Novembre : profumo di OLIO NUOVO nell'aria !!
Immancabile l'assaggio sul PANE della BRUSCHETTA e nella spadellata dei RAPI che accompagna benissimo la TORTA AL TESTO con la nostra SALSICCIA pievese !!
Subito alla mente il ricordo del FRANTOIO del dott. ANDREOLI a CITTA' DELLA PIEVE, proprio sotto al Teatro degli Avvaloranti in pieno centro cittadino.
Era una festa andare con il babbo al FRANTOIO. Le OLIVE MATURE dalle casse di legno venivano travasate nella tramoggia della grande LAVATRICE. Belle pulite passavano nella MACINA per diventare poltiglia profumata che adagiata sui FISCOLI veniva sottoposta a torchiatura sotto la PRESSA IDRAULICA.
Il FISCOLO (del lat. fiscus, fiscina «borsa, cesto») è un recipiente filtrante usato fin dall'antichità per estrarre l'olio dalle olive.
I Romani lo chiamavano fiscina o fiscis e secondo Catone alcune città come Suessa, Cassino e Roma erano famose per fornire cesti di qualità. Conosciamo anche come avveniva la pulizia dei cesti: dopo ogni uso Columella consigliava di lavarli in acqua bollente, sciacquarli sotto acqua corrente, poi batterli per staccare i residui di pasta e asciugarli.
I fiscoli sono composti di fibre vegetali quali cocco, canapa e giunco assemblate in cordoncini i quali vengono successivamente intrecciati in modo da formare dischi del diametro di circa 60 cm.
Nell'arte d'intrecciare, il cordaio poteva anche prendere il nome di FISCOLARO.
Un singolo fiscolo si presenta come un doppio disco filtrante sigillato ai margini e forato al centro. La PASTA DI OLIVE veniva disposta all'interno dei fiscoli che poi venivano impilati e coperti da un disco pressante per provocare la fuoriuscita dell'olio della pasta. La pressione era ottenuta attraverso i TORCHI. Una volta essiccati, i residui di polpa e i frammenti di noccioli (sansa) prelevati dai fiscoli erano impiegati come combustibile nei forni dei ceramisti e dei panettieri.
"LE MACINE DEGLI ANGELI" a MONTELEONE d'ORVIETO (Terni) 2 - 3 novembre.
Una due giorni per celebrare l’ OLIO EXTRA VERGINE di OLIVA - ORO VERDE del territorio. L'iniziativa cade all’intero del progetto DE.CO. - DEnominazione COmunale - per la promozione e la valorizzazione della produzioni olearie di qualità dell’Alto Orvietano.
L' OLIVO caratterizza il paesaggio collinare umbro ed è la pianta di benvenuto a MONTELEONE d'ORVIETO che con "LE MACINE DEGLI ANGELI" vuole anche ricordare la figura di Angelo ANGELI che a inizio anni ’70 donò al paese la MACINA OLEARIA da colocare al Campo della Fiera, divenuta emblema cittadino.
"FRANTOI APERTI" nei borghi umbri : 7 WE e tante iniziative per assaporare l' ORO VERDE !!
1° WE : 26 – 27 ottobre 2019
UNTO nei castelli e nel Territorio - ASSISI
O-LIVE - L’Olio nuovo dal vivo - BEVAGNA
PAN'OLIO - PANICALE e CASTIGLIONE DEL LAGO
2° WE : 1 – 3 novembre 2019
UNTO nei castelli e nel Territorio - ASSISI
FESTA DEI FRANTOI - CAMPELLO SUL CLITUNNO
SAPERE DI PANE, SAPORE DI OLIO - GUALDO CATTANEO
LA MANGIAUNTA - GIANO DELL'UMBRIA
FESTIVOL - TREVI tra olio, arte, musica e papille
3° WE : 9 - 10 novembre 2019
AMOR D'OLIO - ARRONE
UNTO nei castelli e nel Territorio - ASSISI
FRANTOTIPICO - CASTEL RITALDI
OLIVAGANDO - MAGIONE
FESTA DEI SAPORI d'AUTUNNO - PASSIGNANO SUL TRASIMENO
FESTA DELL'OLIO - TUORO SUL TRASIMENO
4° WE : 16 - 17 novembre 2019
UNTO nei castelli e nel Territorio - ASSISI
OLIVAGANDO - MAGIONE
L'ORO DI SPELLO – 58° ediz. Festa dell’Olivo e Sagra della Bruschetta - SPELLO
5° WE : 23 - 24 novembre 2019
UNTO nei castelli e nel Territorio - ASSISI
LE VIE DELL'OLIO - Rievocazione della Festa della Frasca - GIANO DELL'UMBRIA
6° WE : 30 novembre 2019
BRUNCH all’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo - FOLIGNO
7° WE : 7 - 8 dicembre 2019
LA MARATONA DELL'OLIO - AVIGLIANO UMBRO
Dall'Umbria alla Toscana il passo è breve ...
