La FOTOGRAFIA AMERICANA del NOVECENTO arriva a
TORINO con due imperdibili mostre.
A CAMERA i capolavori del MoMA di New York : oltre 230 opere fotografiche della prima metà del Ventesimo secolo (1900-1940).
Nelle Sale Chiablese dei MUSEI REALI la mostra “Inedita” sulla bambinaia- fotografa statunitense Vivian Maier (dal 1950 alla fine degli anni ’80).
Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione
Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York
fino al 26 giugno 2022 a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Photo by Mauro DRAGONI
Max Burchartz, Lotte (Eye), 1928, Gelatin silver print, 30.2 × 40 cm
In mostra una selezione dei capolavori raccolti da Thomas Walther tra il 1977 e il 1997, poi acquisiti dal MoMA nel 2001 e nel 2017 per andare a creare una collezione unica al mondo.
La prima metà del Ventesimo secolo (1900-1940) è un periodo di grandi trasformazioni scientifiche ed artistiche che si ripercorrono emozionalmente seguendo il lungo corridoio introduttivo degli spazi di CAMERA … poi nelle sale le opere fotografiche raccolte per tematiche …
László Moholy-Nagy, Lucia Moholy: Untitled (Portrait of László Moholy-Nagy), 1925, Gelatin silver print, 9.3 x 6.3 cm
Tra gli autori, nomi che hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo.
Fotografi statunitensi come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston. Ed europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander.
Senza dimenticare il contributo fondamentale di fotografe come Berenice Abbott, Irene Hoffmann, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull e molte altre. Artiste capaci di dare un nuovo impulso alla fotografia e di arricchirla attraverso lo sguardo e la sensibilità femminili.
Atelier Stone (Cami Stone and Sasha Stone), Woman Smoking, 1928, Gelatin silver print, 58.6 x 41.4 cm
Autori diversi anche gli stili nei quali si declina la fotografia della prima metà del secolo. Troviamo così preziose testimonianze della fotografia del Bauhaus, del costruttivismo, del surrealismo. Ma anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e Tina Modotti.
Una mostra imperdibile, dunque, nata dalla collaborazione fra il Jeu de Paume di Parigi, il MASI di Lugano e CAMERA, dove è possibile vedere per l’ultima volta in Europa questi grandi capolavori della fotografia prima che tornino negli Stati Uniti.
Vivian Maier “Inedita” fino al 26 giugno 2022 nelle Sale Chiablese dei MUSEI REALI
Un sorprendente spaccato della vita che animava i quartieri popolari negli Stati Uniti ma anche in Europa dal 1950 alla fine degli anni ’80 attraverso 250 immagini rare e a colori, filmati in Super 8, registrazioni audio con la voce dell’artista, alcune delle sue macchine fotografiche e i suoi iconici cappelli.
Esposta per la prima volta una serie di fotografie scattate nell’estate del 1959 durante un viaggio in Italia da Vivian MAIER - fotografa statunitense, di origini francesi, esponente di spicco della street photography – tra cui un repertorio di scatti realizzati dall’artista proprio a Torino nel 1959.
SGUARDI GESTI ESPRESSIONI COLORI INFANZIA
La produzione fotografica di Vivian Maier (New York, 1926 –
Chicago, 2009) è stata scoperta casualmente soltanto nel 2007,
grazie alla tenacia di John Maloof, giovane americano figlio di un rigattiere. Maloof, volendo fare una ricerca sulla città di Chicago, comprò all’asta per pochi soldi un box zeppo degli oggetti più disparati. Al suo interno trovò una scatola piena di negativi e rullini ancora da sviluppare …
Il giovane iniziò a pubblicare alcune immagini su Flickr. Avendo avuto un ottimo riscontro e interesse da parte del pubblico, Maloof volle saperne di più sull’autrice di quegli scatti.
Scoprì che le foto erano state fatte da una donna, Vivian Maier, che aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia a Chicago e in altre grandi città americane. Durante le sue giornate libere e le vacanze, la Maier amava scattare foto nelle strade di grandi città come New York, Chicago e Los Angeles. La sua opera è quindi essenzialmente un lavoro di “street photos” ante litteram e Vivian Maier può essere considerata a tutti gli effetti come una delle antesignane di questo genere fotografico.
Rimbalza subito agli occhi la sua infanzia disagiata … la solitudine che emerge dai tanti autoritratti, riflessa su vetri e specchi … l’amore per i bambini del suo lavoro di tata presso famiglie abbienti americane … la voglia di evasione … la curiosità tipica dei bimbi … l’amore per il dettaglio nella vita della gente comune …
AUTORITRATTO
Photo by Mauro DRAGONI
La mostra, curata da Anne Morin, è organizzata da diChroma photography in collaborazione con i Musei Reali e la società Ares di Torino, la John Maloof Collection di Chicago e la Howard Greenberg Gallery di New York.
L’esposizione è sostenuta da Women In Motion, un programma di Kering per evidenziare il ruolo delle donne nelle arti e nella cultura.
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