2023 anno di grandi celebrazioni in UMBRIA tra ARTE ,

MUSICA e LUOGHI FRANCESCANI  




2023 - 500° anniversario della morte di Pietro VANNUCCI –

il PERUGINO

Il sommo artista del Rinascimento nato a Città della Pieve e morto nel 1523 a Fontignano è stato celebrato nel corso dell’anno con vari eventi espositivi.



A PERUGIA la suggestiva mostra NERO Perugino Burri organizzata da Fondazione Perugia in collaborazione con Fondazione Burri a Palazzo Baldeschi è stata prorogata fino al 7 gennaio.

La mostra mette in dialogo le opere di due tra i più grandi artisti umbri attraverso il comune denominatore del NERO, soluzione cromatica suggestiva e peculiare adottata da entrambi.

Un colore problematico, spesso evitato dagli artisti, come afferma Bruno Corà, Presidente di Fondazione Burri :

< Il NERO è pieno di possibili valenze simboliche. È un colore azzerante e difficile da usare, capace di isolare qualsiasi forma o immagine che gli sia avvicinata, così come la può rendere emblematica. È un colore che suscita molte domande e tocca il sentimento in profondità >


Usato sapientemente dai protagonisti di questa esposizione, rappresenta una grande innovazione per l’epoca del Perugino ed uno dei tratti più ricorrenti nell’opera di Burri.


L’idea della mostra è nata dalla Madonna con il Bambino e due cherubini, una pregiata tavola del Perugino dal sapore intimo e familiare conservata proprio nella collezione permanente di Fondazione Perugia. La Vergine con il bambino si staglia su uno sfondo completamente nero, permettendo agli incarnati e ai colori delle vesti di risaltare in un modo assolutamente innovativo per l’epoca. Sono questi gli anni più belli del percorso del maestro quando, attivo a Firenze, conosce e assorbe la pittura fiamminga e la luce di Leonardo, ma è anche coinvolto dall’atmosfera di Venezia dove si reca più volte nel corso degli anni Novanta.

 

 

                                  perugino madonna con il bambino e due cherubini

                                    Madonna con il Bambino e due cherubini

 

Da qui la volontà di indagare l’uso dello sfondo nero in alcune opere del Perugino, tutte di piccolo formato e datate a cavallo tra il XV e il XVI secolo, dove non c’è nessun paesaggio ideale o preso in prestito da una suggestione visiva, nessuna architettura prospettica, solo il profondo nero su cui si stagliano i protagonisti della scena, come mai si era visto prima. Questa ricerca ha permesso di ottenere importanti prestiti come lo splendido Ritratto di Francesco delle Opere - probabilmente dipinto a Venezia - e il Ritratto di giovinetto, provenienti dalla Galleria degli Uffizi, e ancora la Madonna con Bambino tra San Giovanni e Santa Caterina del Museo del Louvre.

 

 

                 Perugino Ritratto Francesco delle Opere

 

                                     Ritratto di Francesco delle Opere


 
In dialogo con le tavole di Perugino ci sono una decina di opere di Alberto Burri, in cui si può ritrovare il medesimo interesse per il nero inteso sempre non come mancanza di colore, ma come buio che permette alla luce di emergere. Burri è stato un grande ammiratore e conoscitore dell’arte italiana del Rinascimento, come racconta la curatrice Vittoria Garibaldi:

< Ho avuto l’onore di conoscere, ma soprattutto di frequentare Alberto Burri negli anni Ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dell’Italia centrale insieme ai suoi più cari amici come Nemo Sarteanesi. È questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilità cromatiche che uniscono i due grandi artisti >



In particolare l’Umbria, terra amata, animata da Piero della Francesca, da Raffaello e ovviamente da Perugino, ha lasciato radici indissolubili in Burri che si rivelano e trovano conferma nelle forme, nei colori e nelle composizioni delle sue opere, da Catrame del 1949 a Nero Cellotex del 1968. Qui la materia emerge prepotente dalla tela e l’attenzione è posta tutta sull’equilibrio tra forma e colore, con una predilezione per il nero e lo scuro, tratto diventato emblematico dell’artista tanto da essere soprannominato “il maestro dei neri”.



