Ottobre 2019 - Le piantine di ZAFFERANO hanno colorato CITTA' DELLA PIEVE per ZAFFERIAMO ...
I produttori del CONSORZIO ZAFFERANO di CITTA' DELLA PIEVE hanno coinvolto il pubblico con utili consigli per la coltivazione della preziosa spezia apprezzata nel territorio almeno fino dal XIII secolo.
Nel XVI secolo lo ZAFFERANO assume un valore rilevante nell'economia locale come si evince dagli statuti che definiscono la data dell' 8 NOVEMBRE per la dichiarazione della produzione e le sanzioni relative ai danneggiamenti provocati dagli animali al pascolo che si nutrono del tenero fogliame piuttosto che dei gustosi bulbi.
La graduatoria del danno va di pari passo con la mole dell'animale : si riduce dal bue al maiale ... dalla pecora alla gallina. Il danno notturno viene calcolato al doppio del diurno ...
Tutto ciò emerge dall' interessante e curioso reading "Lo Zafferano nella poesia e negli statuti del XVI secolo del Comune di Città della Pieve"
by David PETRI a cura di CASA DELLO ZAFFERANO in
collaborazione con SPAZIO KOSSUTH che espone in occasione
dell'evento le opere pittoriche del Maestro Wolfgang Alexander Kossuth
realizzate con il CROCO del PERUGINO.
Aperitivo allo Zafferano
Da ZA'FARAN a CROCUS SATIVUS
Il termine ZAFFERANO è attestato nella lingua italiana dal XIV secolo e deriva dall'arabo ZA'FARAN , che equivale al persiano zaâfara, termine indicante il CROCO. La parola è giunta alla lingua italiana attraverso la forma del latino medioevale SAFARANUM, da cui deriva anche la forma spagnola AZAFRAN.
Una derivazione alternativa vorrebbe che za'faran sia la forma resa in arabo della parola persiana ZARPARAN , data da zar + par + an, propriamente "alle ali d'oro". Ancora più antico è l'accadico AZUPIRANU, "zafferano".
Nel latino classico il termine usato era invece CROCUM, prestito linguistico di provenienza semitica: è adattato dalla forma aramaica KURKEMA attraverso il termine arabo KURKUM e gli intermedi greci KROKOS o KARKUM, che significa ancora "giallognolo".
L'origine ultima potrebbe essere il sanscrito KUNKUMAM, a meno che non sia anch'esso un prestito dalle lingue semitiche.
Lo ZAFFERANO è noto sin dai tempi più remoti: OMERO, VIRGILIO e PLINIO lo citano nelle loro opere, vantandone le virtù nell'arte culinaria e non solo.
Nelle "METAMORFOSI" di OVIDIO si narra che CROCO, innamoratosi della bellissima ninfa SMILACE da cui era particolarmente attratto il dio HERMES, venne trasformato in una pianta, il CROCUS SATIVUS appunto, mentre la fanciulla divenne una SMILAX ASPERA.
Nella mitologia romana la spezia è collegata alla figura del Dio Mercurio - protettore dei commerci e dei guadagni .
MERCURIO, sbagliando un lancio del disco, colpì a morte il suo amico CROCUS : dal suo sangue nacque il fiore a perenne ricordo.
La più antica citazione dello ZAFFERANO è nel biblico Cantico dei Cantici (4,14) in cui dell'amata si dice:
"I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro e nardo, nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo, con ogni specie di alberi d'incenso, mirra e àloe, con tutti gli aromi migliori..."
La prima indicazione del fatto che le popolazioni del Mediterraneo Orientale stessero già coltivando lo ZAFFERANO nel 2300 a.C. è il cenno fattone dal re Sargon di Accadia che proveniva da AZUPIRANU, città alla quale i testi di storia antica si riferiscono col nome di CITTA' DELLO ZAFFERANO.
"IL RACCOGLITORE DI ZAFFERANO"
Pitture murali risalenti al 1600 a.C. trovate a Cnosso (Grecia) e un'altra del 1500 a.C. scoperta a Santorini (Grecia) ritraevano rispettivamente l'intero processo di raccolta dello zafferano con relativa offerta finale nel corso di una cerimonia rituale, e giovani fanciulle e scimmie nell'atto di staccare i filamenti di zafferano.
A Tebe (Egitto) un papiro medico scoperto in una tomba anch'esso datato 1600 a.C. alludeva alle funzioni medicinali dello zafferano.
Queste pitture e documenti sono prove concrete che la cultura dello zafferano era diffusa anche nei tempi più remoti.
Questa spezia è originaria dall'oriente: dall'Asia Minore i Parti prima, gli Arabi poi la introdussero nell'Africa settentrionale e da qui in Spagna, ma anche in India, Tibet, Cina.
Non si conosce la data precisa in cui lo ZAFFERANO venne introdotto in Italia dalla penisola iberica, ma sappiamo con certezza che i bulbi vennero importati nel 1300 dal padre domenicano Cantucci di Navelli, che sotto il dominio di Filippo II di Spagna alternava il suo ruolo nell'inquisizione alla passione per l'agricoltura. Egli si innamorò dell'aromatica piantina, studiò la natura del terreno ad essa più congeniale, quindi iniziò nella nostra penisola la sua coltivazione.
Fece tutto ciò sfidando le severe leggi emanate dalla Spagna che, rendendosi conto di quanto fosse prezioso l' ORO ROSSO, per salvaguardarne il monopolio condannava chi cercava di esportare i bulbi fuori dal paese alla prigione e persino alla morte.
Oggi in Italia abbiamo piccole coltivazioni in Abruzzo, nelle Marche e in Umbria, nel Senese e in Sardegna.
Rif. articolo "ZAFFERANO Story" nella sez. Cibo e Arte
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