Il 17 Ottobre 2014 MATERA è stata designata
CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA per il 2019.
Matera è al centro di un incredibile paesaggio rupestre che conserva un grande patrimonio di cultura e tradizioni ed è sede di eventi espositivi di grande prestigio nazionale ed internazionale.
< Delle città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella
che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia >
Giovanni PASCOLI
Visitare MATERA è come fare un viaggio nel passato, in un grande museo a cielo aperto, dove ancora sono ben visibili i segni di un'epoca ormai remota. Passeggiare per Matera è scoprire le tracce di passato che ancora resiste, nelle abitazioni, nelle strade e nelle grotte. Viaggiare a Matera è assaporarne l'essenza, nei vicoletti, nelle zone cavernose, lungo le stradine bianche riarse dal sole dove percepire il misticismo della città e la sua dolente bellezza (parafrasando Carlo LEVI).
MATERA è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. Rappresenta una pagina straordinaria scritta dall’uomo attraverso i millenni di questa lunghissima storia.
Il labirintico intrico di stradine, grotte scavate nel ventre della terra e chiese rupestri risale a 9000 anni fa.
MATERA è cinta da 2 maestose gravine, i profondi solchi vallivi che caratterizzano il paesaggio carsico murgiano e costituiscono un unicum in Italia con pochi altri eguali nel mondo :
- la “gravina di Matera“, che nasce in località Pantano (in prossimità del ponte della SS7) e termina nel comune di Montescaglioso: sul suo fondo scorre l’omonimo torrente, che giunge da Altamura per sfociare nel Bradano;
- la “gravina di Picciano” che nasce nei pressi del borgo Picciano A e termina a valle della diga di S. Giuliano: sul fondo scorre l’omonimo torrente, che proviene da Gravina in Puglia per sfociare anch’esso nel Bradano.
La gravina di Picciano presenta profondità poco accentuate ed irregolari, mentre la gravina di Matera presenta profondità più elevate (fino a 100 m nei tratti a ridosso di Agna Le Piane).
MATERA assomiglia ad un presepe. Non a caso è anche conosciuta come la seconda Betlemme ed è qui che sono stati girati importanti film, Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini e La passione di Cristo di Mel Gibson.
Per spiegare dove si trova Matera scomodiamo Carlo Levi che nel suo libro
Cristo si è fermato a Eboli descrive la città con le parole di sua sorella
Luisa :
< Allontanatami ancora un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da
un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un
precipizio. In quel precipizio è Matera >
MATERA sorge nella parte orientale della BASILICATA a 401 metri sul livello del mare, proprio al confine tra l' altopiano delle Murge ad est e la fossa Bradanica ad ovest. Questa città dal fascino senza tempo è scavata nella roccia lungo il canyon del torrente Gravina:
due semi-imbuti – il SASSO CAVEOSO e il SASSO BARISANO –
separati dal colle della CIVITA , la parte più antica di Matera, su cui svetta
la CATTEDRALE.
SASSI di MATERA - da “Vergogna Nazionale” a Patrimonio
dell'Umanità UNESCO
Questi antichi ambienti rupestri scavati nella roccia sopra la Gravina erano abitati fin dalla preistoria.
< Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Così vivono 20000 persone > Luisa LEVI, neuropsichiatra infantile
Nel 1949, dopo la pubblicazione di Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo LEVI e dopo l'inizio delle lotte popolari per la terra, MATERA fu al centro dell'attenzione nazionale ed internazionale, come "capitale simbolo" dell'universo agricolo e contadino.
Intorno agli anni 50 i rioni dei SASSI furono definiti “Vergogna Nazionale” per le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versavano gli abitanti delle case-grotta a causa del sovraffollamento e della promiscuità UOMO-ANIMALE.
Furono quindi progressivamente abbandonati, diventando una zona deserta ai margini della nuova città. Parallelamente vennero edificate a MATERA zone residenziali all’avanguardia per accogliere gli “sfollati” dei SASSI, tentando di mantenere anche il legame agricolo col territorio.