Le opere di Burri così possono essere considerate una ideale dialettica proposizione con le tavole del Perugino: se nel Quattrocento il fondo nero serviva a far risaltare il soggetto principale dell’opera, in Burri il nero è protagonista e diventa materia viva che si espande ed emerge.

 

 

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NERO Perugino Burri - Una esposizione che fa emergere i tratti condivisi

di due artisti lontani nel tempo, ma accomunati dal profondo legame verso la loro

terra natia, l’Umbria.



Ancora in corso fino al 28 gennaio 2024 Rinascimento in Bottega.

PERUGINO tra i grandi della storia nelle sale del Museo Civico di

Palazzo della Penna di Perugia.




Perugino Palazzo della Penna


 

 

Perugino tra Santi e paesaggi è stato il tema del Concorso per borse di studio patrocinato dall’Accademia Pietro Vannucci che ha coinvolto giovani artisti umbri del Liceo artistico Bernardino di Betto di Perugia.

La premiazione è avvenuta lo scorso 8 dicembre a Città della Pieve - Palazzo della Corgna



C Aleida Bruschi

 

Primo premio a Aleida Bruschi, allieva (III E), per la perizia delluso delle tecniche, lequilibrio dellimpianto compositivo dellelaborato e per lefficacia espressiva dellinterpretazione.

 

C Elena Bandoli

Secondo premio a Elena Bandoli, diplomata lo scorso anno (V E), per abilità tecnica e capacità di sintesi in un elaborato costituito da pochi elementi, ma denso di significati simbolici e con notevole impatto comunicativo.

 

C Lorenzo Baldaccini 20240105 170102

 

Menzione speciale per Lorenzo Baldaccini, studente (III E), per l’originalità dell’interpretazione e la forza comunicativa, frutto di un interessante lavoro di rielaborazione molto personale del soggetto scelto.

Baldaccini - FRAGMENTIS // IN MANIBUS MEIS - Rif. Pietà (1493-1496) alla Galleria degli Uffizi a Firenze

< Sono rimasto colpito dall’atmosfera sospesa e piena di dolore dell’opera originale, e sono partito da questa per ricostruire una scena costituita da difformità irregolare e descrittiva che rappresenta molto il mio modo di dipingere. Tramite pennellate secche, incisioni, e dettagli in oro, ho voluto ricreare le figure dell’opera in modo astratto e irreale, anche tramite scritte in oro adagiate in “vignette” con le quali ho voluto descrivere la confusione della scena. E’ una mia personale interpretazione dei pensieri della Vergine Maria affranta … pensieri spezzati, pensieri in frammenti confusi, irregolari e bicromi, se non per le poche tracce color oro che raffigurano luci di speranza ed empatia, anche dove tutto sembrerebbe essere perso nella tristezza del monocromatico … >



Variegata l’interpretazione dell’opera pittorica di Pietro Vannucci – il Perugino nelle opere dei giovani artisti, dal figurativo al contemporaneo, ma sempre con una impronta molto personale di ricerca.

Da PERUGINO 500 alla rivisitazione in chiave Pop-Art del volto della Vergine nella Pala di Senigallia

 

 

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Dal riferimento ad Alberto Burri con la combustione della plastica e il rosso della sofferenza per San Sebastiano al bianco e nero di Hans Hartung per Arcangelo Raffaele con Tobia del polittico nel museo della Certosa di Pavia .

Con riferimento al paradiso dantesco i due camminano come se stessero conversando … un cammino nell’infinito del cosmo …

 

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Ancora San Sebastiano, stavolta nello stile bizzarro di Jean Dubuffet espressione di arte in libertà

Assenza che rivela il passare del tempo per l’opera ispirata dal Miracolo del bambino nato morto (1473) alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, una delle 8 tavole della serie dei miracoli di san Bernardino. Nella scena di Perugino compaiono diversi personaggi, ma grande importanza è data all’impianto architettonico che caratterizza l’opera. Nella tavola dell’autore (acrilici e foglia d’argento) sembra che il tempo trascorso abbia cancellato i personaggi, svuotato l’ambientazione e logorato le fastose architetture di un tempo.

