25 MARZO – GIORNATA NAZIONALE dedicata a DANTE
La Divina Commedia illumina Firenze, conosciuto anche come
La Divina Commedia di Dante Alighieri, è un affresco che si trova nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore – FIRENZE.
Opera di Domenico di Michelino basata su un disegno di Alesso Baldovinetti, vide la luce nel 1465. Nel dipinto appare Dante con una copia della sua Commedia, fra i tre mondi ultraterreni descritti in essa e una veduta di Firenze.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Con questa terzina si apre la DIVINA COMMEDIA ed inizia il viaggio
narrativo di DANTE nell’ INFERNO.
Dante si smarrisce nella selva oscura. Incontra le tre fiere: lonza, leone, lupa.
Dante che scappa dalle tre bestie. Illustrazione di William BLAKE (1757-1827) per il primo canto dell’Inferno.
DANTE viene soccorso da VIRGILIO, che lo guiderà in un viaggio
attraverso Inferno e Purgatorio, mentre BEATRICE lo guiderà in Paradiso.
È la notte tra giovedì 7 aprile (o 24 marzo) e venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300.
E’ il 25 MARZO o l’8 APRILE ?
La data della MORTE DI CRISTO divide gli studiosi …
Temp’era dal principio del mattino,
e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle
ch’eran con lui quando l’amor divino 39
mosse di prima quelle cose belle;
Nei versi da 37 a 40 del primo canto dell' INFERNO, Dante specifica le circostanze dell'apparire della LONZA, la prima delle tre fiere della selva oscura: sono le prime ore del mattino ed il sole sta sorgendo nella costellazione dell'Ariete.
Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell' equinozio di primavera, quando il sole sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della terra e segna il momento climatico della rinascita della natura. Inoltre era opinione comune nel Medioevo che i sei giorni della creazione del mondo fossero culminati proprio con l'equinozio di primavera, così come la parabola terrena di Cristo, dall'incarnazione alla morte, che segna la rinascita dell'umanità dal buio del peccato, fosse compresa fra due equinozi di primavera.
Successivamente, nel canto XXI dell'Inferno, troviamo il riscontro a questa informazione. Nella terzina 112-114 il diavolo MALACODA sostiene che i ponti che collegano le bolge del cerchio VIII crollarono al momento della MORTE DI CRISTO, esattamente "mille dugento con sessanta sei/anni" e cinque ore prima del colloquio tra il diavolo stesso ed i due pellegrini.
Nel Medioevo era diffusa la convinzione che Cristo fosse morto al compiersi dei 34 anni dall'INCARNAZIONE, fissata per induzione al 25 MARZO, nove mesi indietro alla tradizionale data della natività (25 dicembre). E non a caso la data del 25 marzo è prossima all'equinozio di primavera. Questa informazione non solo conferma l'anno del viaggio al 1300, ma offre uno spunto per individuarne il giorno di inizio.
Inoltre nel Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i giorni dell'anno dal primo giorno di gennaio. I documenti notarili tramandano diversi criteri di datazione, di cui i più comuni sono la datazione "ab nativitade", cioè a partire dal 25 dicembre, e la datazione "ab incarnatione" cioè a partire dal 25 marzo.
Tutto questo confermerebbe il 25 MARZO come data di
incipit della DIVINA COMMEDIA.
Altri studiosi sostengono che il riferimento di Dante al giorno della MORTE DI CRISTO quale data di inizio del viaggio indicasse non il tradizionale 25 marzo ma il VENERDI’ SANTO, che nel 1300 giunse l'8 APRILE.
25 MARZO 1300 : DANTE si perde nella famosa selva oscura.
25 MARZO 2020 : DANTEDI’ su web, radio e TV.
Gli eventi di questa prima edizione della giornata nazionale dedicata al SOMMO POETA istituita dal ministero dei Beni Culturali, rivisitati a causa dell’emergenza CORONAVIRUS, sono propedeutici alle celebrazioni che si
terranno in Italia nel 2021 per il
700° ANNIVERSARIO della MORTE DI DANTE.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Così si chiude l'INFERNO dantesco. Canto XXXIV
#Dantedì #IoleggoDante
Non per foco ma per divin’arte.
Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi :
una selezione di opere appartenenti alla collezione delle Gallerie, tra dipinti, disegni e sculture dal Quattrocento all’Ottocento che raccontano la figura, i personaggi e la fortuna dell’Alighieri nella storia dell’arte.
Tra queste l’affresco di Andrea del Castagno raffigurante il Poeta e scene dalla Divina Commedia come La Selva oscura di Federico ZUCCARI, Dante e Virgilio all’Inferno di Crescenzio ONOFRI, Dante e Virgilio all’Inferno di Filippo NAPOLETANO e l’omaggioa due donne : Pia de’ TOLOMEI e Piccarda DONATI.
DANTE - Andrea del Castagno
La Selva oscura - Federico Zuccari
Pia de’ TOLOMEI
Dante la include tra i morti per forza e peccatori fino all'ultima ora, che attendono nel secondo balzo dell'Antipurgatorio (PURGATORIO – Canto V, 130-136) : la penitente prende la parola dopo Bonconte da Montefeltro e in pochi versi di squisita dolcezza si rivolge a Dante, chiedendogli di ricordarsi di lei dopo che sarà tornato nel mondo e che avrà riposato per il lungo cammino.
"...Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma".
Si presenta come la Pia, nata a Siena e uccisa in Maremma, come ben sa colui che l'aveva chiesta in sposa regalandole l'anello nuziale.
“DOLENTE PIA” – canta Gianna NANNINI
Dolente Pia, dolente Pia
Dolente Pia innocente è prigioniera
Col capo chino
La fronte al seno
Pensa a quei giorni del passato
Ricordi in fior …
Pia dei Tolomei condotta al castello di Maremma – Vincenzo CABIANCA (1827-1902)
Piccarda DONATI
Dante la include tra gli spiriti difettivi nel I Cielo, il più basso, quello della Luna, benché lei e gli altri gioiscano di partecipare all'ordine voluto da Dio. Essi hanno il grado più basso di beatitudine perché i loro voti furono non adempiuti o trascurati in parte.
Piccarda è la protagonista del Canto III del PARADISO, fra gli spiriti la cui immagine è evanescente come se fosse riflessa nell'acqua.
La sua condizione di beata è preannunciata nel PURGATORIO – Canto XXIV, 8-15 dal fratello Forese, incontrato da Dante fra i golosi della VI Cornice: alla domanda del poeta se sappia qual è il destino ultraterreno della sorella, Forese risponde che Piccarda, buona e bella durante la vita mortale, triunfa lieta / ne l'alto Olimpo già di sua corona (14-15).
La DIVINA COMMEDIA di DANTE ALIGHIERI (terminata nel 1321) è universalmente considerata la più grande opera letteraria mai realizzata in lingua italiana e un capolavoro della letteratura mondiale.
Il poema, che descrive il percorso intrapreso da Dante attraverso
INFERNO, PURGATORIO e PARADISO e che a un livello di analisi
più profondo rappresenta l’allegoria del viaggio dell’anima per
ricongiungersi a Dio, nel corso dei secoli ha ricevuto innumerevoli
rappresentazioni da parte di diversi artisti, come William BLAKE (1757-1827),
Gustave DORE’ (1832-1883), Salvador DALI’(1904-1989).
BLAKE, creativo e anticonvenzionale genio romantico, fu incompreso dai contemporanei, ma esercitò un’influenza notevole sulla poesia e sull’arte visiva a venire, grazie anche alla rivalutazione da parte dei preraffaelliti e di Yeats, per l’espressività e la creatività dei testi e dei disegni e per la sua rivoluzionaria visione filosofica.
La versione di BLAKE della DIVINA COMMEDIA, realizzata con diverse tecniche, dagli schizzi a matita agli acquerelli, come il complesso poema dantesco spazia da scene di sofferenza a immagini di luce, da orribili trasfigurazioni umane fino alla perfezione della forma fisica.
William BLAKE - LA PORTA DELL’INFERNO – HELL’s GATE – Canto III, terzina 1-3
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Gustave DORE’ – LA BARCA DI CARONTE – INFERNO Canto III , terzina 94-96
E 'l duca lui: "Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare".»
Salvador DALI’ - DANTE E BEATRICE
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