni artistiche più originali degli AZTECHI fu l’elaborazione di mosaici, scudi e abiti di piume, per i quali utilizzavano le PIUME di uccelli catturati nei boschi tropicali del Messico e del Guatemala oppure allevati in cattività. Le piume venivano suddivise in base alla grandezza, alla qualità e al colore: le più apprezzate erano quelle VERDI del QUETZAL (in modo particolare quelle caudali, molto lunghe), quelle ROSSE del TLAUQUECHOLLI (simile al fenicottero) e quelle TURCHESI dello  XIUHTòTOTL.

Fra questi fragili capolavori il grande abito di piume di quetzal con decorazioni d’ORO, conosciuto come il

"PENACHO DI MONTEZUMA" - corona di Montezuma , conservato al Museo etnografico di VIENNA.




IL SIGNORE DI SIPáN - El Señor de Sipán: la prima delle numerose

mummie MOCHE trovate a HUACA RAJADA in PERU'.
Un ritrovamento considerato fin da subito una delle più importanti scoperte archeologiche in Sud America negli ultimi 30 anni, poiché la tomba principale è stata trovata intatta e inviolata.

Gli esami sullo scheletro hanno stabilito che il Signore di Sipan era alto all’incirca 1,63 metri e che morì a 35-45 anni. I suoi GIOIELLI e ORNAMENTI, che comprendevano un COPRICAPO, una MASCHERA, un PETTORALE d'ORO con la testa di un uomo e il corpo di un polpo, COLLANE, ANELLI DA NASO, ORECCHINI e altri oggetti, confermano che il Signore di Sipan era del rango più alto.La maggior parte degli ornamenti erano di

ORO, ARGENTO, RAME e PIETRE SEMI-PREZIOSE.


Sepolto con il Signore di Sipán c’erano altre sei persone: tre giovani donne (probabilmente mogli o concubine che sarebbero morte qualche tempo prima), due maschi (probabilmente guerrieri) e un bambino di circa nove o dieci anni. I resti di un terzo maschio (forse pure lui guerriero) è stato trovato sul tetto della camera funeraria seduto in una nicchia che si affaccia sulla camera. C’era anche un cane che era probabilmente l’animale preferito dal Signore di Sipan. I guerrieri che furono sepolti con il Signore di Sipán avevano i piedi amputati, come per impedire loro di lasciare la tomba. Le donne erano vestite in abiti cerimoniali. Oltre alle persone, gli archeologi hanno trovato nella tomba un totale di 451 oggetti cerimoniali e le offerte (beni di sepoltura), ed i resti di numerosi animali, tra cui un cane e due lama.


La civiltà CHIMU' (1000-1470) era un grande impero che controllava la costa settentrionale del PERU' prima degli INCA, la cui capitale CHAN CHAN è vicina all'attuale Trujillo. Era la più grande città dell'America precolombiana e la più grande città di ADOBE del mondo.


I CHIMU'  rappresentavano il meglio dell' OREFICERIA e della METALLURGIA nell'intera regione costiera del PERU'.

Gli OREFICI CHIMU' lavoravano ORO, ARGENTO, RAME e diverse

LEGHE con una vasta gamma di tecniche, tra cui MARTELLAMENTO e GOFFRATURA.
La maggior parte dei manufatti orafi sono associati a tombe all'interno della tradizione funeraria caratteristica del mondo andino.

GIOIELLI d'ORO e d'ARGENTO, TUMIS, vasi cerimoniali, oltre a PARAORECCHIE e MASCHERE impressionanti, il tutto con intarsi in

TURCHESI e SMERALDI.



TUMI DE LAMBAYEQUE - COLTELLO CERIMONIALE di taglio semicircolare, a mezza luna, in ORO massiccio intarsiato con PIETRE.
Con una maniglia figurativa, misura un metro di lunghezza e trenta centimetri di larghezza.
I TUMIS raffigurano un personaggio mitologico e venivano usati nei sacrifici per gli dei.

La PARURE CERIMONIALE completa Chimú è costituita da un COPRICAPO con quattro elementi piumati, PARAORECCHIE, COLLANA, SPALLINE e PETTORALE, riccamente lavorati in ORO.

