Terra di VIGNETI e NOCCIOLETI in Piemonte, caratterizzata dalle ROCCHE giallastre utilizzate come postazioni di avvistamento.
Le ROCCHE DEL ROERO sono un fenomeno geologico di erosione che ha dato vita a veri e propri canyon profondi oltre cento metri. Straordinari punti di affaccio che nelle ore del tramonto si tingono di un inconfondibile rosso acceso. Le Rocche sono attraversate da un reticolo di sentieri naturalistici pronti per essere esplorati …
Colline a punta, profonde gole e pareti a picco, le celebri ROCCHE :
è il panorama del ROERO, alla sinistra del TANARO.
MONTICELLO d’ALBA – BORGO e VILLA (Cuneo)
In occasione della 90° Fiera internazionale del TARTUFO BIANCO d’ALBA
il CASTELLO ROERO ospita fino all’8 dicembre 2020 due mostre fotografiche.
All’esterno i pannelli con gli scatti di Enzo MASSA mostrano il Castello di
Grinzane Cavour e le 5 aree vitivinicole di LANGHE-ROERO e
MONFERRATO Patrimonio dell’Umanità UNESCO :
la Langa del Barolo, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot.
All’interno “OUTSIDE-INSIDE Dentro la Natura del Roero”
di Ivano PIVA tra armi e armature, nella cappella , nel teatrino della frutta e nelle cantine.
I Frutti del territorio in veste insolita e misteriosa nelle Macro di PIVA :
TARTUFO NOCCIOLA CASTAGNA PORRO ASPARAGO
PESCA PERA ALBICOCCA CILIEGIA FRAGOLA UVA
< Avvicinarsi … avvicinarsi così tanto che l’occhio non vede più l’oggetto che aveva scelto ma una nuova forma, una dimensione diversa >
Situato a pochi chilometri da ALBA, nel centro di una delle zone eno-gastronomiche del Piemonte, il CASTELLO di MONTICELLO d’ALBA (CN) è una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni medievali della zona, grazie anche al fatto che dal 1372 ad oggi è di proprietà della stessa famiglia, i ROERO di MONTICELLO che ne hanno fatto la loro abituale residenza.
I ROERO, Rotari, Roverio o Roure furono una delle maggiori famiglie della nobiltà astigiana appartenenti alle casane astigiane : banchi che in epoca medioevale svolgevano ad ASTI attività di cambia-valuta e di prestito su pegno.
«Se Asti avesse saputo durar concorde, forse il PO avrebbe dovuto
al TANARO invidiare la capitale del Piemonte» Carlo VASSALLO
La famiglia non schierata con gruppi guelfi o ghibellini con l'aumento dei propri profitti ottenuti dal commercio e dal prestito di denaro su pegno, aumentò in modo esponenziale il peso politico sulla città ricoprendo cariche sia nell'ambito locale che nazionale.
Le molte linee famigliari (più di venti nel XVI secolo) con acquisti ed infeudazioni occuparono l'area situata nella parte nord-orientale della provincia di CUNEO denominata ancora oggi ROERO.
Il CASTELLO di MONTICELLO venne fatto costruire dai Vescovi di Asti per difendere i confini del contado, dopo la devastante calata dei Saraceni su Alba nel 920 d.C. Seriamente danneggiato nel 1187 durante un assedio prolungatosi per quasi tre anni venne ricostruito nel 1348, quando il feudo di Monticello passo ai Malabaila.
Nel 1372 i Monticellesi, esasperati dalle angherie dei loro Signori, chiesero aiuto ai Conti Roero o Rotarii che, scacciati i Malabaila, ricevettero in ricompensa dal Vescovo i territori di Monticello e di Castagnito.
MONTICELLO può vantare una particolarità architettonica molto singolare: la presenza di TRE TORRI, ognuna con pianta e dimensioni differenti: una torre quadrata, una rotonda e l'ultima ottagona.
Il CASTELLO si sviluppa su TRE PIANI sui quali sovrasta il passaggio di ronda munito di merlature ghibelline e di caditoie.
Salendo lo scalone di pietra si accede alla Sala delle Armi, dove si trova una raccolta di armi di varie epoche. Attigua ad essa la Cappella votata a Santa Barbara.
Nel 1827 Xaverio Kurten, già autore delle trasformazioni del Parco Reale di Racconigi, disegnò il parco all'inglese che si estende tutt'attorno alla collina.
Nel parco del castello cattura l’attenzione la via e il cimitero dei CANI
Sotto al castello non passano inosservate le maestose e docili PECORE SUFFOLK, una razza ovina ottenuta in Gran Bretagna a metà Ottocento e allevata principalmente in Scozia per l'ottima qualità della lana.
Ha il vello bianco con la testa e gli arti nudi e neri. È priva di corna. Ottima pascolatrice, ha bisogno di pascoli fertili per allattare i suoi agnellini.
INFANZIA e LIBERTA’ : temi cari a Valerio BERRUTI che ritroviamo in
"FRAMMENTI", l'opera che copre parzialmente il muro di contenimento
sottostante al Castello di Monticello d’Alba .
"FRAMMENTI" : 100 BAMBINI e un mantello di EDERA
Cento bassorilievi in cemento armato e smalto realizzati in TRE PARTI – TESTA, CORPO, GAMBE – che raffigurano altrettanti bambini si stagliano sul muro a simboleggiare la frammentazione dell’essere umano nel momento tanto potente quanto fragile dell’infanzia.
L’ opera è parte di uno spazio vivo in costante interazione con gli agenti atmosferici e soprattutto con l’EDERA, da anni protagonista di questo muro, che l’artista non ha voluto sfrattare.
< L’opera si chiama Frammenti. Ma in un primo momento avevo pensato di intitolarla La cura proprio per sottolineare l’esigenza di essere responsabili di ciò che abbiamo. Se gli abitanti di Monticello avranno cura di potare l’EDERA le formelle saranno sempre visibili, altrimenti ne verranno ricoperte. In qualche modo il mio lavoro è un segnale d’allarme per un atteggiamento oggi troppo diffuso, per cui ciò che è pubblico viene bistrattato >
il commento di Valerio BERRUTI.
L’impegno verso i BAMBINI dell’artista era già stato evidenziato dalla
GIOSTRA DI NINA a SAN DOMENICO – ALBA – in occasione dell’ediz. 2018 della
Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
La grande GIOSTRA, vera e funzionante, aveva costituito il fulcro della mostra con la proiezione de La storia di Nina, cortometraggio animato prodotto da Sky Arte e reso ancora più emozionante dalla colonna sonora di Ludovico Einaudi.
I fotogrammi dipinti a mano che compongono La storia di Nina avevano mostrato agli spettatori gli orizzonti immaginifici della creatività di Valerio BERRUTI .
Dalla GIOSTRA DI NINA di Valerio BERRUTI alle PANCHINE GIGANTI di
Chris BANGLE, ormai un’attrazione simbolo dell’Alta Langa, fino all’iniziativa
BIG BENCH COMMUNITY PROJECT (BBCP) per sostenere le comunità locali, il turismo e
le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.
La Big Bench n. 65 di DIANO d’ALBA inaugurata il 1° giugno 2019 è la panchina del dolcetto, infatti il colore della seduta è Rosso Rubino Dolcetto.
Puntiamo a VEZZA d’ALBA, prima tappa della Strada Romantica delle
Langhe e del Roero - Tema: “TARTUFI, cibi e sapori”
Anche VEZZA d’ALBA ha la sua ROCCA con i resti del Castello, abitato dalla famiglia dei ROERO fino al Seicento.
LANGHE e ROERO sono celebri nel mondo per il prezioso “frutto” della loro terra -
il TARTUFO - ormai entrato nell’immaginario collettivo anche grazie a personaggi
come Gioacchino Rossini (per lui era “il Mozart dei funghi”), Alfred Hitchcock
(attratto dal mistero che circonda i tartufi, tanto da volerne girare un film) e Marilyn
Monroe (scrisse a Giacomo Morra, il “re dei tartufi”, di non aver «mai assaggiato
niente di più gustoso ed eccitante»).
ALBA 2020 - 90° Fiera internazionale del TARTUFO BIANCO d’ ALBA da ottobre a dicembre con un programma fitto di eventi in piena sicurezza COVID-19.
TARTUFI DOLCI NERI del Piemonte con “NOCCIOLA PIEMONTE IGP”
“ A ottobre, lungo le vallate delle Langhe, inizia la ricerca del tartufo. Uomini e cani dai nasi esperti si avventurano per sentieri nascosti, inseguendo questa prelibatezza sotterranea. Non ci si deve stupire, allora, se nelle stesse terre un giorno un pasticciere pensò di creare, con cioccolato e nocciole, un dolcetto con lo stesso nome : morbide e deliziose praline che ricordavano nella forma proprio i tartufi ”
Reportage fotografico di MONTICELLO d'ALBA e VEZZA d'ALBA by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI
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