Il nome della città spagnola proviene dal termine indigeno tartessiano Spal o Ispal, dal significato di "terra pianeggiante".
Dopo la conquista, i romani latinizzarono il nome in Hispalis, che in epoca andalusa variò in Ishbiliya , dovuto alla sostituzione della "p" (fonema inesistente in arabo) con "b" e della "a" tonica con "i" (fenomeno caratteristico dell'arabo ispanico conosciuto come Imāla), da cui deriva la forma attuale Sevilla.
NO8DO è il crittogramma che spicca ovunque a SIVIGLIA, a partire dalla bandiera cittadina.
Al centro il simbolo di una matassa di filo annodata a forma di 8 (in castigliano madeja), preceduto dalla sillaba "NO" e seguito dalla sillaba "DO", entrambe scritte in stampatello maiuscolo.
Si forma quindi il rebus "NO8DO" che si legge "NO-MADEJA-DO":
questa è l'espressione fonetica sivigliana della frase "No me ha dejado" (Non mi ha abbandonato).
Tradizionalmente è legata al re Alfonso X il Saggio, che nel 1283 avrebbe riconosciuto alla città il diritto di fregiarsene nello stemma perché vi aveva trovato rifugio e protezione, quando l'anno precedente il regno era rimasto coinvolto in una guerra dinastica che avrebbe successivamente sancito il diritto del figlio Sancho IV alla corona.
Secondo altre teorie, il significato sarebbe da ricondurre al "nodo", in allusione al nodo gordiano di Alessandro Magno.
La CERAMICA è di casa a SIVIGLIA
Los AZULEJOS decorano pareti e pavimenti REALI e non solo ...
L'azulejo - dall’arabo az-zulaiŷ, "pietra lucidata" e non ‘azzurra’ come si è portati a credere – è di fatto in una piastrella di ceramica non molto spessa con una superficie smaltata e decorata.
Tradizionalmente ha forma quadrata e misura circa 12 cm di lato, anche se in molte decorazioni ha forme differenti.
L'azulejo è il successore dell’alicatado, introdotto nella Penisola iberica dagli Arabi.
Alicatado, termine spagnolo che deriva dall'arabo al-qataa, ha il significato di rivestimento piastrellato geometrico per pavimenti, pareti e soffitti. I singoli elementi sono detti aliceres e non sono altro che azulejos, smaltati in monocromia.
Ai musulmani non era consentito riprodurre figure umane e di animali, quindi la decorazione interna delle case e dei palazzi era costituita da citazioni del Corano e da disegni geometrici.
L'uso del MOSAICO a mattonelle smaltate - con colori vivaci, di forma quadrata, rettangolare o poligonale e di misura varia - si diffuse prima in Persia e in Anatolia, nel XII secolo; poi invase tutto l'Oriente islamico, quindi approdò in Andalusia. Se ne trovano esempi in particolare a Granada, a Cordova e a Siviglia, perché in Andalusia l'alicatado rimase di moda dal XIII al XV secolo. Esempi coloratissimi e in ottimo stato di conservazione sono all'Alhambra di GRANADA.
SIVIGLIA, fin dall’epoca romana, ha avuto il suo maggior centro di produzione di ceramiche nel quartiere di TRIANA, situato sulla riva destra del fiume Guadalquivir.
A partire dal secolo XIII i vasai, sotto l'influenza musulmana, iniziarono la produzione di lastre di argilla liscia smaltata e colorata, ritagliate con pinze (alicates) da cui il termine alicatado.
I piccoli pezzi monocromi in maiolica (aliceres) venivano disposti a contrasto di colore, in modo da formare poligoni o stelle, o croci; poi venivano fissati insieme da stucco bianco. Il decoro fu utilizzato anche per sottolineare imbotti, cornici di porte e archetti, per ricoprire colonnine.
Le due tecniche di decorazione della CERAMICA andalusa che precedono la nascita dell’ AZULEJO come lo conosciamo oggi sono la cuerda seca (corda secca) e l’ arista (o cuenca).
La cuerda seca venne introdotta in Spagna dagli arabi attorno al XV secolo.