 

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Perugino tra Santi e paesaggiOpere in mostra fino al 7 gennaio nella Sala del Governatore a Palazzo della Corgna, fatto costruire dai fratelli Ascanio e Fulvio della Corgna, nipoti di Papa Giulio III del Monte, nonché Marchesi di Città della Pieve e Castiglion del Lago e Governatori Perpetui della città.

L’edificio risale alla metà del ‘500 e fu realizzato su progetto dell’architetto perugino Galeazzo Alessi che si ispirò, nella forma parallelepipeda della facciata e rastremata con bugnato agli spigoli, al celebre Palazzo Farnese di Roma proprietà di Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III.

Gli ambienti di Palazzo della Corgna sono finemente affrescati con grottesche e scene figurate. ll pianterreno fu interamente affrescato da Niccolò Circignani detto il Pomarancio intorno al 1564. Il soffitto dell’atrio è decorato con grottesche e “Virtù Cardinali e Teologali”, mentre nella loggia è dipinto lo stemma della famiglia della Corgna associato allo stemma dei Del Monte, appartenente alla famiglia materna nonché al Papa Giulio III.

Nella Sala del Governatore l’affresco “Concerto delle Muse”, sempre opera del Pomarancio, decora il soffitto.

 

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La decorazione prosegue lungo la scala monumentale che conduce al piano nobile, affrescato interamente da Salvio Savini, allievo di Poramancio, nel 1580. Nella loggia si ammira l’ “Allegoria del Tempo” e nel salone il “Convito degli Dei” (Banchetto degli Dei). Tra le  grottesche  sono presenti scene figurate tratte dai miti narrati nelle Metamorfosi di Ovidio.



Epifania a Città della Pieve

 

Consueto appuntamento nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi in corso Pietro Vannucci affrescato dal PERUGINO con la celebre Adorazione dei Magi (1504) per la premiazione del concorso 

Il Presepe in famiglia a cura della Confraternita dei Disciplinati (o dei Bianchi).

 

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Il tradizionale Concerto d’Epifania al Teatro Accademia degli Avvaloranti che dal 1986 chiude musicalmente le festività natalizie di Città della Pieve propone un programma che nella prima parte va a chiudere l’anno dedicato al PERUGINO con tre brani scritti da Marco Betta ispirati ad altrettante opere di Pietro Vannucci, vanto del territorio pievese.


Puer natus est (affresco Adorazione dei Magi nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi a Città della Pieve)

Il martirio di San Sebastino (affresco nella Chiesa di San Sebastiano a Panicale)

Il battesimo di Gesù (dipinto su tavola in Duomo a Città della Pieve)

 

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Polifonica Pievese - Fabio Afrune, pianoforte - Carlo Pedini, direttore

 

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2023 - 30 anni di UMBRIA JAZZ WINTER a ORVIETO dalla

prima edizione del 1993 nel 50° compleanno di UMBRIA

JAZZ



Il 23 agosto 1973 andò in scena il primo concerto di Umbria Jazz nel teatro naturale di Villalago, Piediluco, frazione di Terni. Il programma prevedeva gli Aktuala e lorchestra di Thad Jones e Mel Lewis.



La 30° edizione di UMBRIA JAZZ WINTER ha preso il via il 28 dicembre a ORVIETO con il primo concerto come da tradizione alla SALA dei 400 – Palazzo del Capitano del Popolo - con Kaleidoscope Quartet, vincitori del Conad Jazz Contest di quest’anno, svoltosi a Perugia durante l’edizione estiva e il Berklee/Umbria Jazz Clinics Award Group, band formata dai migliori allievi dei corsi della rinomata scuola di Boston.

Alle 18:00 la prima street parade dei Funk Off, con partenza da Piazza del Popolo.

 

 

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29 dicembre – Inaugurazione mostra fotografica ACCORDI JAZZ di Marco

Nicolini a PERUGIA nella sala espositiva della ex Chiesa della Misericordia in

via Oberdan 54. Patrocinio FIAF e Comune di Perugia.



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Interviene Luciano Rossetti, reporter di spettacolo : 40 anni di fotografia davanti e dietro il palco, e tanti aneddoti. I teatri sono la sua seconda casa.

Nel 2019 è tra i soci fondatori della AFIJ – Associazione Fotografi Italiani di Jazz, della quale è segretario e membro del Direttivo.

< Rossetti si muove con passo felpato nel buio della platea, dei palchi, nel dietro le quinte. Il suo modus operandi è rendersi invisibile. Questo è apprezzato dagli artisti, attori, musicisti che incontra e che gli permettono di invadere spazi intimi o di concentrazione, come le prove o il momento prima della messa in scena … >

E Rossetti ritrova in Marco Nicolini il suo stesso modus operandi che rivela la sfera più intima dell’artista jazz …

 

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ACCORDI JAZZ 41  scatti analogici tra stampe in bianco/nero e polaroid “per riaffermare la necessità di una profonda riflessione all’atto dello scatto soprattutto in questi tempi digitali”, senza manipolazioni a partire dall’intelligenza artificiale, alla quale si contrappone la Nostra con tutte le sue prerogative. 

Scatti analogici con stampe curate personalmente dall’autore per quelle di minor dimensione … installazioni provenienti da scatti digitali e da composizioni con Polaroid … Polaroid stampate in digitale ma con lo stesso intento progettuale del bianco e nero.

Tutto all’insegna della filosofia che sta alla base JAZZ : musica e libertà, improvvisazione, rottura degli schemi.

 

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ORVIETO domenica 31 dicembre 11:30 – Centro Storico – Street Parade

FUNK OFF

 

 

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Palazzo del Popolo – Sala 400 :

CHICO FREEMAN & ANTONIO FARAÒ QUARTET 

“Tribute to Coltrane”  feat. MAKAR NOVIKOV, PASQUALE FIORE

 

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2023 – 800 anni dal primo presepe ideato a GRECCIO nel

1223 da FRANCESCO di ASSISI



Suggestivo iter tra i LUOGHI FRANCESCANI dal Convento delle Clarisse di Santa Lucia a Città della Pieve all’Eremo delle Carceri sulle pendici del Monte Subasio che sovrasta Assisi.

 

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Il complesso conosciuto come Eremo delle Carceri nasce e si sviluppa attorno alla grotta in cui Francesco d’Assisi si ritirava a pregare.


Francesco scopre questo luogo dopo essere stato fatto prigioniero nella battaglia combattuta tra Perugia e Assisi nel 1202.


Dopo quasi un anno in carcere, viene liberato e inizia il suo cammino di conversione. Cerca un posto lontano da tutti per raccogliersi in silenzio e tentare di trovare una risposta alle sue domande. Sceglie la grotta in questo bosco di lecci, uno spazio eremitico.


La struttura attuale viene costruita nel Quattrocento per volere di un altro santo francescano, San Bernardino da Siena (1380 – 1444).

 

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Dormitorio

 

 

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Dalla chiesa primitiva di Santa Maria delle Carceri si scende una stretta scala per raggiungere la grotta di San Francesco dove una grossa pietra è il suo giaciglio.

Uscendo dalla grotta, un pavimento con un piccolo foro detto il “buco del diavolo” copre il crepaccio sottostante. Nel capitolo 29 dei “Fioretti di San Francesco” si racconta che frate Rufino, che abitava in questo luogo in un’altra grotta, era vittima degli inganni del demonio. Francesco gli suggerisce dunque una colorita risposta, che avrebbe fatto manifestare il diavolo mettendolo in fuga e facendolo cadere con grande strepito dal dirupo dell’eremo per non tornarvi mai più.