PARAORECCHIE d'ORO di grandi dimensioni per sottolineare l'importanza di chi li indossava. Furono usati fino alla conquista europea e gli spagnoli chiamarono "OREJONES" l'élite INCA. Quando gli Incas conquistarono la capitale nel 1476, portarono gli artisti più talentuosi a Cusco, adottando lo stile Chimú.


Gli INCAS erano esperti nella lavorazione sia dell´ORO che dell'ARGENTO.

ORO veniva estratto nei fiumi di Sandia e Carabaya, ma anche nell’Apurimac, nel Santa, nel Macara e Tumbes.

Gli Incas credevano che l’ORO fosse un METALLO SACRO inviato dal dio del sole INTI.

Tutte le MINIERE appartenevano all’imperatore. Oro e argento erano inviati direttamente a CUZCO e se qualcuno fosse stato sorpreso a lasciare la città con questi metalli veniva severamente punito, in casi estremi, con la pena di morte.

Gli artigiani mostrarono un grande talento nel realizzare gli oggetti in ARGENTO,

ORO, PLATINO e RAME, nonché in leghe di questi metalli.

Gli Incas non utilizzarono il ferro, poiché non ne conoscevano l´esistenza, ma usarono rame, piombo e stagno, ricavandone il BRONZO, che si diffuse in tutto l’impero e fu usato per scopi diversi: da oggetti di uso quotidiano e cerimoniale, fino alle armi.

Il metallo veniva fuso in grandi forni - HUARAPAYA - situati in zone ventose, in modo da mantenere il fuoco sempre acceso.
Per aumentare la fiamma venivano impiegati uomini che usavano lunghe canne per soffiare all´interno dei forni. Così gli ORAFI potevano lavorare con la temperatura ideale nei loro forni, ottenendo una fusione perfetta.


ORO e ARGENTO avevano scopi ornamentali : GIOIELLI IN ORO con tipiche figure di animali come il LAMA e MASCHERE per le mummie.

ORO, ARGENTO e RAME potevano essere lavorati anche a freddo, battendo il metallo con il martello fino ad ottenere lame sottili, successivamente modellate. L’altra tecnica consisteva nel colare il metallo fuso negli stampi.

ARTE ORAFA degli INCA nacque grazie alla conoscenza che fu loro trasmessa dai CHIMU', che portarono a CUZCO la propria tecnica e la grande esperienza. Gli ORNAMENTI e i GIOIELLI erano molto importanti in quanto legati al culto religioso e utilizzati per rendere noto il rango della persona cui appartenevano.

La SETE D'ORO dei conquistatori, soprattutto di PIZARRO, non aveva limiti. Alla vista di simili tesori nacque la leggenda che la città “EL DORADO” fosse ricca del prezioso metallo e scoprirla divenne l’ossessione di molti ...



GIOIELLI CONTEMPORANEI in mostra :



"Gianfranco FERRE' - SOTTO UN'ALTRA LUCE :

GIOIELLI e ORNAMENTI" a Palazzo MADAMA - TORINO fino al 19 febbraio 2018

< NEL GIOIELLO, UN MONDO. O MEGLIO IL MONDO. Da sempre oggetto di incommensurabile valenza simbolica, per me il GIOIELLO concretizza un'infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche, da cui traggo ispirazione. In ciò non sento la minima differenza tra "sognare" un ABITO o un GIOIELLO. Perché è del tutto simile l'impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali > by Gianfranco FERRE'

ORNAMENTI, BIJOUX, ACCESSORI : la prima tappa del lungo percorso creativo del grande stilista Gianfranco FERRE'

ABITI GIOIELLO :

PIETRE  PERLE   STRASS   CRISTALLI SWAROVSKY   PAILLETTES




"GIANSONE. Sculture da indossare"- Palazzo MADAMA - TORINO fino al 29 gennaio 2018.

Al secondo piano in Sala Atelier una mostra dedicata ai GIOIELLI IN ORO forgiati dall'artista torinese Mario GIANSONE (1915-1997) :


SCULTURE  DISEGNI  DIPINTI   INCISIONI  ARAZZI


il tutto con uno stile personalissimo, sospeso tra una sintetica figuratività e l’astrazione pura. Il marmo, la pietra, il ferro, i legni più duri, sono stati la materia prima che nelle sue mani ha dato forma e vita alle sue intense emozioni, alla sua visione dell’umanità, dell’universo e dell’ultraterreno.

