PELLE DI PECORA o di ARIETE - Il VELLO d'ORO.
Secondo la mitologia greca era il vello dorato di CRISOMALLO, un ariete alato capace di volare, che Ermes donò a Nefele. Il vello d'oro aveva il potere di guarire le ferite.
Venne successivamente rubato da GIASONE e dai suoi compagni, gli ARGONAUTI, con l'aiuto di Medea, figlia di Eete.
Il mito sembrerebbe rifarsi ai primi viaggi dei mercanti-marinai proto-greci alla ricerca di ORO, di cui la penisola greca è assai scarsa. Da notare che tuttora nelle zone montuose della Colchide e delle zone limitrofe vivono pastori-cercatori d'oro seminomadi che utilizzano un SETACCIO ricavato principalmente dal VELLO DI ARIETE, tra le cui fibre si incastrano le pagliuzze di ORO.
Altri studiosi ritengono che si tratti di una metafora dei campi di GRANO, scarso in Grecia, e che gli antichi Elleni si procuravano sulle coste meridionali del Mar Nero.
Altri ancora lo ritengono l' ORO degli Sciti.
L'ORDINE del TOSON d'ORO fu istituito il 10 gennaio 1430 da FILIPPO III di Borgogna a BRUGES per celebrare il proprio matrimonio con la principessa portoghese ISABELLA d'Aviz.
Venne modellato sull'esempio dell'Ordine della Giarrettiera inglese e dedicato a Sant'ANDREA, che ancora oggi ne è il patrono supremo.
Il più famoso gran maestro dell'ordine fu CARLO V (1500-1558), imperatore del Sacro Romano Impero, che ne fece membri anche suo figlio Filippo II, l'ammiraglio genovese Andrea Doria, il principe di Bisignano Pietrantonio Sanseverino, il duca di Parma Alessandro Farnese - insignito a seguito delle sue imprese militari - ed il granduca di Toscana Cosimo I de' Medici - per i servigi resigli da quest'ultimo. La prestigiosissima onorificenza consacrò definitivamente la gloria, il potere e la nobiltà della stirpe medicea.
Altri personaggi italiani a cui è stato conferito il cavalierato dell'ordine sono Galeazzo Caracciolo, Marcantonio Colonna e, in seguito, anche molti altri membri della stessa famiglia Colonna, Federico da Montefeltro, Guidobaldo II della Rovere e suo figlio Francesco Maria II della Rovere, Francesco IV d'Este, Ferrante I Gonzaga, Vespasiano Gonzaga, Raimondo Montecuccoli, il principe di Paternò Antonio d'Aragona Moncada, nel 1627 Tiberio Vincenzo Ventimiglia del Bosco, principe di Cattolica e duca di Misilmeri, suocero di Luigi Gonzaga di Castiglione e nel 1628 Rambaldo XIII, conte di Collalto e di S. Salvatore. L'Ordine in breve tempo divenne uno dei più prestigiosi in Europa, ed entrare a farne parte significava essere riconosciuto a tutti gli effetti come membro dell'alta nobiltà europea.
L'insegna dell'Ordine riprendeva il mitico VELLO D'ORO rubato dagli ARGONAUTI nella Colchide.
Secondo alcune interpretazioni esso sarebbe semplicemente un segno della ricchezza apportata dal commercio della LANA nelle Fiandre o il parallelismo tra il viaggio degli Argonauti in oriente e la conduzione di una crociata contro i turchi (personificando quindi GIASONE col duca FILIPPO).
Inoltre il TOSON D'ORO ha valore simbolico: la PECORA è l'epitome di INNOCENZA e l' ORO è simbolo di SPIRITUALITA'.
Quindi gli Argonauti assumono la connotazione di coloro che cercavano la grandezza dello spirito per depurare l'anima.
PELLE DI VITELLO: non solo SCARPE
MASCHERA SARDA - "SU BOE"
PELLE : PELI SQUAME PIUME
PELLE DI RAZZA per rivestire i manici delle SPADE dei SAMURAI
PELLE DI COCCODRILLO : oltre CINTURE & BORSE
PELLE DI STRUZZO con il caratteristico puntinato dei follicoli, le tracce delle piume dell’animale.
PELLICCIA di ERMELLINO : La "Dama con l'ERMELLINO" . Il dipinto a olio su tavola (54 ×40 cm) di LEONARDO da VINCI, databile al 1488-1490, ritrae Cecilia GALLERANI, amante di LUDOVICO IL MORO - Cavaliere dell'ORDINE DELL'ERMELLINO.
