Una città molto bella dove lo storico e il contemporaneo convivono in perfetta armonia.
Dall’alto è dominata dal Castello di ARECHI II – duca longobardo - da cui si gode una vista spettacolare sul golfo. Nel porto spicca la Stazione Marittima la cui forma richiama quella di un’astronave o di un’ostrica … gioiello dell'architetto Zaha Hadid.
Il centro storico ruota attorno al DUOMO introdotto dalla scalinata con la Porta dei Leoni che immette ad un ampio atrio, unico esempio italiano, insieme a quello della basilica di Sant'Ambrogio, di quadriportico romanico.
Le colonne provengono dal vicino Foro Romano di piazza Conforti, sormontate da archi a tutto sesto decorati con intarsi di pietra vulcanica sulle lesene e ai pennacchi. Splendido è il loggiato soprastante a bifore e pentafore, considerato il punto d'inizio della cosiddetta Architettura mediterranea.
Il quadriportico è dominato dal possente campanile. Di grande valore storico ed artistico, è un'importante testimonianza della fusione bizantino-normanna del periodo.
San Matteo benedicente col Vangelo – mosaico controfacciata
La Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana di Santa Maria degli
Angeli, San Matteo e San Gregorio VII, o Duomo di Salerno, fu fondata da
Roberto il Guiscardo.
Il Duomo prende a modello l’Abbazia di Desiderio a Montecassino con una pianta di tipo basilicale composta da tre navate longitudinali, un transetto e un quadriportico.
L’aspetto attuale corrisponde per ampia parte alla ristrutturazione barocca, avviata dopo il terremoto del 5 giugno 1688 su progetto dell’architetto napoletano Arcangelo Guglielmelli modificato e completato dall’architetto romano Carlo Buratti.
Ph. Marco Stucchi
Dei mosaici dell’abside, tutti rifatti nel 1954 (anno millenario della traslazione delle reliquie di san Matteo), degni di nota poiché originali sono quelli della navata destra.
La Cattedrale nella parte più antica (1080-84) edificata sotto il normanno Roberto il Guiscardo richiama subito alla mente Monreale con i pavimenti a mosaico policromi e i due amboni medievali che si fronteggiano nella navata centrale.
Quello di sinistra è comunemente denominato “Guarna” mentre quello di destra “d’Ajello” dal nome dei committenti.
Ambone “Guarna” - dettaglio capitelli finemente scolpiti
Ambone “d’Ajello” - dettaglio colonna del cero pasquale
Affreschi medievali – navata sn
Notevole il monumento funebre della regina Margherita di Durazzo, nella navata di sinistra. Opera dello scultore Antonio Baboccio da Piperno, è doppiamente particolare, sia per le tracce ben conservate della colorazione originaria, sia per la forma a letto baldacchino. Originariamente posto al centro di una cappella del soppresso convento di Sant'Antonio , vi si poteva girare attorno.
La Cattedrale custodisce le spoglie di San Gregorio VII Papa.
Di grande valore artistico è la cripta che custodisce le spoglie mortali di San Matteo. La leggenda della traslazione vuole che le reliquie siano state portate a Salerno da Gisulfo I nel X secolo. Nel 1081 furono deposte nella cripta della nuova cattedrale dedicata al santo patrono Matteo apostolo ed evangelista.
Ph. Marco Gasparro
Agli inizi del XVII secolo la cripta fu restaurata in stile barocco su progetto dell'architetto Domenico Fontana e del figlio Giulio.
La cripta ospita anche i resti dei Santissimi Martiri Salernitani Fortunato, Gaio, Ante e Felice, e le reliquie dei Santi Confessori.
Cippo della decapitazione
Sulla tomba di san Matteo, seminterrata, troneggia la sua statua bronzea bifronte, opera del 1605 dello scultore Michelangelo Naccherino.
Tutti gli affreschi del soffitto, opera del pittore tardo-manierista Belisario Corenzio, raffigurano scene del Vangelo di Matteo, oltre ad alcuni episodi di storia salernitana (quali L'assedio della città da parte dei francesi).
