La festa religiosa della MADONNA della SALUTE venne istituita

dalla REPUBBLICA di VENEZIA nel 1630.

Ricorre il 21 NOVEMBRE - giorno della PRESENTAZIONE della BEATA VERGINE MARIA - e ancor oggi si celebra a Venezia, a Trieste e in moltissime città e paesi dell'antica Repubblica in Italia, Istria e Dalmazia.

La SERENISSIMA infatti, per permettere alle popolazioni distanti dalla Capitale di osservare la Festa, favorì la costruzione in tutto il territorio di santuari dedicati alla Madonna della Salute, meta di pellegrinaggi il 21 novembre.

A VENEZIA il pellegrinaggio con grandissima affluenza di devoti si dirige verso la

Basilica di SANTA MARIA della SALUTE.

Per l’occasione viene eretto sul Canal Grande un ponte provvisorio in legno da Santa Maria del Giglio.

A VENEZIA il 21 NOVEMBRE - giorno della MADONNA della SALUTE -

è festivo anche agli effetti civili, grazie ad una fortuita coincidenza legata al recupero della festività patronale - SAN MARCO - che cade il 25 aprile, giorno della Liberazione.

La ricorrenza trae origine dalla grande epidemia di PESTE BUBBONICA che colpì tutto il nord Italia tra il 1630 e il 1631. Si tratta della stessa epidemia descritta anche da Alessandro MANZONI ne I promessi sposi.

Il contagio si estese a VENEZIA in seguito all'arrivo di alcuni ambasciatori di MANTOVA, città già particolarmente colpita dall'epidemia, inviati a chiedere aiuti alla Repubblica di Venezia.

Gli ambasciatori furono alloggiati in quarantena nell' isola di San Servolo ma nonostante questa precauzione alcune maestranze entrate in contatto con gli ospiti subirono il contagio e diffusero il morbo nell'area cittadina.

L'epidemia fu particolarmente virulenta: nel giro di poche settimane l'intera città venne colpita, con pesanti perdite tra gli abitanti e ne furono vittime lo stesso doge Nicolò Contarini e il patriarca Giovanni Tiepolo.

Nel momento culminante dell'epidemia, in assenza di altre soluzioni, il governo

della Repubblica organizzò una processione di preghiera alla

Madonna, a cui partecipò per tre giorni e per tre notti tutta

la popolazione superstite.

Il 22 ottobre 1630 il doge fece voto solenne di erigere un tempio votivo particolarmente grandioso e solenne se la città fosse sopravvissuta al morbo.

Poche settimane dopo la processione, l'epidemia subì prima un brusco rallentamento per poi lentamente regredire fino a estinguersi definitivamente nel novembre 1631. Il bilancio finale fu stimato in quasi 47.000 morti nel solo territorio cittadino (oltre un quarto della popolazione) e quasi 100.000 nel territorio del Dogado. Il governo decretò allora di ripetere ogni anno, in segno di ringraziamento, la processione in onore della MADONNA denominata da allora della "SALUTE".

Nell'area della Dogana da Mar fu individuata la mèta del pellegrinaggio nonché la sede del nuovo tempio votivo.

Il primo pellegrinaggio di ringraziamento avvenne il

28 novembre 1631, subito dopo la fine dell'epidemia.

La Basilica di SANTA MARIA della SALUTE «in forma di

corona per esser dedicata a essa Vergine» - una delle migliori

espressioni dell' architettura barocca veneziana progettata da Baldassare

LONGHENA con attenzione ai modelli del PALLADIO - fu consacrata il

21 NOVEMBRE 1687.

 

 

Punta-della-Dogana

 

 

Il corpo centrale a struttura ottagonale è sormontato da un'imponente cupola semisferica e circondato da sei cappelle minori. Le raffinate volute a spirale stabilizzate da statue fungono da contrafforti per la cupola, sulla cui lanterna si innalza la statua della Vergine.

 

                   Salute interno

 

 

“LA SALUTE” è anche uno scrigno di opere d’arte: nella sacrestia della Basilica spiccano tre tele realizzate da TIZIANO per il comparto centrale del soffitto della chiesa di Santo Spirito in Isola, oggi distrutta, che raffigurano Abramo ed Isacco, Davide e Golia e L’uccisione di Abele. Le figure sono potenti e fortemente scorciate, rivelando le influenze dello stile di Michelangelo che Tiziano conosceva ed ammirava.

 

 

TIZIANO  Sacrifice of Isaac

 

IL SACRIFICIO DI ISACCO

 

 

TIZIANO David i Goliat

 

DAVIDE e GOLIA

 

 

TIZIANO Cain and Abel

 

CAINO e ABELE



Le opere vennero portate a compimento entro il 1544 e rappresentano una delle testimonianze più significative del momento manierista del pittore: ciò si evidenzia nella veemenza plastica delle figure e nell’articolazione delle pose esaltata da una forte visione di scorcio dal basso verso l’alto, indubbiamente influenzata da due dei principali rappresentanti del manierismo tosco-romano, Giuseppe PORTA detto il SALVIATI e Giorgio VASARI, che avevano lavorato per qualche tempo in laguna.

Oltre alle tele del TIZIANO, la sacrestia della Basilica della Salute custodisce anche Le nozze di Cana del TINTORETTO ed altri capolavori di Palma il Giovane e del Padovanino.



MADONNA della SALUTE a VENEZIA - 21 NOVEMBRE 2020 :

in questo anno di pandemia la ricorrenza assume un significato ancora più particolare.

E’ il momento in cui i veneziani (anche quelli “poco credenti”) si presentano al cospetto della Madonna e si tolgono il cappello accompagnando la famiglia a recitare due preghiere per chiedere la concessione di un buono stato di salute personale e la fine della nuova peste riaffacciatasi quattro secoli dopo.

Celebrazioni con un occhio sempre ben attento alle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia.

 

La Festa della MADONNA della SALUTE raggiunge capillarmente tutto il territorio del Patriarcato di Venezia attraverso le parrocchie, le cappelle, i capitelli, i luoghi di ricovero e le famiglie.

Il momento centrale della Festa è come sempre la MESSA nella Basilica di

SANTA MARIA della SALUTE a VENEZIA presieduta dal Patriarca

Francesco.



BUONA SALUTE e CASTRADINA



La CASTRADINA è un piatto della tradizione veneziana : si preparava e si gustava a

partire dal ‘600 alla vigilia della festa della MADONNA della SALUTE.

Era un piatto definito “de obligo su le tole, sia dei povaréti che dei siori,

nobili o mercanti”

 

castradina

 



La CASTRADINA è una gustosa zuppa a base di cosciotto di montone salato, affumicato e poi stagionato con l’aggiunta di foglie di verza, cipolle e vino.

La carne di castrato era importata dall’Albania e dalla Dalmazia dove veniva salata, affumicata ed essiccata al sole e venduta alle navi veneziane di passaggio.  

Ancora oggi la tradizione continua nonostante le difficoltà nel reperimento del tipo di carne prescritto dalla RICETTA. 

Ingredienti

800 gr di cosciotto di castradina ( montone castrato salmistrato )
1 kg di verza
1 cipolla
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Timo
sale


Tagliate la carne a pezzi come uno spezzatino, mettetela in una pentola e fatela bollire per tre volte cambiando l’acqua ogni volta; conservare l’acqua dell’ultima bollitura .

Soffriggere la cipolla nel burro ed aggiungere la verza tagliata a julienne, farla cucinare fino a 3/4 di cottura, unirla poi alla carne insieme al suo brodo e completare la cottura. Si può aggiungere a piacere un pizzico di timo.

Il piatto andrebbe servito in ciotole di coccio con crostini di pane saltati al burro.

Un Cabernet sauvignon dà il tocco finale.



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