L’ ULIVO più vecchio del mondo si trova nel villaggio di Vouves - comune di Kolymvarinella nella regione di Chania a CRETA. Produce ancora OLIVE e si stima che abbia almeno 3000 anni.
Le principali varietà di ULIVI presenti sull’isola sono la Tsounati, la Koroneiki, la Mavrelia e la Chondrolia.
OLIO d’OLIVA : BENESSERE e LONGEVITA’
Esaminando i risultati delle molte indagini condotte sulla popolazione dell’isola di Creta Ancel Keys ha potuto notare che i centenari erano particolarmente frequenti tra i contadini e che la loro colazione fosse spesso costituita giusto da un bicchiere d’olio d’oliva.
Nell’area di KATO ZAKROS il più rinomato OLIO D’OLIVA di CRETA
L’olivicultura e la produzione di olio evo sono legate a Zakros da più di 3500 anni.
Nel 1901 la Scuola Britannica Archeologica ad Atene fece i primi scavi organizzati, diretti da D. G. Hogarth, portando alla luce due case e un deposito distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1961 Nikolaos Platon riprese gli scavi con il finanziamento degli Americani L. e H. Pomerance rivelando il palazzo minoico e la città intorno ad esso.
Questo sito ha fruttato molte tavolette d'argilla con iscrizioni in Lineare A. Un antico labirinto è stato scoperto in questo sito simile a quelli di Cnosso e Festo.
Kato Zakros era un porto di grande importanza all’epoca e le navi partivano per scambiare materie prime e prodotti agricoli con Cipro, l’Egitto ed il Medio Oriente. Durante gli scavi furono trovati un piatto con olive conservate e un mulino di pietra utilizzato per la produzione di olio d’oliva.
Palazzo di ZAKROS – Sul lato nord del cortile centrale le CUCINE del Palazzo, le prime identificate come tali tra tutti i siti cretesi. Ossi, pentole e utensili sono stati trovati sparsi in giro, anche nell’adiacente ripostiglio o dispensa. L’ala sud dedicata ai LABORATORI per fabbri, lapidari, ceramisti e addirittura profumieri , forse provenienti dall’Egitto. Il POZZO che serviva questa area contiene ancora ACQUA POTABILE …
accanto è stata trovata una ciotola per offerte votive piena di OLIVE, preservate nell’acqua. Platon e la sua squadra mangiarono le olive di 3500 anni fa, raggrinzite subito al contatto con l’aria, affermando che sembravano fresche come quelle delle taverne vicine …
OLIVE CRETESI
ARCHEOLOGIA: CIVILTA' CRETESE, SCOPERTI I MENU'
DI MINOSSE - Studiosi hanno ricostruito l'alimentazione
di 3600 anni fa
Formaggi agli aromi, spuntini di olive e latticini di capra, 'paximadia' (tozzetti di pane di farro, seccato due volte nel forno), minestre di mandorle e pistacchi, prosciutto profumato al sambuco: erano alcune delle pietanze presenti a Creta già' all'epoca in cui nacque la tradizione orale del leggendario re Minosse (1600-1100 avanti Cristo).
Un'analisi sistematica dei residui organici rimasti nei reperti archeologici ha permesso di riscoprire l'alimentazione degli antichi abitanti dell'Egeo prima dell'arrivo dei Greci. Ad individuare con precisione gli alimenti base della civiltà' cretese e' stato un gruppo di archeologi, guidati dal professor Yannis Tzedakis, direttore generale delle Antichità' in Grecia, autore di uno studio da poco pubblicato in edizione scientifica ad Atene.
Minoici e Micenei, antenati di Omero, non erano grandi consumatori di carne, essendo prevalentemente vegetariani.
Utilizzavano tuberi, legumi e spezie ora dimenticati: dal misterioso cipero alle più' note olive, dall'uva ai fichi, ai legumi, fino alle pere e alle erbe come il dittamo, dalle proprietà' afrodisiache, il coriandolo, il sambuco, l'origano, il terebinto e la ruta.
PITHOI – Knossos
Il pithos (plurale pithoi) è una giara di grandi dimensioni e forma caratteristica per immagazzinamento, utilizzata principalmente per cereali, semi, vino e olio.
E' attraverso le analisi scientifiche dei residui alimentari presenti in anfore, pithoi, tripodi da cucina, pentole, piatti e coppe d'argilla, che l'equipe guidata dal professor Tzedakis ha individuato i possibili ingredienti di bevande e cibi consumati alla tavola di Minosse.
Così e' stato scoperto che la RETSINA, il vino aromatico conservato in botti spalmate al loro interno di resina di pino, era presente a Creta già 3500 anni fa; che i MEZE’, spuntini di olive e formaggio, che si possono gustare oggi nei caffè' di tutta la Grecia, erano molto apprezzati anche dai Micenei. (adnkronos.com)
MEZE - MEZEDES
L' OLIO d’OLIVA era un componente chiave dell''alimentazione minoica, della sua economia e della sua vita quotidiana. I ritrovamenti di alcune case antiche (1600 a.C.) a Rethymno Hamalevri hanno portato alla luce un gran numero di noccioli d'oliva triturati.
Al giorno d’oggi il più grande uliveto del Mediterraneo si trova a
Rethymno.
Nei tempi antichi i cretesi mangiavano pochissima carne, utilizzata tradizionalmente solo per i sacrifici. Negli scavi sono state rinvenute ossa appartenenti a pecore, maiali, bovini, cervi e camosci.
I minoici mangiavano molti LEGUMI, consumati quotidianamente, e raramente mangiavano pesce, cosa che può sorprendere, essendo Creta un’isola!
Né durante il periodo minoico né ora i cretesi gradiscono i frutti di mare.
I cretesi antichi avevano una predilezione per i legumi, i tuberi e gli aromi vari. Piatti tipici erano, per esempio, fagioli secchi con carciofi e aceto, fave con cipolle e timo, asparagi, etc.
Dai siti archeologici è stato possibile raccogliere informazioni su molte spezie che vengono ancora utilizzate, ad esempio coriandolo, cumino, finocchio, sesamo, sedano, menta e crescione.
MIELE VINO FRUMENTO ORZO
Il Cretesi hanno mantenuto la loro dieta tradizionale anche dopo l’arrivo dei Romani, che hanno cambiato le abitudini alimentari in tutto il Mediterraneo.
Secondo ricerche scientifiche e analisi statistiche condotte fin dal
1960, l’alimentazione e la dieta cretesi favoriscono la salute e la
longevità.
Anfora KORONIOS realizzata nella regione di Thrapsano 350 anni fa. Il nome è dovuto alle scanalature circonferenziali dalla base alla sommità nelle quali si versava acqua per evitare che le formiche salissero e “rubassero” i semi (cereali) in essa conservati – Spiaggia di MALIA
GEITONIA MALIA – Cretan Creative Cuisine
Punto di forza il forno a legna … ottima la pagnotta scura di pane in tavola avvolta nella tela tradizionale a colori …
Edificio della vecchia scuola … la storia raccontata nella tovaglietta di carta con lo stuzzichevole ed eccellente menu … due stanze per i ricordi della tradizione, dagli abiti al telaio, vecchie foto, la cucina …
Ottima la moussaka vegetariana con patate, zucchine, melanzane, feta e besciamella.
Mi lascio tentare anche dalla gemistà , piatto della cucina greca realizzato riempiendo abitualmente pomodori e peperoni maturi (rossi o verdi) con riso profumato all’aneto e spezie.
Kolokithokeftedes - Polpettine fritte di zucchine con feta e menta: ottime sia come antipasto sia come secondo piatto, da accompagnare con lo tzatziki . La classica salsa a base di yogurt greco con cetriolo fresco, aglio, olio d’oliva e altri aromi è sempre presente ed è servita con pane pita o con pane classico. Imperdibile.
Horiatiki - la vera insalata greca rustica a base di verdure, tipicamente pomodori maturi tagliati a fette grosse, cetrioli, peperoni verdi, cipolla rossa, una generosa dose di olive di Kalamata e feta, il formaggio tradizionale greco a base di latte di pecora e capra. Il tutto condito con buon olio, sale e origano.
Chtapodi (Polpo) alla griglia
Gustosissimo il polpo che viene lasciato seccare al sole per molte ore e poi grigliato con la sola aggiunta di origano e un pizzico di sale: il risultato è una crosta dura e un interno estremamente morbido e saporito.
GIROS di MAIALE , AGNELLO o POLLO … un classico per la PITA,
il tradizionale pane rotondo schiacciato !!
Gyros Pita - street food perfetto per il pranzo !!
La cottura della carne di maiale, agnello o pollo avviene su di uno spiedo verticale sul quale vengono infilzate – una sopra l'altra – delle fettine preventivamente marinate o condite con spezie e aromi. Lo spiedo rotea su sé stesso in prossimità di una griglia elettrica (o a gas) portata alla giusta temperatura. Una volta divenuto croccante, lo strato esterno viene tagliato in strisce sottili mediante un coltello elettrico per carne. Infine, lo gyros viene servito sulla pita (gyros pita) o avvolto in essa, con tzatziki (salsa a base yogurt) , pomodori, patatine e cipolla.
Il gyros trae origine dal kebab turco, conseguentemente alla lunga influenza nei Balcani dell'Impero ottomano.
Protagoniste della CUCINA CRETESE le carni di AGNELLO, CAPRA e
CONIGLIO
AGNELLO KLEFTIKO
L’aggettivo “kleftiko” significa letteralmente “rubato” e si riferisce ai clefti, nome con cui venivano chiamati i briganti greci che si opposero all’occupazione ottomana nel corso del diciottesimo e diciannovesimo secolo.
I clefti vivevano di furti per poter sopravvivere sulle montagne e cuocevano gli animali rubati in un buco scavato nel suolo, che veniva ricoperto di terra per evitare che il fumo o l’odore potesse tradire il loro nascondiglio.
Per praticità oggi si utilizza il forno, ma grazie alla cottura al cartoccio il principio rimane lo stesso! In questo modo, infatti, i succhi del cosciotto non si disperdono ma insaporiscono patate, pomodori, cipolle e feta che condividono insieme all’agnello una cottura prolungata e a bassa temperatura.
Il risultato è ottimo: il cartoccio, una volta aperto, sprigionerà un profumo intenso e delizioso e la carne si scioglierà letteralmente in bocca.
CAPRA o AGNELLO allo YOGURT
Questo piatto assembla due elementi tradizionali della cucina greca: la carne di agnello o capra e lo yogurt.
Fin dall’antichità la carne di agnello rappresenta una delle basi della gastronomia greca; dal sapore forte e deciso, ma abbastanza versatile tanto che i greci sono soliti consumarla abbinata a verdure e salse di vario tipo. Spesso è cucinata allo spiedo o al forno, stufata o bollita. Ottime anche le interiora dell’agnello, cucinate in vari modi.
Per quanto riguarda lo yogurt, in Grecia esso è prodotto in gran parte con latte di pecora. Ha un sapore forte ed è consumato da solo, insieme a miele, frutta secca, zucchero e marmellate, come salsa per la carne, aromatizzato con erbe, spezie e verdure. Nei piccoli villaggi greci, lo yogurt si vende ancora in terrine d’argilla o borse di pelle di capra.
Non deve quindi stupire l’abbinamento della carne d’agnello con lo yogurt!
AGNELLO in salsa al LIMONE con PISELLI, CARCIOFI, PATATE
Ottimo a Tzermihado – Altopiano di LASITHI
FORMAGGI e VERDURE sono i pilastri della tavola greca poiché
la carne tradizionalmente rappresenta un alimento di lusso.
I greci hanno una varietà incredibile di FORMAGGI. Si tratta di tipologie rustiche che utilizzano latte di capra e pecora e, meno, di vaccino.
Il formaggio Feta lo conosciamo tutti ma le tipologie di esso sono tante, dalle più delicate e cremose a quelle più salate e dure, più disponibili all’estero.
Saganaki è per antonomasia il formaggio fritto ma esiste anche di cozze e gamberetti (con salsa di pomodoro e formaggio). Una lievissima tempura, fatta anche di sola farina, viene messa sul formaggio che è scelto tra quelli a pasta semidura che non fondano del tutto. Si può utilizzare Feta, Kefalotyri (di latte di pecora e di capra, molto duro e salato, utilizzato anche da grattugiare sulla pasta), Graviera, Kefalograviera o Halloumi di Cipro. Il formaggio è fritto e poi servito con il limone.
Tra gli antipasti i Dolmades, le foglie di vite o di cavolo verza ripiene di riso;
gli Anthoi, fiori di zucchina ripieni;
Yigandes, i fagioli bianchi di Spagna cucinati in salsa di pomodoro e aneto.
I Mayireftà sono piatti preparati al mattino e lasciati a raffreddare a temperatura ambiente perché si insaporiscano.
Ne fanno parte anche lo Stifado (stufato cotto al forno con carne di coniglio o manzo, cipolle e pomodoro), il Kokkinistò (piatto di manzo o pollo cotti in salsa di pomodoro e con spezie dolci) e le Soutzoukakia (polpette piccanti in salsa di pomodoro).
Horta (verdura selvatica lessa)
PESCE FRITTO e alla GRIGLIA : sardine, polpo, calamari, gamberetti, mitili, orata …
ZUPPA di PESCE – KAKAVIA con patate, cipolla, succo di limone …
La ricetta è molto semplice. Preparazione dei pescatori, quando andavano a pesca e portavano con sé qualche patata, qualche cipolla, un poco di olio.
Il resto lo metteva il mare; con gli scarti del pescato, quello che non si poteva vendere, si preparava questo piatto in riva al mare, accendendo il fuoco e mettendo su una pentola.
Non è un piatto ricco, come forse potremmo credere ora che il pesce è sempre più scarso e sempre più caro e consumarlo forse indica un certo livello di capacità di consumo.
E’ un piatto povero, poverissimo, fatto per non intaccare il pesce che si poteva vendere.
KAKAVIA - Ho mangiato tre ZUPPE, di diversa ricetta … dalla cucina più povera con tanto brodo e pezzetti di pesce e verdura annegati alla cucina più ricca con brodo nella zuppiera e patate con tranci di pesce di vario genere a parte … da deliscare e tuffare nel gustoso brodo.
La ricetta più sofisticata ce l’hanno proposta a KATO ZAKROS : protagonista una pregiata cernia presentata per la cottura … che dire !! Comunque da leccarsi i baffi !!
Ottimo il CONIGLIO … mangiato 2 volte : stufato con cipolle !!
YOGURT e MIELE di TIMO - IRAKLIO
PANE dei MATRIMONI - in mostra a IRAKLIO
PANE dell’ EUCARESTIA - MONI KHRYSOSKALITISSA : Monastero della Vergine dello Scalino d’Oro
MONI KHRYSOSKALITISSA - Il monastero greco-ortodosso è costruito su un rilievo roccioso che domina da circa 35 metri di altezza il Mare Libico. E’ dedicato alla Santa Trinità ("Aghia Triada") e alla Dormizione di Maria ("Koimisis Theotokou"). La chiesa monastica, a navata unica e affacciata su una panoramica balconata, ospita un'antichissima icona mariana.
< La più antica iconografia dell'Assunzione è quella della Dormitio Virginis, intesa anche come Koimesis (sonno), pausatio (riposo), transitus (passaggio), depositio (seppellimento) e dies natalis (nascita al cielo), momenti ai quali seguono la resurrezione, l'elevazione al cielo e l'incoronazione > Antonino Bilardo.
L’ ASSUNZIONE di MARIA è una solennità celebrata il 15 agosto da tutte le
Chiese cristiane (cattolici, ortodossi e non solo) …
Per l'occasione MONI KHRYSOSKALITISSA è addobbato a festa …
bandiere e bandierine al vento … nella chiesa ghirlande di roselline …
I fedeli arrivano con grandi PANI che troviamo accatastati sugli scanni in chiesa …
< L’icona della Vergine Maria circondata da piante di basilico, in una chiesa che profuma come un orto, è forse l’immagine che meglio sintetizza il rapporto tra le erbe e il sacro che persiste, ancora oggi, tra le pieghe della spiritualità greco-ortodossa. Un legame che affonda le radici nel paganesimo mediterraneo, nella grande religione della Madre Terra, “domina herbarum”, madre di tutte le erbe.
Nella GRECIA più profonda è mantenuta l’usanza di impastare il cosiddetto “PANE della MADONNA” con le foglie del BASILICO benedetto, pianta legata alle antichissime deità della vegetazione. Quel “basilikòs” - “erba del re” - che la tradizione cristiana ha trasformato in “erba del Signore”, perché si crede spuntato da una goccia del sangue di Gesù crocifisso. Da Osiride a Gesù Cristo: lunga è la storia del “divino” basilico.
E’ nel cuore dell’estate, sotto il segno di Sirio, l’astro canicolare, che la Grecia rende omaggio alle “sue” dee cristianizzate, alle sue tante “Panaghie” (le Madonne greco-ortodosse). La ricorrenza più importante cade il 15 di agosto, giorno dedicato alla “Theotokos”, la Madre di Dio. Il digiuno imposto dalla Chiesa ortodossa per i primi quindici giorni del mese è interrotto da una grande agape gastronomica allestita fuori dai templi cristiani.
La capra bollita e il pane consacrato al basilico, il cosiddetto “ARTOKLASìA”, sono i protagonisti del banchetto mariano.
Tra canti e balli, il popolo greco ricorda così la sua Grande Madre “cristianizzata”.
A Itaca, l’8 di settembre, si festeggia la veneratissima Madonna di Katharà con un banchetto rituale a base di pane e formaggio, in omaggio alla cultura pastorale dell’isola.
Ancora oggi, in GRECIA, in occasione delle nozze, si depone sull’altare un pane
intrecciato a corona, il cosiddetto “GAMELIO”, che il pope benedice e
offre da mangiare agli sposi al termine della cerimonia in segno propiziatorio.
Impastato con MIELE e ZAFFERANO e cosparso di semi di sesamo, il “gamelio” è un vero e proprio inno alla fecondità. Il frutto delle api è legato a doppio filo alla sfera sessuale e al ciclo femminile. Il croco in epoca minoica era un fiore sacro alla Grande Madre, quindi simbolo della vita che si rigenera.
La polvere che si estrae dagli stimmi dello ZAFFERANO era ritenuta un potente afrodisiaco. Per i greci antichi, esso propiziava l’unione coniugale, tanto che la sua polvere veniva sparsa sul talamo nuziale la prima notte di nozze. Il dio Imeneo, protettore del matrimonio, era raffigurato ammantato di una cappa giallo zafferano.
Mentre i SEMI del SESAMO, onnipresenti nei dolci e nei pani cerimoniali della devozionalità greco-ortodossa e mediorientale, come tutti i semi erano legati alla sfera ctonia e quindi al potere germinativo di Madre Terra > (Ivana Tanga)
RACCOGLITORE di ZAFFERANO - Il 'Saffron Gatherer' o 'Blue Boy' è considerato uno dei primi affreschi del Palazzo di Cnosso. Neopalatian periodo (1700-1450 a.C.). Museo Archeologico di Heraklion - Crete, Grecia
A sud di IRAKLIO la regione del VINO … I VIGNETI oltre KNOSSO …
La campagna dominata dalla mole del monte Yioùhtas che visto da nord-ovest presenta un inconfondibile profilo umano, tradizionalmente identificato con Zeus.
La gente del posto sostiene, non senza ragione, che nell’area di Pezà si produca VINO da 4000 anni, probabilmente utilizzando UVE provenienti dalle vicine Kotsifàli e Mandilarià per il rosso e da Plytò e Vilàna per il bianco, ampiamente coltivate ancora oggi.
LYRARAKIS – affermata cantina familiare con vigneto nel villaggio di ALAGNI …
Due uvaggi bianchi pressoché estinti : Plyto e Dafni. Valorizzazione dell’uva rossa autoctona Mandilari …
Il rosso di cui si va molto fieri alla Lyrarakis è il Mandilari in purezza denominato Plakoura.
LYRARAKIS : Tributo a Domenico THEOTOKOPOULOS – EL GRECO
Santi Pietro e Paolo è un dipinto del pittore cretese El Greco, realizzato tra il 1587 - 1592 e conservato al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo in Russia.
EL GRECO, oppure il Greco, pseudonimo di Domínikos Theotokópoulos (Candia, 1541 – Toledo, 7 aprile 1614) - pittore, scultore e architetto greco, vissuto in Italia ed in Spagna. È tra le figure più importanti del tardo Rinascimento spagnolo ed è spesso considerato il primo maestro del Siglo de Oro.
Nacque a Creta, allora parte della Repubblica di Venezia e centro, all'epoca, di un importante movimento pittorico post-bizantino chiamato Scuola cretese.
Dopo l'apprendistato come pittore di icone, diventò maestro d'arte seguendo il corso di quella tradizione artistica, prima di intraprendere, all'età di 26 anni, il viaggio verso Venezia, usuale meta dei pittori greci dell'epoca. Nel 1567 si trasferì nella Serenissima, lasciando Creta e la propria moglie, probabilmente per trovare nuovi sbocchi di mercato e per confrontarsi direttamente con le famose botteghe di Tiziano, Bassano, Tintoretto e Veronese. Nel 1570 si recò anche a Roma, dove aprì una bottega e dipinse una serie di opere.
Durante il soggiorno in Italia modificò il suo stile in modo sostanziale, arricchendolo con elementi tratti dal manierismo e dal Rinascimento veneziano, ispirati soprattutto al Tintoretto nelle linee sinuose e allungate, nel senso del movimento e nella drammaticità dell'illuminazione, e al tardo Tiziano nell'uso del colore. Nel 1577 si trasferì a Toledo, in Spagna, dove visse e lavorò fino al giorno della morte. Proprio a Toledo ricevette numerose importanti commissioni e realizzò alcune delle sue opere più importanti e conosciute.
VIGNETI LYRARAKIS
A CRETA immancabile l’ OUZO, la nota bevanda superalcolica a base di mosto d’uva fresca, passito e spezie, tra cui anice. Solitamente allungato con acqua e ghiaccio, veniva sorseggiato prima di cena e dopo il sonnellino pomeridiano, accompagnato da mezedes (μεζέδες, stuzzichini) come polpo, insalate, sardine, zucchine fritte, calamari e altri molluschi ... una tradizione che sta facendo un gradito ritorno …
Inevitabile provare la specialità cretese per eccellenza: il RAKI (Tsikoudia).
E’ dovunque e a qualsiasi ora del giorno e della notte: sulle tavole dei ristoranti, nelle taverne, nei bar, persino sulle bancarelle in giro per le spiagge.
E’ un’acquavite piuttosto forte, di origine turca, che si produce dalle vinacce. Si trova pura e trasparente o aromatizzata a qualsiasi gusto: limone, fragola, menta, rosa, cioccolato, caffè.
Generalmente il RAKI è bevuto come digestivo … è il perno dell’ospitalità isolana !!
Viene sempre offerto a fine pasto con un piattino da condividere di ANGURIA, UVA e/o DOLCI della casa, come Loukoumades al miele con gelato.
I loukoumades sono un dolce tipico greco : palline fritte ricoperte di miele, cannella e noci tritate. In arabo lokma vuol dire boccone : una delle tante ricette orientali e perlopiù turche che si sono integrate alla cucina Greca oramai da tanti anni.
I loukoumades si mangiano tradizionalmente il giorno di
Sant’Andrea : le donne greche preparano queste frittelle da portare in chiesa alla messa dedicata al santo.
La moglie di Sant’Andrea offrì loukoumades a Gesù e ai suoi discepoli quando un giorno arrivarono al loro paese affamati.
Andrea di Creta, noto anche come Andrea da Gerusalemme, Andrea di Gortina o Andrea l'Innografo (Damasco, 660 circa – Mitilene, 4 luglio 740), è stato un vescovo bizantino, ricordato soprattutto come autore di inni sacri, alcuni dei quali cantati ancora oggi, notevoli per l’originalità della loro forma metrica e musicale. Viene considerato santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
ACQUA DOLCE : SWEET WATER BEACH – GLIKA NERA
UVA ARANCE FICHI
OLIO e BIRRA - Altopiano di LASITHI
PEPERONI secchi a KRITSA'
ULIVI - verso AYIOS NIKOLAOS
RAKI (GEITONIA MALIA) e OLIO (IERAPETRA)
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI
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