Il borgo rurale La Martella è opera di grande rilevanza della corrente Neorealista del Razionalismo italiano , nata da un celebre intervento urbanistico degli anni cinquanta (1952-1954) che coinvolse Adriano Olivetti e una folta schiera di architetti e intellettuali (Federico Gorio, Michele Valori, Ludovico Quaroni, Piero Maria Lugli, Luigi Agati) .
Il progetto però fallì per l’esiguità dei terreni e da qui iniziò la migrazione verso nord …
(panoramica by MateraInside)
“Lucania '61” – Carlo LEVI. Telero di 18,50x3,20 m. composto da cinque pannelli . Venne dipinto per rappresentare la Basilicata alla Mostra delle Regioni nell'esposizione Italia '61 tenutasi a Torino in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'Unità d'Italia. L’opera è dedicata a Rocco Scotellaro - filo conduttore del dipinto - in onore della profonda stima che legava LEVI all’intellettuale lucano.
Le tre scene sono ispirate alla quotidianità lucana pregna di dolore antico e paziente lavoro.
A sinistra Rocco Scotellaro, il poeta della
libertà contadina, appare col volto bianco della morte nella grotta delle origini, accerchiato da donne addolorate per la sua scomparsa …
Nella scena centrale del lavoro quotidiano
si vede una donna incinta attorniata da ragazzini, tra i quali Rocco adolescente col viso lentigginoso. Le donne riunite nel vicinato si dedicano al ricamo … E, sotto il sole cocente di mezzogiorno, compare anche una lunga fila di muli e capre, il cui colore contrasta quello del paesaggio dei monti argillosi e dei campi deserti dai colori dell’estate.
A destra Rocco Scotellaro è intento a parlare a una folla in piazza, accerchiato da altri intellettuali dell’epoca: Giuseppe Zanardelli, Francesco Saverio Nitti, Giustino Fortunato, Guido Dorso.
“Lucania '61” – Carlo LEVI – è conservata a MATERA nel Palazzo Lanfranchi, sede del Museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata
Negli ultimi decenni imponenti opere di recupero hanno riportato i
SASSI di MATERA all'antico splendore.
ACQUA - tematica chiave nella candidatura dei Sassi a Patrimonio UNESCO
La GOCCIA di Kenjiro AZUMA - MU 765 G - in piazzetta Pascoli all'ingresso di Palazzo LANFRANCHI
Il monumento realizzato dall’ artista contemporaneo giapponese Kenjiro Azuma rappresenta una vera e propria goccia in bronzo alta oltre tre metri.
Nel 1993 l’ UNESCO dichiara i SASSI DI MATERA
Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
I Sassi di Matera sono il 6° sito in Italia in ordine cronologico, il primo nel meridione.
In occasione di questa iscrizione, per la prima volta l’UNESCO utilizza nei criteri e nelle motivazioni il concetto di Paesaggio Culturale, che in seguito verrà utilizzato per motivare l’iscrizione di altri siti nel mondo.
“I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera” -
video-racconto immersivo (2014) proiettato a CASA NOHA - primo bene FAI in Basilicata.
Nell’antica dimora della CIVITA appartenuta all’estinta famiglia nobiliare Noha divenuta di recente centro di documentazione, il filmato proiettato sulle pareti di pietra della casa racconta la storia della cittadina lucana, dalla Preistoria ad oggi sotto diverse prospettive : dall’architettura alla storia dell’arte, dall’archeologia alla storia del cinema.
Il tavolo multimediale interattivo (2019) offre una panoramica sul paesaggio urbano e sul suo circondario e suggerisce la visita di luoghi speciali, monumenti più o meno noti, chiese e musei, vicoli e quartieri, scorci e panorami, uniti da itinerari a tema:
le “Passeggiate a Matera”
Sasso Caveoso, Sasso Barisano, Matera e l’acqua,
Parco della Murgia Materana,
Sassi e Cinema (da Pasolini a Rosi, da Tornatore a Gibson)
Nuovi Quartieri – itinerario speciale a cura dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, dedicato alla scoperta dei quartieri d’abitazione periferici, sorti negli anni Cinquanta a seguito dello sgombero dei Sassi, che videro il contributo di Adriano Olivetti e di alcuni tra i migliori architetti del Novecento.
“Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore
nascosto della loro antica civiltà”, così scriveva Carlo LEVI nel 1952.
Il modello costruttivo degli ambienti rupestri è semplice ed economico : il materiale di scavo, tagliato in blocchi, viene utilizzato per edificare la parte anteriore della grotta (entrata). La parte posteriore è utilizzata come ricovero di attrezzi e animali, cantina e deposito granaglie.
CASA-GROTTA di Vico Solitario nel cuore del Sasso Caveoso
La casa, abitata fino al 1957 da una famiglia di 11 persone (più animali), si compone di vari ambienti comunicanti, in parte scavati e in parte costruiti. La cisterna di raccolta dell’acqua piovana, la cucina con il focolare, il piccolo tavolo con un unico piatto al centro dal quale tutti mangiavano, il letto con il materasso a sacco pieno di foglie di granturco, la culla appesa al soffitto pronta da dondolare e protetta dagli animali, il vaso da notte, il telaio per la tessitura del corredo nuziale, la zona con la mangiatoia per il mulo, la cavità di raccolta del letame.
dettaglio da “Lucania '61” – Carlo LEVI
CRIPTA di SANT’ANDREA nel quartiere Casalnuovo - Sasso Caveoso - poi utilizzata come CANTINA SOCIALE.
Chiesa cenobitica rupestre datata XII – XIII sec. d.C. circa. È divisa in tre ambienti. Il primo, al di là del vestibolo, è quello della preghiera, la cui forma planimetrica ricorda la croce latina. Questo primo spazio, nel corso dei secoli, viene in parte trasformato, prima dai monaci e, successivamente al loro abbandono, dal popolo, in luogo dove si svolgeva la vita quotidiana e il lavoro manuale. Affreschi e Cisterna. Scendendo le scale si arriva nel secondo ambiente (il primo ipogeo). Qui i monaci dormivano su giacigli di paglia, si isolavano e attuavano le loro penitenze secondo una disciplina rigida. Il terzo ambiente (il secondo ipogeo) è la cripta vera e propria. Sepoltura.
PARCO della MURGIA MATERANA ad est della città, con i più importanti siti archeologici risalenti al paleolitico e le meravigliose CHIESE RUPESTRI.
La nascita delle Chiese rupestri risale per lo più all’Alto Medioevo, quando il monachesimo si faceva spazio nella comunità cristiana dell’epoca e
monaci benedettini e bizantini cominciarono a insediarsi nelle grotte della Gravina trasformandole in centri di preghiera.
Questi luoghi mistici scavati nella roccia - oltre 150 - sono uno dei tratti distintivi di tutto il territorio di Matera:
cripte, eremi, basiliche, santuari e cenobi sparpagliati nel tessuto urbanistico dei Sassi, lungo le pareti della Gravina e sull’altopiano murgico.
PARCO DELLE CHIESE RUPESTRI del MATERANO – Patrimonio
dell’Umanità UNESCO
Le CHIESE RUPESTRI con i loro virtuosismi architettonici e le loro decorazioni pittoriche rappresentano eccezionali opere artistiche, tra le più significative espressioni del patrimonio storico-culturale del territorio. Un insieme eterogeneo ed armonico di chiese greco-ortodosse e chiese latine che testimonia il notevole livello culturale ed architettonico raggiunto dalle comunità rupestri.
CHIESE RUPESTRI nei SASSI MATERANI : CAVEOSO & BARISANO
La Chiesa di Santa Maria De Idris è scavata nel fianco dello sperone roccioso del Monterrone che domina il Sasso Caveoso, nei pressi della Chiesa di San Pietro Caveoso e dell’omonima piazza.
Un cunicolo interno la collega alla Cripta di San Giovanni, formando un unico complesso rupestre di grande suggestione. La posizione stupenda offre un panorama unico sulla città e sulla Gravina.
12 settembre 2019 : RIGONI DI ASIAGO consegnerà gli affreschi restaurati nella Cripta di San Giovanni in Monterrone .
