SAN CATALDO – il LIDO di LECCE sul mare ADRIATICO



SAN FOCA (dal greco Ἅγιος Φωκᾶς; Ας Φουκά, traslitterato As Fukà in griko) - località costiera, parte della MARINA DI MELENDUGNO, di cui è frazione. Ottimi i FICHI comprati al mercato !

 

 

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Scendendo lungo la costa si arriva a ROCA VECCHIA nel Comune di MELENDUGNO.

 

L' area archeologica di Roca  è oggetto, da circa un quarto di secolo, di attività di ricerca coordinata e diretta dal prof. Cosimo Pagliara del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Lecce.
Frequentata intensamente durante l’Età del Bronzo e fino al XVI sec., quest’area, quasi del tutto sconosciuta, è una delle località più misteriose e incantevoli del Salento: per il grande pregio paesaggistico e per le testimonianze storico-religiose che risalgono fino al Neolitico.

 

E’ innegabile che il gioiello di Roca sia la GROTTA DELLA POESIA, una cavità carsica dalle origini molto antiche che nel corso dei tempi ha subito notevoli mutamenti geologici dovuti soprattutto a crolli di volte e pareti verificatisi a causa dell’opera erosiva del mare.

Il nome di questa ed altre cavità più piccole è di origine greco-orientale.

‘Posìa’ (da cui ‘Poesia’) nella lingua grika di Calmiera (che è uno dei centri più importanti della Grecìa Salentina) indicava il luogo dove era possibile bere acqua dolce; infatti vi sono stati riscontrati i segni di una fonte che scorreva nell’antichità. Per ciò che concerne le iscrizioni, esse occupano una fascia che è alta rispetto all’attuale livello del mare circa 8 metri e una superficie interamente incisa che oscilla fra 500-600 metri quadri.
La grotta fu un santuario di una divinità indigena, chiamata Taodor (che dona salvezza), il cui nome compare spesso in tutti i testi anche con varianti.


Oggi la grotta è una delle dieci piscine naturali più belle al mondo e una delle mete più raggiunte del Salento.

 

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A TORRE DELL’ORSO c'è una bellissima spiaggia. In realtà si tratta di una scogliera ampia di tufo protetta da una enorme pineta.

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Le due sorelle – Torre dell’Orso

Due Sorelle persero la vita mentre nuotavano in queste acque cristalline. Per la loro ammirazione verso questo luogo furono tramutate dagli dei in faraglioni cosicché potessero, per l’eternità, ammirarne la bellezza.

 

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OTRANTO - un mix perfetto tra passato e presente

Il punto più a est d’Italia si trova in SALENTO : è la città di OTRANTO che per prima vede l’alba del nuovo giorno in Italia.

Il borgo della cittadina è racchiuso dalle mura difensive : all’interno un labirinto di vicoli e vie caratterizzate dal bianco delle abitazioni. Le dominazioni greche, bizantine ed aragonesi sono visibili nell’architettura della città.

Di notevole interesse il Castello Aragonese e la Chiesetta bizantina di San Pietro: secondo la leggenda San Pietro passò di qui nel suo cammino dalla Palestina verso Roma.

 

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Molto suggestiva è la Cattedrale di Santa Maria Annunziata , con lo splendido mosaico che decora il pavimento delle tre navate ed è opera del monaco Pantaleone, eseguito su commissione del Vescovo di Otranto, fra il 1163 e il 1165. Rappresenta uno dei più importanti cicli musivi del medioevo italiano.

 

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Nella navata centrale il grandioso ALBERO DELLA VITA sui cui rami si alternano personaggi di ogni tipo: biblici, mitologici, storici, animali, angeli, diavoli, creature mostruose.

Nella navata destra l’ ALBERO DELLA REDENZIONE.

Nella navata sinistra l’ ALBERO DEL GIUDIZIO UNIVERSALE divide l'area in due parti: a sn quella relativa al Paradiso e dunque alla Redenzione , a dx quella dedicata all' Inferno e dunque alla Dannazione.


(rif. articolo ALBERI & VITA nella sez. Storie)

800 MARTIRI - Centinaia di crani esposti ricordano la strage compiuta nel 1480 dai Turchi sbarcati ad OTRANTO per conquistarla.

