Il nucleo medievale di ORVIETO affacciato sulla RUPE sorprende il

visitatore con la splendida CHIESA DI SAN GIOVENALE, la chiesa più antica della città risalente al 1004 – anno di insediamento di Papa GIOVANNI XVIII, nato Giovanni Fasano o Carminati, il 141º papa della Chiesa cattolica.


All’ interno della CHIESA DI SAN GIOVENALE un vero e proprio “museo storico della pittura in Orvieto … “ ( PERALI, 1919)

Un duplice intervento di restauro condotto tra il 2011 e il 2014 ha restituito il consolidamento strutturale con il moderno riscaldamento a pavimento per il miglioramento microclimatico dell’ ambiente e il recupero dei numerosi dipinti murali.

Tradizione vuole che la Chiesa sia sorta ove esisteva un tempio etrusco dedicato a GIOVE, da cui deriverebbe la dedicazione cristiana a GIOVENALE, di origine cartaginese, giunto a NARNI (Terni) nel IV secolo. Il culto del SANTO si diffuse lungo la bassa valle del Tevere.

Dalla fine del XII secolo la chiesa è sottoposta al patronato dell’Ordine di SAN GUGLIELMO. Guglielmo di MALAVALLE, duca di Aquitania e cavaliere in Terrasanta, di ritorno dal pellegrinaggio a Gerusalemme si ritirò nell’eremo di Malavalle, sopra Castiglion della Pescaia (Grosseto). L’ordine degli Eremiti Guglielmiti si diffuse particolarmente in Toscana.

 

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La CHIESA DI SAN GIOVENALE in posizione strategica sul ciglio della rupe tufacea è il frutto del rifacimento in stile romanico del XII secolo. Doveva avere funzioni difensive a controllo del territorio a nord-ovest, il cosidetto CORNO DE SUBRIPA.

 

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Non passano inosservati grazie ai preziosi commenti di una guida volontaria due affreschi che raffigurano Sant’ANSANO – protettore delle vie respiratorie – che sorregge TRACHEA e POLMONI … cibo da GATTI !!

 

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Ricorre anche l’immagine di S. MICHELE ARCANGELO che sorregge una BILANCIA : sui due piatti rispettivamente l’UOMO e la DONNA. Quest’ultima squilibra la BILANCIA con il grosso peso del PECCATO ORIGINALE.

 

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MADONNA DEL LATTE

 

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Tra le curiosità :

CALENDARIO dei FUNERI (XIV sec.) con OBBLIGHI di DONAZIONE alla Chiesa

 

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DECALOGO in VOLGARE ORVIETANO del tardo XIII secolo dipinto sotto San GUGLIELMO di MALAVALLE per ricordare ai fedeli i 10 COMANDAMENTI.

MADONNA DEL SOCCORSO : preziosa icona del XV secolo.

ALTARE MAGGIORE composto nel XII secolo riutilizzando sul fronte una lastra del IX secolo, montata capovolta e decorata da intrecci di nastri bisolcati dall’andamento rettilineo e circolare, a creare un simbolico percorso dell’infinito. Romanici i pilastrini angolari con i capitelli figurati con AQUILA e GRIFO, San MICHELE ARCANGELO, un SACERDOTE e un ABATE. L’iscrizione sul fianco dx. riporta l’anno 1170 e i nomi di Guido abate e Bernardo, forse ritratti nei capitelli.

 

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Tovaglia con PIZZO d’IRLANDA (uncinetto – motivi a rilievo su rete di base)

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Splendida vista dal BELVEDERE della RUPE affacciato sulla pianura e sui vicoli della città medievale, segnata da VIA DELLA CAVA. La zona era abitata dal ceto povero che costituiva una entità a sé … i CAVAJOLI addirittura usavano dire < andiamo in ORVIETO > quando entravano in città …

 

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PORTA ROMANA - innalzata per volontà di papa PIO VII nel 1822 in luogo dell’antica porta Pertusa - è uno degli ingressi principali alla città di oggi. La sua struttura rivela il periodo moderno della costruzione anche nei “motivi” che la decorano. Sulla sommità, alle due estremità, si trovano le statue che raffigurano l’AQUILA imperiale e l’OCA, soggetti ripresi dallo stemma del Comune di ORVIETO. Entrambi questi animali hanno un valore simbolico strettamente legato alla storia della città di ROMA.

 

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Il POZZO DELLA CAVA nel quartiere medievale offre un interessante spaccato del sistema costruttivo abitativo in verticale : innanzitutto veniva scavato nel TUFO lo SCANTINATO . I blocchi di risulta venivano utilizzati per edificare il sovrastante PIANO TERRA.

Mi tornano in mente i SASSI di MATERA : i blocchi dello scavo della GROTTA venivano impiegati per la costruzione della parte anteriore della stessa ( sistema costruttivo in orizzontale).

Nel POZZO DELLA CAVA si nota a piano terra il CELLAIO dove veniva pigiata l’UVA … un foro nel pavimento versa il mosto nella CANTINA del piano scantinato con il sottostante SOTTOCANTINA per conservare il famoso VINO D’ORVIETO.

Molti edifici in VIA DELLA CAVA furono di fatto LABORATORI MEDIEVALI di CERAMICA che ebbe evoluzioni col passare dei secoli.



CERAMICA INVETRIATA - monocottura a 970°C

MAIOLICA – 1° cottura a 920°C e 2° cottura a 970°C

LUSTRO o 3° FUOCO con i colori ROSSO e ORO



Nella FORNACE all’ingresso del POZZO DELLA CAVA  si notano numerosi reperti di MAIOLICA e strumenti di lavoro originali.

 

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Fu Papa BONIFACIO VIII a volere i BUTTI (piccoli pozzi) per gettare i rifiuti, prima di allora lanciati giù dalla rupe …

Con la bolla di Bonifacio VIII (dall’Alighieri messo all’inferno, tra i simoniaci) si vietava agli orvietani di “gettare le immondizie fuori delle case sulla strada, obbligandoli a scavare nell’interno delle case stesse o nell’orto un buco profondo
dentro il quale ben coperto e chiuso perché non ne venissero esalazioni avrebbero gettato i resti delle vivande e tutte le altre immondizie” (P. PERALI). Era il 1299.

 

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Secoli dopo, in occasione dei lavori della rupe, alcuni di questi pozzi furono svuotati e il loro interno restituì i resti di splendide CERAMICHE di fattura medievale e rinascimentale, spesso infrante, ma a volte quasi integre, che hanno consentito di ricostruire la storia di questa antica arte sviluppatasi in ORVIETO a partire dall’ epoca etrusca con la fase importantissima di produzione dei BUCCHERI.


Ma è nel medioevo che la MAIOLICA ARCAICA ORVIETANA ha un primato indiscusso, diventando un "modello" per altri centri produttivi italiani:   il periodo di maggior splendore è tra la fine del Duecento e la metà del Trecento  con le produzioni in bruno e verde su smalto bianco, abbellite da decorazioni a retina per il fondo e da ricche forme in cui compaiono uccelli, pesci, animali, esseri umani e bestie dalle teste umane. Nel Quattrocento i "Vascellari" – così  venivano chiamati i maestri artigiani - introducono nuovi colori come giallo e blu cobalto e nuove tecniche di decorazione quali la ingobbiatura graffita, verde a rilievo, detta "zaffera".

 

Una classica TOMBA ETRUSCA venne riadattata per costruire un FOLLONE macchina per l’infeltrimento dei TESSUTI DI LANA - e quindi trasformata in MAGAZZINO PER L’ARGILLA.

L’enorme POZZO DELLA CAVA fu fatto scavare da Papa CLEMENTE VII – Giulio Zanobi di Giuliano de' MEDICI - tra il 1527 e il 1530 ampliando un pozzetto etrusco. Chiuso al pubblico nel 1646 venne riscoperto dopo secoli di abbandono.

 

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Si notano diversi elementi d’interesse :

CISTERNA - scavo etrusco per la raccolta dell’acqua piovana dai tetti delle abitazioni

MUFFOLA - resti di una piccola fornace per il “TERZO FUOCO” dei preziosi LUSTRI rinascimentali

 

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PILASTRO DI TUFO – uno dei grandi piloni delle fondamenta di una TORRE MEDIEVALE

NECROPOLI RUPESTRE – resti di alcune sepolture etrusche arcaiche

CAVA – enorme grotta trasformata tra Settecento e Ottocento in CAVA DI TUFO

 

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POZZO n°2 – più piccolo e senz’acqua il cui uso è avvolto nel mistero

CUNICOLO – classica canalizzazione etrusca scavata nel tufo della RUPE

CORTILE NEL TUFO – spazio all’aperto incastonato tra le CASE RUPESTRI del quartiere medievale.



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Nel periodo natalizio il POZZO DELLA CAVA ha ospitato la 31° edizione 2019-2020 del “Presepe nel Pozzo” – tema “LO STRUMENTO”

Mostra MONETE DEL TEMPO DI GESU’



Il DUOMO simbolo per eccellenza della città di ORVIETO fu edificato a partire dal 1290 per volontà di Papa NICCOLO’ IV  con lo scopo di dare degna collocazione al SACRO CORPORALE del MIRACOLO EUCARISTICO DI BOLSENA - 1263.

Vd. Articolo CEREALI & LEGUMI nella sez. Cibo e Arte

 

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La CAPPELLA del CORPORALE (sn) fronteggia nel transetto la preziosa

CAPPELLA di SAN BRIZIO (dx) - uno dei capisaldi della pittura rinascimentale italiana.

Nota anche col nome di CAPPELLA NUOVA per distinguerla dalla più antica Cappella del Corporale, fu costruita negli anni 1408-1444 ed affrescata negli anni 1447-1504.

La decorazione pittorica fu avviata nel 1447 dal BEATO ANGELICO con l'aiuto di Benozzo GOZZOLI, cui si deve la decorazione di due delle otto vele delle due volte a crociera, raffiguranti Il Cristo Giudice tra angeli e Il Coro dei Profeti.

I due artisti interruppero ben presto i lavori, terminati solo negli anni 1499- 1504 da Luca SIGNORELLI .



La CAPPELLA del CORPORALE fu realizzata tra il 1350 e il 1356 per conservare la preziosa reliquia per cui il DUOMO DI ORVIETO era stato edificato : il lino insanguinato o corporale utilizzato nella miracolosa Messa di Bolsena (1263) , macchiatosi di sangue sprizzante dall'Ostia al momento della celebrazione eucaristica da parte del prete boemo Pietro da Praga.

Il SACRO CORPORALE è conservato oggi entro un TABERNACOLO realizzato nel 1358-1363 da Nicola da Siena e, probabilmente, anche dall'Orcagna.

La cappella fu interamente affrescata negli anni 1357-1364 da Ugolino di PRETE ILARIO e collaboratori. Coerentemente alla destinazione della Cappella, il programma iconografico del ciclo pittorico rivela gli episodi della Messa di Bolsena e più in generale il mistero della TranSUSTANZIAzione : la conversione del PANE e del VINO nella SOSTANZA del CORPO e del SANGUE di CRISTO che avviene, durante la celebrazione eucaristica, al momento della consacrazione.

Completano la decorazione scene della Passione di Cristo e in particolare la raffigurazione dell' Ultima Cena, appunto l'istituzione dell'eucaristia.

Ma il vero gioiello della Cappella è il preziosissimo RELIQUIARIO DEL CORPORALE , capolavoro di arte gotica italiana ed europea, realizzato tra il 1337 e il 1338 dall'orafo senese Ugolino DI VIERI. Riproduce la sagoma tripartita della facciata del Duomo con raffinate scene della Vita di Cristo e del miracolo di Bolsena realizzate in argento, oro e smalto traslucido.

L’ ostensione del SACRO CORPORALE per motivi conservativi è prevista solo in 4 periodi dell’anno tra cui quello compreso tra NATALE e EPIFANIA.

 

 

Il POZZO DELLA ROCCA – POZZO DI SAN PATRIZIO

affianca la caratteristica FUNICOLARE.

Fu concepito come approvvigionamento idrico a servizio della FORTEZZA ALBORNOZ e della città.

L’ingegnosa opera a doppia rampa fu progettata da Antonio da SANGALLO il Giovane tra il 1527 e il 1537 per volere di Papa CLEMENTE VII, reduce dal SACCO DI ROMA e ritiratosi a ORVIETO.

I lavori del POZZO – progettato per fornire acqua in caso di calamità o assedio – furono conclusi durante il papato di PAOLO III FARNESE (1534-1549).

L'accesso al pozzo, capolavoro di ingegneria, è garantito da due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle.

Il pozzo prese il nome di SAN PATRIZIO probabilmente perché utilizzato come luogo di espiazione dei peccati, allo stesso modo di una caverna esistente in Irlanda denominata "Purgatorio di San Patrizio".



La storia della FORTEZZA ALBORNOZ è collegata a quella di

INNOCENZO VI e alla sua politica, considerata la migliore di tutti i papi di Avignone.

Cercando di riportare l’ordine a Roma, egli nominò suo legato per l’Italia il cardinale spagnolo Egidio ALBORNOZ con lo scopo di ricondurre al controllo papale le grandi città italiane.

Dopo aver riconquistato tutte le terre della Chiesa, intorno al 1360, il condottiero spagnolo avviò un progetto di fortificazione militare dello stato - la "POLITICA DELLE ROCCHE".

Si strutturò così una sorta di spina dorsale armata che coinvolgeva le seguenti regioni: Romagna, Marche, Umbria e Lazio.

La FORTEZZA di ORVIETO fu edificata nel 1364 sopra la duecentesca PORTA SOLIANA, strategico punto di accesso alla città, sul limite orientale della rupe. La sua costruzione fu affidata al Conte Ugolino di Montemarte, architetto militare dell’Albornoz. Di forma quadrilatera, la rocca era circondata da un ampio fossato e da alcuni ponti levatoi.

Distrutta e ricostruita, fu completata da URBANO VIII nel 1620 e in seguito restaurata da ALESSANDRO VII.

Nel 1888 i FOSSATI furono riempiti per i lavori dell’attuale FUNICOLARE.

 

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PALAZZO SOLIANO in piazza DUOMO - costruito dagli orvietani nel 1297

in onore di papa BONIFACIO VIIIha una storia interessante legata allo straordinario potere territoriale e politico acquisito da Orvieto nel corso del tredicesimo secolo, barcamenandosi con grande successo tra le mire personali dei papi, tra i potenti vicini come Firenze e Siena e le ambizioni di spregiudicati feudatari disposti a tutto pur di ampliare la propria influenza.

Papa Bonifacio, al secolo Benedetto CAETANI, era un uomo di potere che utilizzò il suo pontificato per raggiungere l’obiettivo principale che si era prefisso, ovvero incrementare quanto più possibile i possedimenti della sua famiglia in uno scontro frontale contro i suoi nemici che, in Italia furono soprattutto la famiglia COLONNA e alcuni ordini ecclesiastici e, all’estero, il re di Francia Filippo IV.

Della sua complessa strategia per accumulare nuovi possedimenti e ricchezze seppe approfittare il Comune di Orvieto…

Il punto di collegamento tra ORVIETO e BONIFACIO VIII è rappresentato dalla nobildonna Margherita ALDOBRANDESCHI , erede della grande contea di Maremma da sempre contesa tra Siena, Orvieto e i papi.

Dopo molte vicissitudini BONIFACIO VIII riconobbe a ORVIETO la legittimità del controllo sulla Val di Lago … uno straordinario tributo di devozione gli venne accordato dal Comune in occasione della sua visita e del suo soggiorno in città nel 1297.

BONIFICIO pretese anche un dono sostanzioso che si concretizzò nell’avvio della costruzione di un grande palazzo a lui dedicato nella piazza del duomo, oggi noto come PALAZZO SOLIANO, ma nel Medioevo denominato il “PALAZZONE”.

Il possente edificio aveva al secondo piano un unico ed imponente salone in cui era collocato il trono papale.

Possiamo solo immaginare la soddisfazione che deve aver provato in cuor suo questo uomo avido ed assetato di ricchezze nel vedere una città piegarsi al suo comando mentre si compiaceva di aver messo finalmente le mani sul dominio aldobrandesco, coronando così un decennio di intrighi e macchinazioni nel corso dei quali il potere spirituale era stato piegato a soddisfare gli appetiti sconfinati della famiglia Caetani.

Il declino di Bonifacio avvenne con il famoso episodio passato alla storia come lo schiaffo di Anagni

Liberamente tratto dal testo di Claudio LATTANZI, con rif. al libro “Orvieto nel Medioevo. Ascesa e declino”. Intermedia Edizioni

 

 

ORVIETO UNDERGROUND

Le caratteristiche delle rocce che disegnano l'articolata stratigrafia della RUPE su cui sorge ORVIETO, determinarono le condizioni ambientali che indussero gli abitanti a scavare nel sottosuolo, fino a realizzare l'incredibile labirinto di grotte, pozzi, cisterne e gallerie che oggi prende il nome di ORVIETO UNDERGROUND.

Vista da lontano, ad esempio arrivando con l'autostrada oppure scendendo i tornanti della statale 71 che giunge da Viterbo, Orvieto si presenta con un aspetto particolare, subito intrigante grazie ad un colpo d'occhio eccezionale. All'estremità meridionale di un'ampia vallata chiusa da colline ora boscose, ora regolarmente rigate dai vigneti, spicca un rilievo in perfetto isolamento, le cui pendici si alzano con dolcezza dal fondovalle. In cima, quasi piantato lì da un mitologico gigante, un vasto blocco tufaceo dalle levigate ed alte pareti perpendicolari sostiene la città che con i suoi tetti, le torri, le cupole, le guglie interrompe e muove la superficie, grossomodo pianeggiante, di questo inatteso altipiano, chiamato RUPE.

La stratigrafia del suggestivo complesso è piuttosto articolata, ma, partendo dal basso, si può semplificare nelle tre seguenti fasce:

  • la collina, costituita da argille plioceniche, vecchio fondale del mare qui presente prima della emersione della catena appenninica;
  • la "serie dell'Albornoz", un sottile strato non ovunque visibile, originato da deposizioni in ambiente fluvio-lacustre in cui si inseriscono anche strati di origine vulcanica, così denominata perchè emerge con maggiore imponenza in prossimità della fortificazione fatta erigere del XIV secolo dal Cardinale Albornoz;
  • la Rupe vera e propria, nata nel corso di circa trecentomila anni da quella che fu l'eruzione finale del complesso vulcanico dei Monti Volsini. E' costituita da TUFO LITOIDE a SCORIE NERE che comprende un tufo vero e proprio di colore giallo-aranciato, di consistenza litoide, con numerosi inclusi pomicei, ed una roccia estremamente friabile di colore grigio che prende impropriamente il nome di pozzolana.

Questa particolare stratigrafia condiziona la circolazione delle acque sotterranee e la sua osservazione aiuta a comprendere perché, nel corso dei millenni, gli abitanti della RUPE operarono in maniera così peculiare nel sottosuolo della città, fino a scavarvi circa 1200 grotte.


orvietounderground.it



ORVIETO : un patrimonio da scoprire !!

 

 

 

Reportages fotografici :

CHIESA di SAN GIOVENALE, RUPE, DUOMO, FUNICOLARE by Mauro DRAGONI

POZZO DELLA CAVA by Barbara CARICCHI

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