LE VIE DEL SALE tra PIEMONTE e LIGURIA : terre di passaggio di pastori, pellegrini, mulattieri, commercianti e viaggiatori che dal Ponente ligure e dalla vicina Provenza raggiungevano, tramite i passi alpini, il Piemonte ed il Nord Europa dando vita a fitte reti di scambi. Luoghi di transito, dunque, presidiati dalle molte torri di avvistamento.

Il territorio compreso tra le Alpi e il Mar Ligure è caratterizzato da un ricco impianto culturale diffuso formato da chiese, monumenti, castelli, centri storici e palazzi d’epoca, "hospitali" cioè luoghi di sosta e di preghiera, nonché sentieri, mulattiere, passaggi.



Lungo la VIA DEL SALE a SALE delle LANGHE e

SALE san GIOVANNI in provincia di Cuneo.

È curioso che due paesi così piccoli e così vicini, Sale delle Langhe e Sale san Giovanni, facciano entrambi comune. In effetti originariamente erano uniti, poi nel 1948 si divisero a causa di antichi dissidi. Un’altra curiosità: il primo battezzato nel neo comune di Sale delle Langhe non fu un bimbo qualunque, ma Aldo GRASSO, noto critico televisivo e giornalista per il Corriere della sera.



Un piacevole anello tra le colline e i boschi di SALE delle LANGHE e

SALE san GIOVANNI nel cuore della Langa cebana, la porzione più a sud delle Langhe, quasi ai confini con la Liguria, dove le vigne lasciano posto a boschi, fiori, coltivazioni, castelli, borghi arroccati, pievi medievali.

L’ arboreto Prandi è un bosco di 12 ettari fortemente voluto nella prima metà del Novecento da Carlo Prandi, ferroviere appassionato di botanica, che vi piantò molte specie rare provenienti da tutto il mondo. L’arboreto, abbandonato dopo la morte di Prandi avvenuta nel 1961, è rinato nell’ultimo decennio.

 

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Non a caso SALE san GIOVANNI è conosciuto come “la provenza piemontese” ed attrae tanti visitatori a fine giugno / inizio luglio nel periodo della fioritura della LAVANDA e di tante PIANTE OFFICINALI come elicriso, salvia, timo, melissa, issopo, rosmarino, finocchio e camomilla romana.

 

 

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LAVANDA - Ottimo il miele.

L’uso culinario più comune della lavanda è quello di spezia per aromatizzare i formaggi. Questo uso proviene dalla Francia dove entrambi i prodotti abbondano.

Per avvicinarsi alla sensazione del FORMAGGIO alla LAVANDA è possibile aromatizzare con la lavanda essiccata l’olio di oliva da cospargere sulle fette di formaggio delle nostre bruschette.

La lavanda viene spesso utilizzata anche con la carne di pollo, un po’ come accade nel sud Italia col timo. Nella ricetta provenzale di POLLO con LAVANDA e LIMONE si utilizza un mix di spezie - lavanda, timo e basilico - da distribuire con il succo di limone sul pollo in cottura.




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ELICRISO - Produce un ottimo miele. Con i fiori si fanno infusi e liquori. In cucina dell’elicriso si possono utilizzare le foglie, che hanno un intenso aroma speziato che ricorda la liquirizia. Consigliato l’abbinamento con le carni bianche, in special modo con il pollo.

 

 

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Da notare anche i campi di ENKIRuno dei cereali più antichi tra quelli coltivati dall’uomo, il Triticum monococcum.

Le sue origini, infatti, risalgono all’antica Mesopotamia e alla celebre Mezzaluna fertile: qui 10mila anni fa le popolazioni autoctone riuscirono a sfruttare le condizioni climatiche per dare vita a floride coltivazioni che garantirono raccolti e provviste costanti, passando così da uno stile di vita nomade a uno sedentario. Le prime tra queste coltivazioni furono l’orzo e proprio questo piccolo farro,

dal quale sarebbero poi derivate le specie odierne di Triticum aestivum

(frumento tenero) e Triticum durum (frumento duro).

