Questa è l'Italia del futuro
Un paese di musichette mentre fuori c'è la morte
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell'hype
Non si vendono più i dischi, tanto c'è Spotify
Riapriamo gli stadi, ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Willie PEYOTE – Mai dire mai (La Locura)
Il COVID-19 ci sta uccidendo … fisicamente e psicologicamente …
Giro in mascherina e SBADIGLIO … FAME di OSSIGENO
SBADIGLIARE vuol dire aumentare la quantità di OSSIGENO
nell’organismo, favorisce la circolazione e lo scambio respiratorio
tra il corpo e l’ambiente.
Lo SBADIGLIO è uno stiramento che risveglia la totalità del nostro essere e libera un po’ di tensione dal corpo. Dura mediamente sei secondi. Attiva la circolazione e rilassa i muscoli.
Attraverso lo SBADIGLIO inghiottiamo una grande quantità di aria in un solo colpo, apportando ossigeno al sangue e stimolando l’attività delle nostre cellule, così da produrre energia da usare come carburante, per compensare una carenza energetica.
L’aumento dell’ OSSIGENO nel sangue inibisce la mente “razionale”
liberando così le capacità più intuitive e creative che stanno dietro
a ogni colpo di genio.
Lo SBADIGLIO aumenta le capacità percettive calmando il dolore e galvanizzando i sensori del piacere.
FAME d’ARIA … AFFANNO … DISPNEA
La DISPNEA - percezione di una RESPIRAZIONE DIFFICOLTOSA - è un sintomo comune a moltissime malattie cardiache, vascolari, polmonari, ematologiche o muscolari/neuromuscolari. Si tratta quindi di patologie che interferiscono a diversi livelli (polmone, cuore, vasi, sangue) con il trasporto dell’ OSSIGENO dall’aria dell'ambiente alle cellule dell’organismo, che lo utilizzano come combustibile.
Le mutazioni del CORONAVIRUS
Quante varianti stanno circolando in Italia?
< Almeno cinque — risponde Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma — e quasi tutte hanno la mutazione sul gene che produce la proteina Spike usata dal virus per agganciarsi alle cellule umane. La variante cosiddetta inglese, la brasiliana, la sudafricana, una quarta sequenziata a Napoli, identificata per la prima volta in Nigeria. A Viggiù, in Lombardia, è stata sequenziata una variante scozzese. In un lavoro pubblicato su Lancet Infectious Disease, col virologo Arnaldo Caruso, abbiamo descritto un nuovo ceppo trovato a Brescia in un paziente oncologico che è poi guarito dal Covid. Questo episodio è interessante perché sarebbe la dimostrazione che il virus si è evoluto all’interno della persona infettata ed è cambiato >
La pandemia ci costringe a passare più tempo in casa …
stop a COMPUTER e TV … mi fiondo ai FORNELLI !!
FAME VERA & RICETTE GOLOSE
MAMMOLA – CARCIOFO ROMANESCO
Pulire i carciofi separando testa e gambo. Preparare il condimento da mettere all’interno delle teste a base di gambi tagliuzzati, aglio, mentuccia, olio, sale e pepe.
Spolverare leggermente con pane grattugiato dorato. Cuocere in casseruola con olio e un filo di acqua. Chiudere con coperchio.
QUAGLIE “spadellate” con olive nere
Pulire accuratamente le quaglie e lavarle con vino rosso. Preparare il condimento da mettere all’interno a base di salvia, striscette di ventresca stagionata, sale e pepe. Chiudere con uno stecchino. Rosolare in olio con salvia . Sfumare con vino e aggiungere olive nere.
FARAONA prosciutto e olive verdi
Rosolare la carne in pezzi salata e pepata in olio e cipolla. Sfumare con vino bianco e completare la cottura con aggiunta di olive verdi e striscette di prosciutto. La ricetta è ottima con il FAGIANO.
SPAGHETTONI alici, capperi e finocchietto
Far rosolare nell’olio aglio e capperi tritati. Aggiungere alici fresche sfilettate e finocchietto. Unire gli spaghettoni bolliti e completare con un trito di finocchietto fresco.
AGNELLO sardo alla romana – acciuga, rosmarino e aceto
Dopo aver rosolato l’agnello in pezzi in olio con aglio, rosmarino, sale e pepe e fatto evaporare il vino della sfumatura, a metà cottura si aggiunge un appetitoso battuto di aglietto, rosmarino fresco e acciuga con una schizzata di aceto.
