FUTURO & SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

CITY LIFE - Il complesso edilizio più famoso di Milano nella parte Nord-Ovest della città … una delle aree pedonali più grandi d’Europa, con 360 000 metri quadri di superficie.

Iniziato nel 2007, il progetto del quartiere prevede che i flussi veicolari siano completamente interrati, così da lasciare spazio ad un enorme parco, il terzo della città per dimensioni dopo Parco Sempione e i Giardini Pubblici.

In questo mega spazio il verde degli alberi si alterna al bagliore delle residenze ultra moderne sinuosi percorsi ciclopedonali dialogano con tre grattacieli che definiscono lo skyline della zona.

A completare il tutto c’è lo Shopping District, il più grande distretto urbano dedicato allo shopping in Italia. 32 000 metri quadri a destinazione commerciale con 80 negozi, 1 supermercato, 20 ristoranti e 7 sale cinema. Lo Shopping District porta firme importanti : Zaha Hadid per il mall , Studio One Works per la piazza centrale e Studio Mario Galatino per la promenade open air.

CITY LIFE costituisce ad oggi un eccellente esempio di sostenibilità ambientale. Ha ottenuto infatti la certificazione LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design) che gratifica i complessi più performanti ed efficienti nel rispetto dell’ambiente.

 

 

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Si arriva comodamente in M5 - la linea metropolitana di Milano

contraddistinta dal colore lilla.

È stata la prima in questa città a essere concepita completamente automatizzata, senza conducente (driverless) e “leggera”, ossia con treni e banchine più piccoli, su modello della metro di Torino, la prima in Italia ad adottare il sistema VAL - Veicolo Automatico Leggero.

Le stazioni metropolitane della M5 sono 19 e collegano Bignami allo Stadio San Siro.

 

CITY LIFE :   IL DRITTO   LO STORTO   IL CURVO

 

 

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Ecco gli appellativi per le TRE TORRI affacciate sull’omonima piazza progettate rispettivamente dagli architetti    ISOZAKI     HADID    LIBESKIND

 

 

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Soprannominata Il Dritto, la Torre Isozaki porta la firma di Arata Isozaki, architetto giapponese già autore in Italia del progetto per il Palasport Olimpico di Torino, e di Andrea Maffei. La torre è alta 209 m per 50 piani e si affaccia sulla nuova Piazza Tre Torri assieme agli altri due grattacieli. Il piano tipo della torre, che dispone i nuclei di distribuzione verticale ai due lati dell'edificio, con ascensori panoramici, contiene un unico grande spazio centrale destinato a uffici.

 

 

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Al momento della costruzione la Torre Isozaki è il secondo grattacielo più alto d'Italia.

4 puntoni color oro caratterizzano le facciate della torre Isozaki

Durante i severi test imposti dal carico accidentale del vento è emerso che lo spostamento complessivo verificabile all’ultimo piano (il 50°) sarebbe stato pari a 100 cm, convincendo così il team progettuale ad introdurre 4 imponenti contrafforti tubolari in acciaio, lunghi circa 60 m sul fronte principale e 40 m sul retro. In questo caso specifico, i 4 puntoni color oro, incernierati alla base e la cui testa dell’asta imposta all’11° livello, permettono di ridurre le oscillazioni.

ALLIANZ

 

 

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Soprannominata lo Storto per via del suo andamento tortile, la Torre Hadid è alta 177 m per 44 piani. La particolarità dell'edificio è il suo sviluppo verticale con un dinamico movimento di torsione. Anch'essa porta il nome della sua creatrice, l'architetta anglo-irachena Zaha Hadid.  

 


 

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La Torre ad uffici si fonda sui concetti di movimento e dinamismo, risultanti da una torsione dell'edificio stesso, con l'obiettivo di valorizzare la percezione e le viste che offre rispetto agli assi urbani. L'edificio presenta un piano tipo con un nucleo distributivo centrale e gli uffici sulla corona perimetrale, così da offrire una vista a tutto orizzonte sulla città.

 

 

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GENERALI e Shopping District

 

 

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Soprannominata il Curvo per via della sua forma, la Torre Libeskind è alta 175 m e dà le spalle a largo Domodossola. L'edificio è concepito come parte di una sfera ideale che avvolge la Piazza Tre Torri e può ospitare locali commerciali e residenziali.