La domesticazione del Triticum monococcum da parte dell'uomo avvenne in maniera del tutto casuale e inconsapevole, semplicemente raccogliendo e selezionando le spighe che avevano un aspetto migliore, dando origine a varietà più forti, resistenti e produttive. Oggi ne esistono più di 200, che si sono sviluppate su base geografica.

 

 

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E proprio da una selezione di queste varietà sul territorio piemontese è

nato l’ ENKIR, cereale caratterizzato da semi selvatici che non necessitano di trattamenti e danno quindi vita a una farina integra e salutare, con la quale la panetterie di Eataly producono un pane unico.

Per quanto riguarda l’aspetto, la FARINA di ENKIR è riconoscibile per il suo colore giallo intenso originato dall’alto contenuto di carotenoidi, sostanze antiossidanti naturali e precursori della vitamina A. A livello nutrizionale, invece, la sua caratteristica principale è l’alto contenuto proteico, in media del 18% (con punte fino al 24%), mentre basso è il suo contenuto di glutine e di grassi.

 

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Il territorio in cui sorge SALE san GIOVANNI fu abitato sin dall’epoca romana, come testimoniano alcuni rinvenimenti archeologici (un’epigrafe e un cippo). Viene poi citato in documenti medievali, in cui il primo è datato al 998; intorno alla metà del XII secolo passa sotto il controllo del marchesato di CEVA.


Alla fine del percorso Agri-panoramico si raggiunge la splendida e antica

Pieve di san Giovanni Battista, fino al XIV secolo chiesa parrocchiale, ora

fuori dal centro abitato. Datazione: XI secolo; rifacimenti del XIII e XVII sec.

Venne eretta all’inizio dell’ XI secolo in pietra lavorata, secondo lo stile romanico-lombardo (i ritrovamenti più antichi lasciano però ipotizzare una frequentazione anteriore).

La costruzione presenta tre navate con muri di pietra lavorata a scalpello, inizialmente su due livelli, modificata nel Seicento con la sopraelevazione dei muri laterali e la costruzione di un unico tetto a due falde, retto da travi a vista. L’edificio è sorretto da pilastri di forma quadrangolare. Sono ancora visibili i corpi absidali con la tipica decorazione ad archetti pensili.

Il campanile, anch’esso in pietra scalpellata, termina con una cuspide di forma ottagonale.

Internamente alla Pieve di san Giovanni Battista sono visibili affreschi risalenti a varie epoche, dal XIV al XVII secolo. Recenti lavori di restauro hanno portato alla luce un dipinto absidale centrale risalente al XII o XIV secolo: un Cristo in mandorla con in mano il Vangelo aperto e intorno i simboli dei quattro Evangelisti.

 

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ULIVO & VITE : PACE & PROSPERITA’

La progressiva riduzione della mano d’opera nelle campagne collinari del territorio caratterizzato da terreni drenati e asciutti ha portato all’ abbandono della coltivazione della VITE e alla successiva sperimentazione della coltivazione della LAVANDA.



In alcuni affreschi i colori NERO e ORO del marchesato di CEVA.

 

                                    Ceva-Stemma

Lo stemma di Ceva è un fasciato di sei pezzi oro e nero, sovrastato da una corona da marchese e circondato da palme.

Le armi della città sono le stesse che il marchese Guglielmo I (della dinastia aleramica del ramo di Savona) adottò quando, nel 1170 divise il territorio di Ceva da quello di Clavesana (del quale il fratello Bonifacio divenne primo marchese).

Le palme simboleggiano i numerosi assedi subiti dalla città: nel 1260 da parte di Carlo d'Angiò, nel 1352 dai Visconti di Milano, nel 1415 da Amedeo VIII di Savoia, nel 1796 e nel 1800 da parte delle truppe di Napoleone Bonaparte.

 

 

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                                      San SECONDO e la città di ASTI

 

 

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Imboccando la stradina asfaltata dalla parte opposta che, in leggera salita, costeggia la pieve, si passa accanto alla curiosa piramide dell’ Osteria delle erbe per raggiungere il Castello dei marchesi Incisa di Camerana, la costruzione più pittoresca del vecchio borgo, ora residenza privata, in incantevole posizione dominante.

 

 

Reportage fotografico by Barbara CARICCHI

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