“Chiese e Castelli, Vigneti e Leggende. I tesori del
Monferrato” : il tema 2019 dell’Estemporanea e del Concorso
Arti Figurative CEDAS a MONTIGLIO MONFERRATO (Asti)
Sono proprio le leggende a catturare la mia fantasia … protagonista ALERAMO (Sezzadio, 904 – Grazzano Badoglio, 991 ) primo marchese del Monferrato e fondatore della dinastia degli Aleramici.
La leggenda, riportata dal domenicano Iacopo d'Acqui nato nel 1334, fu sostenuta dall'autorevole firma di Giosué CARDUCCI che ha "romanticamente" inserito ALERAMO, uomo d'armi e cavaliere, nelle sue Rime e Ritmi.
ALERAMO nacque nell’Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio presso Acqui Terme durante il pellegrinaggio a Roma dei genitori.
Il nobile ALEPRANDO, sposato con una donna di pari nobiltà, il cui nome si è perso nei secoli, viveva in un castello in mezzo ai boschi della SASSONIA.
La coppia implorò per avere un bambino facendo un voto: se fosse arrivato l’erede tanto desiderato sarebbero andati in pellegrinaggio a Roma e avrebbero pregato sulle tombe degli Apostoli.
La grazia non tardò ad arrivare. Appena il tempo lo permise, Aleprando e la moglie si misero in viaggio per rispettare il voto, anche se la gravidanza era già inoltrata. Giunti nei territori della contea di Acqui la donna era ormai sul punto di partorire.
La coppia trovò riparo nell’abbazia di Santa Giustina, fondata vicino al borgo di Sezzadio da LIUTPRANDO, un grande re dei Longobardi. Nacque un bel maschietto e il nobile Aleprando chiese ai signori di quelle terre di essere i suoi padrini.
Gli fu suggerito di dare al bimbo il nome di ALERAMO, come buon auspicio, perché
“aler ” in piemontese antico significava “allegro“.
Dopo circa un mese Aleprando e la moglie decisero di rimettersi in cammino per raggiungere la Città Eterna a rendere omaggio per la grazia ricevuta. Il piccolo Aleramo non poteva affrontare il viaggio, così venne lasciato con la balia nel castello dei nobili del luogo.
Ma la tragedia purtroppo era in agguato.
I genitori di Aleramo raggiunsero Roma, onorarono le tombe degli Apostoli ma non tornarono mai più a Sezzadio. Sulla via del ritorno qualcosa andò storto e di loro non si seppe più nulla: forse morirono di malattia, forse vennero uccisi. Aleramo non li avrebbe mai più rivisti.
La balia attese invano il ritorno dei suoi padroni per tre anni, poi anche lei morì. Aleramo ora era solo al mondo. In Sassonia non aveva parenti, nessuno lo avrebbe riconosciuto e probabilmente qualcuno aveva già messo le mani sugli averi della sua famiglia. Per sua fortuna i signori di Sezzadio erano nobili d’animo e non solo di casata, così decisero di crescere ALERAMO come se fosse uno dei loro figli.
ALERAMO venne ingaggiato nell'esercito di OTTONE I di SASSONIA , detto Ottone il Grande, duca di Sassonia, re di Germania dal 936, dal 951 re d'Italia e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 962.
ALERAMO si innamorò della figlia prediletta di OTTONE I , la principessa ADELASIA
( o ALASIA ).
Temendo un rifiuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo.
Nella fuga usarono lei un CAVALLO BIANCO e lui un CAVALLO ROSSO.
Da questo evento lo stemma bianco e rosso degli Aleramici: d'argento, al capo di rosso.
“ADELASIA e ALERAMO” by Barbara CARICCHI (acrilico su tela 50 x 50 cm)
Opera in concorso
ALERAMO aveva sempre combattuto per difendere la pace. Quando l'imperatore OTTONE I venne a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti. Nominò quindi ALERAMO marchese, signore di tutte le terre che avesse potuto circoscrivere cavalcando per tre giorni e tre notti .
Le terre concesse presero il nome di MONFERRATO – MUN FRA -
“Munfrrha“ - da “Mun” (mattone) e “Frrha“ (ferrato)
Si narra infatti che ALERAMO usò un mattone (mòn) come martello per ferrare il cavallo che aveva perso un ferro (fér) durante la corsa.
“LA CORSA di ALERAMO” by Barbara CARICCHI (gessetto su carta 65x50 cm)
Opera in estemporanea – Premio Speciale della Giuria
Tutte le opere dei pittori CEDAS in mostra nelle sale ristorante e bar del LAGO DI CODANA – MONTIGLIO MONFERRATO (Asti)
LAGO DI CODANA : nascosto tra le colline dell’ astigiano, dagli anni ’60 punto di riferimento del divertimento del Monferrato, sempre contemporaneo e riportato alla luce da un nuovo progetto e dalla forza dei ricordi.
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Foto by Salvatore GIORDANO
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