 

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Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, i più grandi talenti artistici del Rinascimento italiano ... due tra le personalità più geniali che la storia ci abbia mai regalato ...

Sono loro le opere che hanno ispirato l’archistar polacco Daniel Libeskind nella forma della Terza Torre del Business District di City Life a Milano.

 

 

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La Torre Libeskind, soprannominata Il Curvo, riprende infatti il disegno del progetto di Leonardo per il tiburio del Duomo di Milano, mai realizzato, e le curve ininterrotte della statua Pietà Rondanini di Michelangelo. Con un impulso di questa portata il risultato non poteva che essere straordinario. 175 metri di eleganza ed armonia, un azzardo strutturale con rari precedenti nel mondo.

 

 

Torre Libeskind progetto

 

 


Chiaro esempio del decostruttivismo, la Torre Libeskind disegna una porzione di sfera ideale che avvolge e completa la Piazza Tre Torri.

Il grattacielo conta 34 livelli complessivi, 30 fuori terra e 4 interrati, uno dei quali ospita un’autorimessa con una capienza di 226 parcheggi. Il primo ambiente accessibile dal piano terra, la lobby, è a tripla altezza. E’ raggiungibile contemporaneamente dallo Shopping District, dall’uscita della metropolitana e dalla Piazza.

Un esempio di ingegneria estrema unico

Le strutture portanti della Torre sono realizzate in calcestruzzo armato fino al 29esimo impalcato. Al di sopra di esso la struttura prosegue in carpenteria metallica completando il grattacielo con la corona di sommità. I 20 pilastri perimetrali in calcestruzzo sono rivestiti in acciaio per contrastare le sollecitazioni di trazione dovute alla curvatura ed hanno una sezione circolare variabile tra i 60 ed i 140 centimetri.

La curvatura in elevazione è resa infatti possibile da una traslazione orizzontale dei piani ad ogni impalcato rispetto al nucleo centrale in calcestruzzo armato, baricentro dell’intera struttura.

Il nucleo centrale dell’intera struttura è costituito da 8 ascensori, si sviluppa per l’intera altezza dell’edificio ed è suddiviso in due blocchi distinti al fine di massimizzare la fruibilità degli spazi interni.

La sommità della Torre, denominata corona, è costituita da un blocco in vetro e acciaio di oltre 30 metri che completa il profilo curvo della struttura. Oltre alla funzione prettamente estetica che si ispira fortemente alle cupole rinascimentali italiane, la corona nasconde le torri evaporative, le strutture degli extracorsa degli ascensori ed il sistema BMU (Building Maintenance Unit) di accesso alla facciata. Ovvero un dispositivo automatico o controllato da remoto in grado di portare gli addetti alle operazioni di manutenzione delle superfici esterne.

 

 

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La copertura della Torre è costituita da una serie di fasce inclinate oblique poste ad una distanza reciproca di 40 centimetri e realizzate con pannelli fotovoltaici in vetro intelaiato. Esse si alternano a fasce di pannelli grigliati in alluminio anodizzato. Il materiale è stato pretrattato mediante un processo chimico che applica uno strato di ossido artificiale sul metallo al fine di renderlo più resistente agli agenti atmosferici. La cupola vanta una superficie complessiva di circa 400 metri quadri.

di Matteo Tomellini

 

 

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Attorno alla Piazza Tre Torri il grande parco pubblico e le residenze a firma HADID e   LIBESKIND

 

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ArtLine Milano - progetto di arte pubblica del Comune di Milano, una collezione di opere d’arte a cielo aperto che si sviluppa all’interno del parco pubblico dell’area di trasformazione di CityLife.



#1 Daily Desiderio: ogni giorno un messaggio è l’opera di Riccardo Benassi, giovane cremonese classe 1982. Consiste in una struttura di alluminio che incornicia un display a LED bianchi in cui l’artista si è impegnato a trasmettere un messaggio testuale ogni giorno fino alla sua morte. Poi i messaggi ricominceranno dal primo in un loop infinito.

 

 

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#2 Hand and foot for Milan: il piede e la mano come simboli di Milano, due opere dell’artista tedesca Judith Hopf realizzate con grandi mattoni sagomati artigianalmente. Materiale edile tradizionale in dialogo con il ricercato contesto architettonico del futuro. Gigantesche le dimensioni …

         

 

 
#3 New times for other ideas/New ideas for other times: tempus fugit

L’opera di Maurizio Nannucci, classe 1939, è una doppia scritta realizzata con tubi al neon blu e rosso posizionata sulla facciata del Padiglione 3, edificio costruito nel 1923, unico superstite della storica Fiera di Milano. Lo spettatore vede quindi due frasi quasi speculari che invitano a riflettere sullo scorrere del tempo. Qui infatti gli interventi urbanistici hanno modificato radicalmente l’aspetto della città e la vita dei suoi abitanti. Tali ragionamenti sono rafforzati dal fatto che l’opera si trova su un edificio storico e simbolo di un passato che non c’è più.



#4 Filemone e Bauci: insieme, per sempre è una struttura di alluminio che raffigura due colonne che si tengono a braccetto mentre osservano i grattacieli opera di due giovani artisti Ornaghi & Prestinari che formano un sodalizio artistico dal 2009.

 

 

AL Filemone Bauci


Il passato osserva quindi il presente. Secondo il mito greco Filemone e Bauci invecchiano insieme e affrontano insieme i problemi grazie al loro legame. Simboleggiano la convivialità poiché furono gli unici ad accogliere Zeus ed Ermes.
Il buon augurio per la città è evidente.




#5 Cieli di Belloveso: le stelle nel cielo di quando è stata fondata Milano 

 

 

AL cieli Belloveso

 

L’opera di Matteo Rubbi è composta da 100 stelle di pietra di forme e dimensioni varie incastonate nella pavimentazione di Piazza Burri.

E' la ricostruzione di un cielo stellato visibile a Milano nella primavera del 600 a.C. quando Tito Livio colloca la fondazione di Milano da parte di Belloveso.

Le stelle e il buio sono due realtà che stanno lentamente estinguendosi a causa dello sviluppo delle città e della conseguente illuminazione sempre più accentuata. Per questo un cielo stellato come quello dell’opera è chiaramente in contrasto con una realtà metropolitana di Milano.



#6 Coloris: i colori del villaggio globale    AL coloris

 

L’opera di Pascale Marthine Tayou è composta da una pavimentazione in calcestruzzo che raffigura il planisfero terrestre in cui sono piantati circa cento pali metallici color pastello e dimensioni variabili tra i 6 e i 12 metri. Sopra ognuno è posizionato un uovo. L’artista affronta problemi quali la migrazioni e la formazione di un villaggio globale senza confini precisi.

 

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#7 Vedovelle e Draghi Verdi: le storiche fontanelle pubbliche rivisitate dalla giovane artista milanese Serena Vestrucci.

 

 

AL vedovelle

 

Le storiche vedovelle rappresentano l’immagine più iconica di Milano con il biscione visconteo. L’artista cerca un ponte tra classico e contemporaneo, tra tradizione e innovazione.

Ad ogni fontanella sostituisce il bocchello a forma di drago in ottone con una scultura diversa, un esemplare unico, frutto di un lavoro manuale di un modello in cera, successivamente fuso in bronzo.



#8 Beso: il bacio immortale delle rocce dolomitiche

L’opera dell’artista cubano Wilfredro Prieto è costituitada due grandi pietre affiancate che si sfiorano in un solo punto simulando un bacio. Arte e Natura.



#9 Rudere: l’Uomo riflette sulla Natura

L'opera di Adrian Paci (Scutari, Albania, 1969) è una struttura architettonica aperta sul retro e senza tetto. Le mura in cemento costruiscono un recinto che circoscrive e innalza la vegetazione presente al suo interno in uno spazio quasi sacro.

 

 

AL rudere Adrian-Paci

 

 

Il parco di CityLife – con i suoi grattacieli, gli uffici e il centro commerciale – intreccia un dialogo emozionante con la forma quasi archetipica della costruzione, abitata da alberi da frutto legati a simbologie antiche - come il cachi che simboleggia la virtù, il melograno l’amore misericordioso, il fico la fertilità - o alla dimensione dell’eterno, richiamata dal cipresso

 

 

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Al limite di City Life ecco sbucare una luccicante Cometa :

si tratta di MiCo-Milano Congressi, fra i più grandi centri congressi d’Europa e del mondo, capace di accogliere fino a 18.000 persone in circa 70 sale conferenze caratterizzate da elevata flessibilità e dotazioni tecnologiche d’avanguardia. È dotato di due sale plenarie, da 4.000 e 2.000 posti e di un Auditorium da 1.500 posti, ideale per i grandi eventi e per i congressi internazionali che richiedono un elevato numero di sale. A supporto delle sale convegno vi sono 54.000 mq espositivi che possono essere allestiti come ulteriori sale plenarie con capienze superiori a 5.000 posti.

 

 

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Il progetto del MiCo-Milano Congressi porta la firma dell’architetto Mario Bellini per gli esterni e dell’architetto Pierluigi Nicolin per l’organizzazione degli spazi interni. Nasce dalla riconversione a destinazione congressuale dei padiglioni 5 e 6 del Portello di fieramilanocity, progettati alla fine degli anni '90 dallo stesso Mario Bellini e dall’aggregazione alla struttura congressuale esistente.

Massima attenzione è stata dedicata all’armonico inserimento del nuovo complesso nel tessuto urbanistico circostante, alla sua sostenibilità energetica e all’eccellenza architettonica, di grande originalità e forte impatto: la suggestiva copertura di 15mila metri quadrati - chiamata Cometa e inaugurata nel 2012 - che riveste e unifica i diversi corpi di fabbrica sottostanti … un manto aereo e argenteo realizzato con 8000 scaglie riflettenti di alluminio.

 

PASSATO & PRESENTE

Nell'ambito della realizzazione di CityLife è stato recuperato l'ex Padiglione 3 della Fiera di Milano, precedentemente conosciuto come Palazzo dello Sport, ora Palazzo delle Scintille, uno dei primi edifici a vedere la luce nella fase nascente della Fiera di Milano.

Edificio a pianta rettangolare … altezza 32 metri nel punto più elevato della cupola ellittica costruita in vetro e metallo … può ospitare un'ampia varietà di manifestazioni : da quelle espositive e sportive fino allo spettacolo, con una capienza max di 18 000 visitatori.

 

 

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È stato il primo palazzo dello sport della città di Milano progettato da Paolo Vietti-Violi in stile Liberty e inaugurato nell'aprile del 1923.

Nei pressi del padiglione furono edificati di lì a poco l'Ippodromo del galoppo di San Siro, il Lido di Milano e il Velodromo Vigorelli. Il 19 marzo 1933 vi fu allestito il primo incontro di pugilato in Italia con in palio un titolo mondiale, tra il detentore della corona dei pesi gallo, il panamense Panama Al Brown e l'italiano Domenico Bernasconi.

Nel 1935 fu convertito in padiglione della Fiera di Milano, evento legato al trasferimento di quest'ultima nel quartiere Portello, che avvenne a partire dal 1923, sullo stesso luogo dove si tenne l'Esposizione internazionale di Milano del 1906.

Nel 1946 ospitò la stagione lirica estiva del Teatro alla Scala fortemente danneggiato dalle bombe anglo-americane durante la seconda guerra mondiale (bombardamento 1943).

Nel 2021 l'edificio è diventato il centro vaccinale più grande d'Italia per la somministrazione del vaccino anti COVID-19.


 

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La Fontana delle quattro stagioni sorge nel centro di Piazzale Giulio Cesare, a Milano. Fu inaugurata il 12 aprile 1927 in occasione dell'apertura dell' ottava Fiera Campionaria Internazionale. Il progetto fu dell'architetto Renzo Gerla, all'epoca funzionario dell'Ufficio tecnico del Comune di Milano.

Oggi la fontana di piazzale Giulio Cesare, dopo la demolizione della vecchia Fiera di Milano di cui decorava il piazzale d'ingresso, ha come quinta il nuovo complesso CityLife, che fa da sfondo al piazzale.




Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI

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