Cartaginese poiché PLINIO lo chiamava MELO CARTAGINESE.
In greco invece ha un nome bellissimo che significa “lo scorrere della forza dell’universo”
MELAGRANA, MELOGRANO, MELA GRANATA, MELO
GRANATO, POMO GRANATO : tanti i nomi per il frutto dell'abbondanza !
MELAGRANA s. f. [rifacimento del lat. MALUM GRANATUM «mela granata» (v. l’agg. granato1)] (pl. melagrane, raro melegrane).
1. a. Il frutto del MELOGRANO (detto anche mela granata): di forma sferica, con buccia coriacea di colore giallo che diventa rossastro a maturità, contiene numerosi caratteristici semi trasparenti, di color rosso rubino e di sapore acidulo.
1.b. Ricorre spesso in similitudini: bocca, labbra di m.; rosso come un chicco di melagrana.
2. Nome con cui sono regionalmente chiamati, per il colore giallo rossastro, i granchi del genere calappa.
Dal Vocabolario TRECCANI
La FONTANA del MELOGRANO al BORGO MEDIEVALE - PARCO DEL VALENTINO - TORINO
Nel cuore del Borgo, nella piazza antistante alla Rocca, si trova la FONTANA del MELOGRANO, a vasca ottogonale, riproduzione dell'originale nel Castello di ISSOGNE, in Valle d’Aosta, che risale al primo Cinquecento. Questa fu probabilmente commissionata da Giorgio di Challant per il matrimonio del giovane Filiberto con Louise d’Aarberg, nel 1502.
Le MELAGRANE e le FRONDE di QUERCIA hanno simbologia eloquente: fertilità e fedeltà la MELAGRANA, vetustà e forza la QUERCIA.
La fontana ora al Borgo fu eseguita per il padiglione piemontese all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, che celebrava i cinquant’anni dell’Unità d’Italia. Le fronde in ferro battuto furono realizzate su disegni di Alfredo D'ANDRADE, eseguiti a Issogne nel 1887, quindi dipinte e dorate, come da annotazioni dello stesso. Ritirata dopo l’Esposizione al Museo Civico d’Arte Antica di Torino, la fontana fu collocata nel cortile del Borgo nel 1928, in occasione dei festeggiamenti del Decennale della Vittoria e del Cinquecentennale della nascita di Emanuele Filiberto di Savoia.
SCAVI DI POMPEI - Il MELOGRANO è raffigurato come frutto frequentemente in PITTURE & MOSAICI ... è una delle poche piante rappresentate anche come albero. E' compreso tra i FRUTTI che ornano il celebratissimo “VASO BLU” da Pompei, risalente al I sec. d.C., conservato al Museo Archeologico Nazionale di NAPOLI.
Il vaso, decorato con la tecnica del vetro-cammeo, ha la forma di un' ANFORA VINARIA, sul cui corpo si svolge una scena di vendemmia di cui sono protagonisti alcuni amorini, mitologici fanciulli alati simboleggianti l'amore. Per i numerosi semi prodotti, il MELOGRANO era ritenuto già dai Greci simbolo di fertilità.
Catone parla della sua coltivazione e Plinio lo descrive accuratamente dicendo che il suo FRUTTO trovava impiego nella CONCIA DELLE PELLI, uso cui evidentemente erano destinati quelli trovati a OPLONTI. Il FIORE, invece, serviva per TINGERE LA STOFFA di ROSSO.
Sia Plinio che il celebre medico e farmacologo Dioscoride Pedanio (I secolo d.C.) elencano gli USI MEDICINALI cui il melograno era destinato per le sue notevoli proprietà.
MELOGRANI a OPLONTIS - LA VILLA DI POPPEA - TORRE ANNUNZIATA (Napoli)
"Patrimonio dell'Umanità" UNESCO : grandiosa costruzione residenziale della metà del I secolo a.C., ampliata in età imperiale, in corso di restauro al momento dell'eruzione. È attribuita a Poppaea Sabina, seconda moglie dell'imperatore Nerone, ma in ogni caso rientrante nel patrimonio della famiglia imperiale.
MELOGRANI nel giardino della villa
MELOGRANI negli affreschi della villa
Coppa di vetro contenente melograni
Risolto l’enigma dei MELOGRANI di OPLONTIS - agosto 2017
Le BUCCE DEI FRUTTI sono state ritrovate avvolte nella paglia intrecciata nei magazzini di VILLA B
L’utilizzo del MELOGRANO a POMPEI e nelle aree vesuviane è uno degli aspetti più misteriosi legati al materiale vegetale (semi, frutti, piante, ecc.) ritrovato nel corso degli scavi nella città antica. Gaetano DI PASQUALE, del Dipartimento di Agraria della Federico II, responsabile della ri-catalogazione di tutti i REPERTI ARCHEOLOGICI VEGETALI conservati presso il Laboratorio di ricerche applicate del PARCO ARCHEOLOGICO di POMPEI, esprime la sua ipotesi.
«Quella che riguarda il MELOGRANO è una delle storie più curiose. È una pianta non autoctona in Italia, proviene dal Medio Oriente, probabilmente dalla Persia. Le origini non sono chiare perché è una pianta di antichissima coltivazione e quindi è stata diffusa da vari millenni ...
Essa era presente non tanto a Pompei, ma soprattutto a OPLONTIS, nella Villa B: i FRUTTI erano conservati in maniera molto precisa, insieme a paglia intrecciata. Non si sa se fossero destinati ad un uso alimentare oppure ad un uso diverso. I frutti ritrovati sono aperti e c’è solo la parte esterna, ovvero la BUCCIA: manca completamente la parte interna. Ciò fa pensare che questa parte di frutto potesse essere destinata non ad un uso alimentare ma all’estrazione di un colorante. La BUCCIA DEI MELOGRANI, infatti, veniva utilizzata per produrre un COLORANTE GIALLO che poteva avere numerosi impieghi: sappiamo, ad esempio, che serviva per tingere le RETI DA PESCA. La VILLA B sembra di fatto un magazzino, dove venivano conservate le merci in uscita o in entrata dal porto di Oplontis, pertanto è possibile ipotizzare che il MELOGRANO fosse un prodotto destinato all’esportazione oppure all’importazione. La funzione di questi frutti, probabilmente, non era alimentare ma produttiva di un colorante».
I MELOGRANI di OPLONTIS a POMPEI
Non solo affreschi e mosaici ma anche materia organica. I MELOGRANI di OPLONTIS protagonisti dell’allestimento del nuovissimo laboratorio naturalistico biologico di Pompei.
Tra i “pezzi” del nuovo MUSEO DEGLI SCAVI, voluto dalla Soprintendenza, spiccano senz’altro i MELOGRANI ritrovati in alcune centinaia all’interno della villa di Poppea di Oplonti, a Torre Annunziata. Il ritrovamento avvenne contestualmente ad un altro reperto unico nel suo genere, la borsa di cuoio, rinvenuta in frammenti vicino ad uno scheletro. Si è ipotizzato che fosse stata utilizzata da uno degli abitanti della villa durante la fuga dall’eruzione per conservare alcuni preziosi poi andati persi.
PUNICA GRANATUM L. - pianta antica originaria della Persia e dell’Afganistan che venne diffusa dai mercanti fenici ... uno dei più antichi alberi da frutto coltivati (con il melo cotogno e l’uva).
Apprezzato sia per le qualità alimentari che curative da Greci, Romani, Egizi, Cinesi, Fenici, Arabi (che chiamarono la città spagnola di GRANADA in onore di questa pianta).
In Italia è stato introdotto dai Romani che lo hanno conosciuto a Cartagine (700 a.C.). Il frutto fu dapprima chiamato PUNICUM MALUM (MELA FENICIA) da cui derivò il nome scientifico della specie PUNICA GRANATUM L.
Nella Roma antica il MELOGRANO era coltivato in zone ombreggiate di cortili residenziali e le donne sposate indossavano copricapi fatti di rami di melograno per indicare il loro stato civile.
Nell’antichità il FRUTTO veniva usato in polvere come MEDICINALE o come TINTURA. I Greci aggiungevano questa polvere ai loro VINI ROSSI, mentre i romani ne seccavano la BUCCIA per CONCIARE LE PELLI.
I SEMI erano usati crudi o cotti in moltissimi piatti, come pure il SUCCO.
Apicio consigliava di immergere le MELAGRANE in acqua bollente per pochi secondi e di appenderle per conservarle.
Nella Bibbia si parla di “MOSTO DI MELAGRANA”, il che induce a credere che gli Ebrei ne ottenessero una bevanda fermentata.
Maometto in un verso del Corano dice: “mangia melagrana in quanto purifica il corpo dalla gelosia e dall’odio”.
Molteplici le proprietà terapeutiche :
Ippocrate consigliava SUCCO DI MELAGRANA come afrodisiaco e contro i bruciori dello stomaco.
Dioscuro e Plinio invece consigliavano una TISANA a base di BUCCIA e RADICE DI MELOGRANO per eliminare i parassiti dell’intestino e
RADICI ESSICCATE bollite come tisana per patologie ginecologiche.
Secondo la medicina persiana le tisane fatte con i FIORI ROSSI DEL MELOGRANO curano i forti dolori dello stomaco ed il SUCCO mescolato ad olio di oliva può far scomparire le macchie cutanee.
Per gli Egizi il SUCCO ottenuto dai FRUTTI ACERBI era considerato un ottimo astringente.
Oggi sappiamo che la MELAGRANA è ricca di vitamine A, C ed E, ferro, potassio, sostanze antiossidanti e polifenoli in grande concentrazione, oltre a carboidrati, proteine, fibre e acqua, zolfo, magnesio, calcio e fosforo.
Come “CIBO DEI MORTI” lo ritroviamo nell’antico Egitto. Ne esistono raffigurazioni in tombe che risalgono al 2500 a.C. e il suo frutto è nominato anche in papiri dell’epoca di Tuthmosis I (1547 a.C.) e di Amenofi IV (1375 a.C.); nelle camere sepolcrali di RAMSES IV sono stati trovati degli autentici FRUTTI DI MELOGRANO seccati.
MELOGRANO : MITI & SIMBOLI
La tradizione ebraica insegna che la MELAGRANA è un simbolo per la GIUSTIZIA: si dice che il frutto abbia 613 SEMI che corrispondono ai 613 comandamenti della TORAH. È anche simbolo di FRATELLANZA, ABBONDANZA e PROSPERITA' : i puntali delle colonne del TEMPIO erano, non a caso, a forma di RIMONIM (melograno in ebraico).
È anche un simbolo di FECONDITA'. DEMETRA (CERERE per i Romani ) - "Madre Terra" , dea del grano e dell'agricoltura, dea della fecondità della terra - è frequentemente rappresentata con FRUTTI DI MELOGRANO.
Durante le feste in suo onore - THESMOPHORIA - le ateniesi mangiavano i SEMI luccicanti del frutto per conquistare la fertilità e la prosperità, mentre i sacerdoti erano incoronati con RAMI DI MELOGRANO.
Il MELOGRANO è una delle poche immagini che appaiono sulle monete antiche della Giudea, come un SIMBOLO SACRO. Alcuni studiosi ebraici ritengono che sia stato proprio il melograno il frutto proibito del giardino dell'Eden.
Simbolo di FRATELLANZA nella MASSONERIA ... simbolo
di VITA, UNIONE, AMICIZIA ... simbolo di BELLEZZA e
AMORE APPASSIONATO ...
Il significato più noto risiede nei concetti di FERTILITA', FECONDITA',
RICCHEZZA, ABBONDANZA ...
A Roma si adornavano gli ABITI NUZIALI con RAMI DI MELOGRANO ...
Un’antica leggenda vietnamita racconta che da un MELOGRANO nacquero cento BAMBINI.
In Cina viene consumata dai neo-sposi la prima notte di nozze per “benedire” il MATRIMONIO.
Nell’antica Grecia, il MELOGRANO era una PIANTA SACRA a AFRODITE e ERA, sposa di ZEUS ... rispettivamente VENERE, GIUNONE e GIOVE per i Romani.
GIUNONE, protettrice del matrimonio e della fertilità, era spesso raffigurata con una MELAGRANA nella mano destra.
Secondo la tradizione il SUCCO del frutto è il sangue del dio DIONISO e proprio in suo onore AFRODITE donò agli uomini il MELOGRANO piantandone un albero a Cipro.
DIONISO nacque da una delle tante scappatelle di ZEUS, che sedusse la bellissima SEMELE. ERA, gelosa, si vendicò: si travestì da vecchia e, facendo nascere nella fanciulla il sospetto che il suo amante fosse un orribile mostro, la convinse a chiedere a Zeus di mostrarsi in tutta la sua maestà. Zeus dapprima si rifiutò: "Non reggeresti alla vista!" le disse, ma Semele lo supplicò tanto che alla fine egli decise di mostrarsi al naturale.
Immediatamente la fanciulla cominciò a bruciare come una torcia : Ermes fece appena in tempo ad estrarre dal suo ventre il piccolo Dioniso, non ancora settimino, e a cucirlo in una coscia del padre. A tempo debito Zeus ruppe la cucitura e così nacque Dioniso, dotato di corna e di serpenti al posto dei capelli. Per ordine di ERA, i TITANI lo presero, lo fecero a pezzi e lo gettarono in un calderone di acqua bollente, mentre dal suo SANGUE nasceva il MELOGRANO. La nonna REA accorse, rimise insieme i brandelli del piccolo e gli ridiede la vita. Zeus lo affidò a Persefone che lo diede ad Atamante re di Orcomeno e a sua moglie Ino...
Il più antico mito della Grecia che riguarda il MELOGRANO è quello che lo associa ad ORIONE, figlio di IRIEO.
Irieo, fondatore di Iria in Beozia, non aveva una discendenza e chiese aiuto a Zeus, Ermete e Poseidone. Gli dissero di prendere la pelle d'un toro che aveva sacrificato, di bagnarla con la sua orina e di bruciarla. Nove mesi dopo, nel luogo dove avvenne il rito, nacque un bambino che Irieo chiamò ORIONE e ben presto si rivelò essere un GIGANTE. Era bellissimo e così alto che poteva camminare sul fondo del mare tenendo la testa e le spalle fuori dell'acqua. Sua moglie SIDE, vanitosa della propria bellezza, osò rivaleggiare con ERA che la punì scaraventandola nel TARTARO, ove si trasformò in MELOGRANO.
«Tanto è profondo il Tartaro oscuro sotto la terra:
se un'incudine di bronzo cadesse dal cielo, dopo nove notti
e nove giorni, al decimo arriverebbe a terra
- e così è profondo sotto la terra anche il Tartaro oscuro,
che se un'incudine di bronzo cadesse dalla terra, dopo nove notti
e nove giorni, al decimo arriverebbe al Tartaro»
(Esiodo, Teogonia, vv. 721-25).
Si credeva che la MELAGRANA rendesse indissolubile l’UNIONE MATRIMONIALE e la mitologia greca narra di PERSEFONE (PROSERPINA
nella mitologia romana ) condannata a rimanere nell’Ade per averne mangiato alcuni chicchi.
PERSEFONE venne rapita dallo zio ADE, dio dell'oltretomba, che la portò negli inferi contro la sua volontà per sposarla. Alla fanciulla venne offerta della frutta ... lei mangiò solo SEI SEMI DI MELOGRANO, ignorando però che chi mangia i frutti degli inferi è costretto a rimanervi per l'eternità. Secondo altre interpretazioni, il frutto che nel mito stabilisce il contatto con il regno dell'oltretomba non è il melograno ma l' oppio, per le sue proprietà narcotiche e psicotrope. La capsula dell'oppio è straordinariamente simile al frutto del melograno, anche se di dimensioni più piccole.
Anche ai nostri giorni in Dalmazia, il novello sposo trasferisce una PIANTA DI MELOGRANO dal giardino del suocero al suo, come augurio per una prole numerosa.
Le spose turche invece scagliano a terra una MELAGRANA MATURA alla fine della cerimonia : il numero dei chicchi sparsi indicherà quanti saranno i loro figli.
Tra le popolazioni asiatiche la MELAGRANA APERTA è simbolo di abbondanza e buon augurio.
Di origine indiana è la credenza che il SUCCO di questo frutto combatta la sterilità ...
In Cina la MELAGRANA raffigura l’organo sessuale femminile.
Nel Cantico dei Cantici sono descritte la sposa amata e la fecondità della Terra Promessa tramite la METAFORA DELLA MELAGRANA.
Secondo alcuni il POMO DELLA DISCORDIA non era una mela ma una melagrana.
Per la simbologia cristiana e cattolica, il MELOGRANO rappresenta l’energia vitale, espressione dell’abbondanza della vita, simboleggia l’unione di tutti i figli della Chiesa.
Per i musulmani il MELOGRANO è un antidoto contro l'odio e l'invidia ... i SEMI divengono le lacrime di Fatima.
Per gli ebrei lontani dalla loro patria, rappresenta la Terra Promessa.
IL MELOGRANO E L'ARTE
Le MELAGRANE sono un motivo ricorrente nelle decorazioni religiose cristiane. Spesso il frutto è rappresentato nelle mani della Vergine Maria o di Gesù Bambino. Il frutto, rotto o aperto, è il simbolo della pienezza di Gesù, sofferenza e resurrezione.
Per tutto il 1400 la MELAGRANA ricorre nelle OPERE di Piero della Francesca, Donatello, Verrocchio, Michelozzo e Rossellino e sui più preziosi TESSUTI destinati alla corte.
La "Madonna della melagrana" è un dipinto a tempera su tavola (diametro 143,5 cm) di Sandro BOTTICELLI, datato 1487 e conservato nella
Galleria degli Uffizi a FIRENZE. La Vergine Maria tiene in grembo il figlio Gesù ... tra le mani un melograno maturo ed aperto. Sei bambini lo circondano.
"Il sogno del melograno" (1912) - Felice CASORATI : la "bella addormentata" nel prato fiorito sotto una vite carica di grappoli di uva.
Felice Casorati è stato uno dei massimi esponenti del cosiddetto “realismo magico” e un autentico ammiratore di Klimt, al quale si è ispirato per un certo periodo.
"L'Elfo e il melograno" - Raku 2011 by Mimma NICOLOSI al Circolo degli Artisti di TORINO - Palazzo GRANERI DELLA ROCCIA - per la mostra
“I curiosi 170 anni del Circolo degli Artisti” a cura di Davide Mabellini, fino al 25 novembre 2017
L'Elfo che esce / nasce dal frutto
è una bianca figura femminile dai lunghi capelli blu con ali di colore rosso ...
Lo stemma del CA - Circolo degli Artisti - è dominato da un albero con ROSE ANTICHE talvolta sostituite da MELAGRANE, probabilmente nei periodi più difficili, in segno di buon augurio !
"Melagrane", 2017 - l'acquarello di Alberto DONINI a Palazzo BIRAGO - TORINO per "IMBIANCHINI E ARTISTI A PALAZZO" - fino al 25 novembre 2017
La MELAGRANA è un frutto ricorrente nella NATURA MORTA
MELAGRANA by Barbara CARICCHI - Artiva
SUPERFRUITS MELO-GRANO
SUPERFRUITS POME-GRANATE : bevanda alla frutta DEL MONTE Quality
FARAONA alla MELAGRANA - la ricetta della mamma di Roberto !
ARMENIA - LA TERRA DEL MELOGRANO
CERIMONIA NUZIALE - la sposa lancia il frutto contro un muro : tanti semini a terra, tanti figli ...
PIATTI TIPICI armeni :
Risotto alla melagrana con pinoli tostati
Agnello Fesenjan (con salsa di noce e melagrana)
Celebre è il VINO DI MELOGRANO, una bevanda ottenuta dalla fermentazione controllata dei chicchi di melograno. Si produce quasi esclusivamente in Armenia (regione di Armavir), ma anche in Israele e si serve generalmente su insalate, formaggi o frutta fresca. È disponibile semi-secco o più abboccato. Il tenore alcolico è di circa 11,5% vol. e va servito ad una temperatura di 14-15 gradi. Va conservato ad una temperatura sotto i 10 gradi.
UZBEKISTAN - TASHKENT
BIMBO con MELAGRANA by Barbara CARICCHI
FIABA - "L’amore delle tre melagrane"
“Un figlio di Re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta si ferì un dito e una goccia di sangue andò sulla ricotta. Disse a sua madre: -Mammà, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue.
- Eh, figlio mio, chi è bianca non è rossa e chi è rossa non è bianca. Ma cerca pure se trovi.
Il figlio si mise in cammino. Cammina, cammina, incontrò una donna: – Giovanotto, dove vai?
- E sì, lo dirò proprio a te che sei donna!
Cammina cammina, incontrò un vecchierello. -Giovanotto, dove vai?
- A te sì che lo dirò, zi’ vecchio, che ne saprai certo più di me. Cerco una donna bianca come il latte e rossa come il sangue.
E il vecchierello: -Figlio mio, chi è bianca non è rossa e chi è rossa non è bianca. Però, tieni queste tre melagrane. Aprile e vedi cosa ne viene fuori. Ma fallo solo vicino alla fontana”.
"L’amore delle tre melagrane" è tratta dalla celebre raccolta delle FIABE ITALIANE trascritte da Italo CALVINO (Einaudi, 1956).
E' una fiaba abruzzese piena di prodigi e di morti violente : muoiono le fanciulle venute fuori dalle melagrane, muore la palombella, muore alla fine anche la Brutta Saracina ... il giovane principe, forse un tantino ingenuo, finisce finalmente per sposare la giovane bianca-e-rossa nata due volte ma sempre dalla melagrana.
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