GIOIELLI : Microsculture fuse in oro, in cui Giansone mette in estremo risalto la componente scultorea del manufatto, senza nulla concedere alle forme e alle mode dell’arte orafa del suo tempo. I contenitori in legno che custodiscono i gioielli sono “scatole” intagliate nei legni durissimi che l’artista privilegiava: il mogano, l’azobè, il paduk, il palissandro, la radica e soprattutto l’ebano, il più raro e difficile da lavorare. Contenitori che diventano a loro volta piccole sculture e capolavori artistici, indissolubilmente congiunti col gioiello incastonato dentro di essi.




"GIOIELLI FANTASIA" in mostra dalla Collezione privata Patrizia SANDRETTO RE REBAUDENGO per  "Come una falena alla fiamma (Like a Moth to a Flame)" alle OGR di TORINO.

 

RESINE   AMBRA    PLASTICA    LEGHE METALLICHE

OSSIDIANA nera e lucente  PASTA DI VETRO  PERLINE     


Miniere di DIAMANTI a KIMBERLEY in SUDAFRICA :

CARATI a più non posso !!

Nel 1866 Erasmus JACOBS trovò accidentalmente un diamante di 21,25 carati sulle sponde del fiume Orange, nei pressi di Hopetown. Un secondo ritrovamento (in questo caso di un diamante a 83,50 carati) avvenne nel 1871 sulle pendici della collina Colesberg Kopje.

Questi eventi diedero inizio alla prima CORSA AI DIAMANTI, che richiamò nella zona migliaia di minatori. La collina sparì velocemente, trasformandosi in quello che fu chiamato il BIG HOLE (il "grande buco"). L'insediamento principale formatosi in seguito a questo afflusso di coloni - "New Rush" - venne ribattezzato Kimberley il 5 giugno 1873, in onore del Segretario di Stato per le Colonie Britanniche John Wodehouse, conte di Kimberley.



PERLE a BROOME in AUSTRALIA ...

PERLE dal GIAPPONE ...

Rare PERLE CONCH : non sono composte di madreperla ma sono prodotte da concrezioni calcaree, stile calcoli renali negli umani. Le perle Conch non sono nucleate ... vengono prodotte dal mollusco STROMBUS GIGAS che vive nella FLORIDA meridionale, vicino ai Caraibi.
Di piccolo diametro, hanno forma barocca o ovale. Sono principalmente di colore rosa, gialle, marroni, bianche o dorate.
Quelle ROSA (color salmone o rosa-arancione) restano le più ricercate dopo le bianche e marroni che sono relativamente rare.
La caratteristica principale delle perle Conch è la STRUTTURA A FIAMMA NEL COLORE, essenzialmente nelle perle di colore rosa e bianche. Sia per la rarità in quanto naturali e non coltivabili, sia per la varietà nella forma e nei colori , è estremamente difficile realizzare COLLANE o ORECCHINI con queste perle ... ciò determina un aumento del valore dei gioielli di perle Conch.



TURCHESE tra i popoli HIMALAYANI : splendidi PERAK in LADAKH !!

Copricapo femminile tipicamente indossato dalla vecchia aristocrazia nella regione asiatica del Ladakh himalayano. È composto da un cinturino di pelle tempestato di pietre semi-preziose :

LAPISLAZZULO e TURCHESE.


Tradizionalmente, il numero di file di pietre (fronte-retro) indicava lo status di chi lo indossava: NOVE FILE per la regina di LEH (la capitale del Ladakh), SETTE FILE per l'aristocrazia più moderna, CINQUE per le meraviglie, e TRE per i ranghi inferiori.
I GIOIELLI stessi sono rappresentativi delle divinità del Ladakh : proteggono e guidano chi li indossa attraverso il pericoloso mondo umano.



                                                   PERAK

 



INDIA - RAJASTHAN : BRACCIALI a non finire ...