I marmi policromi che racchiudono le antiche colonne e le pareti sono della metà del Settecento ad opera del marmista napoletano Francesco Ragozzino.
S. Verus
Sulle pareti prendono posto venti statue raffiguranti San Giovanni Battista e i primi santi vescovi di Salerno.
21 settembre : festa grande per il Santo Patrono Matteo !!
Vengono portate in processione per le strade del centro storico le statue dei Martiri salernitani, di Gregorio VII, di san Giuseppe (l'unica in legno) ed infine la statua di san Matteo, accompagnate da bande musicali locali.
Il Museo Diocesano nell’ex Seminario Arcivescovile, ultima sede della prestigiosa scuola medica salernitana, raccoglie reperti preziosi, tra cui la notevole raccolta di Avori Medievali : tavolette con bassorilievi di diversi maestri illustrano il vecchio Testamento (tavolette orizzontali), il nuovo Testamento (tavolette verticali), i miracoli e molto di più. Raccolta unica, con alcuni elementi sparsi in diversi musei …
Notevole anche il prezioso Exultet, il rotolo del Sabato Santo (Veglia pasquale) con il rituale dell’accensione del Cero Pasquale proveniente dalla Cattedrale. Risalente alla metà del secolo XIII, è composto da undici sezioni di cui dieci figurate.
Dall’alto dell’ambone, dopo l’accensione del cero e la processione del Lumen Christi, il diacono proclama l’Exultet.
Osservando l’Exultet salernitano si nota l’assenza di testi. L’esecuzione artistica va collocata cronologicamente al terzo quarto del secolo XIII e commissionata da Giovanni da Procida, nobile salernitano e gran dignitario della corte sveva.
Alabastro sec. XVI – dalla Chiesa SS. Annunziata
Ricca decorazione barocca nella Rettoria di San Giorgio che completa l’interessante circuito della SALERNO SACRA. Fa parte di uno dei più antichi insediamenti monastici di Salerno, oggi occupato da Finanza e Carabinieri.
Altare maggiore con bassorilievi di S.Giorgio
S. Benedetto
“Le Sante Tecla, Archelaide e Susanna condotte a martirio” di Francesco Solimena (1657-1747)
Le opere della Rettoria sono state realizzate dai grandi pittori campani del XVII e XVIII secolo. Notevoli gli affreschi di Angelo Solimena e di suo figlio Francesco : l’imponente serie con le Storie di San Benedetto e il Paradiso si trovano rispettivamente sui soffitti della navata maggiore e della cupola.
La famosa SCUOLA MEDICA SALERNITANA è celebrata da un museo virtuale il cui esterno è decorato con le maioliche di Vietri sul Mare mentre purtroppo è chiuso per restauro il noto GIARDINO DELLA MINERVA con terrazzamenti e fontane dove venivano coltivate le erbe officinali.
La Scuola Medica Salernitana fu la prima illustre Accademia medica a sorgere nell’Occidente cristiano e prima istituzione universitaria legata alla medicina a nascere in Europa. La sua fondazione, ancora avvolta da miti e leggende, è datata intorno all’anno 1000. Il primo documento ufficiale in cui è citata come istituzione unica è contenuto nelle costituzioni di Federico II pubblicate a Melfi nel 1231, epoca considerata di massimo fulgore per la Scuola, paragonata alle grandi eccellenze europee del momento come la facoltà di Teologia a Parigi.
Si narra che tutto ebbe inizio grazie a quattro sapienti Maestri:
un ebreo, un arabo, un latino ed un greco.
I quattro si incontrarono per caso a Salerno, in una notte temporalesca. Il pellegrino greco di nome Pontus trovò rifugio per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto cittadino, attualmente sito in Via Arce. Sopraggiunse quindi il latino Salernus, ferito e malconcio, che iniziò a curare le proprie ferite, attirando l’attenzione del maestro greco, incuriosito dalle medicazioni.
