MONTIGLIO MONFERRATO – MONTIJ in piemontese - venne istituito il primo settembre 1998 dall'unione dei tre antichi comuni di COLCAVAGNO, MONTIGLIO e SCANDELUZZA in provincia di Asti.

 

 

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COLCAVAGNO - chiesa parrocchiale di Sant’ ANTONIO ABATE



MONTIGLIO domina la Valle Versa con il suo CASTELLO originario del XIII secolo, distrutto nel 1305 e ricostruito con sotterranei nel XV secolo, oggi inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.

Fu la guerra fra Monferrato e Asti a portare all'edificazione di questo baluardo, già dimora di Bonifacio I nel XII secolo. È stato ipotizzato che qui Rambaldo di Vaqueiras abbia composto la sua Estampida.



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Nel parco del CASTELLO si trova la CAPPELLA romanica di SANT’ANDREA che racchiude il più vasto ciclo di AFFRESCHI trecenteschi del Piemonte, i quali si susseguono in un andamento "a nastro continuo" su due ordini e rappresentano l'intera vita di Cristo.


Nell'ordine superiore: l'Annunciazione e la Natività, quindi l'Adorazione dei Magi, la strage degli Innocenti, la fuga in Egitto, infine Gesù che insegna nel Tempio.


Nel secondo ordine: la Domenica delle Palme, l'Ultima Cena, il Tradimento di Giuda, il Processo, la Salita al Calvario, la Crocifissione, la Deposizione e la scena del "Noli me tangere" con il bellissimo profilo della Maddalena.


 

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< Una rappresentazione estremamente suggestiva e ricca di pathos, certamente ispirata da un solo artefice: i colori smaglianti e trasparenti, l'impostazione sicura dei volumi, la cura ricercata dei particolari (si noti l'accuratezza nella raffigurazione degli animali), in un susseguirsi narrativo definito dalla distribuzione delle masse e dai gesti delle figure.
Al di sotto del ciclo della Passione si snoda la raffigurazione di un drappeggio di stoffa rossa, fissata a tratti alla parete mediante chiodi (decorazione ancora rintracciabile al di sotto della Crocifissione).


Difficile l'attribuzione di questi affreschi, pare comunque sostenibile l'ipotesi di un pittore di scuola lombarda, Maestro di Montiglio, cui non erano estranei gli insegnamenti della scuola toscana post-giottesca.


Il compromesso stato di conservazione di questi affreschi, considerati la massima espressione pittorica trecentesca in Piemonte, è dovuto soprattutto a una pesante coltre di intonaco sovrapposta durante l'epidemia di peste, per arrestare il morbo.


La superficie delle pareti venne graffiata e martellata, così da far meglio aderire la calce.

Nel 1931 l'allora marchese Ignazio Borsarelli di Rifreddo venne a scoprire casualmente piccole zone di pittura molto antiche.
Il principale intervento di restauro ebbe inizio nel 1984 su incarico di Walter Levi, penultimo proprietario le cui ceneri sono conservate nella Cappella. >




Appena fuori MONTIGLIO sorge la PIEVE romanica di SAN LORENZO

 

 

Splendide sculture nei CAPITELLI        LOR 9468

 

 

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PIEVE romanica di SAN LORENZO

 

Orientata da est (abside) ad ovest (ingresso), la pieve fu dedicata al culto di San Lorenzo nel 1180, culto introdotto nell'anno mille da San Massimino Vescovo di Milano.

L’edificio è realizzato in cotto e pietra "cantone" di cui esistevano molte cave nella zona : pietra di origine vulcanica, erroneamente chiamata tufo. Appena estratta dalla cava è morbida e di facile lavorazione … solo successivamente, a contatto con l'aria, si indurisce.

Il territorio in prevalenza boschivo e selvaggio era abitato da popolazioni di origine celtica e pagana. Il vescovo di Piacenza inviò i propri monaci per cristianizzare le popolazioni ed insegnare l' agricoltura. Questo è uno dei motivi per cui l'astigiano è ricco di pievi romaniche.


All’interno della PIEVE di SAN LORENZO si nota una pietra tombale risalente al periodo fra il 568 ed il 571, epoca in cui i Longobardi invasero l'Italia insieme ad un gruppo di Sassoni.