Il Rajasthan è celebre per la  tradizionale lavorazione dell' ARGENTO ma anche per la maestria acquisita a livello industriale, poichè sede di affermatissimi centri per il TAGLIO DELLE GEMME. La maggior parte degli artigiani si dedicava principalmente alla produzione di ORNAMENTI IN ARGENTO per le comunità rurali e tribali, che indossano permanentemente le loro ricchezze e segni distintivi di casta.
Anche la FILIGRANA D'ORO e la lavorazione dei metalli preziosi laccati e tempestati di pietre, tecnica chiamata  MEENAKARI, sono tipici della regione, come classica è a Pratapgarh la lavorazione THEWA, che prevede la filigrana applicata al vetro. JAIPUR è la capitale indiana della gioielleria.




CORALLO ROSSO a TORRE DEL GRECO (NAPOLI) e dintorni ...

L'arte del CORALLO, unitamente a quella del CAMMEO e dell'incisione della MADREPERLA, è antica e risale al 1400 quando i torresi, a bordo delle loro coralline, raggiungevano i floridi mari della Corsica, della Sardegna, della Sicilia, dell'Algeria e della Tunisia, in cerca della preziosa

"SPUGNA D'ORO" del Mediterraneo, come la chiamerà Ferdinando IV di Borbone. "Post Fata Resurgo" è il motto della cittadina ai piedi del Vesuvio, che proprio grazie all'artigianato e all'oreficeria ha saputo rialzarsi dalle sue disgrazie, diventando così il principale centro della lavorazione non solo in Italia ma anche nel resto d'Europa e nel mondo, sbaragliando la concorrenza di altri importanti centri come Trapani, Genova, Livorno e Marsiglia.

Alla base di questo mestiere secolare c'è tanta passione, grande forza di volontà e l'enorme rispetto per la tradizione orafa made in Italy. Nei laboratori artigianali si lavora ancora con LIME, ARCHETTI e BULINI. Dopo aver selezionato il corallo grezzo si passa al TAGLIO e alla CRIVELLATURA, per ottenere parti di diverse misure, che poi vengono forate e lucidate. Una volta ottenuti i pezzi di base si passa alla creazione vera e propria del prodotto che si vuole ottenere. E' quindi questo il momento dell'infilatura, nel caso di gioielli e monili, o dell'incisione, nel caso si vogliano realizzare sculture, bassorilievi, altorilievi o statue a tutto tondo. I prodotti ottenuti sono di grande prestigio e valore.

I MAESTRI CORALLARI TORRESI hanno fatto di questa arte la loro fortuna e i loro nomi sono diventati nel tempo marchi famosi in tutto il mondo, soprattutto in Giappone, apprezzati sin dai primi del Novecento. Lì il corallo del Mediterraneo, dall'intenso colore ROSSO, esercita un grande fascino rispetto al corallo giapponese, di un colore ROSA più tenue, definito "boké": brutto, in giapponese. Ma il corallo rosa, nel tempo, è diventato di moda e bellissimo sotto le mani dei corallari torresi ...

Il MUSEO DEL CORALLO annesso all'Istituto Statale d'Arte per il Corallo e l'Oreficeria e inaugurato nel 1933, espone esempi di lavorazione del corallo di grande pregio, tra cui l'Adorazione dei Magi (1939), Le Sirene in Corallo, il Gruppo dei tre Cavalieri Medievali e la Madonna con Bambino in trono.




OPALE : COOBER PEDY - AUSTRALIA Meridionale

Coober Pedy è una cittadina situata in un'area desertica. E' definita "capitale mondiale dell'opale", con ben 70 campi di estrazione.

Il nome deriva da KUPA-PITI : "pozzo d'acqua dei ragazzi", oppure "uomo bianco nella fossa".
Il centro di COOBER PEDY è noto per lo stile unico della sua vita sotterranea per sfuggire al calore del giorno e al freddo della notte. In superficie il posto sembra piuttosto deserto, con poche case, qualche locanda e ristorante, la stazione di polizia, una scuola e l'ospedale. La maggior parte dei residenti lavora nelle MINIERE e vive nelle case sotterranee che rimangono ad una temperatura costante tutto l'anno. Tra le attrazioni della città ci sono chiese e musei sotterranei, i negozi dove si vende l'opale e la galleria d'arte.




MALACHITE è AFRICA !

La malachite - carbonato di RAME - è ora relativamente rara, ma è stata trovata in molte località in tutto il mondo. I giacimenti più importanti si trovavano nei MONTI URALI della RUSSIA, da cui furono estratti venti blocchi da venti tonnellate, usati per decorare i palazzi degli ZAR.