Le acque cristalline del suo mare la rendono una delle mete turistiche più gettonate del Salento durante la stagione calda.



LAGO CAVE BAUXITE - posto surreale nei pressi di OTRANTO. È una ex cava di bauxite : qui sembra di essere in un'oasi colorata nel deserto.

 

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Costeggiando la pineta si arriva al mare. Diving Paradise: BAIA delle ORTE

 

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BAIA DEI TURCHI - nei pressi della splendida cittadina di OTRANTO direzione nord.
Si può raggiungere dopo una passeggiata in mezzo ad una pineta, tra gli arbusti della macchia mediterranea : lo
spettacolo lascia senza fiato!

D’estate è molto affollata … al tramonto ritrova la pace che le spetta !!

 

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Nei pressi CALA Santo STEFANO quieta al tramonto …

 

OTRANTO by night sferzata dal vento : linguine ai RICCI DI MARE

 

La STRADA COSTIERA SALENTINA permette di scoprire il Salento

lentamente da OTRANTO a SANTA MARIA DI LEUCA (PARCO) lungo un

percorso bellissimo che fa parte della Francigena del Sud.  

Da un lato le mille sfumature di azzurro e di blu regalate dal mare … dall’altro i colori ed i profumi della vegetazione tipica della macchia mediterranea. La costa mostra scogliere alte, paesaggi mozzafiato, tante grotte e poche calette adatte alla balneazione.



PORTO BADISCO



SANTA CESAREA TERME - Numerose ville ottocentesche costruite dai nobili dell’epoca fronteggiano la costa e le scogliere con scorci incredibili sul mare. Santa Cesarea è poco distante da Lecce e le sorgenti curative di acque sulfuree ne hanno fatto per secoli la meta prediletta dell'élite pugliese. Le terme sono aperte da maggio ad ottobre.



CASTRO - Antico borgo di pescatori di casette bianche. Si chiama così per via delle fortificazioni del '500 per impedire l'avanzata saracena

La Chiesa madre dell'Annunziata, già cattedrale dell'omonima diocesi soppressa nel 1818, fu costruita nel 1171, probabilmente sulle rovine di un tempio greco.

La chiesa accoglie un affresco bizantineggiante di santa Lucia, il seicentesco pulpito ligneo, l'organo a canne del XVII secolo, l'urna lignea contenente le reliquie di santa Dorotea, compatrona di Castro, e alcune pregevoli statue processionali in cartapesta , fra cui quella della Madonna Annunziata protettrice della città.

 

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CASTRO MARINACome narra VIRGILIO nell’ENEIDE, questo è il punto di approdo di Enea in Italia. Alle spalle della costa la città di Castro, una bomboniera tutta bianca. Il PORTO è invaso dagli amanti di sole e mare …

FRIGGITORIA DEL PORTO

 

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GROTTA ZINZULUSA - Nel cuore di un’insenatura a sud di Castro si apre la spettacolare galleria carsica con un maestoso ingresso scavato in una parete a picco sul mare così soprannominata dalla fantasia popolare che vede nelle numerose stalattiti e stalagmiti gli stracci di un abito logoro, nell'idioma salentino appunto gli "ZINZULI".

Oggetto di studio 3 specie endemiche della grotta :

granchietto, pulce d’acqua e spugna preistorica.

I pipistrelli il cui guano aveva raggiunto gli 11 metri di altezza sono volati via …

 

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CALETTA ACQUAVIVA di MARITTIMA - Posto fantastico, nascosto, tra Castro (un chilometro circa a sud) e Marina di Marittima (poche centinaia di metri prima)

La particolarità di questa caletta è la temperatura dell’acqua: fredda, in alcuni tratti freddissima. Questo è dovuto a una fonte sorgiva di acqua che incontra il mare proprio in questo luogo.

 

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CASTRIGNANO DEL CAPO - La Basilica santuario di Santa Maria de Finibus Terrae nella frazione di Santa Maria di Leuca è così chiamata in quanto si trova all'estremità sud orientale della penisola italiana.

