“L’IDEALE GUERRIERO”
in mostra a BRESCIA – Museo di Santa Giulia - e a
ROMA – Museo Nazionale dell’Alto Medioevo - fino al 14 luglio 2019 per
“LONGOBARDI IN VETRINA” – evento nazionale di scambi e condivisioni tra MUSEI per valorizzare il patrimonio longobardo.
7 TEMI declinati in 15 MOSTRE temporanee.
“I LONGOBARDI IN ITALIA. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” :
sito seriale iscritto alla Lista del PATRIMONIO MONDIALE UNESCO nel 2011.
Prodigiose fortezze, antiche chiese ed affascinanti monasteri emblema di un
Langobardorum Imperium destinato a perdurare per più di 200 anni -
dall’invasione dell’Italia tra il 568-569 alla caduta del Regno con capitale a PAVIA a opera dei Franchi di Carlo Magno nel 774 - contraddistinto dalla significativa realizzazione di impressionanti opere architettoniche.
L’architettura longobarda rappresenta la straordinaria sintesi tra antichità romana e tradizione germanica, consentendo l’intreccio di singolari ed eterogenei elementi, nel contempo suggestionati dal mito bizantino e dalla spiritualità cristiana.
I MAGNIFICI 7 :
i domini dei più importanti DUCATI LONGOBARDI
1. Il tempietto Longobardo a Cividale del Friuli (UD)
2. Il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia (BS)
3. Il castrum di Castelseprio – Torba (VA)
4. Il tempietto del Clitunno a Campello (PG)
5. La basilica di San Salvatore a Spoleto (PG)
6. La chiesa di Santa Sofia (BN)
7. Il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG)
“L’IDEALE GUERRIERO” - l’emblema del popolo longobardo
nell’immaginario collettivo – condiviso da BRESCIA e ROMA.
Tavola di BRESCIA 2019
Le tracce più antiche dell’insediamento di BRIXIA – BRESCIA antica ( dalla radice toponomastica “BRIK – BRIG = ALTURA”, dovuta al colle CIDNEO ) risalgono alla fine del IV millennio a.C., nell’ ETA’ del RAME.
La TRACCIA LONGOBARDA a BRESCIA è segnata sia dai REPERTI che dagli SPAZI MONUMENTALI del
Monastero di San SALVATORE – Santa GIULIA fondato nel 753, alla
metà dell’ VIII secolo d.C. , dal DUCA di BRESCIA DESIDERIO – futuro ultimo
Re del popolo dei Longobardi – e dalla moglie ANSA, quindi affidato alla figlia
ANSELPERGA – prima badessa del cenobio femminile di Regola benedettina.
ERMENGARDA – altra figlia della coppia regia – ripudiata da CARLO MAGNO, re dei FRANCHI, trova rifugio nel monastero … quando apprende che il consorte si è sposato nuovamente, non regge al dolore ...
L'atto IV della tragedia “ADELCHI” di Alessandro MANZONI si apre con la
morte di Ermengarda.
Il coro descrive l'infelice sorella di ADELCHI nei momenti che precedono la sua fine :
Sparsa le trecce morbide
Sull'affannoso petto,
Lenta le palme, e rorida
Di morte il bianco aspetto,
Giace la pia, col tremolo
Sguardo cercando il ciel.
Sotto il firmamento inondato di stelle dal FERRAMOLA nell’oratorio di Santa Maria in Solario,
brilla di duecentododici fra pietre preziose, gemme vitree e cammei
la CROCE di DESIDERIO.
« Una Croce Grande, incrostata di Gioie, Camei e altre cose degnissime. [...] Questa Croce è residua del Tesoro che donarono Desiderio, Adelchis e Ansa »
(Angelica Baitelli, Annali di Santa Giulia, 1657, p. 14.)
La CROCE, che aveva funzioni devozionali e processionali, rappresenta uno degli esemplari liturgici più rari giunti sino a noi, per la gran quantità e il pregio delle pietre decorate, sparse “a tappeto” ma simmetricamente sulla struttura portante in legno, rivestito da una lamina metallica, con i bracci dilatati alle estremità.
Elementi decorativi di età romana, longobarda e carolingia distinguono l’impianto strutturale della Croce, in cui coesistono anche le integrazioni compiute nel corso dei secoli. Le ricche decorazioni racchiuse nel manufatto hanno alimentato la convinzione che si trattasse di materiali provenienti da un tesoro regio, donati in età altomedievale. Da qui la leggenda della Croce quale dono di Galla Placidia, e successivamente di Desiderio, fondatore del monastero.
Dall’analisi storico-artistica, tuttavia, la datazione è stata spostata più avanti nel tempo, all' inizio del IX secolo, alla prima età carolingia, per opera di un opificio dell’Italia settentrionale.
Basilica e Cripta di San SALVATORE
LASTRA CON PAVONE - scultura in marmo proconnesio ( seconda metà dell'VIII secolo ). Il bassorilievo e il suo gemello in frammenti, oggi esposti assieme, facevano probabilmente parte di un'unica opera nell'ambito dell'arredo liturgico originale della basilica, forse un ambone dal quale venivano letti i testi sacri e pronunciate le omelie.
Le sculture rientrano nella vasta collezione dei MARMI LONGOBARDI di San SALVATORE, ai quali erano affiancati STUCCHI ed elementi in TERRACOTTA, tutti rappresentativi di una produzione di alta qualità.
Sempre nella Basilica la TOMBA AD ARCOSOLIO della regina ANSA (VIII sec. d.C)
“ ANSA REGINA, REGIS DESIDERII UXOR “
L’iscrizione è ispirata ai versi di Paolo DIACONO, storico del popolo longobardo.
A BRESCIA – Museo di Santa Giulia - REPERTI da TOMBE femminili e maschili del territorio e MANUFATTI cittadini in CERAMICA e OSSO, oltre alle CROCETTE FUNERARIE in lamina d’ORO decorata a sbalzo che venivano cucite sul telo che ricopriva il defunto.
A ROMA il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo nel PALAZZO DELLE SCIENZE all’EUR è stato inaugurato nel 1967. Raccoglie PREZIOSI MANUFATTI dalle NECROPOLI di NOCERA UMBRA (Perugia) e CASTEL TROSINO (Ascoli Piceno).
IL GUERRIERO LONGOBARDO
Le Collezioni dei 2 MUSEI riflettonole vicende storico-culturali dei LONGOBARDI in Italia in 2 REALTA’ TERRITORIALI diverse :
LANGOBARDIA MAIOR al CENTRO-NORD
LANGOBARDIA MINOR al CENTRO-SUD
IL GUERRIERO di BRESCIA è strettamente legato al modello germanico di origine.
Il GUERRIERO-CAVALIERE di CASTEL TROSINO è sempre germanico, ma influenzato da elementi romano-bizantini.
I LONGOBARDI arrivarono in Italia nel 568 d.C. dalla PANNONIA, l’ attuale Ungheria.
Gli attributi che contraddistinguono il GUERRIERO di BRESCIA definendone lo status sociale sono la SPADA (a 2 tagli con damaschinatura centrale), la CINTURA DI SOSPENSIONE e lo SCUDO (in legno con UMBONE metallico).
Completano l’armamentario lo SCRAMASAX e la LANCIA (in legno con PUNTA metallica). Notevoli le FIBULE a staffa lunga.
CINTURA con FIBBIA
UMBONE con decorazioni in BRONZO dorato. I bracci della croce centrale terminano con doppie teste di rapaci. (Necropoli di MILZANELLO – metà del VII sec.)
PETTINI IN OSSO INCISO (VII sec.)
FIBBIE e COLLANA in elementi di pasta vitrea colorata (sepoltura femminile -ultimi decenni del VI sec.)
In centro Italia sono state rinvenute poche tombe di estrema ricchezza, con oggetti che rivelano influenti contatti con le aree culturali di ROMA e BISANZIO, quali CINTURE d’ORO a frange , PUGNALI e SELLE guarniti in ORO.
La NECROPOLI di CASTEL TROSINO faceva parte del
DUCATO di SPOLETO che governava attraverso le vie SALARIA e FLAMINIA un territorio strategico dal punto di vista politico-commerciale, ubicato tra le aree bizantine dell’ESARCATO e ROMA.
Tra la fine del VI e la prima metà del VII secolo appare la figura di alto rango sociale del
GUERRIERO a CAVALLO.
Dalle TOMBE emergono FINIMENTI - MORSO, SELLA, decorazioni delle BRIGLIE – e attributi del CAVALIERE quali SPERONI e STAFFE. Tutti oggetti preziosi, sia per l’utilizzo di ORO e ARGENTO, sia per le pregevoli lavorazioni.
Nella famosa TOMBA 119 sono stati rinvenuti , oltre ai componenti del corredo militare longobardo di origine, anche armamenti acquisiti sul territorio italiano con ELMO e CORAZZA lamellare (elementi di origine orientale probabilmente diffusi in Occidente tramite l’esercito bizantino).
Tra gli attributi che contraddistinguono il
GUERRIERO-CAVALIERE di CASTEL TROSINO anche il GUANTO D’ARMI a maglia metallica, GUARNIZIONI DI CINTURA d’ABITO in argento, SPERONI in ferro decorati in ARGENTO e OTTONE.
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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