Nel frattempo giunsero a cercare riparo altri due viandanti: l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela. Immediatamente anche essi si dimostrarono interessati alla ferita di Salernus e iniziarono così a discutere tra loro, scoprendo che tutti e quattro si occupavano proprio di medicina. Decisero allora di creare un sodalizio e di dare vita a una scuola dove far fluire le loro conoscenze, migliorarle, raccoglierle e divulgarle.
La Scuola Medica Salernitana ha fornito per secoli trattati e principi che sono diventati la base della moderna medicina ed ha consentito per la prima volta l’accesso agli studi medici alle donne, alle quali venne eccezionalmente permesso di praticare le arti guaritorie. Nel XII secolo la Scuola medica salernitana è già conosciuta in tutta Europa, non solo per i suoi principi ma anche per le famigerate “Mulieres Salernitanae“, le donne che insegnarono e operarono nella Scuola. Tra tutte si ricorda soprattutto la “medichessa” salernitana Trotula de Ruggiero, la “sapiens matrona” di nobile famiglia longobarda che si specializzò nell’ostetricia e nella ginecologia.
Sichelgaita – Medico – Principessa (via del Duomo)
Allora Salerno era così fiorente nell’arte medica che
nessuna malattia poteva in essa trovar posto.
Tum medicinali tantum florebat in arte,
posset ut hic nullus languor hobere locum.
Alfano di Salerno, abate, medico, scrittore e arcivescovo italiano.
Il vescovo ALFANO I e il DUOMO di Salerno
Alfano - nato a Salerno (1015/1020) da una nobile famiglia imparentata con Guaimario III, Principe Longobardo di Salerno - fu monaco in Santa Sofia a Benevento, quindi a Montecassino.
Quando Guaimario IV, «succeduto al padre nel 1031, portava il Principato a non mai vista grandezza», divenne abate del monastero di San Benedetto a Salerno e poi arcivescovo della città nel 1058, consacrato dal papa Stefano IX.
Guaimario IV, principe di Salerno, fu una figura di primo piano dei Longobardi nella fase storica a cavallo fra la fine del dominio bizantino nel Mezzogiorno e l'ascesa della potenza normanna.
Alfano fu un personaggio eclettico: medico della Scuola Medica Salernitana, scrittore, poeta e architetto. Si dedicò a poesia, musica e grammatica.
Fu autore di diversi Inni a carattere sacro, la cui ispirazione rivela una notevole conoscenza della poetica di Orazio, ma è ricordato soprattutto per essere stato uno dei principali esponenti tra gli intellettuali benedettini del medioevo. La sua figura è legata a quella dell'abate di Montecassino Desiderio (futuro papa Vittore III) di cui fu intimo amico; insieme a quest'ultimo promosse una riforma morale e politica della Chiesa. Alfano gli presentò anche il famoso medico e traduttore dall'arabo Costantino l'Africano.
Nel 1073 Gregorio VII venne eletto papa per acclamazione …
La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro, passato alla storia come "lotta per le investiture", che lo vide contrapposto al re (e futuro imperatore) Enrico IV di Franconia, quest'ultimo desideroso, invece, di ripristinare l'autorità imperiale. La lotta sfociò in eventi drammatici e inediti, con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest'ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta "umiliazione di Canossa" con la quale il giovane imperatore intendeva chiedere il perdono del papa.
La lotta si concluse negativamente per Gregorio che fu costretto nel 1080 a fuggire da Roma e a mettersi in salvo a Salerno grazie alla protezione del normanno Roberto il Guiscardo.
Il 1079 fu un anno memorabile per Alfano I che dopo vani tentativi rinvenne nella primitiva cattedrale dedicata alla Madonna degli Angeli le ossa del Santo Evangelista Matteo, ivi trasportate nel 954 da Casalvelino.
Papa Gregorio VII pregò allora il confratello benedettino Alfano di intercedere presso il potente Roberto il Guiscardo, per far costruire un tempio degno di accogliere i resti mortali del grande Evangelista.
Nel settembre del 1080 iniziò la costruzione del Duomo di Salerno, consacrato nel 1084 da Gregorio VII.
L’arcivescovo prese a modello l’abbazia di Montecassino, sia per la grande amicizia con l’abate Desiderio che per la frequentazione del monastero che già gli aveva ispirato la composizione di versi appassionati, in cui esalta l’incanto del sacro monte, l’austerità della regola e la bellezza del tempio.
Non vi è dubbio che i mosaici della cattedrale, dei quali alcuni sono pervenuti fino a noi, siano stati realizzati da maestranze provenienti dalla scuola di Montecassino, scuola voluta proprio dall’abate.
Sia gli Altavilla - una delle più importanti famiglie di origine normanna, protagonista delle vicende storiche della Sicilia, dell'Italia meridionale e degli Stati Crociati - che i costruttori guardano la cattedrale di Salerno come modello di riferimento per tutte le altre loro costruzioni religiose e civili.
S. Alphanus - cripta del Duomo
Le LUCI d’ARTISTA di SALERNO coinvolgono l’elegante corso Vittorio Emanuele II con l’enorme albero in piazza Porta Nova per poi salire fino al DUOMO attraverso via dei Mercanti, un tempo sede dei gioiellieri e altre vie del centro storico per poi scendere alla Villa Comunale.
Piazza della Libertà affacciata sul mare è caratterizzata dall’enorme edificio porticato semicircolare … la passeggiata nel sottopiazza con locali di movida contemporanea conduce alla STAZIONE MARITTIMA.
Piazza della Libertà è stata progettata dall'architetto spagnolo Ricardo Bofill. Con una superficie di 28 000 m², è la piazza affacciata sul mare più grande d'Europa.
Sopraelevata rispetto agli ambiti circostanti, è un emiciclo del diametro di 150 metri, i cui assi principali sono relazionati con la trama urbana della città antica.
E’ caratterizzata da una parte semicircolare, delineata dal Crescent, e da una triangolare, che definisce l'"affaccio" a sud e sud-est, divise dall’asse di collegamento tra il lungomare Trieste e l'area del molo Manfredi.
Il disegno della pavimentazione si ispira alle geometrie normanne di cui si riscontrano tracce nel centro storico della città: i petali del fiore centrale e la zona triangolare sono caratterizzati da lastre di marmo verde imperiale "Guatemala", il resto dei percorsi da lastre di pietra lavica etnea ed alcuni dettagli in granito nero assoluto "Zimbabwe" e travertino. Al vertice del triangolo si trova il cosiddetto diamante caratterizzato da uno specchio d'acqua, ideale collegamento visivo con il mare.
Il Crescent, in forma di semicerchio, si sviluppa per 300 metri con un'altezza di circa 30 metri. Si innalza su una galleria commerciale porticata a livello piazza … i cinque livelli superiori hanno una destinazione d’uso residenziale.
"Affitto troppo alto", chiude lo storico “Caffè Cavour” a Salerno
Il “Caffè Cavour” – storico locale della movida salernitana sulla centralissima via Roma, a pochi metri dalla sede della Provincia – è prossimo alla chiusura dei battenti programmata per il 5 gennaio. Ce ne parla con il cuore spezzato dopo ben ventinove anni di attività il patròn Diego Palmieri che abbiamo conosciuto grazie a Casa Cavour – piccolo locale con ottima cucina suggerito da Nico, gestore del B&B BeINN in strategica posizione sopra al DUOMO per la scoperta della città.
La cucina salernitana è ottima … anche con una ricca scelta di Street Food … immancabile il cuoppo di frittura di pesce e la pizza della tradizione napoletana con babà e sfogliatelle …
Pizzeria “La Smorfia”
Le Osterie del centro storico offrono piatti della tradizione …
Murales nel vicolo dell’Osteria dei Sapori con le perle della Costiera Amalfitana
Vietri sul mare
Ravello
Positano
Amalfi
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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