" SAHSMAR (H)IC QUI(E)SI(T) IN (PACEM)" (Sahsmar qui riposa in pace)



I CAPITELLI in stile corinzio sono di scuola francese ed i temi richiamano l'agreste, il pagano e per simbologia la cristianità.

 

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Foto Barbara CARICCHI


SIRENA BIFIDA (BICAUDATA ,a due code), simbolo del male. La donna era considerata una distrazione per l'uomo verso la visione di Cristo; interessante l'intreccio del nastrino ove si nota la figura del numero 8 come simbolo dell'infinito.


AGNELLO e “MANTICORA” – mangiatrice di uomini - creatura mitica, una sorta di chimera dotata di una testa simile a quella umana, corpo di leone e coda di scorpione. Questi animali rappresentano rispettivamente il bene ed il male.

 

UROFAGO       SERPENTE UROFAGO che si mangia la coda,

 

tipico simbolo celtico: ha significato di continuità. Il fregio sovrasta la seconda monofora della parete nord, lato della morte. Piccolo aneddoto: i Celti contraevano debiti pagabili anche dopo la morte.

Esterno della pieve – parete sud, lato della vita: nel fregio superiore si notano sotto gli archi incrociati delle formelle con vari simboli. Si ritiene che possano fornire delle informazioni per raggiungere altre pievi: non siamo infatti distanti dalla Via Francigena.


 

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Il mantenimento del piovano era assicurato dalla "decima", una parte del raccolto che veniva offerta la domenica durante la messa.
In chiesa il lato sinistro (nord) era riservato alle donne e quello destro (sud) agli uomini. Questi ultimi rimanevano all'esterno all'inizio delle funzioni, per discutere l'entità della "decima" da offrire al prete. Al momento dell' offertorio una donna usciva sul sagrato per avvisare gli uomini che era il momento di portare in dono quanto stabilito. Tale usanza viene ripetuta attualmente alla festa del Ringraziamento, nel mese di novembre.

 

 

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MONTIGLIO è conosciuto anche per le sue MERIDIANE e per la

FIERA DEL TARTUFO che si svolge in autunno.

 

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La vocazione agricola del territorio è testimoniata dai VIGNETI , dai NOCCIOLETI e

dai campi di GRANO e GRANTURCO.



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ROSA in VIGNA : la sentinella per la PERONOSPORA

La rosa viene definita “pianta spia” perché manifesta prima della vite l’attacco di parassiti, malattie e addirittura carenze di minerali.

Tra le malattie “prevedibili” grazie alla rosa ci sono l’attacco della botrite, il famigerato oidio, il marciume radicale lanoso ed il tumore batterico, gli attacchi dei ragnetti rossi e gialli e la metcalfa. La rosa è in pratica la sentinella, il marinaio che avvisa dell’attacco imminente dei pirati, il canarino utilizzato nelle miniere…

 

 

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“Chiese e Castelli, Vigneti e Leggende. I tesori del Monferrato” 2019 :

PITTORI e FOTOGRAFI Cedas a MONTIGLIO MONFERRATO (Asti)




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Ristorante e Bar LAGO DI CODANA - Opere in mostra

 

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ALERAMO primo marchese del Monferrato e fondatore della dinastia degli Aleramici. (Opera in concorso by Laura TORTA)



VINI del territorio in premio


Az. Agr. Biodinamica MACIOT – Cocconato (AT) :

“46 … 4” - Vino ROSSO

“SAURI’ … SUR LIE” – Vino varietale SAUVIGNON

“465” – BARBERA d’ASTI DOCG

“POCH …” – Vino varietale CABERNET



“PRIMORDIO” - RUCHE’ di CASTAGNOLE MONFERRATO DOCG - Amelio Livio – Grana (AT)



La Montagnetta di Domenico Capello – Roatto (AT) :

“I RONCHI” – FREISA d’ASTI frizzante

“INSOLITO” – Vino SPUMANTE BRUT ROSE’



CIBO del territorio



ROBIOLA di COCCONATO

 

TORTA di NOCCIOLE



PASTA fatta a mano con farina macinata a pietra :

TAJARIN al ragù di salsiccia

AGNOLOTTI AL PLIN al sugo di arrosto

 

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foto by GIORSAL – Salvatore GIORDANO


Rif. articoli MUN FRA – MONFERRATO ( sez. Mi metto in mostra) e MONTIGLIO MONFERRATO (sez. Luoghi dell’arte)


Reportage fotografico by Mauro DRAGONI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati