La PINACOTECA AGNELLI propone fino al 13 febbraio 2022 la mostra
Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto a cura di Daniela Ferretti
che inaugura lo spazio espositivo La PISTA 500 – il nuovo giardino pensile del
Lingotto di Torino.
In mostra settantasette opere di grandi artisti del XX secolo, tra cui Braque, Calder, Chagall, Giacometti, Léger, Matisse e Miró, che hanno condiviso con altri maestri la passione e la visione dello straordinario progetto di Aimé Maeght e sua moglie Marguerite dando vita a un vero e proprio “atelier a cielo aperto” sulle colline di Saint Paul de Vence.
L’esposizione si incentra infatti attorno a quel nucleo di artisti che per primi hanno intuito il potenziale di una giovane coppia che, mossa da una genuina passione per l’arte espressa in tutte le sue forme e dotata di una rara capacità manageriale, si sarebbe costruita una posizione di primissimo piano nel mercato dell’arte mondiale.
< Il titolo scelto per la mostra - “Atelier a cielo aperto” - appare capace di evocare a un tempo il profondo coinvolgimento degli artisti nel progetto dei fondatori, la luminosa atmosfera mediterranea che si respira a Saint Paul de Vence e l’essenza stessa della visione dei coniugi Maeght : creare un luogo per l’art vivant > spiega la curatrice Daniela Ferretti.
Nove le sculture collocate all’aperto nel parco La PISTA 500 in un allestimento curato da Marco Palmieri e abitualmente ospitate negli splendidi giardini del celebre museo di Saint-Paul-de-Vence.
Queste opere rappresentano una piccola ma raffinata scelta di lavori di artisti del secolo scorso intimi della coppia di collezionisti, che comprende due bronzi e una lamiera di Miró, i grandi bronzi di Ossip Zadkine e Jean Arp, con importanti opere di Jean-Paul Riopelle, Claude Viseux, Norbert Kricke e Barbara Hepworth.
Il parco sul tetto del Lingotto, ricco di oltre 40.000 piante attentamente selezionate e circondato dalla storica Pista, divenuta oggi La PISTA 500, sperimenta così sin da subito in ogni aspetto la sua vocazione di punto d’incontro tra una concezione innovativa del verde urbano, una gloriosa tradizione industriale e la funzione di custodia e condivisione dell’arte già da molti anni esercitata dalla Pinacoteca Agnelli, ora in grado di proporre ai visitatori anche opere ambientate en plein air.
PINACOTECA AGNELLI - SCRIGNO di Renzo PIANO
Jean ARP - Le Pépin géant (Il seme gigante) (1937-1966)
< La pietra che ho raccolto dai riflessi abbaglianti del fiume Maggia sembra una nuvola paffuta che ha chiuso gli occhi per sempre >
Barbara HEPWORTH - Figure (Walnut) (1964)
Joan MIRO'
Claude VISEUX - Un prédateur (1965)
Norbert KRICKE
PARABOLICA - La PISTA 500
RIOPELLE
Jean-Paul Riopelle è considerato tra i protagonisti internazionali della pittura informale ed espressionista astratta. Nonostante sia meno noto come scultore, le sue opere in bronzo sono di notevole interesse.
La Tour (1969-1970) è costituita da una bizzarra struttura che sostiene una grande torre (“la torre della vita”) ed è circondata da una serie di surreali esseri antropomorfi e zoomorfi che si sfidano a ruba-bandiera.
Joan MIRO'
Ossip ZADKINE - Statue pour un jardin (1958)
Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto
In omaggio alla variegata poliedricità delle scelte artistiche della famiglia Maeght, la curatrice ha selezionato le opere della mostra torinese ponendo l’accento sulla possibilità per gli artisti ospitati a Saint Paul de Vence di misurarsi con i più diversi medium, impiegando talvolta anche tecniche e materiali diversi da quelli tipici della loro produzione abituale.
Il disegno gioca qui un ruolo fondamentale: lungo il percorso espositivo si incontrano ad esempio magnifici progetti a carboncino di Raoul Ubac per i suoi ieratici monoliti in pietra nera, disegni di Christo per la Mastaba da costruire nella Cour Giacometti, invenzioni poetiche e ironiche di Saul Steinberg, incantevoli delicate matite di Pierre Bonnard e lo sconfinato talento artistico di Matisse espresso attraverso il carboncino, l’inchiostro, la matita … Anche di Alberto Giacometti e Eduardo Chillida si sono privilegiate opere grafiche: disegni a matita per lo scultore svizzero e incisioni per quello spagnolo-basco.
Una sala è interamente dedicata a Georges Braque, del quale si espongono oltre a un importantissimo olio su tela della serie degli Atelier, anche sculture in bronzo, in pietra e un tondo in ceramica.
Joan Miró nei lunghi mesi trascorsi ogni estate a Saint Paul ha potuto lavorare con la ceramica, il cemento, la lamiera metallica. La varietà di tecniche e dimensioni delle opere dell’artista catalano presenti in mostra sono un significativo esempio della sua incessante attività di sperimentatore.
Femmes et oiseaux nell’opera di Joan MIRO’
F. LEGER - Paesaggio con uccelli (1954)
Fernand Léger rimase intossicato dai gas nella battaglia di Verdun e durante la convalescenza rinnovò le sue forme cubiste e si interessò al mondo delle industrie e del lavoro, togliendo spazio, nelle sue opere, alle figure umane.
Il criterio espositivo gioca fondamentalmente sul dialogo fra opere anche di autori diversi … filo conduttore GIALLO ROSSO BLU … i colori primari (sottrattivi) che inquadrano i telai delle aperture a finestra fra vani adiacenti …
CHAGALL - MATISSE
Esplosione di colore nell'opera di CALDER
HARTUNG
Hans Hartung è un pittore franco-tedesco, conosciuto per la sua ricerca informale, basata sull'urgente volontà di lasciare un segno. L'opera d'arte intitolata T 1951-9, realizzata nel 1951 è un chiaro esempio di pittura d'azione.
KANDINSKIJ - Noeud rouge (Nodo rosso), 1936, olio su tela, cm. 89 x 116
BIDONI del PETROLIO nell'opera di CHRISTO
Progetto per un intervento nel cortile della Fondazione : 520 barili di metallo (1967-68)
CHAGALL
MATISSE
MATISSE - Nu assis (Nudo seduto), 1944
< Il carattere di un viso disegnato non dipende dalla diversità delle proporzioni ma da una luce spirituale in esso riflessa. Tant’è vero che due disegni dello stesso viso possono rappresentare lo stesso carattere, anche se in ciascuno le proporzioni del volto sono differenti. In un fico, non una foglia è uguale a un’altra; sono tutte di forma differente; tuttavia ciascuna grida: fico > Henri Matisse
Saul STEINBERG - Two potato fields (1976), acquerello su carta
Saul STEINBERG
Antoni TàPIES - Grande surface marron (1967), tecnica mista su tela
< Credo di non essere mai stato un pittore astratto, anche se utilizzo elementi astratti : in tutti i miei quadri c’è sempre qualcosa di molto concreto. Non posso dar forma a un’immagine senza che contenga un’idea, una suggestione che provenga dalla vita e che possa aiutare a riconoscere ed esprimere la verità ! >
Valerio ADAMI - Sigmund Freud in viaggio verso Londra (1973), acrilico su tela
La Fondazione Marguerite et Aimé Maeght è una suggestiva sede espositiva dedicata all'arte moderna e arte contemporanea, situata a Saint-Paul-de-Vence, località a circa 20 km da Nizza in Francia. Aperta tutto l'anno, sette giorni su sette, accoglie oltre 100.000 visitatori ogni anno e possiede una delle più grandi collezioni in Europa di dipinti, sculture e opere grafiche del XX secolo. La fondazione organizza importanti mostre tematiche o retrospettive che comprendono anche la letteratura artistica.
Labirinto è l'insieme di sculture e ceramiche create dall'artista catalano Joan Miró per Marguerite e Aimé Maeght tra il 1961 e il 1981.
Creato con la complicità dei suoi amici ceramisti Josep Llorens Artigas e Joan Gardy Artigas il labirinto è un luogo magico dove monumentali sculture sono associate all'architettura e alla natura. Molto vari i materiali utilizzati: ceramica, marmo di Carrara, ferro, bronzo, cemento.
Il labirinto si esplora seguendo una linea bianca dipinta sui muretti che ricorda il filo di Arianna.
250 opere, soprattutto dipinti e sculture, disseminate in un giardino
con terrazze sul mare, illustrano la storia del collegamento tra la
famiglia Maeght e Joan Mirò.
Mirò è considerato uno dei principali esponenti del surrealismo e
del dadaismo.
Nacque a Barcellona, in Spagna, nel 1893, si trasferì a Parigi negli anni Venti e nel 1924 si unì al gruppo dei Surrealisti. La sua fama iniziò negli anni Trenta, soprattutto come pittore: i suoi quadri erano caratterizzati da forme vaste e piatte colorate con colori molto vivaci e dalla rottura delle convezioni artistiche dell’epoca, che giudicava borghesi e uno strumento di propaganda e di affermazione culturale dei più ricchi. Nel 1954 vinse il premio per la grafica alla Biennale di Venezia, nel 1958 il premio internazionale Guggenheim e nel 1972 aprì a Barcellona la Fundació Joan Miró, che raccoglie molte sue opere. Nel 1979 ricevette un dottorato honoris causa dall’università di Barcellona. Iniziò a occuparsi di scultura negli anni Quaranta e soprattutto tra gli anni Sessanta e Settanta, realizzando circa 400 sculture e 400 lavori in ceramica. Morì il giorno di Natale del 1983 nella sua casa a Palma di Majorca.
Il poeta francese e teorico del surrealismo André Breton lo definì
“il più surrealista di tutti noi”.
Georges Braque, L'Hymen (1939-1957). Un’opera enigmatica: due volti di profilo che si guardano e che allo stesso tempo creano in negativo la forma di un vaso.
Georges Braque (1882-1963) - pittore e scultore francese, iniziatore del cubismo
assieme a Pablo Picasso.
Nel cubismo si possono individuare tre fasi:
- Cubismo formativo (1907-1909): semplifica le forme e le riduce a puri volumi.
- Cubismo analitico (1909-1912): raffigura il soggetto guardandolo da diversi punti di vista, anziché da uno solo, come accadeva nella tradizionale visione prospettica.
- Cubismo sintetico (1912-1921): semplifica le forme scomposte inserendo piani larghi e colorati.
Dall’analitico al sintetico.
Picasso e Braque si rendono conto che spezzando troppo la superficie pittorica, i suoi singoli frammenti non sono più ricomponibili virtualmente e l'opera si avvicina sempre più ai caratteri dell'astrattismo. Per far sì che la loro pittura non sconfinasse mai all'astrazione, cioè in qualcosa di puramente mentale, senza più alcun rapporto concreto con la realtà, i due artisti incominciano a introdurre nelle loro opere anche le lettere dell'alfabeto e numeri. In questo modo ogni fuga verso l'astrazione viene volontariamente bloccata dalla immediata riconoscibilità di questi elementi, subito riconducibili alla concretezza del quotidiano.
Da settembre 2021 il quarto piano di PINACOTECA AGNELLI ospita
CASA 500.
Lo spazio espositivo racconta come la 500, l'auto più amata nella
storia della Fiat, sia diventata un’icona pop: da simbolo di
emancipazione negli anni ‘50 e ’60 a nuovo manifesto ecosostenibile
e green.
La PISTA 500 e la BOLLA di Renzo PIANO - Photo Marco Schiavone
La PISTA 500 - L’architetto Benedetto Camerana (Camerana & Partners), responsabile del progetto, ha definito un giardino lineare composto da 28 isole che ritmano lo spazio, lasciando libero lo storico tracciato con curve paraboliche che ritorna alla sua primaria funzione come spazio test per le 500 full electric.
Nuova (500) RED
L’architetto paesaggista Cristiana Ruspa (Giardino Segreto) ha curato la progettazione botanica e delle essenze, selezionando 300 specie autoctone che richiedono poca acqua e poca manutenzione. In totale sono circa 40.000 le piante, i fiori e le specie erbacee perenni che definiscono il paesaggio de La PISTA 500, il giardino pensile più grande d’Europa concepito per valorizzare la biodiversità locale e offrire ai cittadini una vista mozzafiato sulle Alpi e una nuova prospettiva sui tetti di Torino.
Giacomo BALLA - Velocità astratta
PINACOTECA AGNELLI - SCRIGNO di Renzo PIANO
Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI
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