Sul promontorio dove sorge l'attuale chiesa, in origine era posto un tempio pagano dedicato a Minerva, come testimonia il ritrovamento di un'ara, conservata all'interno della chiesa, sulla quale era così scritto:

«Ubi olim Minervae sacrificia offerebantur hodie oblationes Deiparae recipiuntur»

«Qui dove sacrifici a Minerva offriansi e doni, l'obol sacro a Maria cristian deponi»

La tradizione narra poi lo sbarco in zona dell'apostolo Pietro e la conversione al cristianesimo della popolazione locale, che porta al cambiamento di culto del tempio, dedicato quindi al Santissimo Salvatore: questo diventa nel 59 sede vescovile.

La chiesa venne completamente rasa al suolo a seguito dell'editto di Diocleziano e Galerio … il  1° agosto 343, papa Giulio I, consacrava una nuova chiesa dedicata a Santa Maria dell'Angelo.

Il culto nei confronti della Vergine Maria andò aumentando quando nella notte del 13 aprile del 365, una violenta tempesta, colpì la zona: i pescatori, preoccupati per le loro imbarcazioni, chiesero aiuto alla Madonna, la quale, per sua intercessione, fermò l'evento.



PUNTA RISTOLA & GROTTA DEL DIAVOLO : incontro dei due mari nel punto più a Sud del Salento. Uno dei punti migliori in cui fermarsi a guardare il sole che tramonta nel mare.

 

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SANTA MARIA DI LEUCALUNGOMARE . Attraggono l’attenzione le caratteristiche BAGNAROLE ottocentesche utilizzate dai signori delle ville per fare il bagno al riparo del sole. Strutture fisse in pietra e strutture smontabili in legno.


18 AGOSTO SAGRA DEL PESCE FRITTO

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Ottimo ANTIPASTO DI MARE e MACCHERONI de lu MARINARU !!



Il CASTELLO di GALLIPOLI è circondato dal mare e si trova all’imboccatura del ponte seicentesco in muratura che unisce il borgo antico della città adagiato su un isolotto alla terra ferma.

Oggi il castello ha una base quadrata con una torre per angolo, mentre una quinta torre circolare – il “Rivellino” – è in posizione avanzata rispetto alla cinta muraria per svolgere la funzione di avanguardia nella difesa.

GALLIPOLI - KALE’ POLIS - CITTA’ BELLA

La città è famosa non solo per le spiagge e il mare: i vicoli del borgo sono un vero e proprio capolavoro di edilizia. I raggi del sole penetrano tra le strette viuzze e illuminano le facciate delle corti storiche facendo risaltare tutti i particolari, rendendo così il piccolo centro di GALLIPOLI un’opera d’arte salentina. I balconi in fiore col loro profumo ci accompagnano lungo i punti panoramici da cui si può ammirare lo spettacolo del mare dello IONIO.

MANDORLE fresche

GRANITA DI CAFFE’ con panna

Il GALLO nello stemma di GALLIPOLI  

 

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Un gallo con la corona che, tra le zampe, mostra un carteggio su cui è scritto "Fideliter excubat" -"Vigila fedelmente".

Il gallo raffigurato si riferisce a Lizio Idomeneo, guerriero cretese scacciato dal suo popolo dopo la Guerra di Troia, che trovò rifugio nella Japigia, dove fondò Gallipoli. Come immagine scelse, appunto, il gallo, raffigurato sul suo scudo.

L'iscrizione sul carteggio si riferisce, invece, alla fedeltà della città e dei suoi abitanti, mentre la corona significa che Gallipoli non fu mai soggetta ai vassalli del feudatario, ma dipese da questi sempre in maniera diretta.

 

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FRANTOIO IPOGEO del VICERE’ - OLIO LAMPANTE : 300 anni di gloria per l’isola!

Dalla metà del 1500 a tutto il 1800, l'OLIO venne considerato una materia più che preziosa, un vero tesoro paragonabile al petrolio e all'oro.

I FRANTOI vengono detti ipogei perché realizzati sottoterra, riadattando antichissimi granai costruiti dalla popolazione che molti secoli prima occupava il suolo della contemporanea Puglia, i Messapi. Nel dialetto salentino i frantoi vengono anche chiamati "TRAPPETI".