SUL FILO DELL'OLIO a CETONA (Siena) 1 - 2 novembre
OLIVI in SARDEGNA
ULIVI PUGLIESI - XJLELLA nel SALENTO
Si chiama "Complesso del Disseccamento Rapido dell'Olivo" (CDRO) l’ultima minaccia ecologica che ha recentemente suscitato grandi preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e i semplici ammiratori di queste piante secolari. Quanto c’è però di vero? - by Lisa SIGNORILE (nationalgeographic.it)
Siamo davanti a una catastrofe ecologica o si tratta di una esagerazione mediatica?
La MORIA DEGLI ULIVI è cominciata in sordina nel Salento leccese, nell’area intorno a Gallipoli, un paio di anni fa.
I primi focolai, di modesta estensione, erano stati scambiati per attacchi di una malattia localmente endemica, nota come "lebbra delle olive", causata da un fungo. Il CDRO è invece esploso improvvisamente negli ultimi mesi, interessando, al momento, un’area di circa 80 km2. Ciononostante, il danno è circoscritto, così da rendere difficile trovare persone che ne possano parlare per conoscenza o competenza diretta.
La malattia incomincia con il disseccamento della chioma a zone, estendendosi via via a tutto l’albero e terminando con la morte della pianta.
La coltivazione dell’ulivo in Salento, spiega Nicola Iacobellis, batteriologo vegetale dell’Università della Basilicata, è ancora praticata con metodi tradizionali e la poca attenzione rivolta agli ulivi, spesso secolari, è uno dei fattori che hanno portato a dare l’allarme in ritardo. “Nella zona d’interesse”, aggiunge Giovanni Martelli, fitopatologo dell’Università e del CNR di Bari, “sono proprio le piante secolari a soffrire e morire. Nella zona colpita non ho visto impianti recenti”.
Le cause della malattia
Le cause di questa moria improvvisa hanno dato un bel grattacapo ai ricercatori di Bari, in quanto non sembra esserci una causa unica.
"Il CDRO", spiega ancora Giovanni Martelli, a capo del laboratorio che si sta occupando delle indagini sulla causa della malattia, "è verosimilmente il risultato dell'azione di tre diversi attori: il lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo), le cui larve scavano delle gallerie nel tronco e nei rami dell'olivo che facilitano l'ingresso del secondo attore, un complesso di funghi microscopici del genere Phaeoacremonium. Il terzo attore è il batterio Xylella fastidiosa. La sintomatologia e la rapidità della diffusione della malattia mi avevano fatto pensare al possibile coinvolgimento del batterio e le analisi molecolari effettuate hanno confermato che l'intuizione era corretta. La presenza del batterio nei tessuti fogliari degli olivi malati è stata poi confermata da osservazioni al microscopio elettronico che lo hanno identificato nei vasi legnosi".
Per capire l’importanza del ruolo dei singoli patogeni saranno necessarie ulteriori analisi, già programmate. È quindi prematuro incolpare solo il batterio, come invece asseriscono invece alcuni media.
I dati molecolari acquisiti dallo staff del CNR indicano che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa è diverso da quello della variante americana che causa una malattia distruttiva della vite e il
batterio non è stato ritrovato sulla vite neanche nel cuore della zona infetta salentina.
Rif. articoli TUTTO OLIO, OLIO, OLIO NUOVO nella sez. Cibo e Arte
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