La BANCA D’ITALIA partecipa alla XXXI edizione delle Giornate

FAI di Primavera tenendo aperte al pubblico le filiali di BRESCIA,

FIRENZE, TORINO e TRIESTE oltre alla Scuola di Automazione per Dirigenti

Bancari (S.A.Di.Ba.) di PERUGIA.

 

Gli istituti progenitori della BANCA D’ITALIA sono la Banca di GENOVA (1844-1849), la Banca di TORINO (1847-1849) e la Banca Nazionale, nata dalla fusione delle due precedenti (1849-1893).

 

 

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Stemma Palazzo De Gaetani , sede di GENOVA della Banca d’Italia

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, l’impetuosa crescita dell’economia genovese, favorita dalla localizzazione costiera che agevolava i trasporti e dal cospicuo insieme di provvidenze statali, indusse l’Istituto della Banca d’Italia - sorto nel 1893 dalla trasformazione della Banca Nazionale nel Regno - a dotarsi di una nuova sede, ampia, funzionale e di prestigio.

Nasceva così il progetto di Palazzo De Gaetani portato a compimento il 22 maggio 1916. Nello stemma i simboli di TORINO e GENOVA : il TORO e il TRIDENTE.


Stemma simile sul timpano di Palazzo Ferrero d’Ormea , sede di TORINO della Banca d’Italia, con il CADUCEO - il bastone di Mercurio (messaggero degli dei), simbolo di pace - e il TRIDENTE - l’arma con cui Poseidone poteva dare vita a nuove sorgenti d’acqua e cavalli, simbolo di forza e potere spirituale.



A TORINO in via dell’Arsenale il Palazzo della BANCA D’ITALIA,

altrimenti noto come Palazzo FERRERO d’ORMEA, è uno dei più

prestigiosi e meno conosciuti palazzi cittadini. Ignoto è l’architetto che lo progettò intorno alla metà del XVII secolo, così come ignoto ne è il committente. Alla luce delle attuali conoscenze si possono soltanto avanzare delle ipotesi fondate.

Inizialmente dimora nobiliare, fu quindi sede della Nunziatura Apostolica. A cavallo del 600-700 divenne Ambasciata di Francia sotto re Luigi XIV.

Dopo l’assedio del 1706, la dimora fu acquistata dal marchese Carlo Vincenzo Ferrero d’Ormea, che ne fece residenza sua e dei suoi successori fino al 1810.

Passata l’epoca napoleonica, il Palazzo ospitò il Senato del Regno di Sardegna.

A metà 800 divenne la sede principale della “Banca Nazionale degli Stati Sardi”, poi “nel Regno d’Italia” dopo l’unità della nazione.

Nel 1893 cambiò la denominazione in “BANCA D’ITALIA” e nel 1894 assunse la gestione della Tesoreria Provinciale dello Stato.

Durante il passaggio da residenza nobiliare a sede istituzionale e in seguito bancaria, Palazzo FERRERO d’ORMEA subì radicali trasformazioni edilizie ad opera degli architetti Talucchi e Chevalley.

 

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Le Stanze di Rappresentanza del Piano Nobile conservano pregevoli stemmi araldici, statue in bronzo, dipinti Sette-Ottocenteschi di autori italiani e francesi, pregevoli arredi (mobili, pendoli, arazzi, lampadari) che spaziano dal secolo XVI al XVIII di provenienza italiana e inglese.

 

 

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Interessante Archivio Storico con raccolte di veline - copie conformi agli originali - rigorosamente redatte in bella calligrafia.

Opera contemporanea di Ugo Nespolo dedicata agli studenti.

Spettacolari sono i velari in vetro decorato che fungono da volta al grandioso Salone del Pubblico.

 

 

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Attualmente un unico sportello è attivo per l’acquisto di monete da collezione. Il servizio di prenotazione e vendita è curato da Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Nel seminterrato è visitabile lo storico Salone delle Cassette di Sicurezza, articolato su due livelli con scala interna di accesso.

 

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