PASSIONE nell’arte fotografica di Eugenio BROGGINI
APPARIZIONE
ATTIMO FUGGENTE
IL FILO DEL PENSIERO
SPOGLIE
UOVA SORPRESA nell’arte futurista di Fortunato DEPERO
Storia UNICA del CIOCCOLATO IN PIEMONTE
La storia del CACAO sciolto in tazza inizia in Piemonte come un privilegio per nobili e clero. Il “segreto spagnolo” fu portato quasi certamente alla Corte dei Savoia dall’Infanta di Filippo II, andata in sposa al Duca Carlo Emanuele I nel 1585.
Tra le figure di spicco dei CONFETTURIERI a TORINO vi è certamente
Silviano VENCHI arrivato in città nel 1863 a soli 14 anni da Robbio
Lomellina, nelle risaie del Pavese vicino al Piemonte.
In quel periodo la capitale sabauda è in gran fermento e incomincia l’epoca pionieristica dell’ INDUSTRIA DOLCIARIA : le fabbriche sorgono lungo il Canale Ceronda costruito dal Comune per dare potenza idraulica ai macchinari. In Borgo Vanchiglia, sulla via degli Artisti - a pochi passi dal Po - accanto alla quale allora scorreva l’acqua del Ceronda, sorge nel 1878 il primo laboratorio dell’ ”operaio dolciere” Silviano VENCHI.
1884 – All’Esposizione Generale di Torino la VENCHI conquista la medaglia d’oro nella categoria “CONFETTI”, mentre quella per il settore merceologico “CIOCCOLATO” va a Moriondo & Gariglio.
1905 – Si costituisce la Società Anonima per Azioni “S. Venchi &
C.”, con un capitale sociale di 1 milione e 300 mila lire (oggi
corrispondono a oltre 5 milioni di euro).
I premi alle Esposizioni Universali si moltiplicano … arrivano nuovi capitali e finalmente Silviano VENCHI riesce a realizzare il suo sogno.
In corso Regina Margherita, a Torino, nel 1907 si inaugura un gioiello dell’architettura industriale progettato dall’archi-star dell’epoca, Pietro Fenoglio, che agli inizi del Novecento ha disseminato di case Liberty e di capannoni Art Nouveau tutta la città.
I depliant dell’epoca decantano i reparti in cui si producono le “più disparate varietà: confetti argentati, confetti e mandorle, confetti decorati, boligomma, tavolette zuccherine e pastiglie, fondenti e confetture speciali, liquirizia, caramelle e rock drops, cioccolato, gallettine, biscotti, wafers”.
1909 – Il 21 febbraio Silviano VENCHI viene nominato Cavaliere del Lavoro. Nelle motivazioni si legge: «Da semplice operaio dolciere diventò nel giro di 35 anni proprietario di uno stabilimento per la fabbricazione dei confetti con oltre 200 operai. Si era trasferito a Torino nel 1863 per apprendere l’arte del dolciere. In breve tempo si affermò come uno dei migliori della città».
Silviano VENCHI muore nel 1922.
Di lì a poco entra in campo l’avventura del finanziere mecenate Riccardo GUALINO -
grande figura di biellese intraprendente e poliedrico.Fu lui a intuire le potenzialità del
cioccolato e dei dolciumi come nuovo consumo di massa: nel 1924 fonda la
UNICA - Unione Nazionale Industrie Cioccolato e Affini - accorpando diverse
aziende (comprese la Idea, la Talmone e la mitica Moriondo & Gariglio, allora
famosissima) e fa costruire lo storico stabilimento di corso Francia, che dà lavoro a quasi
tremila operai: tutti i torinesi lo ricordano come la sede della VENCHI UNICA.
“Nougatine”: una madelaine dal croccante cuore di nocciole e miele rivestita di cioccolato.
Il brevetto del marchio “Nougatine” con immagine nei colori rosso, verde, nero fu depositato nel dicembre 1922 a Torino dalla ditta IDEA - Industria Dolciumi e Affini - fondata dagli uomini di Gualino nel 1921.
Stabilimento UNICA - cartolina 1929
Le sorti dell’impero di GUALINO, per la sua opposizione al fascismo e forse per azzardi finanziari, volgono al peggio agli inizi degli Anni Trenta del Novecento: l’imprenditore viene spedito al confino (1931) e la UNICA passa alla Banca d’Italia, che ne risolve le sorti attraverso la fusione con la VENCHI, sotto la guida di Gobbi.
Nel 1934 le due più grandi aziende dolciarie torinesi si uniscono così in un unico
marchio - VENCHI UNICA - nello stabilimento di corso Francia.
Nel 1938 i capannoni della ex VENCHI in corso Regina Margherita passano al Demanio statale come Opificio Militare per fabbricare calzature ed altri oggetti in cuoio : ciò che resta dell’antico splendore architettonico firmato Pietro Fenoglio è ancora visibile oggi.
Fino al 1954 sarà GOBBI, torinese tutto d’un pezzo, a gestire la
VENCHI UNICA.
Ex VENCHI UNICA oggi
Gli anni ’30 portano grande innovazione nel mondo
dell’ ARTE CIOCCOLATIERA :
la UNICA già nel 1931 produce i primi “mini-gianduiotti”, come testimonia un catalogo
dell’epoca, mentre qualche anno più tardi la VENCHI UNICA distribuisce sul mercato
le innovative tavolette ripiene, con il marchio “Praletta” (tavoletta + pralina).
Anche le UOVA di PASQUA con sorpresa (1927 circa) diventano un regalo popolare tra gli italiani, mentre i grandi cartellonisti dell’epoca, in stile futurista, impreziosiscono la pubblicità aziendale: Fortunato Depero, Marcello Dudovich, Francesco Seneca, Leonetto Cappiello e Severo Pozzati.
PASQUA UNICA 1940 - UOVA SORPRESA cioccolato TALMONE
UOVA di PASQUA a TORINO nell’arte di Marisa MANIS
BUONA PASQUA 2021 ancora all’insegna del COVID-19 e
della preziosa MASCHERINA …
AUGURI A TUTTI !!
Rif. articolo PASSIONE nell’ARTE – sez. Storie
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