ANATRA con medaglioni di rigaglie
Rosolare l’anatra salata e pepata … sfumare con vino bianco e lasciar cuocere.
Tagliare a pezzetti le rigaglie (fegato, cuore e maghetto) e farle rosolare in olio con aglio e finocchio selvatico.
Schiacciare le patate bollite e sbucciate, aggiungere sale, uovo sbattuto e le rigaglie cucinate.
Formare piccoli medaglioni da posizionare in teglia con carta da forno cosparsa di pangrattato. Completare con una spolverata di pangrattato dorato.
rigàglia (region. regàglia) s. f. [prob. lat. regalia (neutro pl. sostantivato di regalis «da re, degno di un re»), nel senso di «bocconi da re». – 1. Al plur., le interiora del pollo e di altri volatili commestibili (fegato, cuore, ventriglio, granelli, ecc., a cui si unisce anche la cresta): rigaglie di gallina, di piccione; riso con le r., riso in brodo con rigaglie di pollo; cibreo di rigaglie (v. cibreo).
DELIZIE fuoriporta !!
PORCHETTA di Ficulle (TR) : finocchio selvatico e forno a legna !!
TORTA di PASQUA al FORMAGGIO – MARGOTTINI – FABRO SCALO (TR)
COLOMBELLE SAPORI – SIENA
COLOMBA Fichi e Noci - MARGOTTINI – FABRO SCALO (TR) & COLOMBELLA
di cioccolato fondente con mandorle caramellate e fave di cacao -
SAPORI 1832
NOVI FONDENTENERO – Il NOCCIOLATO di PASQUA
INSETTI con GUSTO
BARRETTA ENERGETICA a base di LOCUSTE … il cibo del futuro !!
Locuste commestibili, in Israele disponibili precotte o in barrette anche on-line.
Stiamo sentendo parlare negli ultimi mesi sempre più spesso di “invasioni di locuste”. La massa di questi insetti volanti che si riversano soprattutto nei campi coltivati in diverse regioni della Terra, soprattutto dell’Africa centro equatoriale e del sud-est asiatico, è davvero enorme e si parla a volte di sciami di centinaia di miliardi di singoli esemplari.
Una piccola azienda israeliana sta pensando, almeno in certo senso, di approfittare di queste “invasioni” rendendo le stesse LOCUSTE una scelta alimentare, tra l’altro sostenibile.
L’azienda ha una grossa fattoria nelle alture del Golan e, dove un tempo si allevavano centinaia di polli, ora sono presenti migliaia di locuste. Queste ultime, inserite in gabbie a maglie molto strette in modo che non possano scappare, vengono alimentate con scarti di colture di grano. Dopo tre mesi di vita vengono uccise e cotte nei forni, come spiega il direttore generale della Hargol Foodtech alla AFP.
Le cavallette poi si possono consumare intere oppure in polvere. Diversi prodotti, come barrette energetiche fatte di “farina” di locuste oppure vasetti ripieni di locuste intere precotte, si possono già acquistare sul sito di Biblical Protein, uno shop on-line israeliano incentrato sui prodotti derivati da questi insetti.
La regione di Israele stessa è stata già in passato martoriata da invasioni di locuste e quindi gli stessi israeliani conoscono benissimo questo insetto.
L’azienda è stata fondata sei anni fa ed è sostanzialmente la prima al mondo che alleva cavallette con propositi commerciali. L’obiettivo è quello di fornire alla popolazione “una fonte di proteine più sana e sostenibile”.
In un’epoca come questa, dove gli esseri umani trovano sempre più difficoltà per quanto riguarda la sfida dell’approvvigionamento alimentare e con una popolazione che dovrebbe arrivare presto, tra qualche decennio, a dieci miliardi di esseri umani, trovare fonti alternative alimentari che non scarseggino in termini di proteine è fondamentale.
FRITTO MISTO …
LUMACHE secondo tradizione …
RIGATELLE al Chianti in Toscana con soffritto di cipolla, sedano, carota, prezzemolo, salsiccia e acciuga. Aggiungere quindi concentrato di pomodoro e coprire con il vino rosso. Quando il sugo si sarà ritirato aggiungere la passata di pomodoro e un bicchiere d'acqua. Aggiustare con sale, pepe e peperoncino. Servire con fette di pane toscano fresco.
LUMACHE di San Giovanni o “alla romana”
In un tegame mettere a rosolare l’aglio con un filo d’olio. Unire le acciughe, quindi aggiungere i pomodori pelati, il peperoncino tagliuzzato, le foglie di mentuccia. Aggiustare di sale.
LUMACHE al PIZZICO – Festa di San Luigi alla Taverna del Barbacane
– Terziere Casalino a Città della Pieve.
Rosolare in olio extravergine di oliva con aglio e cipolla il battuto di ventresca di maiale stagionata con tutti gli “odori”, immancabili mentuccia e finocchio selvatico. Sfumare con vino rosso e aggiungere pomodori pelati, peperoncino e sale q.b. Indispensabile il pane toscano a fette per raccogliere il gustoso intingolo e gli stecchini per togliere le lumache dal guscio … slurppp !!
CONFETTI CARAMELLE CACAO CIOCCOLATO BISCOTTI a
TORINO
UNICA nasce nel 1924 dalla fusione di 6 ditte:
Michele Talmone , Moriondo e Gariglio, Fabbriche Riunite Galatine
Biscuits e Affini, Dora Biscuit, Idea e Ferdinando Bonatti.
TALMONE - Latta cacao solubile DUE VECCHI
Nel 1934 la Unica si fuse con la Venchi dando origine alla VENCHI-UNICA.
CAROSELLO pubblicitario prodotti Cioccolato Talbon, Crema da spalmare
Talcremita, Merende Talmone, Talblanco, Wafer Talbonita per la
marca VENCHI UNICA. Anni di messa in onda: 1967-1969.
Serie animata ambientata in un paese messicano.
El Merendero è un pappagallo che porta i biscotti e le merendine
Talmone. Ma c'è anche un altro protagonista, ossia Miguel.
Tutti gli episodi sono narrati attraverso una canzoncina, quasi una cantilena, il cui testo varia per descrivere le differenti situazioni. Romano Bertola è l'ideatore dei personaggi ma ha anche scritto la canzone, cantata dal gruppo dei Los Gildos, tre ragazzi torinesi scoperti dallo stesso Bertola che è anche colui che presta la voce al personaggio di Miguel quando dice "Miguel son mi".
Una curiosità: la musica era stata originariamente scritta da Bertola per la carta carbone Pelikan, ma alla ditta non piacque. Qualche anno dopo fu ripresa, con testo nuovo per El Merendero. La serie è andata in onda dal 1967 al 1969 per poi essere ripresa nel 1973 in Miguel son mi.
TORINO - Impianti sportivi Pozzo Maina, già VENCHI UNICA
Sull'area compresa tra via Monte Ortigara, via Luigi Ferdinando Marsigli e via Sagra di San Michele sorgeva il campo sportivo della Venchi Unica, con annessi una tettoia e due bassi fabbricati adibiti a ufficio e dopolavoro. Costruzione: 1939
L'impianto fu parzialmente distrutto durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Risale al 1980 il rifacimento su progetto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torino della Polisportiva pensata principalmente per l’atletica: all’interno dell’anello della pista a quattro corsie vi erano pedane per il salto in alto e in lungo.
Nel 1992 l'impianto è stato dato in concessione a due società calcistiche : la Pino Maina (fondata nel 1949) e la Pozzostrada (1974).
Due anni dopo, a causa di difficoltà legate alla gestione del campo, le due società si sono unite nella A.S.D. PozzoMaina. La struttura polifunzionale sportiva è oggi costituita da un campo da calcio a undici e due campetti da calcio a cinque.
Giuseppe MAINA (Torino, 1908-1942) è stato un calciatore italiano. Fu uno dei grandi portieri della Storia granata.
Morì a 34 anni non ancora compiuti investito da un locomotore della tramvia Torino - Rivoli , proveniente da Rivoli, lungo l'attuale Corso Francia, mentre tornava a casa in bicicletta all'altezza del quartiere Pozzo Strada. In sua memoria nacque una squadra di calcio torinese, il Pino Maina dalla caratteristica maglia grigia.
Ha disputato nove campionati di Serie A, di cui cinque da titolare, dal 1931 al 1940, difendendo i pali del Torino, totalizzando 152 presenze in massima serie, 12 in Coppa Italia e 4 in Coppa dell'Europa Centrale, e vincendo la Coppa Italia 1935-1936.
Il nome MAINA è legato alla PASTICCERIA :
da INDUSTRIA DOLCIARIA MAINA - TORINO
a MAINA PANETTONI - FOSSANO (Cuneo)
1964 - La Pasticceria a Torino
La storia di Maina è prima di tutto la storia di due famiglie: Di Gennaro, di origine pugliese, e Brandani, originaria della Toscana. A metà degli anni ’50, nel pieno del boom economico, la prima emigra dalla provincia di Foggia alla ricerca di lavoro e prospettive migliori a Torino. Qui, nel 1964, rileva il piccolo laboratorio artigianale di pasticceria Maina, dove, grazie all'esperienza e all'abilità dei maestri pasticceri, vengono quotidianamente sfornate mille prelibatezze: pan di Spagna, brioches, croissants, amaretti, savoiardi e panettoni.
Passa qualche anno e i destini della famiglia Di Gennaro si incrociano con quelli della famiglia Brandani, che si unisce all’attività.
1969 - La Specializzazione a Fossano
Dopo aver rilevato nel 1969 a Fossano (CN) un biscottificio ospitato in un ex convento, Maina rinnova le strutture e i macchinari e fa una scelta coraggiosa: ridurre i numerosi articoli realizzati e specializzarsi solo nella produzione di paste lievitate da ricorrenza, puntando quindi su poche referenze (panettoni e colombe) ad alta tecnologia di produzione e di qualità superiore. L’intento è, infatti, quello di concentrarsi su alcuni dolci e realizzarli con una qualità senza uguali, all’interno di una struttura moderna e agile.
Dallo Sviluppo strutturale degli impianti produttivi in frazione Tagliata di Fossano (1974) all’ Innovazione (1984) con il centro automatico d’impasto, autentica rivoluzione tecnologica per la produzione di prodotti da forno.
Nel 1989 Maina diventa la prima azienda non localizzata nel Nord-Est a produrre il pandoro.
2014 - L’espansione
In concomitanza con il cinquantesimo anniversario dell’azienda, partono i lavori di ampliamento della sede e potenziamento delle linee produttive. L’intervento, ad opera dell’architetto Gianni Arnaudo, ha richiesto un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro ed ha completamente cambiato volto all’azienda rendendola un’opera di design artistico unica, oggetto di molti riconoscimenti nel mondo dell’architettura internazionale.
MAINA - Il Gran Panettone
Panettone morbido, ricco di profumati canditi e dolcissima uvetta sultanina, deve la sua eccellenza all’impasto lievitato naturalmente per oltre due giorni con puro Lievito Madre naturale e al lento raffreddamento a testa in giù per più di 8 ore.
Conquista gli amanti delle tradizioni e della genuinità.
WAMAR è una storica azienda dolciaria torinese il cui nome è l'acronimo delle iniziali del suo fondatore, il commendator Walter Marchisio.
Fu fondata il 16 maggio 1922 come Società Italiana Wafers e affini di Marchisio & C. Laboratorio artigianale di pasticceria, passò rapidamente alla produzione industriale di wafers, frollini, biscotti secchi e fette biscottate (il famoso Biscotto Salute) trasferendo negli anni Trenta la propria sede dalla via Susa a via Parella, in zona Barriera di Milano. Il 28 ottobre 1927 la ragione sociale era mutata in Biscotti Wamar Marchisio & C.
La nuova sede andò ad occupare parte del complesso industriale del cotonificio Hofmann (che già nel 1911 impiegava 432 dipendenti). In questi anni di grande sviluppo il complesso industriale occupava una superficie di 23.000 metri quadri raggiungendo una produzione giornaliera di 500 quintali di “prodotti da forno”.
Sul modello di sviluppo delle più avanzate realtà industriali europee ed americane, la fabbrica era dotata di un refettorio e di una sala medica, nonché di una “camera per l'allattamento” a disposizione delle lavoratrici madri, essendo in atto una campagna demografica da parte del regime fascista. Un regime che, seppur non democratico, adottò provvedimenti normativi a favore dei lavoratori. Gli archivi dell'Istituto Luce ci forniscono immagini propagandistiche di un ambiente li lavoro ordinato, e ben organizzato .
Lo storico marchio WAMAR venne rilevato dalla società torinese DESCO S.p.A.
(oggi MONVISO S.r.l. di Andezeno) che dalla seconda metà degli anni Ottanta
aveva raccolto il testimone della produzione del tipico Biscotto Salute assorbendo le più
qualificate maestranze dell'azienda in crisi.
Rif. articolo PASQUA : PASSIONE & SORPRESA nella sez. Cibo e Arte
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