L'olio estratto in questi frantoi veniva chiamato con il suggestivo nome "lampante" perché era utilizzato per essere bruciato e produrre luce; la sua particolare natura lo rendeva un olio grasso che durante la combustione non produceva fumo.

 

 

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Per anni l'olio salentino permise di rischiarare le strade di numerose capitali europee, Parigi, Londra, Vienna, Amsterdam, finché l'avvento dell'illuminazione elettrica mandò in crisi questo particolare settore di esportazione, in cui i salentini erano stati così abili e richiesti.

Nel periodo di maggiore produzione, nella zona di Gallipoli si contavano circa 35 frantoi, occupati incessantemente, tra settembre e aprile, nel lavoro di estrazione dell'olio. L'ambiente sotterraneo dei frantoi era ideale per produrre l'olio: il caldo umido è perfetto per la macerazione delle OLIVE. La temperatura costante attorno ai venti gradi permette all’OLIO di non deteriorarsi e non solidificarsi, mantenendo intatte consistenza e proprietà.

Scavati tra i due e i cinque metri di profondità rispetto al livello stradale, i FRANTOI avevano una scala che conduceva all'ambiente principale, contenente la vasca per la "macinatura" (molitura) delle olive. In questo ambiente erano posizionati i torchi utilizzati nella successiva fase di estrazione dell'olio.

TORCHIO MADRE     TORCHI FIGLI

Gli uomini che prestavano la loro manodopera a uno dei lavori più remunerati e ambiti condividevano lo spazio con gli animali utilizzati per muovere la macina. Trascorrevano qui tutta la stagione, esposti all'umidità e ai germi, senza mai uscire. L’aria entrava dai fori praticati nella volta del frantoio.

 

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GALLIPOLI divenne famosa a livello internazionale … quotata alla Borsa di Londra … la ricchezza manifestata in chiese e palazzi !!

Cattedrale di Sant’AGATA

Nel cuore della città sorge una delle chiese più importanti per i gallipolini, sia dal punto di vista religioso che artistico: la solenne Cattedrale intitolata a Sant’ Agata, la cui costruzione ebbe inizio esattamente nel 1629, in periodo Barocco. Nata nello stesso luogo dove secoli prima sorgeva una chiesa medievale già distrutta nel XVII secolo, legò la sua nascita a questa remota presenza, ereditandone la devozione per la santa, che in questo venne tramandata fino a noi dal bel lontano 1126. Nella Cattedrale sono custodite le teche con le reliquie di alcuni santi, tra cui San Fausto.

La reliquia più importante per la città, la mammella di Sant’ Agata, si trova ora nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a GALATINA dove fu trasportata dal suo fondatore - Raimondello ORSINI DEL BALZO – una volta terminati i lavori di costruzione dell’edificio.

Il principale committente della Cattedrale di GALLIPOLI fu il medico Giacomo Lazzari che ne affidò la costruzione agli architetti locali Francesco Bischettini e Scipione Lachibari, i quali misero in opera il progetto dell’architetto Giovan Bernardino Genuino.



Chiesa di San FRANCESCO d’ASSISI – legno di NOCE e MARMI policromi

Secondo tradizione, che però non regge con la critica storiografica, venne eretta ad opera di S. Francesco nel 1217. Nel chiostro conventuale confinante con la Chiesa si rintracciano i segni della presenza francescana dell’osservanza, prima della riforma dell’ordine, nel XV secolo. La facciata in tufo carparo fu realizzata nel 1736 su canoni stilistici barocchi propri della cultura salentina  ed applicata sulle lezioni del Borromini da Mauro Manieri.

Pregevoli, all’interno, le opere d’arte, dal S.Francesco attribuito alla scuola veneziana del Pordenone, ai bei dipinti del Catalano, al gruppo del Presepe litico cinquecentesco, al crocefisso ligneo secentesco, all’organo del 1726 dei gallipolini Pietro e Simone Kircher. Si conserva in questa Chiesa l’altorilievo lapideo tardo quattrocentesco raffigurante S.Michele Arcangelo, proveniente dall’antica chiesa di S. Angelo.

A questa Chiesa è legata la tradizione popolare relativa a Misma il malladrone, che non volle pentirsi sulla croce, accanto al Cristo Crocefisso, come fece invece Disma, il buon ladrone.

