GENOVA San GIORGIO : il nome del nuovo ponte sul Polcevera ideato da Renzo PIANO che verrà inaugurato lunedì 3 agosto 2020 alle 18.30.

<Questo è un ponte genovese che fa il suo mestiere in silenzio, che fa il suo lavoro perché unisce due vallate, ma è anche un ponte urbano perché questa valle è in città. Ma è anche figlio di una tragedia e questa è una cosa che ci ha accompagnato tutti … Questo non è un ponte è una nave che attraversa la valle >.

Lo ha detto l'architetto Renzo PIANO intervenuto al concerto organizzato da Webuild per le maestranze che l'hanno costruito.



San GIORGIO simbolo di GENOVA. Anche se il patrono è San Giovanni Battista, San GIORGIO è amatissimo e il suo stemma (croce rossa in campo bianco) è diventato il simbolo della città.


Nel 1098 in Turchia i Crociati vennero soccorsi dai Genovesi che ribaltarono l'esito dello scontro e favorirono la presa di Antiochia, prima ritenuta inespugnabile. In questo contesto si narra che San GIORGIO (vissuto nel 200 d.C.) apparve ai combattenti cristiani, con numerose bandiere in cui campeggiavano croci rosse in campo bianco.

I Genovesi sono molto legati al santo che apparve proprio al termine di una battaglia nella quale il loro intervento era stato decisivo. Tanto che Genova - oltre ad adottare lo stemma del Santo - intitolò a San GIORGIO un ordine cavalleresco militare, concedendo ai capitani più meritevoli il privilegio di fregiare il portale delle proprie case con l'immagine del Santo, che compariva anche sulle monete.

 


monete genova       monete GE

 

L' Ordine militare di San GIORGIO venne istituito nel 1452 dall' Imperatore Federico III per ringraziare il Senato della Repubblica di Genova dell'accoglienza ricevuta durante la sua sosta in città mentre si recava a Roma per esservi incoronato. 


Ne furono insigniti diversi senatori e l'imperatore volle che ne fosse Gran Maestro, in perpetuo, il Doge (il primo fu Pietro Fregoso).

La sua insegna consisteva in una «croce di rosso colore, senza adornamento alcuno».



Lo Stemma di Genova è costituito da uno scudo crociato, dalla corona ducale e dai due grifoni.

 

                                                     stemma genova

Lo scudo crociato riporta direttamente al culto di San GIORGIO.

La sua venerazione risale al 1099, quando venne eletto protettore e gonfaloniere in occasione della prima crociata.

Nell'iconologia classica, il santo viene rappresentato appunto intento a trafiggere il drago con asta e scudo crociato. 


La croce rossa in campo bianco simboleggia la passione di

Cristo e rappresenta i valori della vittoria e della liberazione.

due grifoni alati invece fecero la loro comparsa nel 1139, quando i genovesi iniziarono a coniare le proprie monete. Nel 1580 poi, quando lo stemma iniziò ad essere riprodotto graficamente, i due grifoni posti di fronte l'uno all'altro vennero rappresentati a protezione delle case d'Austria e di Spagna, secondo lo storiografo e geografo genovese Francesco Maria Accinelli (1700-1777), che ne scrisse nel suo "Prova e dichiarazione del blasone di Genova".

 



La Chiesa di san GIORGIO sorge nel centro storico di GENOVA,

in Piazza San GIORGIO.

Il culto di San GIORGIO a Genova sarebbe stato importato in epoca bizantina. Da allora mantenne un legame con l'esercito: il santo, già protettore della milizia bizantina e venerato dai militari, è nel Vexillum tenuto in San Giorgio, lo stendardo militare della Repubblica di Genova che era posto accanto allo scettro dei comandanti dell'armata.

L'attuale piazza San Giorgio su cui sorge la chiesa si suppone fosse il Forum romano della città. Si mantenne infatti sino a tutto l'Alto Medioevo l'uso di convocare qui il popolo; inoltre da qui si calcolano le distanze in miglia romane sulle vie Aurelia e Postumia (da cui i nomi Quarto – IV milium-, Sestri – VI milium-, Pontedecimo - Pons ad X milium).

La connessione tra San Giorgio & Exercitus bizantino fa ipotizzare una chiesa o cappella a lui dedicata in questo punto; a Genova infatti i Bizantini tenevano un forte presidio, diretto nel 544 da Bono, nipote del Generale Giovanni. Sarebbe sorta allora la prima cappella di S. Giorgio, nel Foro accanto al presidio militare.


Il primo documento che conferma l'esistenza della chiesa risale al 947. Ad esso segue nel 964 , anno III del regno di Ottone I in Italia, una pergamena che nomina la cappella di San Giorgio relativamente alla permuta di beni tra Eldeprando, figlio di Zangulfo, e Teodolfo, vescovo di Genova.



San GIORGIO nell’arte

 

La statua di San GIORGIO di DONATELLO fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze per le nicchie esterne della Chiesa di Orsanmichele.

Fu commissionata dall'Arte dei Corazzai e Spadai e risale al 1415-1417. È in marmo apuano, alta 209 cm. Dal 1891 si trova conservata nel Museo nazionale del Bargello ed è stata sostituita nella nicchia da una copia in marmo.



       Donatello statua          Donatello basamento




”San GIORGIO e il drago”
è un dipinto a olio su tela (57×73 cm) di Paolo UCCELLO, conservata alla National Gallery di Londra e databile al 1460 circa.

Sebbene notoriamente l'uso della tela come supporto per i dipinti sia divenuto popolare a Venezia verso la fine del Quattrocento, pare che i primi esempi di pittura su tela siano fiorentini. Questo dipinto, nello specifico, pare essere il primo (o meglio il più antico) esempio a noi pervenuto di olio su tela, dopo la "Crocifissione" di Donato de' Bardi



                                         Paolo Uccello



L'opera ritrae il cavaliere San GIORGIO mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo lo spaventoso drago.

Secondo il racconto della Legenda Aurea, san GIORGIO, dopo averlo ferito, invita la principessa a legarlo senza timore con la sua cintura perché la segua in città "come una mansuetissima cagna", dove verrà poi ucciso dal santo per convertirne la popolazione al cristianesimo.

San GIORGIO è l'emblema della ragione che trionfa sulla bestialità e della fede che vince il male.

Lo sfondo è composto dalla grotta dove il drago ha il suo antro e di un sereno paesaggio con un turbine di nuvole sopra San GIORGIO, a simboleggiare il suo vigore guerriero.

Il ciclone dietro san Giorgio è composto da un vortice di nubi, che sembra anticipare gli studi dal vero di Leonardo da Vinci.

Il suolo è composto da siepi quadrangolari disegnate secondo le regole della prospettiva lineare centrica, della quale Paolo UCCELLO fu uno dei primi maestri.


Nonostante il rigore della costruzione, la disposizione dei protagonisti non dà un'idea convincente di profondità, essendo semplicemente giustapposti allo sfondo, tanto che non proiettano nemmeno le ombre in terra.

La principessa poi, così longilinea, composta e aristocratica, sembra presa dalla cultura tardogotica, facendo di questa tavola un'opera di transizione tra il Rinascimento e la cultura gotica, dove sono presenti alcuni elementi innovativi ma ne mancano altri.

Non mancano infatti accenni fiabeschi o paradossali, come lo stravagante drago o la sottilissima lancia, che nella realtà sarebbe estremamente fragile.



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