GRANELLI di ZUCCHERO AZZURRO VERDE BIANCO &
FIOCCHI di SALE NERO
MARRON GRAPPE’ – MAZZETTI d’ALTAVILLA Distillatori dal 1846 - Altavilla Monferrato (Alessandria)
MARRONI canditi delicatamente con GRAPPA di MOSCATO
Invecchiata, incartati a mano singolarmente
FRUTTA MARTORANA (frutta marturana) - dolce tipico siciliano tradizionalmente preparato nelle celebrazioni della Festa dei Morti.
Nell’aspetto originario è la perfetta riproduzione di FRUTTA. Alla base della ricetta farina di mandorle e miele.
In Calabria i dolcetti vengono anche detti "morticeddi" (morticelli) perché somigliano alla frutta finta rinvenuta nelle antiche tombe ed esposta al Museo Nazionale della Magna Grecia.
In italiano la FRUTTA MARTORANA è chiamata marzapane e la ricetta risalente al XIII - XIV secolo, in realtà è di origine araba.
Il “marzaban” era una scatola di legno leggero con coperchio che veniva utilizzata per diversi usi, come conservare la corrispondenza o documenti importanti (da cui il detto “aprire i marzapani” cioè svelare i segreti) oppure più frequentemente per spedire dolci preparati con farina, pasta di mandorle ed altri ingredienti della stessa forma rettangolare dei pani, da cui ereditarono il nome, marzapane appunto.
A PALERMO la preparazione più antica e famosa fatta con questa pasta è la
FRUTTA MARTORANA che veniva confezionata dalle suore nel convento annesso alla chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio - o San Nicolò dei Greci - (nota come la Martorana), che si affaccia su Piazza Bellini e fu eretta nel 1143 da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio del normanno Ruggero II, re di Sicilia.
In seguito nel 1193 fu la nobildonna Eloisia Martorana a far costruire un monastero benedettino accanto alla chiesa e al convento. Da allora tutto il complesso edilizio prese il nome “della Martorana” in suo onore, e allo stesso modo furono anche chiamati i dolcetti preparati dalle suore.
FRUTTA MARTORANA a PALERMO
Racconta la tradizione che il giardino del convento e l’orto erano fra i più belli della città, dove crescevano alberi da frutto e ortaggi che insuperbivano le suore che li curavano. Il loro vanto però arrivò all’orecchio del vescovo di quel tempo, che incuriosito volle andare personalmente a costatare. La visita però fu fatta in pieno autunno, per la festa di Ognissanti, quando gli alberi erano già privi di ogni frutto. Le monache allora, decisero di creare dei frutti con la pasta di mandorle per addobbare gli alberi e abbellire così il giardino.
Nel 1575 la corporazione dei Confettari chiese ed ottenne il monopolio della produzione di questi dolci. Il sinodo diocesano di Mazzara del Vallo proibì infatti alle suore la produzione della frutta Martorana perché arrecava troppa distrazione al raccoglimento liturgico.
Oggi la MARTORANA, riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale siciliano, soprattutto nel periodo della festività dei Morti adorna le vetrine di tutte le pasticcerie palermitane : piccole opere d’arte nate dalla fantasia di abili pasticceri.
RICETTA di Maria FLORITI
- 1 kg di mandorle dolci pelate e tritate
- 10 mandorle amare tritate insieme alle altre
- 800 g di zucchero a velo
- 100 g di glucosio
- 1 fiala di aroma vaniglia
- 200 ml circa di acqua
Mischiare tutti gli ingredienti e impastare aggiungendo l’ acqua necessaria affinché si ottenga un composto omogeneo che non si attacchi alle mani (se necessario aiutarsi con poco amido di mais), lasciare riposare l’impasto per 10 minuti.
Quindi modellare i frutti, o a mano libera, oppure con l’aiuto delle apposite forme reperibili facilmente in commercio, avendo cura di frapporre della pellicola trasparente fra lo stampo e la pasta. Spingere la pasta di mandorle nelle formine e poi staccarle direttamente con la pellicola facendo attenzione a non romperle.
Lasciare riposare per 24 ore.
E adesso liberate l’artista che è in voi !!
Munitevi di coloranti alimentari, un piccolo pennello e dei guanti . Colorate accuratamente i vari frutti o comunque ciò che avete creato, ricordandovi che per dare anche delle sfumature naturali è bene passare prima i colori chiari per poi aumentarli di tonalità.
Lasciate asciugare bene il colore prima di decorare i piccoli capolavori con foglioline, tralci, piccioli, ecc …. che daranno un aspetto più vero alla vostra
FRUTTA DI MARTORANA.
“IL MELETO” - Barbara CARICCHI - ARTIVA
Omaggio ad AGLIE’
MELA in CARTOCCIO
Nel cuore della MELA confettura di albicocche e amaretti
“Pasticceria Artigiana” – CAVOUR (TO) dal 1981 40 anni di delizie !!
CAVOUR : il borgo delle MELE … TUTTOMELE a novembre
LA MELA - Giuseppe MORINA – Fotografo del Mercoledì !
Tempo di Carnevale :
BUGIE ripiene con MELA o PERA a pezzetti
“Pasticceria Artigiana” – CAVOUR (TO)
LA MIA FRUTTA !!
PERINE
PERA e PESCA gigante da BOLSENA
CACHI e MANDARINI
MELAGRANA
ARACHIDI
MINNE di SANT’AGATA a CATANIA – 3:5 febbraio 2021 festeggiamenti a porte chiuse
< E' una città deserta quella che ha abbracciato simbolicamente SANT’AGATA, Patrona di Catania, nel primo giorno dei festeggiamenti in suo onore, "blindati" a causa del Covid-19. Strade vuote, piazza Duomo senza fedeli e porte della Cattedrale chiuse per quella che è la terza festa cattolica per numero di presenze al mondo >
Giovanni di Bartolo (secolo XIV), Il busto-reliquiario argenteo di Sant’Agata conservato nel Duomo di Catania
A.GIORDANO dal 1897
Una tradizione di famiglia, una storia di dolcezza che inizia nel 1897. Tutto questo è A.Giordano, l’antica cioccolateria piemontese dal passato glorioso che, attraverso ricette uniche e la paziente lavorazione manuale degli esperti maîtres chocolatiers, delizia i palati di tutto il mondo con prelibatezze senza tempo.
Il laboratorio dove le delizie A.Giordano prendono forma ha sede nella suggestiva campagna alle porte di LEINI’ , circondato dalla quiete necessaria alla creazione dell’eccellenza. In piazza Carlo Felice a TORINO ha invece sede il negozio storico, una vera e propria “bomboniera” incastonata sotto portici impregnati di storia.
foto Mauro DRAGONI
GIACOMETTE e GIANDUIOTTI artigianali
GIANDUIOTTI. Dall’abilità artigianale dei maître chocolatier piemontesi e dalla fedeltà alle antiche ricette, nascono i gianduiotti. Una sapiente miscela di zucchero, NOCCIOLE del Piemonte, cacao in pasta e burro di cacao dà vita ad una delle prelibatezze più famose in tutto il mondo. L’intero processo si svolge rigorosamente a mano: ogni singolo gianduiotto è tagliato come insegna la tradizione, finemente spatolato e incartato con maestria.
GIACOMETTE. Un cioccolatino dalle forme sinuose, che si ispira alla simpatica figura della maschera tradizionale torinese dal cui prende il nome. Un trionfo di zucchero, NOCCIOLE del Piemonte, cacao in pasta, burro di cacao e granella di NOCCIOLA, mescolato e modellato rigorosamente a mano.
La CARAMELLA DI GIANDUJA a CARNEVALE
GIANDUJA by Barbara CARICCHI – ARTIVA
TOC – PEZZI DI BONTA’ : CIOCCOLATERIA a TORINO in via Mazzini.
Il PALTO’ : un GIANDUIOTTO con il CAPPOTTO
La specialità di TOC per omaggiare la tradizione torinese con un cuore di GIANDUIA ricoperto di cioccolato fondente.
Classico nella forma, racchiude nei suoi sette gusti tutta l’originalità di TOC
COLORE & GUSTO
NERO Gianduia classico
ARGENTO Gianduia fondente
ORO Caramello salato
MARRONE Croccante di nocciola
GIALLO Torroncino e mandorla
ROSA Pistacchio
ROSSO Caffè e cardamomo
Il PALTO’ : 7 GUSTI x 7 COLORI
TOC : SCORZETTE e CIOCCOLATO FONDENTE
AMARETTI EUGENIA
CROSTATINA
SBRISOLONA a MANTOVA
MINCE PIES a NATALE
FAFFA dal 1851 – Il fornaio – PONTE VALLECEPPI , PERUGIA
Da generazioni i FAFFA sono una famiglia di possidenti, divenuti poi MUGNAI e FORNAI. Originari della Germania sud-occidentale, emigrarono in Italia intorno al 1600 circa.
Di loro e precisamente di LUIGI (1765 – ?) e del fratello VINCENZO (nomi questi che ricorrono periodicamente in tutte le generazioni della famiglia) si narra addirittura in alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Roma come “molinari” del Mulino Vecchio (già Molino di Santa Giuliana) e del Molino dello Spedale1 di Ponte San Giovanni, paese ai piedi di Perugia, e in altri documenti dell’Archivio di Stato di Perugia come possidenti.