Si narra che anche le vesti di Misma, ogni anno, si deteriorino così come il peccato rode l’anima dell’uomo.

Nella cappella detta degli Spagnoli - costruita nel XVII secolo a spese del Castellano di Gallipoli, il nobile spagnolo Giuseppe Della Cueva, con sepolcro gentilizio – si trovano la statua del buono e del cattivo ladrone con il Cristo morto e le statue di Maria, Giovanni e Giuseppe d’Arimatea.

Gabriele D’ANNUNZIO vedendo la statua del MALLADRONE ne rimase impressionato a tal punto da lasciarne indelebile memoria in alcuni suoi scritti.



SPIAGGIA DELLA PURITA’

Costeggiando il centro storico di GALLIPOLI ci si imbatte in una delle spiagge più belle dello IONIO: la città si tuffa letteralmente nel blu delle acque della spiaggia della Purità, che prende il nome dalla bianca chiesa di Santa Maria della Purità nelle vicinanze.

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MERCATO DEL PORTO : RICCI DI MARE, OSTRICHE GALLIPOLINE e PIEDI DI CAPRA

L’asta del pesce nel mercato di GALLIPOLI è un forte richiamo per i ristoratori e rivenditori locali per via dell’ottima qualità del pescato. Tra le urla dei pescatori dei vari banchi, il mercato è un piccolo percorso da non perdere. Gli stessi pescatori armati di coltellino aprono i vari molluschi, come fasolari, cannolicchi, ostriche e li offrono come aperitivo agli avventori del mercato.

 

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Seguiamo la litoranea e raggiungiamo TORRE SANTA CATERINA.

Parco naturale regionale PORTO SELVAGGIO e PALUDE DEL CAPITANO

Nel 2007 è stato inserito dal FAI - Fondo Ambiente Italiano - nell'elenco dei "100 luoghi da salvare".

Il parco ricade interamente nel territorio del comune di NARDO’. Comprende la zona del parco naturale regionale attrezzato di " PORTO SELVAGGIO – TORRE ULUZZO" (istituito nel 1980) e la PALUDE DEL CAPITANO (classificata come area naturale nel 1997). La costa è rocciosa e frastagliata, caratterizzata da pinete e macchia mediterranea.

Lungo il litorale sono dislocate la TORRE DELL’ALTO, la TORRE ULUZZO e la TORRE INSERRAGLIO. Nel territorio del parco si trova anche la grotta del Cavallo, una grotta naturale costiera calcarea, parte di un sistema più ampio di caverne naturali ubicate nella baia di Uluzzo.



TORRE DELL’ALTO - la salita attraverso una splendida distesa di pini d’Aleppo.

Ai tempi dei cavalieri e delle invasioni dall’Oriente, la Torre dell’Alto, nota anche con il nome di Torre del Salto della Capra, comunicava a nord con TORRE ULUZZO e a sud con TORRE SANTA CATERINA.

Fu costruita per ordine del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo nella seconda metà del Cinquecento.

Da torre difensiva (HADDOU – alto) a lazzaretto (TURCHI SEU SCHIAVI)

E’ detta anche Torre della Dannata in riferimento allo sperone di roccia sottostante - Rupe della Dannata - da cui saltò giù nel mare in tempesta una giovane per sottrarsi all’infausto obbligo dello jus primae noctis, rivendicato con arroganza dal Guercio di Puglia, conte di Conversano, su tutte le più belle fanciulle della contea, obbligate a passare la prima notte di matrimonio con il nobile dall’occhio strambo.


Il parco naturale nasconde meravigliose cavità marine quali la Grotta del Cavallo e la Grotta delle Corvine, oltre al fenomeno carsico delle spunnulate nell’area della PALUDE DEL CAPITANO : una roccia porosa in primavera ricoperta di fiori spontanei, tra i profumi del mirto e del lentisco, nei colori della macchia mediterranea popolata da volpi e scoiattoli.

 

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PORTO SELVAGGIO - Spiaggetta rocciosa costituita da una piccola insenatura naturale immersa tra bellissimi boschi di macchia mediterranea.

 

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Reportage fotografico by Barbara CARICCHI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati