“MANGIARE CON GLI OCCHI” :
la relazione tra COLORE & GUSTO degli alimenti
Giovanni Rana si tinge di ROSA.
Quattro novità di RAVIOLI per omaggiare il Giro d’Italia
Lo storico pastificio Giovanni Rana è pasta ufficiale del
Giro d’Italia 2021.
Proprio come la maglia più ambita dai ciclisti, anche le nuove referenze si tingono di rosa. E compiono un viaggio culinario da Nord a Sud, ripercorrendo i piatti tipici della tradizione italiana.
Per l’occasione, nasce una nuova edizione limitata che conta quattro proposte:
Ravioli con ripieno alla CARBONARA, per omaggiare la cucina romana;
Ravioli con ripieno di OSSOBUCO e RISOTTO allo ZAFFERANO, un’accoppiata innovativa che dà spazio alla tradizione milanese;
Ravioli con ripieno di BACCALA’ MANTECATO, per ricordare la vocazione cosmopolita e la creatività gastronomica dei marinai veneti;
Ravioli con ripieno alla NORMA, che riuniscono i sapori della Sicilia e del Mediterraneo.
La linea Rana – Giro d’Italia è anche solidale: per ogni referenza acquistata, il pastificio donerà una confezione di pasta fresca ripiena a Banco alimentare, che si interfaccerà con le strutture caritative presenti su tutto il territorio italiano.
OSSOBUCO alla milanese con RISOTTO allo ZAFFERANO
MANTECATO di BACCALA’
SPAGHETTI alla CARBONARA
PASTA alla NORMA
FOCACCIA del DUCA e PIZZA alla NORMA - Pizzeria Trattoria “DUCA centodue” a Torino
Il mio RISOTTO allo ZAFFERANO con “Il Croco di Pietro Perugino -
Zafferano di Città della Pieve”
Giusta Dose & Arte - Casa dello Zafferano a Città della Pieve
Opera a cura del Maestro GOBBINI
Rif. articolo Lo ZAFFERANO di Gianfranco GOBBINI nella sez. Artisti
La mia AMATRICIANA
TAGLIOLINI al TARTUFO NERO ESTIVO e PICI CACIO e PEPE - Trattoria Bruno Coppetta a Città della Pieve
PECORINO di PIENZA e “SMORFIOSA” RAVAZZI :
incontro perfetto all’Osteria Baccus di Pienza !!
Il nuovo bianco dal gusto di Martina RAVAZZI e pecorino fresco MONACI
Smorfiosa è un blend di uve toscane e Viogner.
Note di degustazione
Colore: giallo paglierino con riflessi verdognoli.
Aroma: Naso delicato, esprime grande freschezza con sentori di albicocca e pesca impreziositi da richiami floreali..
Gusto: Al palato é fresco e sapido, mediamente corposo, equilibrato ed armonico in persistenza..
Ravazzi lo consiglia con: antipasti leggeri e piatti di pesce.
La mia ANATRA all’arancia
Il mio CINGHIALE in salmì
MARINATA .
3 bicchieri di VINO ROSSO e ½ bicchiere di ACETO
AGLIO e CIPOLLA, SEDANO e PREZZEMOLO, SALVIA e ROSMARINO, PEPE e GINEPRO in grani schiacciati, ALLORO
Portare il tutto all’ebollizione e lasciar raffreddare . Immergere i pezzi di carne precedentemente lavati in acqua fredda nella MARINATA e lasciare a riposo in frigorifero per 24 ore.
Togliere la CARNE dalla marinata e tagliare a pezzi piccoli.
VINO e AROMI della MARINATA da gettare via.
Far rosolare i pezzetti di CINGHIALE in olio di oliva con AGLIO e CIPOLLA, SALVIA e ROSMARINO, GINEPRO in grani schiacciati, ALLORO, sale e pepe, PEPERONCINO.
Sfumare con VINO ROSSO e completare la cottura ... slurppp !!!
CUCINA MARINARA : Osteria Cristian’s a San Vincenzo (Livorno)
ALICI alla povera con cipolle di Tropea
ORECCHIETTE con PESCE SPADA agli agrumi
ALICI fritte
Ristorante Pizzeria ZERO7CINQUE LAGO - San Feliciano (Magione) – Lago Trasimeno
PESCE di MARE : non solo PADELLATA !!
CIBO : COLORE & GUSTO
Fin dall'antichità è stata fondamentale l' ARTE di APPARECCHIARE, cioè di presentare pietanze e tavole allestite con particolare attenzione alle forme e ai colori impiegati.
Nell'epoca della Roma imperiale le tavole venivano agghindate con tovaglie colorate, su cui si adagiavano in bella mostra piatti lavorati in oro, argento e pietre preziose.
Nel Medioevo l'aggiunta di ingredienti colorati era fatta per esaltare
il sapore stesso di un cibo.
I colori avevano grande importanza nella composizione del cibo medievale : per un piatto BIANCO il cuoco abbinava riso, mandorle o carne di pollo, mentre perun piatto GIALLO usava tuorli d'uovo e zafferano. Le salse poi, che servivano per ravvivare o correggere il gusto delle vivande, venivano preparate con svariati colori e servite in diverse ciotole, le une accanto alle altre. Il commensale sceglieva la salsa più in base al colore manifesto che al sapore presunto.
La tavolozza dei cuochi medievali era formata da COLORI NATURALI ottenuti da
bietole, spinaci, prezzemolo e basilico, o da spezie come cannella,
zafferano, o ancora da frutti come uva nera, more, uva passa,
prugne.
Per la composizione di vivande d'effetto i cuochi "artisti" non disdegnavano l'uso di coloranti "artificiali". Troviamo così il succo del legno di sandalo che dava un colore ROSA ANTICO, o la radice di alcanna dal colore ROSSO LUMINOSO che sapientemente usati modulavano dei rossi che arrivavano al violaceo e al blu.
Nel Medioevo, oltre al COLORE, aveva notevole importanza anche la FORMA dei cibi. Erano amati quelli che riproducevano linee realmente esistenti e rassicuranti, come per esempio torte e pasticci modellati a forma di ferro di cavallo, anello o lettera dell'alfabeto.
Ancor più nel periodo rinascimentale la presentazione dei cibi fu ulteriormente impreziosita con l'inserimento di stoviglieria realizzata con materiali in vetro o maiolica. E a volte la mensa veniva arricchita addirittura con la creazione di macchine e strumenti inizialmente pensati per le scene teatrali (si citano alcune realizzazioni anche di Leonardo da Vinci). Infatti, succedeva che durante i banchetti scenografie a tema apparivano e scomparivano dal pavimento, con il duplice scopo di stupire i convitati ed esaltare il prestigio del padrone di casa.
Anche durante l'Ottocento questa necessità di dare grande importanza ai COLORI di cibi e tavole imbandite veniva ancora particolarmente sottolineata. Ve ne è una prova tangibile nei passi del Grande dizionario di cucina di Dumas.
L'instancabile inventiva umana mescola, trasforma e decora gli alimenti con passione e talento, e fa passare attraverso gli occhi anche il cibo, tramutando semplici ingredienti in opere d'arte.
Cosa avviene nella nostra mente quando vediamo un piatto fumante di pasta al ragù o al pomodoro? Cos'è che ci fa sentire "abbracciati da un senso di affetto" quando sorseggiamo una tazza di cioccolata calda?
Il COLORE di un alimento o di un cibo indubbiamente influenza la
nostra mente.
E vedendo un cibo spesso noi lo giudichiamo anche in base al suo colore. La tinta costituisce un forte ascendente nella percezione del gusto, e in tutte le cucine del mondo cuochi famosi, come casalinghe sconosciute, hanno sempre aggiunto ingredienti colorati per esaltare e dare maggiore importanza alle loro ricette.
Sappiamo che già Platone sintetizzava il rapporto colore-natura, mettendo in relazione le tinte cromatiche ai quattro elementi fondamentali: ROSSO-fuoco, GIALLO-aria, VERDE-boschi e animali, BLU-notte e acqua.
Le intuizioni di Platone sono state recentemente dimostrate dalle ricerche nel campo delle percezioni sensoriali da studi psicologici mirati, in cui si è evidenziato come attraverso la percezione visiva del colore e la sua penetrazione a livello fisico corporeo tramite il medium del cibo noi attuiamo una sorta di transfert verso l'interno del nostro corpo delle qualità e delle valenze simboliche ed emozionali che a quel colore sono connesse.
Certamente le nostre papille gustative vengono sollecitate dai profumi che indicano il gusto di ciò che assaporeremo, ma anche la vista ha un ruolo importante sull'identificazione di un cibo.
Il colore è il primo elemento che ci colpisce, e la tinta di un alimento rivela forti influenze nella percezione del gusto, sia quando vi è naturalmente contenuta, sia quando è aggiunta, o quando derivi da processi di cottura e conservazione.
Nella tradizione cinese con i COLORI si classificano anche i sapori:
il ROSSO per l'amaro, il GIALLO per il dolce, il BIANCO per il
piccante, il NERO per il salato, il VERDE per l'acido.
Le testimonianze della tradizione alimentare occidentale e del mediterraneo rivelano, invece, come i cibi più importanti dal punto di vista nutritivo e gustativo fossero quelli delle feste e delle occasioni eccezionali. Questi cibi erano prevalentemente di colore BIANCO o ROSSO, o di sfumature che comunque riconducevano a queste due tonalità di colore. La percezione più positiva avveniva quando nei pasti si combinavano assieme i due generi di colore.
Così i cibi che ricevevano la migliore accoglienza erano quelli evocati dalla tradizione orale, che simboleggiavano abbondanza e prosperità, ed erano il BIANCO della pasta o del pane accompagnato dal ROSSO del vino e delle carni vaccine o suine.
Questi erano i COLORI delle persone ben nutrite e in buona salute.
È stato riconosciuto come certi colori assumevano una connotazione positiva in virtù del loro rappresentare elementi primordiali, essenziali e indispensabili alla vita come sole, luce e acqua.
È anche per queste ragioni che, a partire dal Settecento, alimenti come pomodoro e peperoncino si diffusero sulle tavole italiane ed europee.
Capitava però che spesso soprattutto nelle comunità agricole, ci fosse una certa ritrosia al consumo delle pietanze e degli alimenti di colore VERDE, perché i contadini identificavano in quei cibi e in quella monotonia cromatica del pasto quotidiano la loro povertà alimentare fatta di piatti a base di verdure ed erbe.
Maggiormente evidente appare invece la diffidenza verso gli alimenti di colore NERO, tono associato alla morte, al lutto, al colore della fame. I pani integrali scuri, nonostante il loro valore dietetico, trovavano scarsa fortuna, come l'olio nero o scuro ottenuto da olive male conservate e prodotto con procedimenti arcaici. L'unica eccezione era rappresentata dal caffè, perché, data la sua presenza sulle tavole dei ricchi, era altresì molto apprezzato e andò a rappresentare una delle bevande più desiderate dai ceti meno benestanti. (www.taccuinigastrosofici.it )
RE NERO CAFFE’ – il luogo ideale per gustare una buona tazzina di caffè e una
croccante SFOGLIATELLA RICCIA napoletana nel corso dello shopping al Torino
Outlet Village a Settimo Torinese !!
CALAMARATA con TOTANI
TROFIE al PESTO con patate e fagiolini
FUSILLI 5 COLORI con salsa rustica al pomodoro
Pasta di semola di grano duro con curcuma, spinaci, bietola rossa, nero di seppia.
La salsa al pomodoro è ottenuta con un soffritto di sedano e cipolla in olio extra vergine di oliva con l'aggiunta di pomodori pelati, sale, peperoncino e foglie di basilico. Parmigiano grattugiato a piacere.
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