L' ORDINE DELL'ERMELLINO (in francese: L'Ordre de l'Hermine) fu un ordine cavalleresco esistito tra il XIV ed il XV secolo nel Ducato di BRETAGNA.
Durante l'ultimo periodo di esilio alla corte inglese (1377-1379), il duca bretone GIOVANNI V ebbe modo di osservare da vicino il funzionamento dell'Ordine della Giarrettiera. Tornato in Bretagna, nel 1381, creò un proprio ordine (secondo quanto riferito dal cronista dell'epoca Guillaume de St-André) al quale diede il nome di Ordine dell'Ermellino per ricordare il simbolo della patria Bretagna che era appunto uno SCUDO ERMELLINATO.
L’ORDINE DELL'ERMELLINO venne ricreato il 29 settembre 1465 dal Re di Napoli FERDINANDO I d'ARAGONA , meglio conosciuto come FERRANTE I e detto anche Don Ferrando e Don Ferrante.
Il giorno di fondazione non fu casuale, giacché l’Ordine era dedicato a San MICHELE ARCANGELO. Dal COLLARE portato dai cavalieri pendeva il simbolo dell'ordine rappresentato da un ERMELLINO. LODOVICO SFORZA fu membro di questo ordine dal 1488 .
La pelliccia invernale dell'ermellino (MUSTELA ERMINEA, Linnaeus 1758) - totalmente bianca, tranne la punta della coda che rimane nera - è largamente impiegata in araldica col nome di ARMELLINO.
PELLICCIA ECOLOGICA
COLBACCO : in russo ušanka, è un COPRICAPO prevalentemente militare, ma usato anche dai civili, con rivestimento di PELLICCIA, a forma di tronco di cilindro o di cono. Il nome italiano colbacco deriva dal francese COLBACK il quale a sua volta deriva dal turco KALPAK (copricapo di pelliccia), per quanto in francese la parola colback designi il cappello militare alto di pelliccia come quello in dotazione ai Granatieri di Sardegna.
È caratteristico dei popoli russi, armeni, turchi e afghani ed è stato adottato anche da alcuni eserciti europei tra i quali quello francese. Nonostante ciò, nell'immaginario collettivo l'ušanka resta quasi esclusivamente associato alla divisa dei soldati sovietici dell'Armata Rossa e al popolo russo e viene considerato alla stregua di un simbolo nazionale russo.
Può essere di tre colori : nero, grigio e bianco. L'ušanka bianco, in situazioni di guerra, aiuta a mimetizzarsi nella neve ... il colbacco scuro - nero o grigio - è indossato sia dai civili che dai militari.
MONTONE rovesciato LUPO siberiano VISONE selvaggio
PELLE ... PELLAIO ... PELLETTERIA ...
CONCIA & TINTURA del CUOIO a FEZ in MAROCCO
Nel souq della città si trovano TRE CONCERIE di CUOIO ANTICO. La più grande e più antica è la CHOUARA, con quasi mille anni di storia.
PELLI di MUCCHE PECORE CAPRE CAMMELLI
Dall'alto si scopre una impressionante tavolozza di colori: vasche riempite con una vasta gamma di coloranti e liquidi vari ...
La prima immersione delle pelli per due o tre giorni in una MISCELA CAUSTICA di urina di vacca, calce, acqua e sale che aiuta ad ammorbidire il duro cuoio, a rimuovere il grasso in eccesso, carne e peli ...
La seconda immersione in vasche con una miscela di acqua ed escrementi di piccione, ricchi di AMMONIACA, che permettono alla pelli di diventare malleabili e in grado di assorbire il colorante. Il conciatore utilizza i suoi piedi nudi per impastare le pelli fino a tre ore per raggiungere la morbidezza desiderata.
Le pelli vengono quindi trasferite in fosse contenenti COLORANTI NATURALI VEGETALI, come il fiore di papavero (rosso), indaco (blu), hennè (arancione), legno di cedro (marrone), menta (verde) e zafferano (giallo). La TINTURA prevede anche l'uso di polvere di melograno, che viene strofinata sulle pelli per tingerle di giallo e di olio d'oliva, che renderà lucidi i colori.
Il cuoio viene quindi steso ad asciugare al sole. La pelle finita è poi venduta ad artigiani che realizzano le famose pantofole marocchine, note come BABBUCCE, oltre a portafogli, borse, arredi e altri accessori in pelle.
PELLE IN PASSERELLA : non solo GIUBBOTTI e PANTALONI !!
Il mitico CHIODO !! Il giubbotto di pelle, tradizionalmente di colore nero e lungo fino alla vita, il cui nome commerciale è PERFECTO. Fu introdotto nel 1928 dalla Schott NYC.
Marlon BRANDO, protagonista de "Il selvaggio" (1953), indossava uno
Schott Perfecto 618 in PELLE DI CAVALLO modificato dalla produzione del film, con il nome (Johnny) ricamato sul cuore e il famoso stemma con il teschio e i pistoni incrociati verniciato sulla schiena.
Il chiodo è infatti essenzialmente un GIUBBOTTO DA MOTOCICLISTA (lo dimostrano le molte cerniere lampo su tasche e maniche lunghe fino al pollice, per permettere alle stesse di assumere la giusta misura quando le braccia raggiungono il manubrio, gli automatici sotto l'ampio colletto per evitare che sbatta ad alte velocità, la cerniera laterale frontale che protegge dalla pioggia e dal vento, (grazie alla pattina sottostante).
Da un punto di vista stilistico, nella subcultura BIKER, il CHIODO è sempre stato associato alle moto inglesi, più che a quelle americane. Infatti correttamente la "banda" di Marlon Brando (la B-R-M-C del film Il Selvaggio), i cui membri utilizzavano il chiodo, guidava Triumph, BSA e Norton (ovviamente modificate e personalizzate), mentre la banda di Chino (interpretato da Lee Marvin) che aveva la prevalenza di moto americane (Harley e Indian), non lo utilizzava.
Il chiodo veniva solitamente indossato dai motociclisti su una maglietta e un paio di jeans con il risvolto (tipicamente Levis 501), con gli immancabili stivali Frye - a punta quadrata - o i Walker - a punta tonda con la fibbia. Questo look è mutuato da quello dei ROCKERS (anni '50 inglesi e americani) e successivamente dai GREASERS, che si contraddistinguevano per l'uso della brillantina e dell'ascolto della musica rock 'n roll e successivamente rockabilly.
In seguito il personaggio di Arthur Fonzarelli (interpretato da Henry Winkler) in Happy Days e i due protagonisti (John Travolta e Olivia Newton-John) di Grease hanno contribuito a riproporre la moda del giubbotto in pelle da motociclista, anche se è corretto riportare che il modello indossato da Fonzie non fosse un chiodo, ma un normale giubbotto di pelle nera (marrone scuro in alcune puntate).
Sostanzialmente invariato nell'aspetto, il chiodo ha subito qualche lieve modifica negli anni per potersi adeguare alle mode del momento. Negli anni settanta viene decorato con BORCHIE, CATENE ed altri accessori per seguire i dettami delle tendenze rock quali PUNK e HEAVY METAL, da ciò il nome italiano "CHIODO" ad indicare appunto un giubbotto chiodato. Tra le band che fecero del chiodo il loro simbolo, tra la seconda metà degli anni '70 e la prima metà degli '80, ci furono gruppi come i Sex Pistols e i Ramones.
Negli anni novanta e duemila diventa più sagomato ed aderente per poter essere appetibile al pubblico femminile.
Nel 2007, la casa motociclistica inglese Triumph ha prodotto un chiodo protettivo per motociclisti, con protezioni amovibili su spalle e gomiti, inserti in Scotchlite e doppie cuciture, per celebrare il personaggio interpretato da Marlon Brando nel film "Il selvaggio", che guidava proprio una Triumph Thunderbird 6T.
Il CHIODO ORIGINALE veniva prodotto in PELLE DI BUFALO.
Fu la casa motociclistica Triumph a cambiare le regole proponendo un modello leggermente variato nello stile e non più in pelle di bufalo ma in CUOIO ottenuto dalla pelle di animali allevati e abbattuti a scopi alimentari.
PELLE D'ANATRA : slurp cinese !! Anatra laccata alla pechinese !!
PELLE D'OCA : brrr che freddo !!
PELLE D'ASINO : una storia fiabesca !! La fiaba popolare francese "Peau d'âne" divenne celebre nelle versione di Charles PERRAULT.
PELLE DI FOCA : scialpinismo e sci-escursionismo !! Applicata sotto gli sci prima della progressione in salita e smontata prima di ogni discesa, permette, grazie all'orientamento anisotropo delle fibre, di scorrere solo in avanti senza poi scivolare indietro, e quindi di affrontare una salita innevata anche ripida.
Apelle figlio di Apollo
fece una palla di PELLE DI POLLO;
tutti i pesci vennero a galla
per vedere la palla di PELLE DI POLLO
fatta da Apelle figlio di Apollo.
PELLE DI DAINO per vetri e carrozzerie asciutte e lucenti !!
PELLE DI SERPENTE ... la muta della VIPERA
Diverse volte all’anno i serpenti “cambiano pelle” ... questo fenomeno vien chiamato ECDISI o più comunemente MUTA.
Contrariamente ai mammiferi che si “desquamano” continuamente e in modo meno appariscente, i SERPENTI si sbarazzano delle cellule superficiali dell’EPIDERMIDE in un colpo solo. Il numero di volte all’anno in cui questo fenomeno avviene, dipende dalla specie, dall’età e dallo stato di salute del serpente. Individui giovani ed in crescita mutano più regolarmente che non un individuo adulto. Ad esempio una VIPERA ASPIS adulta muta due o tre volte all’anno.
PELLE DI LEOPARDO ... altro che CARTA IGIENICA !
Nel suo "Galateo" (1558), monsignor DELLA CASA prende ad esempio di tutto lo sporco le “PEZZE DEGLI AGIAMENTI”, teli di stoffa appesi nei gabinetti. Già due secoli prima nei conventi si usavano pezze ricavate dalle vecchie tonache per pulirsi.
La pezza di stoffa, usata a lungo soprattutto nelle campagne e al Sud, con il trascorrere del tempo si riempiva di chiazze fino a diventare maculata come la PELLE DI LEOPARDO, da cui il nome.
L'espressione A PELLE DI LEOPARDO indica fenomeni che si verificano contemporaneamente ma in in modo non uniforme. Nacque negli anni Ottanta e comparve per la prima volta sui giornali all'epoca degli esperimenti di autogestione che i "ragazzi dell'85" organizzarono autonomamente in vari Istituti scolastici di diverse città italiane ma senza un piano preordinato, un po' qua un po' là: a pelle di leopardo, appunto.
Il detto s'allargò quindi agli scioperi, già definiti "a scacchiera" negli anni Settanta e a numerosi altri fenomeni ...
"LA PELLE DELL'ORSO" - film italiano del 2016 diretto da Marco SEGATO e interpretato da Marco PAOLINI, tratto dal romanzo omonimo di Matteo RIGHETTO e presentato al concorso Annecy Cinéma Italien 2016.
E' ambientato negli anni '50 , nei pressi di un piccolo borgo delle DOLOMITI. Pietro Sieff, considerato un perdente dagli abitanti del paese, vedovo da quando la moglie è morta in circostanze misteriose, è appena uscito di galera. Un giorno decide di riscattarsi accettando una scommessa potenzialmente pericolosa con il suo datore di lavoro Crepaz, padrone della cava di pietra. Sieff dovrà andare a caccia di un orso che sta aggredendo gli animali delle fattorie circostanti: se riuscirà a ucciderlo riceverà da Crepaz 600 lire, altrimenti dovrà lavorare come spaccapietre gratis per un anno. Parte con lui anche il figlio quattordicenne Domenico, con il quale non è in buoni rapporti. Questa avventura permetterà ai due di riavvicinarsi in tutti i sensi.
MANTELLI di PELLE DI BISONTE - BUFFALO ROBE
Capo d'abbigliamento di grande importanza presso le tribù delle praterie americane. Il disegno dipinto o ricamato con aculei di porcospino era indicativo dello status sociale di chi lo indossava sottolineandone il sesso, talvolta l’età, lo stato sociale sposato o single.
Il mantello di una DONNA NUBILE era spesso decorato con una riga di medaglioni e pendenti lungo tutta la parte inferiore, mentre un GIOVANE GUERRIERO SCAPOLO ne portava uno con strisce orizzontali di ricami in porcospino con quattro grandi medaglioni, il primo posto a sinistra dove era la testa della pelle.
A causa del peso della carcassa i BISONTI venivano macellati partendo dalla schiena, quindi tutte le PELLI erano divise a metà.
Per farne un mantello le due metà erano ricucite assieme ed il motivo centrale, spesso una fascia ricamata, serviva a nascondere la giuntura.
Le donne dipingevano i loro mantelli con disegni geometrici o raffigurazioni stilizzate del bisonte o di sue parti anatomiche. Quelli maschili avevano motivi geometrici di varie forme.
PELLE DI CONIGLIO gonfiata : usata dai NINJA per galleggiare sull'acqua ...
"NINJA e SAMURAI - MAGIA ed ESTETICA" - BUSHI parte seconda al MAO - Museo di Arte Orientale - a TORINO fino al 2 aprile 2018.
PELLE IMPAGLIATA - TASSIDERMIA
Tecnica per la conservazione di animali morti, destinati ai musei di storia naturale; consiste nel TRATTAMENTO DELLA PELLE con sostanze conservative, e nella successiva imbottitura e armatura della stessa in modo da conferire agli animali l'aspetto e la postura di quelli vivi.
CAVALLO e PICCIONI IMBALSAMATI nelle opere di Maurizio CATTELAN
Al CASTELLO DI RIVOLI (Torino) l'opera "Novecento", 1997 attrae il visitatore : un CAVALLO IMBALSAMATO appeso al soffitto tramite un’imbragatura. Il collo dell’animale è piegato verso terra e le zampe, allungate nel corso del procedimento tassidermico, sono tese verso il suolo. Allusione dell'artista ad una condizione esistenziale dove il soggetto è privato di qualunque possibilità di azione.
Alla BIENNALE D'ARTE di VENEZIA 2011 DUEMILA PICCIONI TASSIDERMIZZATI diffusi in varie zone della mostra. Ampliamento dell'opera 'Turisti', 1997.
SECONDA PELLE : storie di GUANTI
"INTENSITA' / DIVERGENZE" by Barbara CARICCHI - ARTIVA
"AUT GILGAMES VISION"
PELLE UMANA : SAUNA FINLANDESE al Circolo Filologico in via Clerici a MILANO - FUORISALONE 2017
NUDI in SAUNA tra funghi e bacche : “NAKUNA” by AALTO University, School of Arts per celebrare i 100 anni di indipendenza della FINLANDIA.
PELLE DI BRONZO nel cortile d'onore del Palazzo di BRERA - PINACOTECA & ACCADEMIA di BELLE ARTI - MILANO
NAPOLEONE Bonaparte come Marte pacificatore - riproduzione bronzea di un'opera di Antonio CANOVA
PELLE NERA : tutti al mare !
"VORREI LA PELLE NERA" canta Nino FERRER
SKIN BEAUTY:
PELLE ETIOPE - OMO RIVER : scarificazioni e pitture
I corpi nudi dei pastori SURMA decorati in CALCE BIANCA (polvere di gesso e acqua)
I volti delle donne di tante tribù decorati con PIGMENTI NATURALI di diversi colori : il motivo ricorrente è PUNTINATO …
Sempre nel sud dell’ETIOPIA i corpi di MURSI e SURMA sono decorati con scarificazioni : la pelle è incisa oggi con lamette da barba … la ferita è cosparsa di cenere che disinfetta e genera una cicatrice a BOMBOLINO … queste escrescenze creano dei motivi decorativi sui corpi di uomini e donne … braccia e petto.
Le scarificazioni sul ventre e sulle braccia delle donne HAMER – “pala” - sono semplici decorazioni a fini estetici. Le cicatrici che invece hanno sulla schiena e di cui vanno molto fiere - “madà” - sono i segni tangibili della devozione e dell’affetto verso il ragazzo che dovrà passare dall’adolescenza all’età adulta attraverso il superamento della prova “uklì bulà”, il SALTO DEI TORI. Le ragazze si fanno frustare la schiena con flessibili e tenaci rami … la pelle sanguina … le ho poi trovate al pozzo a lavare le ferite …
TATTOO & INCHIOSTRI - TATTOO MAORI (dalla rete)
"SCRITTO SULLA PELLE" cantano i NEGRITA
Ho perso a carte con me stesso
A volte furbo e a volte fesso
E porto i segni su di me
Come FERITE che non nascondo
Storie di andate senza ritorno
STORIE TATUATE DI AMORI E LIVIDI
Di amori e lividi
E CICATRICI sopra lo specchio
Divento bianco ma non invecchio
STORIE TATUATE IN FONDO ALL'ANIMA
In fondo all'anima.
Sono FERITE che non nascondo
Storie di andate senza ritorno
Dicono tutto quello che sei
Quello che sei
SCRITTO SULLA PELLE
Quello che sei
SCRITTO SULLA PELLE
Quello che sei
PELLE & CIPRIA : DEBORAH a Palazzo Cusani in via Brera a MILANO - FUORISALONE 2017
WHITE BEAUTY - ecco l’installazione SKIN CASE creata da Studio MAMO e DEBORAH Milano : una grande trousse virtuale in cui è possibile esplorare il concetto di “SECONDA PELLE” in un percorso tutto da scoprire.
MUSEO DELLA CIPRIA : OLFATTORIO TORINO-FIRENZE
Nel "Bar à Parfums" di TORINO in piazza Bodoni in mostra metà della curiosa e interessante collezione d'arte ...
A FIRENZE in via Tornabuoni più di cento confezioni di CIPRIA nella CHAMBRE DE POUDRES progettata da Giovanni GAIDANO.
< È una collezione fuori dal tempo: decine e decine di scatoline si raccontano come un carillon che rimanda alla Belle Epoque. Fu infatti proprio tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che si intuì quanto fosse importante il packaging, ossia la cura del “contenitore” per promuovere il prodotto. Così anche la cipria ebbe il suo periodo d’oro: disegnatori come DUDOVICH, BACCARAT e LALIQUE dedicarono la loro arte al più diafano tra i prodotti di bellezza. Tanto preziosa divenne in certi casi la scatola, che una volta terminata la CIPRIA e riposto il PIUMINO, la boite veniva usata come soprammobile o contenitore per bottoni, spille o caramelle.
A FIRENZE come a TORINO cofanetti di latta, cartone e bachelite prendono posto nel gioiello di cristallo dell’OLFATTORIO come il pavots argent disegnato da Lalique nel 1930 per Roger&Gallet, oppure il vaporoso l’amaint di Coty per un pezzo unico francese del 1938, Le ciel blue di Cheramy del 1930 o scatole di grande pregio di Guerlain e di Viset, con le produzioni di alcuni dei “nasi” più prestigiosi della profumeria internazionale.
Una girandola di colori e profumi dove lasciarsi trascinare a un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta dei gusti e delle mode degli anni che furono, alla ricerca di quel microcosmo di curiosità e seduzione che ha dato impulso all’arte del belletto > by Marco GEMELLI
TAGLIA & CUCI di PELLE UMANA in silicone
all'ATELIER CLERICI - Palazzo Clerici a MILANO - FUORISALONE 2017
PELLE VERA - by Barbara CARICCHI - ARTIVA
"LASSU'"
"LUX"
"CIOCCOLATO"
SAN BARTOLOMEO SPELLATO VIVO ... martirio cristiano !!
Apostolo martire nato nel I secolo a CANA in GALILEA, Bartolomeo divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi. Fu condannato alla Morte Persiana: fu SCORTICATO vivo e poi crocefisso dai pagani.
Il "Martirio di San Bartolomeo" è un dipinto di Giambattista TIEPOLO, olio su tela 1722, realizzato nei suoi primi anni di lavoro a Venezia.
Viene descritto il momento in cui san Bartolomeo sta per essere SCUOIATO.
Il "Martirio di San Bartolomeo" (1856) di Francesco HAYEZ - Pala ad olio raffigurante il martire deposto dal suo patibolo. In alto, sopra la sua testa, un angelo indica la via del Paradiso.
PELLE & ACIDO ... L'aggressione con acido, conosciuta anche come "VITRIOLAGE", è una forma di violenza premeditata consistente nel gettare una sostanza corrosiva sul corpo di un'altra persona con l'intento di sfigurarla, mutilarla, torturarla o ucciderla.
Fra le vittime di questa violenza vi sono in particolare giovani donne dell'Asia meridionale (Pakistan, Bangladesh, India, Afghanistan) che hanno subito la violenta pratica della SFIGURAZIONE DEL VOLTO tramite acido, da cui l'espressione ragazze acidificate.
Le conseguenze a lungo termine di queste aggressioni possono includere la cecità, così come ampie CICATRICI permanenti sul viso e su tutto il corpo ...
Reportages fotografici by Barbara CARICCHI
Rif. articolo "SKIN BEAUTY & CUTE PROJECT" nella sez. Body Art
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