Il 31 ottobre è alle porte ... < DOLCETTO o SCHERZETTO ?? > è l'inno dei bambini festanti che suonano ai campanelli delle case!!
Nella FESTA di HALLOWEEN scheletri e fantasmi, maghi e streghe con
le loro LANTERNE DI ZUCCA vagano per le vie per scacciare gli spiriti maligni ...
FANTASMINI di HALLOWEEEN : la ricetta di GIALLOZAFFERANO
DOLCETTI molto sfiziosi e semplici da realizzare per una festicciola tra
bambini durante la notte più paurosa dell'anno: HALLOWEEN!
Miscelare burro, zucchero, farina e uova. Foderare una leccarda con carta forno e versare un piccolo quantitativo di composto, da stendere con movimenti circolari del dorso del cucchiaio fino ad ottenere un cerchio di 10 cm di diametro.
Ripetere l'operazione fino a riempire la leccarda e infornare per 5 minuti in forno preriscaldato a 200° , giusto il tempo di vedere i bordi dei dischi ambrati.
Staccarli dalla carta con una spatola di acciaio e metterli immediatamente
(ancora caldi, altrimenti induriranno) negli stampini da creme caramel che conferiranno la caratteristica forma vagamente conica di FANTASMINO.
Lasciare raffreddare, quindi sformare su di un piatto e disegnare con CIOCCOLATO FONDENTE occhi e bocca in varie espressioni !
Infine spolverizzare con lo ZUCCHERO A VELO ed ecco pronti i
FANTASMINI di HALLOWEEEN, per la gioia di tutti i bambini !
Le origini celtiche di HALLOWEEN, oltre duemila anni fa ...
Il primo novembre segnava la fine della stagione estiva, il ritorno delle greggi dai pascoli e il rinnovo delle coltivazioni:
i CELTI nell'antica GRAN BRETAGNA e IRLANDA celebravano in questa data la
FESTA DI SAMHAIN, che era anche un momento di contemplazione.
Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante: questo era il periodo più magico dell'anno, il giorno che non esisteva.
Si credeva che durante quella NOTTE MAGICA cadessero le barriere fra i
mondi, permettendo alle FORZE DEL CAOS di invadere i REAMI
DELL'ORDINE ed al MONDO DEI MORTI di entrare in contatto con
il MONDO DEI VIVI.
Le anime dei morti tornavano a far visita alle proprie case e alle proprie famiglie.
I CELTI per l'occasione andavano in giro di casa in casa a chiedere piccoli doni - CIBO e DOLCIUMI - per onorare i morti.
Col tempo la tradizione crebbe e crebbe anche la superstizione che
l'accompagnava: la popolazione iniziò ad accendere FUOCHI sulle colline e
appendere LANTERNE ricavate da RAPE.
ZUCCHE & HALLOWEEN
La tradizione di intagliare le ZUCCHE nacque quando la festività venne introdotta negli STATI UNITI con le ondate migratorie successive alla scoperta del Nuovo Mondo.
In America esistevano varietà di ZUCCHE sconosciute in Europa e facilmente reperibili : venivano scavate in modo da rappresentare il VOLTO DEI DEMONI che dovevano essere scacciati. Nacque anche la tradizione del TRAVESTIMENTO.
La FESTA si sviluppò molto verso la metà del 1800 quando gli immigrati,
prevalentemente irlandesi, diffusero l'usanza di HALLOWEEN a NEW YORK, BOSTON e PHILADELPHIA.
A metà del Ventesimo secolo HALLOWEEN aveva coinvolto quasi tutto il mondo anglosassone da costa a costa degli USA.
HALLOWEEN - festività non solo pagana.
Papa BONIFACIO IV iistituì il giorno di TUTTI I SANTI che, celebrato originariamente il 13 maggio, venne gradualmente spostato al primo novembre.
La società pagana si era fatta ormai cristiana. E dunque la vecchia FESTA DI SAMHAIN, una celebrazione pagana, venne trasformata nell`occasione per celebrare le vite dei santi cristiani.
PANE DEI SANTI (1 novembre) PANE DEI MORTI (2 novembre)
FAVE DEI MORTI - ricetta umbra a base di MANDORLE
OSSA DI MORTO - a Milano
ZUCCHE INTAGLIATE
nella MAGICA NOTTE DELLE STREGHE
GARDALAND MAGIC HALLOWEEN fino al 4 novembre :
DIVERTIMENTO MOSTRUOSO da perdere la ZUCCA !!
ZUCCA ZUCCONE ZUCCOTTO
HALLOWEEN PARTY 31 OTTOBRE 2018. FINO A MEZZANOTTE !
Coi miei occhi da bambina
In questo MONDO ALIENO è tutto nuovo
Tutto nuovo
Fra FANTASMI IN GOMMA PIUMA
ANIME IN VETRINA il tuo veleno
Troppo buono
Dammi un bacio che mi sazia
Che l'amore non si avanza
Egoista oppure giusta e chi lo sa ...
"MALEDETTO LUNA-PARK" canta Loredana BERTE'
"LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI" (Night of the Living Dead) -
film HORROR statunitense del 1990 diretto da Tom SAVINI.
È il remake del film omonimo del 1968 di George A. ROMERO.
Protagonista assoluto l'attore afro-americano Tony TODD.
Nel 2006 è stato fatto un altro remake del film del 1968, intitolato "La notte dei morti viventi 3D".
< DOLCETTO o SCHERZETTO ?? >
BISCOTTI TESCHIO
SCHELETRO NELL'ARMADIO
La MACABRA ESPRESSIONE
«avere uno SCHELETRO nell’armadio» significa avere segreti inconfessabili nascosti, si tratti di azioni o fatti del passato, riprovevoli o comunque dannosi per la propria reputazione.
Esiste un corrispettivo inglese - «to have a SKELETON in the closet» - utilizzato ampiamente anche in letteratura.
Pare comunque che l’originale sia francese -
«avoir un SQUELETTE dans le placard» - pur essendo apparso più
tardi nelle pagine dei libri.
Lo studioso Bernard DELMAY ha ricostruito l'origine di questa espressione.
Pare che nel 1792 durante la Rivoluzione francese, ovvero un anno dopo la morte del conte di Mirabeau (apprezzato dai rivoluzionari, nonostante appartenesse alla nobiltà, per aver continuato a pubblicare le cronache delle sessioni degli Stati generali anche dopo il divieto reale) venisse scoperto alle Tuileries un armadio blindato, contenente documenti compromettenti dai quali era evidente che il conte avesse tramato con il re per cancellare la Rivoluzione.
Ne seguì uno scandalo, e venne pubblicata una vignetta satirica che rappresentava lo stesso Mirabeau come uno scheletro sistemato nell’armadio,
per custodire i documenti che rivelavano il suo tradimento della causa della rivoluzione.
È allo stesso Mirabeau che si deve peraltro la frase:
«Solo gli imbecilli non cambiano mai opinione».
da www.tuttomisteri.it
< DOLCETTO o SCHERZETTO ?? >
BISCOTTI ZUCCA
ZUCCHE ORNAMENTALI
ZUCCA nell'ARTE -
simbolo di prosperità, fecondità e ricchezza
Dal Nuovo Mondo, con pomodori, patate, angurie ed altre varietà vegetali, la ZUCCA si impose immediatamente in Europa come trionfo di feriale bellezza, prima nelle corti e poi a livello popolare.
Si presentava con caratteri di assoluta straordinarietà, per dimensioni imponenti, forme singolari, colori intensi che vanno dall’arancione al verde azzurro, ben sagomata quanto un turbante orientale o un serpente, forte contenitore di una POLPA compatta e coloratissima che poteva resistere per lungo tempo in ambienti asciutti, così ricca di SEMI festosi ai quali si riconoscevano capacità medicamentose e la propiziazione del denaro.
SEMI DI ZUCCA decorticati
La ZUCCA apparve subito come un frutto prodigioso e in breve tempo fu sperimentata tanto in CUCINA quanto nell’ ARTE come novità assolutamente seducente.
Tra i primi ad accogliere iconograficamente questa novità, a poco più di vent’anni dalla scoperta dell’America, fu RAFFAELLO che fece rappresentare al suo collaboratore GIOVANNI da UDINE una grossa ZUCCA di provenienza americana aperta alla base come una cornucopia ricca di SEMI – e pertanto di denaro – trasformandola in un nuovo attributo di Ermes-Mercurio, il messaggero alato degli dei, il dio dell’intelligenza concreta e quindi l’olimpico protettore dei commerci.
Era un' immagine che intendeva propiziare una continuità d’abbondanza e fortuna al banchiere senese Agostino CHIGI, amico di Raffaello, committente degli affreschi, che era diventato ricchissimo con il commercio di allume e che aveva aperto, con fortuna, un banco finanziario.
RAFFAELLO e aiuti , Loggia di Amore e Psiche. Festoni di GIOVANNI da UDINE.
Mercurio è attribuito a Giulio ROMANO, su disegno di Raffaello, 1517. Roma, Farnesina.
ZUCCA & MERCURIO DENARO & AFFARI
La ZUCCA APERTA nel’affresco è come la PENTOLACCIA negli antichi giochi popolari, che libera il SEME-DENARO, facendo piovere sonanti monete su chi l’ha colpita.
Le ZUCCHE provenienti dall’America furono subito identificate - per la bellezza, le grandi dimensioni e la ricchezza di semi - come portatrici di denaro e prosperità, alla stregua di MELOGRANO e LENTICCHIE.
La natura feconda della ZUCCA è dimostrata, sempre nel festone di GIOVANNI da UDINE, alla destra di Mercurio, da una liaison dangereuse di natura sessuale.
Una ZUCCA OBLUNGA, realizzata inequivocabilmente come l’organo maschile, si avvicina ad un FICO.
Fichi con questa connotazione sessuale sono registrati ampiamente nella pittura cinquecentesca, dal bolognese Bartolomeo PASSEROTTI al fiammingo Joachim BEUCKELAER.
La ZUCCA AMERICANA era un soggetto straordinariamente pittorico, spesso sagomato a livello della SCORZA quanto i copricapo alla turchesca ... allegro, imponente e prodigioso.
Una SCULTURA VEGETALE che, come il pomodoro, ebbe inizialmente caratteri eminentemente decorativi presso le élites, per poi entrare nei menù, con sapori di contrappunto che avrebbero anticipato la nouvelle cuisine.
A metà del Cinquecento la ZUCCA AMERICANA nelle sue numerose varianti apparve con sempre maggior frequenza nei quadri dedicati ai cosiddetti MERCATI, che in realtà celavano finalità propiziatorie o comico grottesche
legate al rapporto tra materia e sessualità, come avviene nel fiammingo Pieter AERTSEN (Amsterdam, 1508-1575) e nel nipote Joachim BEUCKELAER (Anversa, 1530 circa, 1573), collezionato dai Farnese.
Pieter AERTSEN , "La fruttivendola".
In questo dipinto si nota la presenza di frutta e verdura, con un buon numero di ZUCCHE.
Il soggetto dell’abbondanza si collega alla fecondità e alla riproduzione umana, come testimoniano la donna e l’uomo abbracciati, in secondo piano, nello specchio della porta.
La zucca è in molti casi accostata al MELONE, frutto euroasiatico già diffuso fin dal tempo dei Romani, per analogie cromatiche soprattutto della polpa e per l’ampio endocarpo ricco di semi.
Joachim BEUCKELAER, "Mercato in campagna" (1566) - GALLERIA FARNESE MUSEO CAPODIMONTE
L’uomo in procinto di toccare il seno alla fruttivendola è un venditore di selvaggina.
In primo piano la ZUCCA della prosperità.
Il pittore rende in questo modo la natura sanguigna del maschio e la natura linfatica della donna.
Joachim BEUCKELAER e scuola (attribuito), "Mercato".
L’uomo cinge la donna. L’allusione alla gravidanza è rappresentata dal contatto della stessa con un MELONE e una ZUCCA, entrambi simboli di fecondità e di prosperità.
L’allusione erotica è completata dal rafforzamento delle identità sessuali dei due mercanti.
Nell’area occupata dalla donna, a destra, il pittore dipinge frutti tondi, con convessità lineari, mentre dal lato del maschio dipinge cetrioli, teste d’aglio, carote, piselli e baccelli.
Per mostrare la ricchezza intima, molto spesso
la ZUCCA viene TAGLIATA, come accade in due versioni de
"La Fruttivendola" del cremonese Vincenzo CAMPI (1536-1591).
Il frutto viene esibito come un trofeo, in una collocazione eminente ed evidente, quasi impudica, con la concavità ricca di SEMI e di filamenti dell’endocarpo, che vengono rilevati dal pittore con un’attenzione traslata allusivamente in altre direzioni semantiche.
Vincenzo CAMPI, "Fruttivendola" - dipinto a olio su tela (145x215 cm) 1580 circa. Pinacoteca di Brera a Milano.
E' il dipinto più celebre di una serie che comprende anche la Pollivendola, la Cucina, la Pescivendola, tutti provenienti dal convento dei gerolimitani a Cremona,
intitolato San Sigismondo.
Il dipinto raffigura una fruttivendola nell'atto di mostrare all'osservatore la propria mercanzia, in particolare protende verso lo spettatore un grappolo di uva nera.
Ben evidente in alto sul ripiano una CESTA DI ZUCCHE GIALLE, con un frutto tagliato per mostrarne l’interno ricco di semi.
Della stessa serie esiste una replica con poche varianti : cinque tele commissionate dal banchiere Hans FUGGER per la propria sala da pranzo nel Castello di Kirchheim, dove sono tuttora conservate.
Vincenzo CAMPI, "Fruttivendola"
L’artista, temendo d’essere equivocato, corregge la possibile interpretazione pagana del dipinto inserendo il GIGLIO dell’ANNUNCIAZIONE, fiore cristiano, ascrivendo così a Dio ogni merito della Creazione della varietà dei frutti.
Il quadro non rappresenta semplicemente una fruttivendola, ma raffigura la personificazione della NATURA.
Tutte le stagioni sono rappresentate, come non sarebbe potuto avvenire, sullo stesso banco, a quei tempi.
Nello stesso periodo Giuseppe ARCIMBOLDI (1526-1593) migra alla corte alchemica di Praga - dove la realtà viene osservata nella sua rappresentazione che conduce ai cardinali e agli universali - e sviluppa gli eterni creatori della materia attraverso la giustapposizione di elementi naturali.
ARCIMBOLDO opera muovendo da principi estrapolati dall'arte musiva-pittorica etrusca e romana.
Rappresenta Vertumno, il dio italico dell’autunno-inverno, con la capigliatura formata da frutti, come se lui stesso fosse un albero fruttifero.
L'artista porta alle estreme conseguenze concettuali la rappresentazione della materia dimostrando, secondo il pensiero neoplatonico, che il mondo è formato da eoni – cioè da emanazioni divine.
In "Vertumnus" dedicato all’ imperatore l’artista lombardo utilizza i frutti di tutte le stagioni e alla ZUCCA viene assegnato il compito di rappresentare il torace, sede del cuore
Nei primi decenni del Seicento si sviluppava nei Paesi fiamminghi lo STILL LIFE, diffondendosi a Cremona, Milano e Bologna alla metà del XVI secolo.
Si recuperava, in questo modo, la pittura romana degli XENIA, dipinti di frutta che sottolineavano la ricchezza della casa, richiamando sullo stesso edificio nuova prosperità attraverso il dono reale di un CESTINO DI FRUTTA agli invitati che avevano partecipato al pranzo.
In diverse tele le ZUCCHE spandono le loro forme opime, la loro natura prospera, la loro polpa difficilmente espugnabile dagli animali ...
Gli artisti mettono in rilievo ZUCCHE AMERICANE nelle nature morte, mentre nei bodegones o nelle pitture di mercati rappresentano
ZUCCHETTE a forma di FIASCHETTA, collegandole essenzialmente al mondo popolare dei lavoratori o dei pellegrini.
La scoperta dell’ AMERICA aveva portato nel Vecchio Continente l’antenata della
ZUCCA di HALLOWEEN e numerose altre varietà, ma EUROPA e ASIA
conoscevano già, da tempi antichissimi, la LAGENARIA, una zucca di piccole dimensioni, somigliante a una fiaschetta.
Almeno dai tempi dei Romani, questo frutto asiatico ed europeo veniva consumato
dal popolo che lo svuotava della POLPA – poi lessata o cotta nel forno, accanto al pane - e ne trasformava la SCORZA in contenitori leggeri e impermeabili, perfetti soprattutto per contenere l’acqua.
Non v’era bastone o cinta di un camminatore che non avesse appesa la bella BOTTIGLIA VEGETALE, come appare in diversi casi nell’iconografia pittorica di San ROCCO o di San GIACOMO.
La presenza della ZUCCA ARCAICA nei dipinti o nelle statue è particolarmente legata alla dimensione del viaggio e appare pertanto collegata PELLEGRINI, VAGABONDI o SANTI in cammino.
Anonimo intagliatore, "San Rocco con cane", legno, XVIII secolo, altezza133 cm - VEGNA
George de LA TOUR (1593-1652), "San Giacomo Maggiore".
Il santo è rappresentato come i pellegrini che si recavano al suo sepolcro a Santiago di Compostela:
il bordone per il viaggio alla quale è assicurata la FIASCHETTA DI ZUCCA, l’ampio cappello sul quale, come sull’abito, è cucita una valva di capasanta o pecten jacobeus.
La conchiglia era la prova che i pellegrini si erano recati a Compostela e nella sua regione. La capasanta, in alcuni casi usata per il battesimo, costituiva anche un documento di esenzione dai pedaggi, riservata ai pellegrini. Tuttora i negozi della zona di Compostela vendono bastoni, zucche e conchiglie.
Testimonianze scritte e iconografiche attestano l’uso della FIASCHETTA DI ZUCCA come PORTALAMPADA e PORTACERA per illuminare gli ambienti mentre varie fonti ne testimoniano l’uso casalingo per la conservazione di uno degli elementi più preziosi: il SALE.
Il SALE, ai tempi di Roma antica, equivaleva al denaro corrente, tanto che il nome SALARIO deriva dal pagamento dei prestatori d’opera attraverso dosi di sale, elemento preziosissimo non solo per equilibrare la dieta o aumentare il sapore ai cibi, ma per la conservazione degli alimenti.
Il sale fece sorgere la città più importante del mondo antico, ROMA, posta al punto di intersezione tra la VIA SALARIA - che dal mare portava all'entroterra e sulla quale viaggiavano salmerie cariche del prodotto marino – e le STRADE DEGLI ALLEVATORI - che portavano il bestiame a valle per poterlo vendere o barattare,
acquisendo le scorte saline necessarie al consumo domestico e alla preparazione di salumi.
L’integrazione di queste due economie fu alla base remota della fortune della città eterna.
Nelle abitazioni, quindi, la ZUCCA ANTICA si rivelava un ottimo scrigno per contenere i CRISTALLI DI SALE, considerati così preziosi che rovesciarli inavvertitamente a terra era – ed è – considerato segno di sfortuna.
da www.stilearte.it
ZUCCA : < DOLCETTO o SCHERZETTO ?? >
Le Ricette della Nonna per i DOLCETTI di HALLOWEEN :
Cupcake CIVETTA
RAGNETTI di Halloween
TOPINI al cioccolato
Grissini a forma di OSSA
Muffin MUMMIA
PIPISTRELLI dolci di Halloween
Muffin alla ZUCCA e cannella
MUMMIA hot dog
Pizzette RAGNO di Halloween
Cheesecake alla ZUCCA
Rif. articolo " ZUCCA ... ZUCCATA !! " nella sez. Cibo e Arte
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