INFIORATA di SAN LUIGI GONZAGA a CITTA' DELLA PIEVE - 52° edizione 2017


PITTORI & SCULTORI in mostra nel suggestivo Entrone di PALAZZO BANDINI fresco di ristrutturazione (da Piazza del Plebiscito a via Roma)

 



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DONNE : i ritratti su carta di Marta MANGIABENE
PAESAGGI : gli scorci di Gianni MORI (Arezzo)
FUOCO e TERRA : le sculture di Daniele COVARINO
MULTIPLI COLORATI : linoleografia su carta giapponese Kawasaki by Gaetano FIACCONI
ASTRAZIONE GEOMETRICA colors per Mario Marco MARRONI
DOPPIA PERSONALITA' FEMMINILE : foglia oro e drappo nero (2011) per Marta MORUCCI
Gli ACQUERELLI di Cosetta PALAZZONI : ombre e bandiere rosso-blu nei suggestivi scorci pievesi accennati e schizzati ... ritratti di donna
Mario ORTOLANI - Fantasia a colori : uve e tini ... melone, uovo, anguria volanti !! Lumache come destrieri !
POLITO : NORCIA è ... Acquerelli, acqueforti, disegni ... Mi colpisce una visione di COLFIORITO con il paesino umbro arroccato e l'immensa distesa delle fioriture ... uno dei quadri dell'INFIORATA in corso Vannucci !
Antonio DELL'AVERSANA : olio su tela per "VERONICA"
Antonella DI LUCIA : luci e ombre per "EPPURE SENTIRE" ... nudi ...
David PETRI : la forza espressiva de "IL PREDICATORE" (2016)



PALAZZO BANDINI in via ROMA a CITTA' DELLA PIEVE 

Appartenuto ai signori del CASTELLO dal XV al XVI secolo, presenta corpo in laterizio, frutto della 'fusione' di strutture trecentesche riadattate su progetto presumibilmente di Baldassarre PERUZZI.

Il borgo-CASTELLO di SALCI fu un DUCATO autonomo dei BANDINI e dei BONELLI nella Val di CHIANA romana.

Le prime notizie su SALCI risalgono al 1243, anno scelto da FEDERICO II di SVEVIA per definire i confini dei possedimenti di Castel della Pieve .
Gli adiacenti terreni acquitrinosi agevolarono una prospera attività agricola dando luogo ad un insediamento sparso.

Situato a 343 metri su una solitaria collina nel comune di Città della Pieve, il borgo fortificato di Salci vantava una posizione strategica, compresa nel territorio di Orvieto (Stato Pontificio), prossima al confine con il Granducato di Toscana e con il Marchesato di Castiglione del Lago.


Costruito nel XIV secolo dagli eredi del condottiero Vanni BANDINI, divenne con l'investitura papale del 1568 un insolito esempio di CASTELLO DUCATO.
Il minuscolo recinto medievale (tre ettari circa) godeva, infatti, delle prerogative feudali:
in rappresenza del duca vi erano il balio (intendente per gestione e amministrazione), il segretario di corte e il podestà (garante dell'applicazione delle norme dello statuto);
disponeva di prigione locale e guarnigione militare autonoma da Castel della Pieve;
il signore poteva imporre tributi e pedaggi , autorizzare mercati e fiere,  battere moneta.

Posto tra SIENA e ORVIETO, in prossimità della Via Francigena, il borgo era scelto come sosta da mercanti e pellegrini diretti a ROMA.
Per la posizione incuneata tra due grandi Stati, era anche rifugio gradito a contrabbandieri e ricercati, spesso non disinteressatamente tollerati dai duchi.

Il principale accesso al complesso castellano è la Porta di Orvieto, a torre quadrata (con stemma in pietra dei BONELLI), dotata di merli guelfi su archetti ogivali.
Le due corti sono separate dalla porta arcata dell'orologio, sovrastata da un loggiato rinascimentale a tre fornici - la Loggia degli Spiriti - che metteva in comunicazione il PALAZZO DUCALE con la CHIESA.
Il palazzo fa angolo con la torre di Porta di Siena.

I BANDINI costituivano un ramo della famiglia fiorentina, trapiantato a Castel della Pieve. La blasonatura dell'emblema del casato era:
« D'argento, a tre bande di rosso. »


Il CASTELLO di SALCI fu aspramente conteso tra i Bandini e i Monaldeschi: i primi ebbero alla fine il sopravvento e ne mantennero il possesso fino a BANDINO III, sposo di Giulia CESARINI, madre di LUCREZIA, prima duchessa e ultima della linea pievese.


LUCREZIA BANDINI fu insignita del rango ducale nel 1568 da papa PIO V : fece ristrutturare l'intero borgo, favorì l'attività agricola facendo del feudo un centro di produzione e occupazione commerciale conosciuto nella zona.
La nobile signora ebbe due mariti: Matteo Stendardi (nipote di Paolo IV) e Giovanni Pepoli (1521-85) che risiedette per anni nella residenza ducale salcese e nel palazzo Bandini a Castel della Pieve.
La duchessa, priva di eredi, morì nel 1570 e fu sepolta nella cripta di famiglia del duomo pievese.
 
PIO V trasmise allora il ducato con tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare al proprio nipote piemontese Michele I BONELLI, il cui casato lo terrà per quasi trecento anni.
Michele I (1541-1598) fu nominato cardinale dallo zio materno papa Pio V ... Michele II si iscrisse nel 1576 nell'albo della Magistratura di Città della Pieve ...
Alla morte di Michele II (1604), il castello di SALCI (dal latino SALIX, SALICIS - albero legnoso a foglia caduca con proprietà medicinali) passò al nipote Antonio Pio - conte di BOSCO MARENGO, presso ALESSANDRIA.
Un grande progetto di bonifica fu realizzato nel 1780 - il duca di Salci era Pio Camillo BONELLI - con i lavori di incanalamento del TRESA - affluente tiberino - nell' ARNO.
La strada per il borgo fu eseguita nel 1834 sul tracciato medievale.
Il borgo di Salci appartenne ai Bonelli fino al 1886, quando fu venduto a Vittoria GUERRIERI di MIRAFIORI, figlia di Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana ...


La CHIESA, rimaneggiata nel Seicento, presenta tre pinnacoli in sommità e un alto campanile cuspidato in stile barocchetto romano.
A navata unica divisa da archi in quattro campate e coperta con volte a botte, è dedicata a san Leonardo di Noblac (o confessore, o di Limoges), patrono degli schiavi.
Conserva alcuni dipinti secenteschi donati dai BONELLI e altri da Vittoria di MIRAFIORI ... da notare l'affresco dell' Annunciazione del POMARANCIO.

 

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