Il nome cuerda (corda) nasce dal procedimento decorativo che, anticamente, consisteva nell’applicare lungo tutto il profilo del disegno una vera e propria cordicella imbevuta di pece per impedire la miscelazione degli smalti colorati durante la cottura.
Si passava poi a riempire queste ‘zone circoscritte’ con smalti dati a forte spessore. In cottura (950° circa) la corda bruciava, lasciando una linea nera e polverosa (‘secca’ per l’appunto) a delimitare le aree di colore, creando così splendidi disegni luminosi a forte rilievo. Per la difficoltà tecnica a ‘disegnare con lo spago’ i decori avevano forme molto semplici.
Successivamente la corda è stata sostituita da un composto di manganese miscelato a grasso e olio di lino che permette di tracciare agevolmente i margini con un pennellino, ottenendo così anche disegni più elaborati.
Terminata la colorazione, si passa alla cottura in un forno apposito per la ceramica, ad una temperatura minima di 970°C per la terracotta, fino a 1400°C se si tratta di porcellana dura.
La cuerda seca è molto più semplice della precedente tecnica dell’alicatados, che consisteva nella smaltatura di lunghe lastre di argilla che poi venivano tagliate a pezzetti per formare i bellissimi rivestimenti parietali dei PALAZZI REALI.
Quindi nei restauri di zoccoli e pavimenti dei vari palazzi di epoca musulmana - dall’Alhambra all’Alcázar di Siviglia - si preferì utilizzare la cuerda seca.
MOTIVI DECORATIVI : dalle geometrie dell’età araba alle evoluzioni
floreali e figurative di matrice rinascimentale.
Agli inizi del XVI sec. la tecnica della cuerda seca viene sostituita dall’ arista o cuenca, che consiste nel produrre i decori con contorni ad alto rilievo ottenuti tramite stampi in legno che vengono impressi sull’argilla cruda. Le depressioni create dallo stampo, una volta riempite con smalto, accolgono la vernice, mentre i bordi a rilievo ne impediscono la miscelazione.
L’arte italiana della maiolica arrivò a SIVIGLIA prima del 1500 con Francisco NICULOSO. Questo personaggioche si firmava ‘il pisano‘ certamente studiò a FAENZA, perché il disegno in turchino scuro con i contorni neri che lui introdusse, era proprio di stile faentino. Le sue composizioni religiose erano tratte da libri di preghiera e stampe di artisti italiani. Niculoso, in sostanza, ignorava i grandi zoccoli e i mosaici di ceramica che da secoli ornavano gli edifici andalusi.
Dopo la sua morte (1529), i ceramisti di SIVIGLIA tornarono alla tecnica della cuenca per diverso tempo, finché non arrivarono i maiolicari italo- fiamminghi di ANVERSA che si combinarono con gli immigrati di GENOVA e ALBISOLA per far rivivere un genere di decorazione simile a quello del Niculoso.
Fu così che i ceramisti di Siviglia appresero l’impiego degli smalti colorati italiani e cominciarono a produrre i loro meravigliosi pannelli di azulejos. Oggi questi grandi arazzi maiolicati in stile italo-fiammingo possiamo vederli in molte stanze dell’Alcázar di Siviglia.
SIVIGLIA è forse la città più tradizionale di tutta l’ANDALUSIA. Le testimonianze storiche visibili oggi risalgono quasi tutte all’ epoca d’oro di Cristoforo COLOMBO quando i ricchi della città costruirono chiese, palazzi e splendide piazze.
Su Plaza de la Virgen de los Reyes e Plaza Triunfo si affacciano i monumenti principali come la Cattedrale e i Reales Alcazares.
Attorno al nucleo monumentale di Siviglia si trovano i quartieri di Santa Cruz ed El Arenal che conservano l'aspetto dell'epoca moresca con vie strette e tortuose, piazzette irregolari e case basse con ampi ed eleganti patios.
SIVIGLIA è conservatrice : qui resiste ancora la cattolicissima Spagna ormai quasi totalmente scomparsa altrove. Nel centro storico le immagini della Vergine ti seguono ovunque e le processioni della Semana Santa sono una cosa sentita, un vero avvenimento.
Il Barrio de Santa Cruz, conosciuto anche come Juderìa o quartiere ebraico, è il vero cuore della città con la Cattedrale, l’ Archivio delle Indie e l’ Alcazàr, tutti World Heritage List dell’ UNESCO dal 1987.
Il quartiere è un insieme di piazzette e suggestive viuzze, strette, a volte strettissime. Si può camminare all’ombra dei palazzi e dei numerosi alberi di arance, tra negozietti caratteristici, locali e tapas bar. Questo è il quartiere di Siviglia che meglio corrisponde all’immagine che si ha dell’Andalusia. Bellissimo passeggiarvi il tardo pomeriggio ed anche la sera alla ricerca di un ristorante.
La Catedral de Sevilla y La Giralda, il simbolo della città, in stile un po’ gotico e un po’ rinascimentale, è enorme, una delle più grandi in Europa. Fu costruita dove prima esisteva una grande moschea della quale ora rimangono solo la Giralda ed il Patio de los Naranjos. Si trova qui la tomba di Cristoforo COLOMBO. All’interno mostra opere di Goya, Murillo, Juan Valdès e Zurbarán. Da nonperdere la salita alla Giralda. La torre alta 96 metri in origine era il minareto della moschea sulla quale fu poi costruita la cattedrale.
La CATTEDRALE, a pianta rettangolare, presenta cinque navate in puro stile gotico e un deambulatorio,
Nella navata centrale il Coro fiancheggiato da grandi organi fronteggia la Cappella Maggiore che ospita l'altare maggiore.
Si definiscono così tre sezioni: la navata di re Ferdinando III, la crociera (le cui volte sono le più alte del complesso) ed il retro-coro.
Queste tre aree corrispondono alle tre classi sociali medievali: la cattedrale reale o pantheon dei re, la cattedrale ecclesiastica o parte riservata all'arcivescovo e la cattedrale popolare, situata ad ovest.
All’estremità del transetto prossima a Puerta de San Cristobal riposano le presunte spoglie di Cristoforo COLOMBO nel feretro di bronzo portato da quattro araldi che rappresentano le quattro corone di Spagna (Leòn, Castiglia, Navarra, Aragona).
L'elemento artistico più importante della Cappella di Sant’Andrea è senza dubbio la scultura lignea policroma di Juan Martínez Montañés chiamata il Cristo de la Clemencia o Cristo de los Cálices, una scultura barocca del 1603 presa a modello per tutto il secolo XVII.
Nella Cappella Reale, in testa della cattedrale, il pantheon di re Fernando e di suo figlio Alfonso, oltre alle tombe di altri membri della famiglia reale. Si nota anche l'immagine in stile gotico di Santa Maria dei Re, simbolo dell'arcidiocesi di Siviglia.
Chiusa da una enorme cancellata (1533), la Cappella Maggiore conserva il più grande retablo del mondo (m.20 X 18), capolavoro tardo gotico di P. Duncart. Disegnato nel 1482 fu completato nel 1564. Nei 36 scomparti sono narrate scene dell'Antico Testamento, della vita di Cristo e di santi.
Campane sulla GIRALDA
Il favoloso e affascinante complesso dell’ ALCAZAR di Siviglia rivela alcuni degli edifici più ricchi di storia di tutta la Spagna.
Originariamente una fortezza costruita dagli Arabi, l’ Alcázar divenne una residenza cristiana durante la Reconquista. Il risultato ammirabile oggi è una fusione di elementi islamici con quelli della tradizione ispano-cristiana. Un vero capolavoro dell’arte e dell’architettura mudéjar, la tradizione artistica islamica portata avanti in una società cristiana. L’ Alcázar è una successione di palazzi dai grandi saloni : la Sala degli Ambasciatori è la più lussuosa.
REALES ALCAZARES - Cortili e magnifici giardini in stile arabo, terrazze dalle eleganti forme geometriche, laghetti e fontane che creano straordinari giochi d’acqua. Dal Patio de Banderas, all’uscita dall’Alcázar, si può ammirare una bella veduta della Cattedrale e della Giralda.