Celebre è la MALACHITE ROOM nel Palazzo d'Inverno della famiglia reale russa. Fu progettata verso la fine del 1830 e l'imperatrice Alexandra Fyodorovna, moglie dello zar Nicola I, la usò come salotto. La stanza, comprese le colonne, i rivestimenti dei camini e i vasi decorativi, è realizzata completamente in malachite con la tecnica del "MOSAICO RUSSO".

Oggi piccoli depositi di malachite si trovano in AFRICA (Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Namibia e Zimbabwe), Israele, Inghilterra, Francia e negli Stati Uniti (Arkansas e Arizona). È stato anche scoperto nel famoso distretto minerario di Broken Hill nel New South Wales, in Australia.

La Repubblica Democratica del Congo, un tempo nota come ZAIRE, è diventata il più importante produttore di malachite. I giacimenti più ricchi si trovano nel distretto minerario della "SHABA CRESCENT" nella provincia di KATANGA.

Le case degli INTAGLIATORI DI MALACHITE nel distretto di Ruashi di Katanga sono facilmente identificate dai flussi di acqua verde che fuoriescono. Utilizzano infatti MACCHINE DA TAGLIO A GETTO D‘ACQUA SULLA PIETRA.




AMBRA - l'ORO DEL BALTICO con le sue "preziose" inclusioni naturali : insetti e legni ... resina fossile dalla POLONIA

Il mistero irrisolto della CAMERA D'AMBRA (la preziosa decorazione della stanza regalata allo zar Pietro I) scomparsa alla fine della II Guerra Mondiale.
Questa resina veniva già raccolta nell'antico Egitto per la produzione di OGGETTI PREZIOSI.

MONILI IN AMBRA sono stati trovati anche in Grecia, dove veniva chiamata

ELEKTRON. Secondo la mitologia quando Fetonte figlio di Helios (il Sole) fu ucciso, le sue sorelle in lutto divennero pioppi e le loro lacrime originarono elektron.

In Grecia non ci sono DEPOSITI DI AMBRA ... probabilmente vi è arrivata da traffici commerciali col nord Europa lungo la VIA DELL'AMBRA.
L'ambra si trovava anche nel sud Italia e in Sicilia e veniva lavorata dai popoli italici. Reperti di eccezionale valore storico-artistico sono conservati al Museo archeologico nazionale della Siritide di MATERA. L'ambra era anche molto conosciuta in India dove veniva importata dalla Birmania.          

Il MAR BALTICO viene considerato il suo deposito più vasto ed esclusivo, in quanto l' AMBRA BALTICA è ricca in acido succinico che la rende ancor più preziosa. Perciò già nei tempi antichi divenne la fonte da cui attingevano i commercianti da tutto il mondo per poi rivenderla nei paesi lontani. Da qui nacque il percorso di almeno 400 km chiamato la Via dell'Ambra. Il trasporto aveva come meta soprattutto i paesi del bacino Mediterraneo: Italia, Grecia ed Egitto. L'ambra avrebbe adornato perfino il corredo funebre del faraone Tutankhamon.          


                 RUBINI    TOPAZI     AMETISTE 

             SMERALDI     DIAMANTI     ZAFFIRI



ISTANBUL in TURCHIA : un tripudio di GEMME PREZIOSE al

Palazzo imperiale del TOPKAPI!!

Il TESORO del Palazzo del Topkapi é uno dei piú famosi al mondo!

Dai candelabri di oro massiccio con incastonati 6666 DIAMANTI al trono ricoperto di LAMINE D'ORO fino al celeberrimo PUGNALE DI TOPKAPI impreziosito da diamanti (fra cui il terzo più grande del mondo), oro e smeraldi e il mitico

"SPOONMAKER´s DIAMOND" - DIAMANTE a forma di goccia del peso dichiarato di 86 carati, considerato il quinto più grande al mondo.


Deve il nome - DIAMANTE del FABBRICANTE DI CUCCHIAI  - alla leggendaria storia del suo ritrovamento: la pietra preziosa sarebbe stata trovata casualmente in un mucchio di spazzatura a Istanbul da un uomo che, ignorandone il valore, l'avrebbe ceduta a un commerciante ambulante in cambio di tre cucchiai di legno.


Tra i suoi proprietari vi sarebbero stati i Sultani Mehmed IV e Mahmud II, Alì Pascià di Tepeleni, Giacomo Casanova e Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte.

Il diamante è di grande purezza e possiede valore inestimabile; è montato su argento dorato, circondato da 49 diamanti più piccoli tagliati all'antica disposti su due file. Le sue dimensioni sono 42 mm x 35 mm x 16 mm. Il peso dichiarato è di 86 carati ma considerando le sue dimensioni, il relativo peso parrebbe notevolmente sottostimato. Calcoli approssimativi fanno pensare che pesi quasi 200 carati; in tal caso un'ipotesi credibile sull'errata stima è che, a causa di successive trascrizioni, l'originaria misurazione di 186 carati possa essere stata erroneamente riportata come 86 carati.

Studiosi affermano che la disposizione delle pietre preziose voglia richiamare l'idea di una luna piena in un cielo stellato.



TOPKAPI EMERALD DAGGER - famoso PUGNALE tempestato di pietre preziose, un vero e proprio GIOIELLO della metà del XVIII secolo.


Di squisita manifattura, faceva parte dei numerosi regali che un’ambasciata del sultano Mahmud I (1730-1754) in Iran avrebbe dovuto portare in dono al conquistatore iraniano Nadir Shah, che però fu assassinato. I doni, tra cui il PUGNALE GIOIELLO, furono restituiti al tesoro di Istanbul e custoditi nel Museo del Palazzo di Topkapi. Il pugnale e il museo divennero protagonisti di un popolare film di Hollywood nel 1964, tratto dal romanzo di Eric Ambler “The Light of Day”.

I TRE SMERALDI montati su un lato del manico sono grandi, dal colore profondo con buona chiarezza e trasparenza. Le pietre superiore e inferiore hanno un identico taglio a forma di pera, con le estremità appuntite che si fronteggiano. Lo smeraldo centrale è tagliato a cuscino rettangolare.
Lo schema di questa disposizione verticale di smeraldi sembra coincidere con la forma biconcava convenzionale di un pugnale, che offre una presa salda sulla sua impugnatura. Gli smeraldi sono intervallati da piccoli DIAMANTI .
Alla fine del manico c´è uno SMERALDO a forma ottagonale, impostato come un coperchio che una volta aperto rivela un piccolo orologio. Intorno a questo coperchio e ai lati del manico ci sono file di diamanti più piccoli ... Il retro del manico è fatto in SMALTO e MADREPERLA.

Il FODERO è realizzato in ORO con motivi floreali smaltati e ornato di diamanti ... Sulla punta della guaina si trova un grande smeraldo.

Nel complesso il pugnale gioiello e il fodero che lo racchiude rappresentano un capolavoro delle più alte tradizioni artistiche e della GIOIELLERIA che raggiunse grande raffinatezza nel XVII secolo dell’Impero Ottomano. Una CATENA D'ORO tempestata di diamanti legata al manico del pugnale aumenta il valore ornamentale di questa meraviglia dell´ARTE ORAFA.



ARTE TRIBALE : 

CONCHIGLIE   PIUME   LEGNI   OSSI   PIETRE


DONNE GIRAFFA nel nord della THAILANDIA e BIRMANIA : collo lungo lungo ... ANELLI a non finire ...

ANELLI AL COLLO: uno, dieci, cinquanta. Per essere belle, rispettate, ammirate. Le donne dell’etnia birmana dei KAYAN (Padaung), minoranza di lingua tibeto-birmana, che abitano tra Myanmar e Thailandia, chiedono alle loro madri di portarli. Alcune cominciano già dall’età di 5 anni, altre con l’arrivo della pubertà. Il mondo occidentale le conosce come “donne giraffa”, anche se questi ANELLI DI OTTONE non provocano l’allungamento del collo, bensì l’abbassamento delle spalle e della cassa toracica... 

</span></p> <p><span style="font-size: 14pt;">                       Padaung donnegiraffa birmania

 

 

 

DONNE MURSI in ETIOPIA : PIATTELLO LABIALE in legno o terracotta ...