Alla loro attività di MUGNAI e poi di FORNAI si affianca da sempre un’innata passione per le arti in genere, in modo particolare per l’ebanisteria e la musica.
Luigi Faffa nel 1808 costruì il primo campanile della Chiesa di Santa Maria Maddalena di Ponte Valleceppi : “ALOYSIUS FAFFA FECIT A.D. MDCCCVIII”
Vincenzo Faffa, morto nel 1947, lavorò alla ristrutturazione del Portale della Chiesa di San Pietro in Perugia.
Il Forno FAFFA oggi produce circa 27 tipi di PANE affiancati ad una vasta
produzione di PASTICCERIA fresca e secca.
In TAVOLA !!
LA SPAGHETTATA - Giuseppe LUISETTO - Fotografo del Mercoledì !
BASILICO, AGLIO e PINOLI : il profumo del PESTO !!
FETTUCCINE col SUGO d’OCA a FERRAGOSTO … tempo di MIETITURA
RISOTTO ASPARAGI e ZAFFERANO … il CROCO del PERUGINO !!
CASONCELLI a BRESCIA
CAPPELLETTI a CITTA’ DELLA PIEVE … PASTA RIPIENA in brodo per il pranzo di Natale !!
Il GRAN BOLLITO MISTO di CARRU’ -
novembre e dicembre in PIEMONTE
Al “Ristorante Moderno” - il più vecchio della città - IL GRAN BOLLITO
MISTO di Carrù – spettacolare carrello di BUE GRASSO con 7 tagli di
carni accompagnati da ben 8 salse :
bagnetto verde con aglio e senza, bagnetto rosso dolce e piccante, senape e rafano, miele e nocciole, cugnà, non solo mele …
TESTINA CODA LINGUA MUSCOLO PUNTA di PETTO SCARAMELLA con intrusione di GALLINA
Le radici del “Ristorante Moderno” sono molto profonde e profumano di BOLLITO. Risalgono infatti al primo dopoguerra, a metà del secolo scorso, epoca nella quale erano solite le colazioni del giovedì di mercato a base di trippe e bolliti, quando contadini e mercanti si ritrovavano per concludere le contrattazioni del BUE, re della cascina.
CONIGLIO alle OLIVE NERE con PATATE VIOLA - foto Mauro DRAGONI
FAVE al GUANCIALE con FINOCCHIETTO
SCALOGNO
“PEPERONI” - Barbara CARICCHI – ARTIVA
Omaggio a CARMAGNOLA
PUCCIA LECCESE
“L’angolino di via Matteotti” a LECCE - PUCCERIA tipica
foto Mauro DRAGONI
Le PUCCE più buone della ns. incursione nel Salento, cotte al forno al momento e farcite con una varietà infinita di ingredienti in vista nel bancone … abbiamo aspettato molto, visto l’orario e l’affluenza estiva, ma ne è valsa assolutamente la pena !!
La PUCCIA SALENTINA, nella sua variante tipicamente LECCESE, nasce per caso negli anni settanta per mano di un pizzaiolo di TREPUZZI, piccolo borgo in provincia di Lecce.
Il pizzaiolo Giovanni Caccetta, ispirandosi a quello che aveva visto fare per anni alle zie con l'eccesso della pasta del pane, preparava della palline che - schiacciate ed infornate nel forno a legna - davano come risultato un panino gonfio e senza mollica, tutto da farcire con ingredienti poveri, stagionali, tipici della tradizione culinaria salentina quali melanzane, pomodori, peperoni, zucchine, rucola, cicoria selvatica, cime di rapa, pomodorini secchi sott’olio, lampascioni , acciughe con una fetta di formaggio.
Oggi le proposte sono infinite: dai classici e succulenti pezzetti di cavallo al polpo, dal capocollo di Martina Franca alle polpettine al Negramaro.
GHIACCIO – Le forme dell’ACQUA
BOMBARDINO – Liquore di montagna CHABERTON - Distilleria
Erboristica Alpina – SUSA (TO)
“ La Distilleria Erboristica Alpina produce dal 1977 liquori e distillati tipici del Piemonte. Il monte Chaberton è la montagna che chiude la nostra valle di Susa dalla Francia e da decenni è il marchio che identifica i nostri prodotti più radicati nel territorio e nelle nostre montagne. Nel corso dei decenni siamo passati dal Sassolino e dal Grigioverde al Gianduiotto e al Bombardino, conservando e rendendo sempre più naturale la produzione di altri liquori storici come il Genepy, l’Arquebuse o gli Amari di erbe, e utilizzando le nostre Barrique di rovere per affinare i liquori.”
LAVAZZA ORO
Foto by Barbara CARICCHI
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