Da giovedì 8 aprile 2021 aperta a Torino la nuova passerella
ciclo-pedonale lungo l’argine della DORA: collega il parco di via Calabria al
giardino del castello di LUCENTO tramite la derivazione dall’ex-canale
CERONDA.
La passerella va a completare la ciclopista “GREEN BELT” Parco Dora -
Pellerina – Collegno finanziata con fondi PON-METRO 2014-2020.
La nuova passerella ciclo-pedonale è appoggiata su un terrapieno adiacente l’argine della DORA, realizzato con idonee strutture di contenimento. È costruita interamente in acciaio tipo Cor-ten, con basi di appoggio, montanti e parapetti a costituire molteplici moduli ancorati tra loro da giunture bullonate e saldate. La pavimentazione è realizzata in assito di legno composito riciclato ed in bitume per le parti in curva. Ha una lunghezza complessiva di 120 metri, con rampe progressive in pendenza e tratte in piano, ed è idonea al transito ciclabile e di carrozzine per disabili, oltre che pedonale.
La struttura è collocata su una parte del percorso dei preesistenti
binari ferroviari dedicati in passato al trasporto dei materiali alle
FERRIERE presenti nella zona.
La scelta costruttiva dell’acciaio tipo Cor-ten ha voluto richiamare proprio la storia industriale dell’area lungo la DORA, che ha visto la presenza di numerose fabbriche siderurgiche, alcune attive fino agli anni novanta.
Corso Regina Margherita separa il Parco della Pellerina dallo Stabilimento ThyssenKrupp-Acciaierie di Terni, chiuso dopo il grave incidente sul lavoro avvenuto il 6 dicembre 2007 nel quale otto operai furono coinvolti in un'esplosione che causò la morte di sette di loro. L'incidente è considerato tra i più gravi avvenuti sul lavoro nell'Italia contemporanea. Alle vittime è intitolata dal 2009 la parte del Parco della Pellerina a nord della DORA RIPARIA (LUCENTO).
Il giardino del castello di LUCENTO, con la diramazione verso ovest, è ora collegato ai parchi Dora e Pellerina con un percorso fruibile da pedoni e ciclisti in totale sicurezza.
Con il completamento delle opere della passerella si è realizzato il
collegamento ciclabile complessivo tra il parco Dora, il parco di via
Calabria, il giardino del castello di Lucento e il parco della Pellerina.
Il percorso si snoda in uscita dal parco Dora nella parte contigua a via Nole e prosegue su corso Potenza per arrivare in via Calabria fino all'omonimo parco. Da qui il tracciato ha una valenza bi-direzionale: percorrendo la tratta nel parco di via Calabria verso corso Regina Margherita, tramite due attraversamenti si arriva al parco della Pellerina; nell'altra direzione, percorrendo l'ex canale Ceronda e la nuova passerella lungo la Dora, si arriva al giardino del castello di Lucento, e si prosegue quindi su via Pozzo e via Nervi arrivando in via Pianezza.
Le tratte complessive della ciclopista sono connesse con varie direttrici ciclabili esistenti, e lungo il percorso sono state realizzate alcune aree sosta, con presenza di panchine e portabiciclette.
UOMO in GIALLO - by Barbara CARICCHI - ARTIVA
CASTELLO di LUCENTO (ex-Residenza Sabauda) in via PIANEZZA
Significativo esempio di edificio produttivo e residenza nobiliare, inserito ora nel costruito ed in uso industriale.
Insieme al più noto CASTELLO DEL VALENTINO affacciato sul PO, sono le uniche residenze sabaude ancora esistenti ubicate nella parte piana dell’area urbana torinese.
Il primo attestato che documenta questa costruzione nel territorio di Lucento risale al 1335. Certa è la sua funzione difensiva.
La famiglia Beccuti, la cui proprietà del castello è attestata dal 1363, si impegna, in un atto comunale del 1397, a mantenere costantemente un custode sulla torre con funzioni di avvistamento e di allarme in caso di pericolo per la città.
Il Quattrocento scopre la vocazione industriale dell'antica torre di difesa, grazie alla vicinanza della DORA, e vengono costruiti alcuni mulini all'interno del ricetto. Il mulino grande è formato da due edifici, in uno si trovano i mulini per la macina dei cereali, nell'altro un follone per la battitura dei tessuti e una ressia per il taglio del legname.
Nel 1574 il duca Emanuele Filiberto di Savoia rileva i beni della famiglia Beccuti a Lucento lasciati in eredità alla Compagnia di Gesù, applicando la norma dello statuto della città di Torino che impone agli ordini religiosi di alienare a favore di laici i beni ricevuti in lascito.
Dalla FUNZIONE DIFENSIVA all’ ATTIVITA’ VENATORIA
Il duca, accorpando i terreni attorno al castello, realizza un parco per la sua attività venatoria, e trasforma la struttura in una prestigiosa residenza di campagna.
Nel parco cintato insedia animali selvatici per le sue battute di caccia e introduce nuove colture, tra cui quella del GELSO, volano per lo sviluppo della manifattura della seta nel Ducato sabaudo, quasi inesistente fino a quel periodo.
La cronaca dell’epoca riferisce che, durante il viaggio di trasferimento della SANTA SINDONE da Chambéry a Torino voluto dal duca di Savoia per abbreviare il pellegrinaggio di San Carlo Borromeo, allora vescovo di Milano, il sacro lino fece tappa nel CASTELLO di LUCENTO accolto dal duca in persona e da tutta la corte il 5 settembre 1578. Qui rimase sino al 14 settembre quando fu trasportato processionalmente con grande solennità a Torino nella nuova cappella ducale di San Lorenzo.
SINDONE – by Barbara CARICCHI - ARTIVA
Nel 1586 il successore Carlo Emanuele I di Savoia cede la proprietà al cognato Filippo d’Este marchese di Lanzo in cambio dei possedimenti e della residenza del VALENTINO, mantenendo però i privilegi sulle sue acque e sui canali.
Il feudo di LUCENTO rimane ufficialmente appannaggio degli Este fino al 1654, quando viene donato da Carlo Emanuele II di Savoia alla madre Cristina di Francia che lo cederà al marchese Federico TANA d’Entracque.
Durante l'assedio del 1706, il Castello, preso dai Francesi e da loro eletto come cardine del sistema difensivo, è il baluardo della loro ultima resistenza, prima della definitiva rotta.
Da FILATOIO di SETA a TINTORIA di COTONE STAMPATO
Nei primi anni del Settecento nel castello, sul lato verso la DORA, sorge un filatoio di seta.
< Castello, filatore con quattro cascine attigue …, il filatore è uno dei due primi che si sono fabbricati in Piemonte > la descrizione di Grossi.
Acquistato nel 1834 dall’ Ospedale San Giovanni, nel 1848 vede insediarsi un’altra manifattura, la tintoria di cotone stampato di Felice Bosio, che subentra al filatoio sfruttandone il movimento dei mulini.
Nel 1879 il complesso architettonico viene acquistato dalla Città di Torino per adempiere al lascito di Carlo Alfonso Bonafous e istituire una scuola per la formazione all’attività agricola di giovani poveri. Istituto Agrario BONAFOUS.
Diviene quindi sede degli uffici della ditta TEKSID (oggi uno dei leader mondiali nella produzione di ghisa e alluminio per il settore automotive) e, in seguito, sede API imprese.
La costruzione del canale CERONDA
E’ un canale artificiale che deriva l’acqua dal torrente Ceronda nei pressi di Altessano, vicino a Venaria, e percorre l’area a nord di Torino lungo la DORA RIPARIA.
La realizzazione di questa infrastruttura avvia la riconversione
industriale della città dopo lo spostamento della capitale a Firenze
nel 1864: per far fronte alla crisi dei settori produttivi e commerciali dovuta alla
perdita dell’apparato amministrativo statale, il Parlamento italiano vara un finanziamento speciale al Comune di Torino che decide, dopo lungo dibattito, di investirlo nel potenziamento dell’offerta di energia idraulica per l’industria.
Nel 1868 cominciano i lavori e l’anno successivo viene concluso il primo tratto dal torrente fino a LUCENTO dove, in via Pianezza 107, viene costruita la Casa del Partitore, punto in cui il canale si divide in due rami.
Il ramo sinistro, ultimato nel 1871, corre lungo via Verolengo, via Giachino, corso Mortara, via Cecchi e lungo Dora Firenze, per scaricare nel canale del Regio Parco e poi nella DORA .
Il ramo destro, finito nel 1873, supera la Dora con il ponte canale dei giardini di corso Calabria, e prosegue lungo via San Donato, corso Regina Margherita, corso San Maurizio, via Artisti e scarica nel PO.
Il percorso di entrambi è cadenzato da salti, punti di dislivello dove la caduta d’acqua muove turbine per la produzione di energia; ogni salto può servire a una o più attività, e viene dato in concessione a privati. I salti sono 23 : 8 sul ramo sinistro e 15 sul destro, oggi difficilmente riconoscibili.
LUCENTO – VALLETTE e CERONDA by Enrico BONASSO – Graphot Editrice
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