 

MURSI

 



DONNE HAMER ETIOPIA : COLLARE di conchiglie

HAMER

 



DONNE HIMBA in NAMIBIA : OCRA e conchiglie

Le donne Himba adorano indossare MONILI di importanti dimensioni, per lo più realizzati in CUOIO, FERRO o RAME e arricchiti con frammenti di OSSO. Il gioiello più importante e prezioso viene ricevuto in dono dalla madre dopo aver dato alla luce il primo figlio: questa collana è realizzata con una grossa conchiglia, simbolo di fertilità, che proviene dai mari dell’Angola e che viene portato tra i seni.



                            HIMBA


 

PERLINE e PIUME per i NATIVI AMERICANI

OSSO e CONCHIGLIA  per ABORIGENI AUSTRALIANI


I GIOIELLI DELLA TRADIZIONE :

FEDE SARDA in filigrana

BRACCIALETTO con CORALLO ROSSO ai neonati

Un BRILLANTE è per sempre !

Niente PERLE per la sposa : PERLE e LACRIME ...


I GIOIELLI DELLA CORONA nella TORRE DI LONDRA ...
CORONE   GLOBI   SCETTRI   SPADE

I gioielli della corona venivano tenuti tradizionalmente nella Torre di Londra dal 1303 dopo che essi erano stati rubati dall'Abbazia di Westminster. Dopo l'incoronazione di Carlo II essi vennero definitivamente collocati al sicuro nella Torre di Londra dietro apposita gabbia di protezione e potevano essere visitati dal pubblico dietro pagamento di una tassa al guardiano della torre. Questa tradizione ebbe termine quando il colonnello Thomas BLOOD tentò di rubare i gioielli della corona dopo aver imbavagliato e picchiato il custode.

Successivamente i gioielli vennero rinchiusi in una parte della torre, la cosiddetta

JEWEL HOUSE, difesi da guardie armate.  

GIOIELLIERI DELLA CORONA
Nel 1843 la regina Vittoria del REGNO UNITO nominò la ditta Garrard & Co nel ruolo di Gioiellieri della Corona, con l'incarico di produrre i pezzi d'oro e d'argento a disposizione dei servizi della famiglia reale, nonché con l'obbligo di occuparsi del restauro e del mantenimento dei gioielli della corona.

KOH-I-NOOR - celebre DIAMANTE BIANCO, per molto tempo il più grande diamante conosciuto al mondo.
Conservato nel museo della Torre di Londra, è incastonato al centro della CROCE MALTESE della CORONA di Elizabeth Bowes-Lyon. Il valore è inestimabile.

La leggenda dice che se a possedere la GEMMA fosse un uomo, questo sarebbe il sovrano del mondo, ma soffrirebbe di una grande sfortuna...
se a possederlo fosse una donna, questa sarebbe molto fortunata. La leggenda deriva dal fatto che nella storia tutti i sovrani maschi che entrarono in possesso del diamante morirono poco dopo averlo ottenuto o persero il regno.

Il Koh-i-Noor probabilmente è stato estratto attorno al 1300 dalla miniera di KOLLUR, una delle celebri miniere diamantifere dell'antica Golconda, nello Stato di Andhra Pradesh in INDIA. Un altro celebre diamante - il Darya-ye Noor - è ritenuto provenire dalla stessa miniera.

Il Koh-i-Noor da allora divenne per i grandi sovrani dell'epoca fino all'età moderna, oggetto di scambio, guerra e leggende.


La CORONA FERREA a MONZA ... i sovrani LONGOBARDI ...

Museo e Tesoro del DUOMO di MONZA - Nella CAPPELLA DI TEODOLINDA è custodita una delle opere di oreficeria più importanti e dense di significato di tutta la storia dell’Occidente: la Corona Ferrea al cui interno è stato forgiato uno dei chiodi della croce di Cristo.

Numerosissime sarebbero state le incoronazioni avvenute con il PREZIOSO DIADEMA tra cui quella di Carlo Magno (800), di Federico I Barbarossa (1158), Ferdinando I d’Austria (1838), Carlo V d’Asburgo (1530) e Napoleone I Bonaparte, incoronato nel 1805 nel Duomo di Milano, che nel corso della cerimonia avrebbe pronunciato la celebre frase

“Dio me l’ha data e guai a chi me la toglie!”.



GIOIELLI : un mondo strabiliante senza confini ... un tripudio di forme, colori e materiali ... una miriade di tecniche di lavorazione ed espressioni artistiche ...



© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati