Nei ricordi di bambina la POLENTATA tra parenti e amici il giorno di OGNISSANTI in campagna, accompagnata da una SPITATA di UCCELLETTI e VENTRESCA di MAIALE nel camino !!
Il grosso PAIOLO DI RAME sull’incastellatura a tre piedi … che fatica girare la POLENTA !! Attenzione che si attacca !! Gli zii si alternavano al mestolone del paiolo mentre in cucina la mamma preparava il SUGO , di fatto un succulento RAGU’ DI CARNE con macinata di manzo e salsiccia di maiale, talvolta con aggiunta di costolette di maiale (attenzione alle schegge di osso) e funghi.
Per la nostra POLENTA un po’ ruvida che prende meglio il condimento si utilizza
FARINA DI MAIS tritata non troppo finemente.
GIRA e RIGIRA passa un’oretta … gulp !! La POLENTA deve essere dura !!
Alla fine il PAIOLO viene capovolto sulla SPIANATORA … la POLENTA viene livellata a circa 5 cm di spessore e coperta con un panno per un breve riposo. Quindi viene tagliata a fette con il filo e disposta nel piatto alternata a SUGO e PARMIGIANO grattugiato. E’ ottima anche con un mix di PARMIGIANO REGGIANO e PECORINO ROMANO.
POLENTATA del TERZIERE CASALINO – la tradizionale e allegra serata dicembrina in attesa del Natale. Complimenti a tutti i volontari del Terziere : POLENTA da leccarsi i baffi !!
TERZIERE CASALINO : tante le iniziative dal 1965 ad oggi.
Nel corso della serata viene presentato il CALENDARIO 2020, quest’anno in edizione storica con foto del PASSATO e del PRESENTE anche per ricordare 3 personaggi nel decennale della scomparsa : Gualfredo CARICCHI, Antonio MARRONI e Vinicio MACCHIONI.
POLENTA nel PRESEPE MONUMENTALE
“LUCI SUL TRASIMENO” a CASTIGLIONE DEL LAGO
FARINA di MAIS : POLENTA GIALLA & POLENTA BIANCA
POLENTA BIANCA
Nelle cucine del VENETO e soprattutto nelle province di Venezia, Treviso e Padova, fino a poche decine d’anni orsono quasi quotidianamente si celebrava il rituale della preparazione della Polenta dove per Polenta si intendeva esclusivamente la Polenta Bianca.
La POLENTA BIANCA è ottenuta dalla macinazione di MAIS BIANCO, più raro e più costoso del mais giallo. Ha un profumo meno deciso della rispettiva gialla e un gusto più delicato che esalta la pietanza che accompagna. In un connubio gastronomico fa da cavaliere alla portata protagonista.
La POLENTA nella LETTERATURA sin da tempi lontanissimi.
Se ne parla ad esempio nel “Codice Palladiano”, nelle “Satire di Persio”, nella “Materia Medicinale” di Discoride.
Verso la fine del 1500 viene descritta la realizzazione di una
POLENTA DI GRANTURCO simile alla nostra polenta da parte di Bernardino Baldi, il quale ne descrive perfino le astuzie per una migliore realizzazione: cacio, burro, tagliere e filo.
Nel 1700 troviamo perfino una “Accademia dei POLENTOFAGI ” che
raccoglieva nella città di PISA rinomati MANGIATORI DI POLENTA .
In tempi più recenti avrà sede a PARIGI il “CIRCOLO DELLA POLENTA”, che vedrà tra i propri iscritti molti illustri nomi dell’arte e della letteratura italiana ed avrà come stemma un mosaico con una bella polenta tutta d’oro in campo argento, contornata da sei “P” iniziali del motto:
“Per Patria Prima Per Polenta Poi“
La POLENTA nella MUSICA : “LA MULA DE PARENZO” - canzone molto nota nella cultura popolare dell’Italia settentrionale e del Nord-Est in particolare. “La ragazza di Parenzo”, oggi Porec , città croata situata sulla costa occidentale della penisola istriana.
Se il mare fosse de tocio
e i monti de polenta
o mamma che tociade
o mamma che tociade.
Se il mare fosse de tocio
e i monti de polenta
o mamma che tociade
polenta e bacalà
perché non m'ami più.
TOCIO : sugo, intingolo
Una curiosità a riprova dell’intimo connubio tra la città di Parenzo/Porec con il mondo succulento della polenta. Il 21 Novembre durante le festa del Patrono San Mauro si svolgono “Le POLENTIADI” - una sorta di olimpiadi della cucina in cui la polenta è la principale protagonista!!! La divertente gara gastronomica è aperta a tutti gli chef, stranieri compresi .
La POLENTA nell’ARTE
“LA POLENTA” (1740 ca) di Pietro LONGHI (1702-1785) - Pittore attivo a Venezia fu il più acuto osservatore della vita cittadina del suo tempo, realizzando dipinti di misurata e pungente ironia.
“BANCHETTO NUZIALE” (1568 ca) di Pieter BRUEGHEL (1525-1569) - Capostipite di una delle principali dinastie fiamminghe di pittori. Le sue opere esprimono attraverso un paesaggismo dai tratti modernamente realistici uno spiccato gusto per il grottesco e la satira ed una prevalente attenzione verso la natura e i costumi popolari.
Liberamente tratto dalle annotazioni di MOLINO CERESER Cav. GINO
PARMA – Capitale Italiana della Cultura 2020
Al PALAPOLENTA di SORAGNA per la FESTA DELLA POLENTA :
Asinina con polenta
Guancialino con polenta
Polenta Consa al ragù
Polenta Fritta
Polenta e Gorgonzola
La POLENTA CONSA è un’alternativa emiliana alla classica versione lombarda detta polenta concia. Si preparerà innanzitutto un buon soffritto che verrà poi utilizzato per farcire le fette di polenta, da disporre in forno a 170 gradi per una quindicina di minuti. Si servirà quindi accompagnata da abbondante sugo di pomodoro e da generose manciate di formaggio grattugiato, possibilmente Parmigiano.
La POLENTA CONCIA è una ricetta tipica delle regioni del Nord Italia, dalla Valle d'Aosta al Veneto. Ogni area geografia ha una sua variante tradizionale, che si distingue non tanto per il metodo di cottura, quanto per il tipo di formaggio adoperato. L'usanza lombarda, soprattutto nella provincia del bergamasco, infatti prevede che tale piatto sia preparato con formaggi locali, come Gorgonzola, Grana Padano e formaggio di Monte.
POLENTONI & TERRONI nella dialettica campanilistica fra abitanti del nord e del sud Italia. Ambedue le parole hanno connotazioni antietniche, tese a rimarcare una asserita inferiorità etnica e culturale, anche se spesso usate solo in modo bonario.
POLENTONE : il mangiatore di POLENTA, un alimento storicamente molto diffuso nella cucina povera dell'Italia settentrionale. Fino ai primi anni del XX secolo, infatti, la polenta rappresentava l'alimento base delle popolazioni del nord Italia (Lombardia, Veneto, Piemonte ecc.). Per i ceti più poveri poteva comportare conseguenze negative sulla salute di molti soggetti spesso vittime della pellagra, anche se li ha salvati da tante carestie alimentari.
TERRONE : il latifondista o/e le classi soggette alla "servitù della gleba", ossia "legate alla terra". Terra di Lavoro : la Campania antica, vasta zona di lavoro agricolo nel Regno di Napoli e successivamente delle due Sicilie.
POLENTONI quelli di BERGAMO !!
< Mi dicono POLENTONE e non mi offendo … > Vittorio FELTRI a Piero CHIAMBRETTI in “La Repubblica delle Donne” su Rete 4.
POLENTA & CAPRIOLO POLENTA & CINGHIALE
POLENTA FRITTA & GORGONZOLA POLENTA BRUSCHETTATA …
slurpppp !!!!!!!!!
SCUOLA DI CUCINA Lorenzo De’ Medici a MERCATO CENTRALE TORINO
Il CORSO di POLENTA dell’11 gennaio 2020 è saltato … Ricordo di aver letto un succulento menù con POLENTA al TARTUFO, CIALDE DI POLENTA con lenticchie e cotechino, GNOCCHI DI POLENTA con zucca e taleggio …
PANE GIALLO con FARINA di MAIS. La nonna Edvige raccontava che spesso alla scuola elementare scambiava la sua FETTA DI PANE BIANCO (farina di grano) con la FETTA DI PANE GIALLO (farina di mais) delle sue compagne.
BRUSTENGOLO – dolce di FARINA DI MAIS e FRUTTA SECCA tipico della zona di PERUGIA e delle campagne circostanti.
Dolce basso - alto circa due dita - e secco che si distingue per il tipico colore giallognolo conferito all'impasto dalla farina di mais. Essendo privo di glutine, il mais non fermenta e dunque nella versione tradizionale non è necessario l'utilizzo di lievito. L'impasto viene arricchito con uva sultanina, noci, nocciole, pinoli, mele a fette e, talvolta, persino fichi secchi che rendono il dolce particolarmente succulento e sostanzioso.
Un tempo preparato esclusivamente nel periodo autunnale, come suggeriscono gli ingredienti tipici di questa stagione, oggi il BRUSTENGOLO si produce durante l'intero arco dell'anno, con particolare intensità nel periodo delle Feste, affiancandosi ai dolci tipici della tradizione natalizia. Sebbene si tratti di una ricetta originaria di Perugia e delle campagne che la circondano, è ormai una preparazione diffusa in numerose varianti in diverse località della regione.
La ricetta base – la “BIUTA” della zia Elvira a Monteleone d’Orvieto - prevede UVETTA e PINOLI , ma a Bettona e Piegaro si utilizzano numerosi tipi di frutta secca. Nella cittadina di Attigliano, di origine etrusca, l'impasto viene arricchito con un cucchiaio di semi di anice, mentre a Foligno - dove il dolce viene chiamato Fregnaccia - vengono usati anche prugne e fichi secchi.
La preparazione non è difficile anche se la tradizione suggerirebbe di far riposare per tutta la notte la FARINA DI MAIS dopo averla immersa in acqua bollente.
PASTE di MELIGA (paste 'd melia) - BISCOTTO frollino tipico del Piemonte e, in particolare, del cuneese. A base di FARINA di FRUMENTO, FARINA di MAIS (MELIA o MELIGA in dialetto), burro, zucchero, miele, uova, e scorza di limone.
MAIS dal PERU’ al LINGOTTO per “TORINO INCONTRA IL MONDO”
MAIS salato LUNGO & GIGANTE - SALINE di MARAS : INCAS & PERU'
“GERME DI VITA” by Barbara CARICCHI - ARTIVA
GRANO RISO FAGIOLI NERI CICERCHIE MAIS nel SACCO
Rif. articoli CEREALI & LEGUMI , GRANO & MAIS
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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