Plaza de San Francisco, a nord della Cattedrale in fondo alla Avenida de la Constitución, da molti anni svolge la funzione di centro principale della città. Si deve la sua forma attuale ai lavori della prima metà del XVI secolo, quando furono costruiti il Municipio e la Fontana con la statua del Dio Mercurio. La piazza, durante il Medioevo, era centro di scambi commerciali . Qui vennero fatte le prime corride.
Il Municipio fu costruito tra il 1527 e il 1534 sotto la direzione di Diego de Riano, in stile rinascimentale. Dalla piazza parte la Calle de las Sierpes che è una delle vie più affollate e famose di Siviglia dove si trovano numerosi bar all'aperto e i migliori negozi della città.
Sulla sponda opposta del fiume, rispetto alla Cattedrale, sorge il quartiere di TRIANA, uno dei più amati dai sivigliani, quartiere che è stato per secoli legato al fiume e al mare.
Il nome deriva da una colonia romana fondata da Traiano, nativo della vicina città di Italica. Di Triana erano le sorelle Santa Giusta e Santa Rufina, patrone della città martirizzate nel 287 d.C. durante la persecuzione di Diocleziano, e Rodrigo de Bastidas, scopritore di Panama e della Colombia.
Il quartiere è collegato al resto della città dal Ponte Isabella II, meglio conosciuto come Ponte di Triana, costruito tra il 1845 e il 1852 dagli ingegneri Gustavo Steinacher e Ferdinand Bennetot, monumento storico nazionale dal 1976.
In prossimità del ponte l’imperdibile mercato di Triana, noto anche come Plaza de Abastos, fondato nell’Ottocento sopra i resti dell’antico Castello di San Jorge, che a partire dal 1481 fu sede del Tribunale d’Inquisizione.
Le cupe atmosfere dell’Inquisizione non si avvertono più: oggi il mercato di Triana è colorato e vivace, decorato con le tipiche piastrelle andaluse e animato dal vociare di clienti e venditori. È il luogo giusto per una cervecita accompagnata da un bocadillo (panino), una tapas o uno spiedino di pesce, ma anche per gustare piatti più moderni e creativi o assaggiare specialità internazionali.
Un tempo quartiere dei gitanos, la zona di TRIANA è considerata la culla del flamenco e il luogo originario di produzione delle tradizionali ceramiche di Siviglia.
Proveniva da questo quartiere Juan Rodriguez de Triana, colui che avvistò per primo l'America da una delle caravelle di Colombo. Qui sono nati diversi toreri e ballerini di flamenco.
La Chiesa di Sant'Anna, risalente al XIII secolo (la più antica della città), venne parzialmente ricostruita dopo il terremoto di Lisbona del 1755.
A TRIANA aveva sede la Hispano Aviación, azienda aeronautica attiva nella produzione di velivoli militari.
CERAMICA ARTISTICA a TRIANA
CASA de PILATOS – Nell'omonima piazza si trova il più sontuoso palazzo di SIVIGLIA costruito agli inizi del XVI secolo, residenza dei duchi di Medinaceli. L'idea era quella di riprodurre il Pretorio del procuratore della Giudea, Ponzio Pilato, a Gerusalemme. L'edificio era stato fortemente voluto da Don Fadrique di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa.
Il palazzo è un insieme di stili architettonici diversi che vanno dal Rinascimentale allo stile mudéjar, tipico dell'Andalusia. Saloni con dipinti di Goya, statue greche e romane, fontane, due suggestivi giardini ed un bellissimo patio.
La TORRE dell’ORO è, assieme alla Giralda, il monumento più emblematico di Siviglia. Si tratta di un' antica torre di sorveglianza sulle sponde del Guadalquivir.
Fu costruita dagli Almohadi nei primi anni del XIII secolo per controllare la navigazione sul fiume e sembra che il suo nome derivi dal fatto che un tempo era ricoperta di maioliche dorate.
La torre possiede una pianta dodecagonale costituita da due corpi, uno in pietra e uno in mattoni. Il coronamento venne aggiunto solo nel 1760. Attualmente la torre ospita il Museo Navale.
La BASILICA della MACARENA, in spagnolo Basílica de Santa María de la Esperanza Macarena o più semplicemente Basilica de la Macarena, si trova nell'omonimo quartiere ed è una delle chiese più importanti di SIVIGLIA. La chiesa ospita la Virgen de la Macarena, rappresentazione della Madonna che diventa protagonista dei festeggiamenti della SEMANA SANTA.
La PLAZA de TOROS de la REAL MAESTRANZA è una delle arene più belle di tutta la Spagna.
L' Arena dei Tori di Siviglia è uno dei luoghi più prestigiosi della tauromachia. Fu costruita nel XVIII secolo e restaurata verso la metà del XIX secolo. Dopo quella di Ronda, è la più antica del mondo e anche una delle più grandi con una capienza di 12 500 posti. Al suo interno è ospitato un museo che ripercorre la storia taurina di Siviglia che è antica e illustre, avendo la sua arena ospitato i più grandi toreri di tutti i tempi. Le corride iniziano durante le festività pasquali e durano fino al mese di ottobre.
IGLESIA e HOSPITAL de la CARIDAD nel quartieredi ARENAL , nel vecchio sobborgo della Carreteria, fuori dalle mura della storica SIVIGLIA.
La Confraternita della Santa Carità venne fondata a Siviglia nella metà del XV secolo : le sue prime regole sono datate 1578. Tra i suoi compiti il trasferimento dei malati indifesi in ospedale, l'assistenza spirituale e la sepoltura ai detenuti condannati a morte. Fornì anche assistenza quando si verificarono inondazioni del Guadalquivir e raccolse i cadaveri trovati sulle sponde del fiume. Grande promotore materiale e spirituale della Fratellanza fu Don Miguel Mañara Vincentelo de Leca che entrò come fratello nel 1662.
La facciata della Chiesa in barocco sivigliano.
La pala d'altare è di per sé un capolavoro del barocco spagnolo, la migliore creazione di Bernardo Simón de Pineda e uno degli elementi chiave della retablística ispanica.
La parte superiore della pala d'altare è allegoricamente rappresentata da Fede, Speranza e Carità, circondata da bambini.
Il paesaggio del Monte Calvario dipinto da Valdés Leal fa da sfondo alla Scena della sepoltura di Cristo scolpita da Pedro Roldán.
Ai lati tra le colonne tortili San Roque, protettore delle epidemie e San Jorge , a cui è dedicato il tempio.
In ictu oculi di Juan de Valdés Leal
Finis Gloriae Mundi di Juan de Valdés Leal
Nel 1670, terminata la chiesa, Miguel de Mañara promosse la costruzione dell'Ospedale. Il cortile è decorato con sette pannelli di piastrelle del 1700, di origine olandese, che rappresentano scene bibliche e provengono dal Convento del Scalzo a Cadice. Un passaggio sorvolato da colonne divide il cortile in due parti, ciascuna arricchita da una fontana in marmo. I gruppi scultorei di Fede e Carità che adornano le due fontane furono realizzati a Genova nel 1682.
Il Museo de Bellas Artes de Sevilla con una delle più interessanti collezioni di arte spagnola, opere di El Greco e Juan de Valdés Leal, è ospitato in un convento del XVII° secolo.
La storia più recente di SIVIGLIA è stata caratterizzata da due grandi esposizioni.
Nel 1929 fu organizzata l' Esposizione Iberoamericana, voluta per potenziare l'economia andalusa, per la quale la fisionomia di SIVIGLIA cambiò con la creazione del Parco Maria Luisa in cui furono costruite diverse opere della cosiddetta architettura regionalista.
Nel 1992 ci fu l' Esposizione Universale (EXPO) con cui la città ha acquisito un nuovo profilo urbano nella zona a sud del fiume. Furono creati palazzi in stile avanguardista per ospitare le esposizioni sull' Isola della Certosa che fu collegata al centro da un nuovo ponte, ora uno dei simboli della Siviglia moderna, il ponte dell’Alamillo sul Guadalquivir progettato da Santiago Calatrava.
La maggior parte delle installazioni utilizzate dall' EXPO '92 sono state convertite per altri usi … alcune sono state utilizzate per un parco tecnologico. Sempre in occasione dell'Esposizione fu costruita la nuova stazione ferroviaria di Santa Justa e fu inaugurata la tratta dell'alta velocità per Madrid.
Parque de Maria Luisa - il più bel parco di Siviglia - nasce dalla donazione fatta alla città nel 1893 di metà dei giardini del Palazzo San Telmo, che erano di proprietà della principessa Maria Luisa. Il parco subì enormi cambiamenti per l'Esposizione iberoamericana del 1929, dovendo ospitare i padiglioni espositivi.
L'ingegnere francese Forestier fu incaricato di progettare i giardini mentre Aníbal González progettò buona parte degli edifici espositivi e soprattutto le piazze di Spagna e d'America.
Plaza de España è un'enorme piazza a forma di semicerchio con un diametro di 200 metri che culmina in due alte torri alle estremità. Al centro c'è un canale navigabile e tutta la piazza è circondata da portici sormontati da balaustre al di sotto delle quali ci sono delle panchine decorate con maioliche che raffigurano le 54 provincie spagnole. L'ampiezza e la sua particolare disposizione la rendono una delle piazze più belle della città.
Plaza de América è un ampio spazio immerso nel verde del Parco di Maria Luisa : al centro spicca una grande fontana attorniata da tre importanti padiglioni costruiti da Aníbal González tra il 1913 e il 1916 per l'esposizione iberoamericana di Siviglia del 1929, che attualmente ospitano dei musei: il Museo de Artes y Costumbres Populares (in stile mudéjar), il Pabellón Real (in stile gotico), il Museo Archeologico (padiglione delle belle arti in stile rinascimentale) con una collezione di oggetti d'oro dall'età del rame alla romanizzazione, numerose statue provenienti dagli scavi di Italica e alcune leggi romane incise su lastre di bronzo.
Suggestivi sono anche i colombi bianchi, da sempre ospiti fissi della piazza. Per questo l’intera porzione del Parco di Maria Luisa affacciata sulla Plaza de America è nota come “parque de las palomas”.
PUENTE DEL ALAMILLO - ISLA de la CARTUJA
RTVA - Radio e Televisione di Andalusia
Il PUENTE de la BARQUETA , ufficialmente chiamato Puente Mapfre , attraversa il canale Alfonso XII del fiume Guadalquivir. Progettato da Juan J. Arenas e Marcos J. Pantalerón, fu costruito tra il 1989 e il 1992 in occasione dell' EXPO ’92 quale accesso principale all'Isla de la Cartuja ("isola di Cartuja").
Parco divertimenti ISLA MAGICA - Cartuja Island in Seville, Spain
IAC – Instituto de Astrofisica de Canarias – Universidad de Sevilla
Padiglione del Futuro per Expo ’92 … dal 2017 General Archive of Andalusia
Monasterio de la Cartuja de Santa Maria de las Cuevas, un monastero del XIV° secolo dalla storia affascinante : qui COLOMBO progettò il suo viaggio alla scoperta dell’America. Oggi è sede del CAAC - Centro Andaluz de Arte Contemporàneo.
Da Certosa (Monastero certosino) a Fabbrica di Ceramica
Nel 1841 inizia l’attività della Fàbrica de loza di Carlos Pickman (da Liverpool).
Camini (ciminiere) dei forni a bottiglia dell’antica fabbrica di ceramica. L’area fu utilizzata come Padiglione Reale per Expo ’92.
Padiglione dell’Unione Europea per EXPO '92 con strutture ispirate ai chimeneas de la fábrica de la Cartuja.
1992 – 500° anniversario della Scoperta dell’America.
La Capilla de Santa Ana accolse le spoglie di Cristoforo COLOMBO, oggi nella Cattedrale di SIVIGLIA - Catedral de Santa Matria de la Sede.
Hernando Colòn – figlio del grande navigatore, che accompagnò il padre nel quarto viaggio in America - secondo tradizione piantò un ombù nei giardini de la Cartuja.
Cartuja de Santa Maria de las Cuevas & CAAC
Puente del Cristo de la Expiración (Puente del CACHORRO)
Ponte urbano costruito nel 1991 che attraversa il fiume Guadalquivir e rappresenta l'uscita naturale della città verso Aljarafe e la provincia di Huelva .
Gli attraversamenti pedonali lungo il ponte sono coperti da ombrosi teloni bianchi, quasi delle piccole vele.
Puente de TRIANA
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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