La Chiesa di Santa Lucia alle Malve si trova nel Sasso Caveoso, nel rione Malve. E’ il primo insediamento monastico femminile dell’ordine benedettino, risalente all’VIII secolo, ed il più importante nella storia di Matera. All’interno sono presenti alcuni tra i dipinti murali più belli e importanti del territorio materano, tra cui quello della “Madonna del Latte” o “Galattotrofousa” che porge con due dita il seno al Bambino.
Da chiesa ad abitazione : sulla sinistra si nota la parete della cucina realizzata con il recupero della trabeazione affrescata …
San Pietro Barisano e le catacombe - Situata nel Sasso Barisano, in origine detta san Pietro de Veteribus, è la più grande chiesa rupestre della città di Matera. Facciata in stile romanico-barocco (rifacimento seicentesco) e interno completamente scavato nel tufo. Le indagini archeologiche hanno permesso di individuare il primo impianto risalente al XII - XIII secolo al di sotto del pavimento.
Visibili i sette altari, una serie di affreschi e la cripta con l’ossario.
La scolatura dei cadaveri – rito diffuso nel sud Italia. Le macabre sedute di scolatura e le assi di legno con i resti ossei dei morti …
San Pietro Barisano ospita la mostra dell’artista brasiliana Louise MANZON :
BEYOND – Partire … To go … ”AION NEI SASSI ” , migrazioni in mostra
PESCI in ceramica
DONNE in ceramica e rete metallica:
Lupini per “Mathera Mater”
Plastica riciclata (bottiglie per acqua) e quadranti dorati (orologi) per “Il dono di Teti” nel blu della “Metamorphosis”
Chiodi
Piattini per “Terra bruciata”
Nel Sasso Caveoso :
Quattro chiese rupestri raggruppate intorno ad un cortile centrale costituiscono il Convicinio di Sant’Antonio (XII – XIII sec.) utilizzato come cantina a partire dal XVII sec., attualmente chiuso per lavori.
E’ dedicata invece a Santa Barbara la chiesetta dall’architettura romanica di ispirazione orientale ricca di pregevoli dipinti murali tra cui una rappresentazione della Santa con in testa un ricco diadema e nella mano destra la torre, simbolo del suo martirio.
Margo RYAN – “Illuminating Travels” - Chiesa Santa Maria de Armenis
Il PARCO della MURGIA MATERANA domina la Gravina di Matera – E’ stato realizzato un innovativo ponte sospeso per permettere l’accesso al Parco direttamente dai Sassi. Attualmente l’accesso è chiuso. Lavori in corso per mettere l’area in sicurezza e controllare l’accesso a visitatori adeguatamente equipaggiati per il trekking alla scoperta delle incredibili CHIESE RUPESTRI.
Centro visite JAZZO GATTINI – L’economia della MURGIA è da sempre legata alla PASTORIZIA. Il JAZZO è un tipico ovile murgiano fortificato risalente al XIX sec. che ha ospitato i pastori transumanti fino agli anni recenti.
Ad agosto fa molto caldo … muniti di cappello e acqua partiamo alla scoperta del territorio …
SANT’AGNESE - Nel pianoro superiore VASCHE di RACCOLTA ACQUA PIOVANA e CANALIZZAZIONE fino alla CISTERNA sottostante a sinistra della Chiesa.
MADONNA delle 3 PORTE – AFFRESCHI e CROCI. L’ingresso è crollato. Sono visibili due delle originarie tre navate ad absidi contrapposte. Tra gli affreschi una Deesis del Cristo , Madonna in trono del XIII sec. , Annunciazione del XV sec. A testimonianza dell’importante frequentazione del luogo, le tante Croci graffite sulle pareti in segno di devozione.
SAN FALCIONE - PECORE e API. Tra il IX e il X sec. il modello ricorrente di chiesa rupestre è quello bizantino, con un’aula quadrangolare con pareti lisce da cui diparte l’area presbiteriale tramite due arcate sorrette da un pilastro centrale. SAN CANIONE (meglio nota come SAN FALCIONE) è riconducibile alle prime comunità monastiche italo-greche insediatesi nell’area intorno al IX sec. e quindi è tra le chiese rupestri più antiche di MATERA. E’ subito riconoscibile per il muro perimetrale fatto costruire nell’800 dai conti GATTINI che adibirono il complesso grottale ad ovile. Nel pilastro centrale della chiesa un affresco di San Nicola.
Nella parete che ospita l’altare un tempo era leggibile l’affresco della Presentazione di Gesù al Tempio. Si può quindi desumere che nella chiesa venisse celebrato tale culto che nella tradizione cristiana ed ebraica viene officiata nel quarantesimo giorno dalla nascita di Gesù, cioè il 2 febbraio. Durante questa festa, comunemente nota come “La Candelora”, ancora oggi i fedeli ripetono il rito dell’offerta delle candele alla divinità al termine di una processione con l’immagine di Maria e del Bambino.
E proprio il complesso di grotte e nicchie scavate che sono diffuse intorno alla chiesa costituiva una delle tante pecchiare diffuse sulla murgia, nei Sassi e nell’intero agro materano fino al XIX secolo, cioe’ un apiario. Nelle nicchie, al riparo della pioggia, dei venti freddi provenienti da nord e dell’eccessivo caldo estivo, venivano collocate le arnie costruite in pietra tufacea e legno di ferula. Tale attività era di enorme importanza sia per la produzione del miele che della cera utile proprio alla realizzazione delle candele.
All’esterno della chiesa si rintracciano numerose tombe, altre potrebbero essere al suo interno e sul pianoro sovrastante.
Nel BELVEDERE di Murgia Timone affacciato sui SASSI di MATERA arte
contemporanea per “Il Giardino di Zyz” - la MANO a colori di Gianfranco
MEGGIATO : una mano aperta simbolo in molte culture di protezione, apertura e spiritualità.
La MANO di MIRIAM, la MANO di FATIMA …
Zyz vuol dire “splendente” ed è il termine fenicio che indica anche il fiore primigenio della conoscenza e della cultura.
“Il Giardino di Zyz“ è un vero e proprio percorso di simboli e sculture all’interno di un’area di 26 metri per 20 delimitata da cinquemila sacchi nei sette colori della pace. Un inno alla pace e alla ricerca dell’Unità nel nome dell’ incontro fra culture e tradizioni che, dopo Matera, approderà in altre città italiane ed estere.
Le CAVE nella MURGIA MATERANA
Il tufo (in latino: Tofus o Tophus) è una roccia magmatica, in particolare è la più diffusa delle rocce piroclastiche.
Sebbene il nome "tufo" vada propriamente riservato a formazioni di origine vulcanica, esso viene utilizzato per indicare rocce diverse, accomunate dal fatto di essere leggere, di media durezza e facilmente lavorabili .
E così nella MURGIA MATERANA si parla sempre di "Cave di tufo", intendendo per “tufi” i conci di CALCARENITE - un sedimento carbonatico, tenero, di colore bianco giallastro, a volte grigio, con granulometria e grado di cementazione variabili da luogo a luogo, facilmente lavorabile, tanto che fu agevole, fin da epoche preistoriche, cavarla manualmente dalle grotte naturali per adattarle meglio alle esigenze umane.
Successivamente, al fine di ampliare gli spazi abitativi e renderli più confortevoli, si cominciò ad estrarre blocchi di roccia utilizzabili per la costruzione.
Dapprima furono le stesse grotte occupate a fornire il materiale per completare e tamponare l’entrata dell’abitazione, successivamente, in concomitanza con l’espansione sul piano della città di Matera e la costruzione dei grandi edifici ecclesiastici, i cavamonti individuarono alcune aree esterne alle cinte urbane che potessero fornire un "tufo" con caratteristiche più idonee all’uso ed in quantità sufficiente.
PARCO SCULTURA “LA PALOMBA” nella CAVA esaurita più grande di MATERA all’interno del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, sulla statale S.S. 7 Appia.
“Il Volo” di Antonio PARADISO
L'acciaio di Ground Zero da New York a Matera per "Ultima cena globalizzata" –
la prima delle sculture realizzate dall'artista Antonio PARADISO con le venti tonnellate di metallo contorto e bruciato delle TORRI GEMELLE : le travi tagliate dalla fiamma ossidrica, deformate dalla violenza.
“A guardia della Natura” di Luigi MAINOLFI
CAVA DEL SOLE – Cerimonia d’apertura di MATERA Capitale Europea
della Cultura : alle 19.00 del 19 gennaio 2019 partenza della diretta RAI in TV
CRIPTA DEL PECCATO ORIGINALE - A pochi chilometri da Matera, lungo la parete della Gravina di Picciano si trova la chiesa-grotta magnificamente affrescata scoperta nel 1963 da 4 ragazzi ( “Circolo La Scaletta” - 1959) , definita la Cappella Sistina della pittura parietale rupestre. Lo straordinario complesso pittorico di scuola benedettino- beneventana (sec. VIII – IX) che decora le pareti della cripta è senza dubbio una delle testimonianze più importanti della pittura altomedievale dell’area mediterranea.
Comunità agro pastorale benedettina &
Arte longobardo-beneventana.
Utilizzata per lungo tempo dai pastori come ricovero per le pecore, la cavità naturale era nota alla popolazione locale come la “Grotta dei Cento Santi” per la presenza dei numerosi santi raffigurati sulle pareti. Il recupero della Cripta voluto dalla Fondazione Zétema di Matera e realizzato con la consulenza dell’ Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, ha restituito gli affreschi alla piena fruizione. La Cripta restaurata venne inaugurata nel 2005.
Ignoto l’autore delle straordinarie opere figurative, ricordato semplicemente come il Pittore dei Fiori di Matera per la presenza nella parte inferiore degli affreschi di numerosissimi fiori con i petali rossi . Presumibilmente i fiori rosa/rosso del CISTO molto diffuso nella zona.
Sulla parete di fondo sono illustrate alcune scene bibliche relative alla Genesi ( la LUCE e le TENEBRE, Dio Padre Creatore, ALBERO DELLA VITA, la creazione di Adamo, la nascita di Eva, ALBERO DEL PECCATO, la tentazione e il Peccato Originale)
Nelle tre conche absidali sono raffigurati gli Apostoli, la Vergine e gli Arcangeli .
San Pietro tra Andrea e Giovanni, i primi due discepoli di Gesù
Madonna tra due Sante. Da notare gli abiti riccamente decorati con perle.
Cristo tra gli Arcangeli Michele e Raffaele
Lo schema compositivo a 3 richiama la DEESIS bizantina in stile rivisitato.
La deesis o deisis (dal greco δέησις, "supplica", "intercessione") è un tema iconografico cristiano di matrice culturale bizantina, molto diffuso nel mondo ortodosso. La rappresentazione della deesis si trova spesso nel registro centrale delle iconostasi e può essere integrata con le immagini degli arcangeli e di altri santi di importanza locale.
Nella rappresentazione archetipica si vede Cristo benedicente tra la Madonna e san Giovanni Battista, in atto di preghiera e supplica per i peccatori.
CATTEDRALE di MATERA - Dal punto più alto della città, il colle della CIVITAS , la Cattedrale offre una splendida veduta sul Sasso Barisano. La costruzione risalente al XIII secolo (1230-1270) sorge sui resti dell’antico monastero benedettino di Sant’Eustachio. Dal 1627 la cattedrale fu dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, protettori della città.
La facciata principale in stile romanico- pugliese presenta un bel portale riccamente decorato sormontato dalla statua della Madonna della Bruna e un imponente rosone a 16 raggi (simbolo della ruota della vita) sovrastato dall’arcangelo Michele che schiaccia il drago.
Sulla facciata laterale vi sono due portali minori: “porta di piazza” abbellita da una raffigurazione in bassorilievo di Abramo e “porta dei leoni” così chiamata per la presenza delle statue di due leoni accovacciati a guardia della fede.
Notevole la torre campanaria alta 52 m. a 4 piani .
L’interno, rimaneggiato in epoca barocca, è a croce latina con tre navate separate da colonne con capitelli medioevali figurati.
Tra le opere di pregio della basilica:
il celeberrimo presepe di pietra realizzato nel 1534 da Altobello Persio,
un affresco bizantino raffigurante la Madonna della Bruna con Bambino, opera del “Maestro della Bruna”, forse Rinaldo da Taranto (XIII secolo),
il “Giudizio Universale”, frammenti di un ciclo di affreschi di cui restano l’Inferno e parte del Purgatorio (XIII e XIV secolo), scoperti in seguito ad alcuni lavori di restauro,
il bellissimo coro ligneo minuziosamente scolpito nel 1453 da Giovanni Tantino,
sull’altare maggiore la grande pala “ Vergine con Bambino e Santi” eseguita da Fabrizio Santafede (1580).
2 luglio : il carro trionfale di cartapesta protetto da cavalieri in costume trasporta la statua della Madonna della Bruna dal rione Piccianello sino alla Chiesa Madre dove compiuti 3 giri sul sagrato la Vergine viene deposta, mentre il carro ritorna verso piazza Vittorio Veneto. La furia dell’assalto al carro e del disfacimento – STRAZZO - è liberatoria, catartica : ognuno cerca di accaparrarsi il pezzo più bello o un brandello qualsiasi. Ogni cimelio porta fortuna !!
Penalità per coloro che assediano il carro prima della Chiesa di SANTA LUCIA alla FONTANA in piazza Vittorio Veneto.
CHIESA DEL PURGATORIO – Scheletri e Morte il tema dominante.
Mostra dell’artista Alfonso BORGHI
ARTE POPOLARE in TERRACOTTA : il CUCCU’ per scacciare il maligno (ocarina e fischietto ad acqua) nelle vesti del variopinto GALLO - inizio e fine del giorno.
CUCCU’ : albero della vita (fiori e pulcini) e pegno d’amore
ROSSO – passione
VERDE – fertilità
BLU – serenità
BIANCO - anima / purezza
“CUCU’ con PESCI” di Tommaso NIGLIO
Primo premio della Giura Popolare nell’ambito della Biennale Internazionale del Fischietto in Terracotta 2010.
“Il Bottegaccio” di Mario DADDIEGO – artigiano della CARTAPESTA
In mostra i disegni e le immagini del carro trionfale processionale 2012 per la Madonna della Bruna … Presepi
CASTELLO TRAMONTANO sulla collina del Lapillo
PALAZZO LANFRANCHI in piazzetta Pascoli – Museo di Arte medievale e la mostra “RINASCIMENTO VISTO DA SUD. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500” fino al15 settembre 2019.
In terrazza serata evento “Passaporto Matera 2019” il 9 agosto con Ginevra DI MARCO & Cristina DONA’ : la musica si spande sul Sasso Caveoso e aumenta la suggestione notturna del luogo !!
Chiesa di SAN FRANCESCO d’ASSISI - massima espressione del Barocco lucano - nella centralissima piazza omonima oggi dominata dalla grande scultura “Pianoforte Danzante” di DALI’
“LA PERSISTENZA DEGLI OPPOSTI” – la mostra di Salvador DALI’ nella Chiesa Rupestre di MADONNA DELLE VIRTU’. Nella via omonima la mega scultura “Orologio Disciolto”
Museo RIDOLA – il più antico museo archeologico della Basilicata
Museo MUSMA - Il Museo della Scultura Contemporanea di Matera accoglie i visitatori con una ricca collezione di opere tra sculture, ceramiche, gioielli, medaglie, libri d’arte, incisioni e disegni donati da artisti, collezionisti, gallerie private alla Fondazione Zétema , ente promotore dell’istituito museo.
Manzù, Cascella, Milani, Hare, Gitlin, Pomodoro, Ortega
Il museo è ospitato nell’antico Palazzo Pomeraci (XVII secolo) nella CIVITA, noto come “Palazzo delle cento stanze”.
CASA ORTEGA – Sasso Barisano. Opere dell’artista spagnolo José ORTEGA a MATERA negli anni ’70. 20 bassorilievi policromi per 2 cicli narrativi :
“Passarono” e “Morte e Nascita degli innocenti”.
Pannelli 3D realizzati rivisitando l’antichissima tecnica locale della CARTAPESTA.
CASA CAVA – da CAVA di TUFO a DISCARICA a CENTRO CULTURALE – AUDITORIUM nel Sasso Barisano
Chiesa MATER DOMINI in piazza Vittorio Veneto – dal loggiato dedicato al CIBO splendido affaccio sul Sasso Barisano
Chiesa Rupestre SANTO SPIRITO in piazza Vittorio Veneto …
PALOMBARO LUNGO – una delle cisterne più grandi d'Europa, scavata sotto la centralissima piazza Vittorio Veneto e utilizzata fino ai primi decenni del secolo scorso per la raccolta di acqua potabile.
Costruita nel 1846 per volere di Mons. Di Macco, la maestosa cisterna è stata riportata alla luce nel 1991 in occasione dei lavori di sistemazione della piazza.
Il serbatoio, profondo 15 metri e contenente circa 5.000 metri cubi d’acqua, era parte di un ingegnoso sistema di raccolta d’acqua formato da una complessa trama di canali, grotte, gallerie, cisterne sotterranee per recuperare le acque piovane e le acque della falda nelle vicinanze del Castello Tramontano a Monte. E’ impermeabilizzata come tutte le cisterne nel territorio con cocciopesto.
Un suggestivo percorso a circa 17 metri di profondità consente di ammirare gli ambienti di una delle cisterne scavate nella roccia più grandi al mondo, mirabile opera di ingegneria idraulica, imponente e silenziosa come una “CATTEDRALE D’ACQUA”.
In piazza Vittorio Veneto all’inizio di via San Biagio troneggia l’ “Elefante Trampoliere” di DALI’
Ex Ospedale di SAN ROCCO – Una epidemia di peste colpì la città intorno al Seicento. Per evitare contagi e per curare i malati fu adibito ad ospedale un edificio abbandonato dalle monache nel 1480, di fronte la chiesa di Santa Maria La Nova, l’attuale chiesa di San Giovanni Battista situata nell’omonima piazza, appena fuori i Sassi.
Proprio in questa piazza scoppiò la festa quando venne annunciata la
designazione di MATERA a Capitale Europea della Cultura 2019
Migliaia di persone si erano ritrovate qui davanti al maxischermo per assistere in diretta al verdetto. Tanta gioia e sventolio di bandiere con il logo "Matera 2019" !
Chiesa di SAN GIOVANNI BATTISTA - il primo edificio sacro fuori dalle mura della città. Fu costruita, a partire dal 1230, sopra una vecchia chiesetta denominata al tempo "Santa Maria Nuova", e terminata nel 1233. Durante la guerra d'Otranto (1480) fu abbandonata; fu poi riaperta al culto nel 1695 e intitolata a san Giovanni Battista.
La sua architettura è principalmente romanica, ma si notano influenze di vari stili, come quello arabo nei portali, gotico negli archi e greco per via della sua pianta a croce.
Il fianco destro della chiesa è dominato dal portale principale, finemente decorato con volute vegetali; è ornato anche da colonnine pensili e sculture di animali. Un'opera di tufo rappresentante san Giovanni Battista occupa la nicchia sotto il rosone del grande timpano.
L'interno ha tre navate, delimitate da otto pilastri sormontati da capitelli decorati con motivi floreali e animali; la navata centrale presenta la volta a stella, mentre sulle navate laterali le grandi arcate trasversali formano volte a crociera.
Le cappelle medievali contengono un affresco del XVI secolo della Madonna della Nova e due statue lignee rappresentanti i santi medici Cosma e Damiano. Nella cappella sull'altare è presente una tela della metà del Settecento di Vito Antonio Conversi.
“Andare per MATERA E LA BASILICATA” di Eliana DI CARO – ediz. Il Mulino
“MATERA. Guida alla città e al territorio” di Giancarla BABINO – Guida interattiva – Morellini editore
Reportage fotografico by Barbara CARICCHI
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