"L'ULIVETO" di Van GOGH ... PROVENZA !
< Qui ci sono dei campi bellissimi con ULIVI dalle foglie grigio argento, come salici cimati. Non mi stanco mai del cielo azzurro >
scrisse Van GOGH alla madre il 2 luglio 1889.
Quando nel 1889 realizzò la serie di dipinti dedicata agli ulivi, Van Gogh era soggetto alla malattia e al tumulto emotivo, ma i quadri sono tra le sue opere migliori. Visse in un manicomio da maggio 1889 a maggio 1890 dipingendo i giardini del manicomio e, dopo aver avuto il permesso di avventurarsi al di fuori delle sue mura, i non lontani ulivi , cipressi e campi di grano.
Gli ULIVETI divennero uno dei soggetti preferiti dall’artista, sebbene li avesse sino ad allora evitati.
Tra giugno e dicembre di quell’anno Van GOGH dipinse una quindicina di uliveti, la maggior parte in autunno. Gli ULIVI evocano la vita, il divino e il ciclo della vita. I dipinti con RACCOGLITORI DI OLIVE evidenziano la relazione tra uomo e natura ... uno dei cicli della vita - RACCOLTA o MORTE - e la connessione con il divino ...
Un PICCOLO OLIVO nella cappella di famiglia in omaggio al babbo.
L'idea fu della mamma : perché non portare una pianta di OLIVO al cimitero? L'OLIVO ha valore simbolico ... e poi il babbo amava la campagna: è stato anche PRODUTTORE DI OLIO !
Portavamo le OLIVE al MOLINO del dott. ANDREOLI sotto al Teatro degli Avvaloranti di CITTA' DELLA PIEVE !!
Da bambina mi piaceva andare a curiosare tra MUCCHI DI OLIVE DEFOGLIATE, la MACCHINA LAVATRICE, la MACINA ...
La PASTA DI OLIVE FRANTUMATE viene rimescolata (gramolatura) per favorire la separazione olio/acqua. Viene poi posta su dei diaframmi - FIESCOLI - a comporre una sorta di torre che viene messa sotto la PRESSA che separa la parte liquida - MOSTO - da quella solida - SANSA.
La sansa sarà inviata ai sansifici che provvederanno alla estrazione tramite solventi chimici della restante parte di olio non fuoriuscita.
Il MOSTO, composto da OLIO e ACQUA DI VEGETAZIONE, viene poi avviato ad un separatore finale che per decantazione naturale separa l’olio dall’acqua e dalle altre impurità.
L’ OLIO “SPREMUTO A FREDDO” viene fatto decantare in botte d’acciaio ... che profumo !!
VERDURE in PINZIMONIO :
Ceramica "PIPPO" a CETONA & HUILE en PROVENCE
PINZIMONIO : OLIO e SALE !!
BRUSCHETTA : AGLIO e OLIO ... SALE e PEPE !!
"SAGRA della FETTUNTA" a MONTECATINI ALTO con OLIO delle colline toscane
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA – estratto a freddo –
“TOSCANO” IGP - Azienda Agricola CIACCIONI Roberta – San Casciano dei Bagni (Siena)
FRANTOI APERTI - "OLIAMO" a PASSIGNANO SUL TRASIMENO (PG)
OLIVE IN DISPENSA : CREMA DI OLIVE NERE, OLIVE SCHIACCIATE, OLIVE NERE TOSTE ... GRAN PESTO OLIVE e MANDORLE , TOPINAMBOUR IN BAGNA CAUDA
OLIVOLI' ... OLIVOLA' ... OLIVE SACLA' !! recita la nota pubblicità
BAGNA CAUDA : l'intingolo caldo piemontese a base di OLIO, AGLIO e ACCIUGHE per tutte le verdure ... immancabili GOBBI (CARDI) e TOPINAMBUR ...
La Bagna Cauda tra i beni immateriali da tutelare come Patrimonio dell’Umanità - UNESCO.
Ingredienti per 12 persone:
12 teste di aglio,
6 bicchieri da vino di OLIO D'OLIVA (EXTRAVERGINE) e, se possibile, un bicchierino di OLIO DI NOCI,
6 etti di acciughe rosse di Spagna
La ricetta è tipica del basso Piemonte, in quanto nei secoli passati era assai facile procurarsi, in questa zona, l'ingrediente fondamentale, cioè l'acciuga salata, usata tuttora in molte ricette tipiche piemontesi, soprattutto tra gli antipasti (ad esempio le anciove al bagnèt verd o al bagnèt ross). L'antico Piemonte si approvvigionava presso le saline della Provenza e delle foci del Rodano, attraverso una serie di rotte commerciali attraversanti i passi delle Alpi Marittime e note come "VIE DEL SALE" (all'epoca Nizza e dintorni erano infatti dominio sabaudo).
La leggenda vuole che il commercio delle acciughe salate fosse un modo per commerciare il sale evitando di pagarne gli elevati dazi: mastelli pieni di sale presentavano, al controllo dei gabellieri, nella parte superiore, uno strato di acciughe salate.
La BAGNA CAUDA per tradizione è un piatto tipico del periodo della vendemmia, quindi da consumare prevalentemente in autunno ed in inverno. Si narra che venisse preparato per ricompensare i vendemmiatori del lavoro prestato.
La bagna càuda tradizionale viene portata in tavola nel diàn - tegame di cottura in terracotta - mantenuto in temperatura mediante uno scaldino di coccio riempito di braci vive, la s-cionfetta. Una volta tutti i commensali attingevano all'unico recipiente ... oggi sono di uso comune piccoli contenitori in terracotta (fojòt) costituiti da una ciotola a cui è sottoposto un fornellino / lumino per mantenere calda la salsa. Si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione solitamente divise tra crude e cotte (specialmente cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o abbrustoliti, foglie di cavolo crude, cavolfiore, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore, ravanelli, rape e tante altre).
Un tempo si usavano solo cardi gobbi, tipici di Nizza Monferrato, topinambur e peperoni conservati nella raspa (ciò che rimaneva del procedimento di vinificazione del grappolo d'uva).
La bagna càuda può essere accompagnata da un VINO ROSSO corposo quale per esempio Barbera, Nebbiolo, Barbaresco o Dolcetto.
GRISSINI del ROERO all' OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
TARALLI LUNGHI di BARLETTA all' OLIO DI OLIVA e semi di finocchio, noti per esaltare il gusto di ogni VINO.
Si racconta che i Taralli siano stati inventati da un oste. Croccanti e "invetriati" - dalla superficie liscia e lucida.
FOGLIE D'ULIVO del GARGANO - Pasta di semola di grano duro. La tradizione pugliese la sposa con pomodoro fresco, burrata ed un pizzico di peperoncino rosso.
FOGLIE D’ULIVO AGLI SPINACI del Pastificio Artigianale Alta Valle Scrivia con castelmagno.
IN FRIGO : ROBIOLA Osella con OLIVE NERE
DOMENICA DELLE PALME : RAMO d'ULIVO BENEDETTO !!
Il GETSEMANI (parola aramaica che significa FRANTOIO) è un piccolo OLIVETO poco fuori la città vecchia di Gerusalemme sul MONTE DEGLI ULIVI, nel quale GESU' CRISTO, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l'Ultima Cena prima di essere tradito da GIUDA e arrestato.
Il luogo è noto anche come ORTO DEGLI ULIVI ... la PASSIONE di CRISTO !!
TABERNACOLO DEGLI OLI SANTI -
3 OLI usati nei SACRAMENTI CRISTIANI :
OLIO CRISMALE (BATTESIMO - CONFERMAZIONE o CRESIMA -
ORDINAZIONE dei presbiteri e dei vescovi)
OLIO DEGLI INFERMI ( ESTREMA UNZIONE )
OLIO DEI CATECUMENI (BATTESIMO degli ADULTI)
Il CRISMA - OLIO MISTO A PROFUMO - viene utilizzato nella Chiesa cattolica, nelle Chiese ortodosse e nella Chiesa assira, nella Comunione anglicana e dai luterani.
Il CRISMA viene consacrato in ogni diocesi una volta all'anno il mattino del GIOVEDI' SANTO o il pomeriggio del MERCOLEDI' SANTO dal vescovo nel corso della MESSA CRISMALE, durante la quale vengono benedetti anche l' OLIO DEI CATECUMENI e l' OLIO DEGLI INFERMI.
Dopo la messa crismale viene distribuito ad ogni parrocchia. Il CRISMA viene usato anche nella Consacrazione di una chiesa per ungere le pareti e gli altari. In passato era utilizzato per la benedizione del calice e della patena.
La SANTA AMPOLLA era una fiala contenente OLIO CRISMALE usato per
l' unzione dei re di Francia durante la cerimonia di incoronazione.
Conservata nell'Abbazia di Saint-Remi e fu solennemente infranta il 7 ottobre 1793 a REIMS (nell'attuale place Royale), da Philippe Rühl - aderente alla Convenzione Nazionale durante la Rivoluzione Francese - sul basamento della statua di Luigi XV che era stata già staccata e consegnata a una fonderia di cannoni ...
MARIA MADDALENA & l' OLIO DI NARDO
L'immagine di MARIA MADDALENA deriva dall'interpretazione di Gregorio Magno che fuse in lei due figure diverse: quella della donna che unse i PIEDI DI CRISTO nella casa di Simone il fariseo e quella della sorella di Marta di Betania che profumò il capo e i piedi di Gesù aprendo per lui un VASO DI UNGUENTO PREZIOSO. Essendo una figura in qualche modo doppia appare in numerosi episodi evangelici dei quali il più importante è sicuramente quello dell'incontro nell'orto con Cristo dopo la Resurrezione, prima persona a vedere il Risorto.
Ma è l'episodio della cena nella casa del fariseo che suggerì agli iconografi le immagini più suggestive della santa. Maria di Magdala, peccatrice e donna dal passato lussurioso, si gettò ai piedi di Cristo, bagnandoli con copiose lacrime, asciugandoli con i lunghissimi capelli e ungendoli di unguento profumato, chiedendogli perdono per i suoi peccati e dedicandogli il resto della sua vita di penitenza.
L' OLIO DI NARDO è un unguento balsamico, noto fin dalla più remota antichità, ricavato dal nardo e usato per ungere e frizionare il corpo.
L'uso più antico conosciuto è testimoniato da anforette trovate nelle tombe egizie. Quest'unguento era usato dalle popolazioni israelitiche al tempo di Mosè. Era considerato un lusso nell'antico Egitto, il Vicino Oriente e Roma, dove è stato il principale ingrediente dei PROFUMI NARDINIUM. Nella Naturalis historia di Plinio sono elencate dodici specie di "NARDO", identificabile con diverse piante, in una gamma che vanno dalla lavanda alla valeriana e al vero nardo (in termini moderni Nardostachys jatamansi). È stato parte della erboristeria Ayurvedica tradizionale indiana.
In seguito è citato nel Cantico dei Cantici, uno dei Libri Sapienziali della BIBBIA.
Se ne parla nel VANGELO. Ne faceva uso Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta di Betania, tanto che in una occasione, durante un pranzo a Betania, ne usò una quantità straordinaria, 1 libbra romana (equivalente a 325 grammi, circa 11 once attuali, 33 cl.) per UNGERE I PIEDI DI GESU' e asciugarli con i propri capelli. Intervenne GIUDA ISCARIOTA, che era il tesoriere della compagnia, dicendo che si poteva vendere per 300 denari, da distribuire ai poveri ...
"SANGUE DI GIUDA" o Sangue di Giuda dell'Oltrepò Pavese - vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di PAVIA. È generalmente un vino da dessert ... ottimo in compagnia di dolci a base di frutta fresca. Da provare anche con formaggi secchi piccanti.
Il nome è legato sia al colore ROSSO RUBINO con riflessi violacei, sia a una leggenda.
GIUDA, passato a peggior vita di quella triste condotta sulla terra, si pentì amaramente per aver tradito Gesù. Gesù, in segno di perdono, lo resuscitò in Oltrepò, precisamente a Broni. Riconosciutolo, i cittadini del posto volevano ucciderlo per il ruolo negativo avuto nella PASSIONE DI CRISTO. Giuda si salvò grazie a un dono che fece ai viticoltori locali: compì un miracolo che risanò le loro viti dalla malattia che le aveva colpite. I viticoltori nominarono allora il vino "SANGUE DI GIUDA".
33 centilitri di olio di nardo costavano circa 300 denari nell'anno 33 d.C., cifra con la quale si poteva comprare 1 schiavo generico e corrispondente a circa un anno di stipendio di un fante delle legioni romane nel I secolo.
Da ciò si intuisce l'estremo valore di quest'unguento. Oggi quest'olio viene prodotto distillando i fiori di un Nardo unico, proveniente dalle montagne del Tibet.
TERZO PARADISO (2010) - opera LAND ART di Michelangelo PISTOLETTO in UMBRIA.
Il simbolo del Terzo Paradiso formato da 160 ULIVI collocati in un'area percorribile di 3000 metri quadri all'interno del BOSCO restaurato di SAN FRANCESCO ad ASSISI (PG) - bene F.A.I. – Fondo Ambientale Italiano.
ARTIGIANATO in LEGNO d'ULIVO :
TAGLIERI CIOTOLE PESTELLI MANICI COLTELLI COLA MIELE
OLIVA TAGGIASCA - tipica del Ponente ligure ed in particolare di tutta la Provincia di IMPERIA.
È così chiamata perché arrivò a Taggia portata dai monaci di San Colombano, provenienti dall' isola monastero di Lerino. Gli innesti di oliva taggiasca si diffusero quindi in tutta Italia, sebbene la coltivazione maggiore sia sempre rimasta nella provincia di Imperia. Questa varietà è una delle più rinomate per produzione di OLIO EXTRAVERGINE e una delle migliori OLIVE DA MENSA, con il frutto di ridotte dimensioni, ma molto gustoso.
"Fratelli CARLI" dal 1911 : non solo OLIO !
Tutto per l'ANTIPASTO protagonisti OLIVE & OLIO !
La lunga tradizione dell'azienda Fratelli Carli S.p.A. inizia ad ONEGLIA nel 1911. Proprio in questa annata i fratelli Carli, proprietari di un'avviata tipografia, assistettero a un eccezionale raccolto di olive nei terreni di loro proprietà. L'abbondanza di materia prima portò uno dei fratelli, Giovanni, a prendere la decisione di produrre e vendere l'olio in eccesso non in un normale negozio, ma intraprendendo un'attività di VENDITA PORTA A PORTA del prodotto, in modo da fidelizzare il cliente. L'idea si rivelò vincente, e l'antica tipografia di famiglia divenne un ottimo supporto per la commercializzazione e la pubblicizzazione del marchio. Dalla fusione tra le due attività, tipografica e alimentare, nasce la Fratelli Carli di Oneglia, che nel 1927 diviene fornitrice pontificia e, esattamente dieci anni dopo, della Real Casa di Savoia.
PICCIONE in SALSA d'OLIVE - la ricetta della mamma di antica tradizione amerina - AMELIA (TR) ... veramente da leccarsi le dita !!
OLIO & FRITTURA
FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE (Fricassà mëscià in piemontese)
"Da ESTERINA" a BALDISSERO TORINESE (TO) !!
Piatto conviviale tipico del periodo autunno-invernale e di antica tradizione popolare, quando ancora gli animali come l' AGNELLO, il MAIALE o il VITELLO venivano macellati a casa e si cucinavano subito le frattaglie, difficili da conservare.
Le FRATTAGLIE - animelle, rognoni, filoni, cervella, fegato e granelle (testicoli) - venivano impanati nel pan grattato e fritti in olio, con gli immancabili SEMOLINI VARI, tra cui al cioccolato e allo zabaione e ancora MELA e AMARETTO.
Venivano poi serviti con i sanguinacci nel giorno festivo successivo alla macellazione.
Oggi il FRITTO MISTO è ancora più ricco, con CARNI VARIE, SALSICCIA e talvolta RANE
VERDURE e FRUTTA di stagione : ASPARAGI ZUCCHINE MELANZANE
OLII : ALIMENTARI AROMATIZZATI ESSENZIALI
IDRAULICI ESAUSTI SANTI
OLIO & MALOCCHIO - credenze popolari & tensione superficiale
Si crede di poter diagnosticare l'eventuale presenza del malocchio in un individuo attraverso una curiosa procedura, che presenta un certo interesse dal punto di vista fisico.
Una GOCCIA D'OLIO viene lasciata cadere in un piatto contenente acqua e si interpretano i due effetti possibili : o la goccia resta a galla o apparentemente scompare ...
Per cercare di comprendere meglio ciò che succede si può fare un esperimento con due piatti fondi uguali, lavati accuratamente con detersivo e risciacquati con acqua calda.
Si unga uno dei due piatti con un batuffolo di cotone leggermente imbevuto d'olio.
Si introduca una uguale quantità d'acqua nei due piatti. Si lasci quindi cadere una goccia d'olio da uguale altezza nell'acqua dei due piatti.
In quello che è stato preventivamente unto con il batuffolo di cotone, la goccia d'olio rimarrà localizzata in una zona molto ristretta. Viceversa in quello accuratamente sgrassato la goccia sembrerà sparire. In realtà la goccia d'olio non sparisce, ma si spande sulla superficie dell'acqua in un sottilissimo strato che possiamo considerare con buona approssimazione monomolecolare (guardando contro luce la superficie è possibile vedere la chiazza d'olio).
La differenza di comportamento nei due piatti è interpretabile in termini di tensione superficiale, modificata dalla presenza di tracce d'olio nel piatto trattato con il batuffolo di cotone.
OLIO DI BALENA - è ottenuto dal grasso di diverse specie di cetacei.
Lo SPERMACETI - SPERMA DI BALENA - è una sostanza cerosa presente nel capo dei CAPODOGLI, molto ricercata (bassa emissione di fumo) per la fabbricazione di CANDELE e come combustibile per le LAMPADE AD OLIO nel XIX secolo.
All'epoca della caccia alle balene il commercio dell' OLIO DI SPERMACETI aveva una notevolissima importanza, come si rileva anche nel romanzo "Moby Dick" di Herman Melville.
Altri cetacei molto rinomati per la qualità del loro olio sono le tre specie di BALENA FRANCA (Eubalaena japonica, Eubalaena glacialis ed Eubalaena australis) e la BALENA di GROENLANDIA.
L' OLIO DI BALENA ha bassa viscosità (inferiore all'olio d'oliva), è chiaro ed il colore varia da un giallo miele brillante a un marrone scuro, secondo la condizione del grasso animale dal quale è stato estratto e la raffinazione alla quale è stato sottoposto. Ha un forte odore di pesce. Quando viene idrogenato, diventa solido e bianco e perde il suo gusto e il suo odore sgradevole.
Agli INUIT del Nord America sono riconosciuti diritti speciali di caccia alla balena (giustificati in quanto parte integrale della loro cultura) : essi usano ancora l' OLIO DI BALENA come cibo e come olio per le lampade.
PROFUMO IN OLIO - Speziali Fiorentini
OLIO DI OLIVA & Vitamina E - Crema per MANI & UNGHIE - L'Erbolario - Lodi
"IL PETROSO" alla Rocca di Città della Pieve per CALICI d'ARTE
Crema Mani all' OLIO EXTRAVERGINE di OLIVA - La Casa dei Cini - Voc. Petroso - PIEGARO (PG)
SHAMPOO all' OLIO D'ARGAN e mirtillo rosso - Ultra Dolce di Garnier
OLIO D'ARGAN - MAROCCO - uso alimentare e cosmetico
L' OLIO D'ARGAN è estratto dai semi della pianta di Argania spinosa, endemica nella zona sud del Marocco. È particolarmente apprezzato per le sue proprietà nutritive, cosmetiche e medicamentose. Nel linguaggio cosmetico è anche conosciuto come olio marocchino.
La foresta di Argan, che un tempo copriva vaste superfici dell'Africa del nord, oggi si estende per circa 800.000 ettari nel sud del Marocco, specificamente nella pianura del Souss, tra le città di Essaouira, Agadir e Taroundant.
Nel 1998 l'UNESCO ha dichiarato l'area delle foreste di argania riserva della biosfera.
Qui lavorano cooperative di donne dedite alla raccolta dei frutti assicurando la protezione e la riforestazione di tali piante.
Nella lavorazione tradizionale si estraggono le MANDORLE dai noccioli dei frutti e si mettono in una piccola MACINA azionata manualmente : attraverso lo sfregamento meccanico e l'aggiunta di acqua si produce una pasta chiamata “MALAXAGE” contenente il 50% di OLIO DI ARGAN. Dal massaggio manuale della pasta si ottiene l'olio.
Le MANDORLE devono essere tostate per ottenere olio ad uso alimentare.
L' OLIO D'ARGAN ottenuto con metodo tradizionale contiene una rilevante percentuale di acqua che ne limita la conservazione nel tempo, per i naturali fenomeni di ossidazione. Pertanto le donne berbere conservavano i frutti per tutto l'anno e producevano piccole quantità di olio in base al consumo familiare. I prodotti secondari della lavorazione sono: la polpa secca del frutto data come alimento al bestiame, i residui dei noccioli aperti utilizzati per accendere il fuoco e la pasta Malaxage, ingrediente della ricetta tradizionale del “SAPONE NERO”, tipico delle regioni nord africane e medio orientali, utilizzato nell' Hammam.
OLIVE - MAROCCO
Il SEGRETO DELL'OLIO e i PROFUMI DI AFRODITE -
Scoperte archeologiche a CIPRO
La più antica FABBRICA DI PROFUMI nota nel Mediterraneo, sepolta da un terremoto nel II millennio a.C., venne messa in luce dal 1998 a PYRGOS nell’isola di CIPRO dalle ricerche della Missione Archeologica Italiana del CNR.
Lo scavo ha riportato alla luce i resti di un vasto impianto industriale risalente al II millennio a.C., incentrato sulla produzione dell’OLIO DI OLIVA. Oltre ad un FRANTOIO e ad un MAGAZZINO, sono stati trovati settori connessi all’impiego dell’olio d’oliva nella tessitura, nella produzione dei profumi e nella metallurgia, dove l’olio era usato come “combustibile” per raggiungere alte temperature nei processi di fusione.
L'eccezionalità della scoperta consiste nel rinvenimento di un’ area archeologica intatta: la zona dovette essere abbandonata nel 1850 a.C. a seguito di un terremoto e al divampare di un violento incendio alimentato dall'ingente quantità di olio.
Reportages fotografici by Barbara CARICCHI
Rif. articoli "TUTTO OLIO" nella sez. Cibo e Arte e "PROFUMO" nella sez. Body Art
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