Questo è un episodio letterario che rimanda a un significato profondo: l’uomo può cadere in tentazione e, in assenza di tutto, dubitare anche dell’amore di Dio.

 

 

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Proseguendo il percorso con una passeggiata nel bosco si può ammirare il leccio secolare di fronte al quale, secondo la tradizione, Francesco predicava agli uccelli.

Non passa inosservato il gruppo scultoreo realizzato dall’artista Fiorenzo Bacci per il Parco letterario del Cantico delle creature.

La scena commenta il versetto del Cantico Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ai formate clarite et pretiose et belle.

Francesco, Leone e Ginepro stanno ammirando il cielo stellato. Leone, l’erudito, traccia sul terreno il Grande e il Piccolo Carro e individua la posizione della Stella Polare. Ginepro, con la sorprendente intuizione che accompagna l’intelligenza dei semplici, scorge nel firmamento la medesima Stella e la segnala con ammirato stupore. Francesco supino, a piedi scalzi, contempla estasiato la notte splendente.



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ASSISI - Dalla Basilica di Santa Chiara alla Basilica di San Francesco

attraverso la città avvolta dalla suggestiva atmosfera natalizia.



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Basilica di Santa Chiara

 

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Nella Cappella di San Giorgio, sul lato destro della navata, viene custodito il prezioso Crocifisso, che nella chiesa di San Damiano parlò al giovane Francesco. E’ un’icona a forma sagomata di stile bizantino del XII secolo, dinanzi alla quale San Francesco pregò nel 1205, ricevendone la chiamata a lavorare per la Chiesa del Signore :

< Va’ Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina >

Interpretò dapprima la voce del Cristo come una richiesta a favore del restauro materiale della chiesetta di San Damiano e solo pian piano comprese che il Signore lo chiamava a lavorare per la Chiesa tutta.

Nel 1257 le clarisse si trasferirono dalla chiesa di San Damiano al Protomonastero di Santa Chiara in Assisi dove portarono anche il venerato Crocifisso.

 

 

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Nel braccio sinistro del transetto si conserva la Pala di Santa Chiara (Chiara indica la croce: Cristo e attorno otto scene della sua vita, 1283).

Nel braccio destro del transetto la Pala della Madonna col Bambino (Madonna della Cortina, seconda metà del XIII secolo). Affreschi sempre riferiti a santa Chiara (morte e funerale della santa) e scene bibliche del Maestro Espressionista di santa Chiara (prima metà del XIV sec.).

Lo stesso autore, probabilmente, ha affrescato anche le quattro vele della volta a crociera sopra l’altare, che raffigurano la gloria celeste “al femminile”.

 

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In ogni vela sono dipinte scene allegoriche con al centro due sante vergini, ciascuna posta in piedi all’interno di un’edicola marmorea con sotto scritto il nome: nella vela verso l’abside la Vergine Maria e santa Chiara; nella vela meridionale santa Cecilia e santa Lucia; nella vela verso la navata sant’Agnese martire e sant’Agnese d’Assisi, sorella di Chiara; nella vela a settentrione santa Caterina d’Alessandria e santa Margherita d’Antiochia.

Nello sfarzo del fondo oro e nella ricchezza delle architetture dipinte questi affreschi si ispirano alle Allegorie francescane della basilica inferiore di Assisi.


 

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Basilica di San Francesco

 

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Gli affreschi di Giotto con le Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi


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Il presepe di Greccio

In qual modo il beato Francesco, in memoria della nascita di Cristo, ordinò che fosse preparato un presepe, vi fosse portato del fieno, vi fossero condotti un bue e un asino e quindi fece una predica sulla nascita del Re povero, tenendo un’orazione degna di quel santo uomo che era. Un soldato poi, al posto di quel bambino che il Santo aveva fatto collocare ci vide proprio il Bambino Gesù.

 

 

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Compagnia Cavalieri del Colle Paradiso – Presepe nella Cattedrale di San Rufino ispirato dal presepe di Greccio di Giotto

 

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Cattedrale di San Rufino

 


Reportage fotografico by Barbara CARICCHI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati