LEONARDO - serie TV ideata da Frank Spotnitz e Steve Thompson e diretta da Daniel Percival con Aidan Turner nei panni del genio visionario Leonardo Da Vinci. L’avvincente trama miscela sapientemente elementi storici ad altri fantasiosi di pura fiction.
LEONARDO di ser Piero da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 - Amboise, 2 maggio 1519)
Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento,
considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, incarnò pienamente lo spirito della sua epoca. Raggiunse le più alte forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza:
scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, disegnatore,
trattatista, scenografo, matematico, anatomista, botanico,
musicista, inventore, ingegnere e progettista.
Giancarlo Giannini nei panni del VERROCCHIO, lo storico maestro del genio nato a Vinci, in Toscana. Foto Fabio Lovino
Aidan Turner è LEONARDO da VINCI
Il grande successo riscosso dalla serie TV LEONARDO, oltre all’incredibile e nota avventura del celebre artista, è dovuto all’intrigante mistero che avvolge la relazione con la modella CATERINA da CREMONA.
Ma chi era la bella Caterina da Cremona? È esistita davvero?
Non si trovano collegamenti storici certi tra lei e Leonardo … l’unica Caterina nella vita dell’artista si suppone fosse sua madre anche se la sua figura è ancora avvolta nel mistero.
Nella serie Caterina è rappresentata come la modella, musa, amica e amore platonico dell’artista ma è un personaggio di finzione creato dagli autori per quello che definiscono “crime mistery”.
Milano, 1506. Leonardo da Vinci è accusato di omicidio, ovvero di
aver avvelenato la sua migliore amica e sua modella, Caterina da
Cremona.
Prende il via l’indagine del giovane comandante alle dipendenze del Podestà, Stefano Giraldi, che pur avendo a disposizione vari testimoni e sapendo che Leonardo è noto esperto di alchimia, ben presto si rende conto di incongruenze e lacune nella ricostruzione dei fatti.
Freddie Highmore, che impersona il rampante detective Giraldi, afferma:
< La serie ruota intorno a questa indagine per omicidio, un’invenzione da parte degli sceneggiatori, che funge da filo conduttore e arricchisce di suspence la vicenda privata del protagonista >
Infatti proprio dopo l’omicidio di Caterina la serie si concentra su chi è il colpevole, raccontando di pari passo la storia di LEONARDO - inventore e artista del Rinascimento.
Gli autori hanno dichiarato che la serie non è un documentario e che si sono ispirati a fonti vere. Sembra infatti che nei documenti siano saltati fuori dei contratti che dimostrano che una certa modella di nome CATERINA abbia lavorato per Leonardo.
Il suo personaggio è ispirato ad alcuni bozzetti tra cui La Testa di Fanciulla
(La scapigliata) conservato nella Galleria Nazionale di Parma.
Matilda De Angelis nei panni di Caterina da Cremona
Foto Angelo Turetta
Foto Fabio Lovino
Tutta la vita di LEONARDO è sicuramente segnata
dall’abbandono da parte della MADRE, dalla continua
ricerca d’identità e dal sogno del VOLO del NIBBIO.
< Nessun essere finisce nel nulla > Leonardo da Vinci
Il Grande Nibbio, La macchina volante di Leonardo nel Codice del Volo
Freud e quello strano sogno di Leonardo da Vinci
< Come altri, sono stato colpito dal fascino di questo uomo grande e misterioso, nella cui natura ci sembra di discernere potenti passioni istintive che tuttavia si esprimono solo in maniera controllata >
L’uomo “grande e misterioso” che tanto affascina Sigmund Freud è Leonardo da Vinci. Misteriosa, in particolare, la prima parte della vita del maestro toscano, la giovinezza, date le poche e scarne notizie giunte a noi. Il 17 ottobre 1909, di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, Freud scrive a Gustav Jung: < il mistero del carattere di Leonardo da Vinci mi è divenuto improvvisamente trasparente >.
Ad aprire uno spiraglio era stata la lettura, tra i testi sul volo del nibbio del Codice Atlantico, di uno strano, remoto flash back “...nela prima ricordatione della mia infantia e mi parea che, esendo io nella culla, che un njbbio venissi a me e mi aprissi la bocha colla sua coda, e molte volte mi perchotessi con tal coda dentro alle labra...”.
È la chiave che consente a Freud di procedere a “psicoanalizzare” LEONARDO ...
Da FIRENZE a MILANO : da Lorenzo IL MAGNIFICO a Ludovico IL MORO
Grandioso progetto per un monumento equestre a Francesco Sforza.
L'impresa era colossale, non solo per le dimensioni della statua, che doveva essere fusa in bronzo, ma anche per l'intento di scolpire un cavallo nell'atto di impennarsi e abbattersi sul nemico. L'artista spese mesi interi nello studio dei cavalli, frequentando le scuderie ducali per studiare da vicino l'anatomia di questi animali, soprattutto riguardo al rilassamento e alla tensione dei muscoli durante l'azione.
LEONARDO , geniale e inconcludente … lo spirito di
perfezione lo induce spesso a non consegnare i lavori
dichiarati non finiti …
Non è attratto dalla tecnica dell’AFFRESCO che richiede velocità esecutiva …
L’ULTIMA CENA dopo il restauro
Nel 1494 Leonardo ricevette una nuova commissione, legata al convento di Santa Maria delle Grazie, luogo caro al Moro, destinato alla celebrazione della famiglia Sforza.
Leonardo attinse alla tradizione fiorentina dei cenacoli, reinterpretandola però in maniera estremamente originale con una maggiore enfasi sul momento drammatico in cui Cristo afferma «Qualcuno di voi mi tradirà» e sui "moti dell'animo" degli apostoli turbati. Essi sono ritratti a gruppi di tre, come una serie di onde emotive successive, con al centro la figura isolata e dominante del Cristo.
Leonardo cambiò l'iconografia tradizionale scegliendo di non rappresentare Giuda da solo su un lato del tavolo, ma accanto agli altri sul medesimo lato rivolto allo spettatore.
Come è noto LEONARDO non si trovava a suo agio con la tecnica dell'affresco, poiché i veloci tempi di asciugatura dell'intonaco richiedevano un tratto deciso e rapido, non compatibile con i lunghi studi, le successive velature e la sua finissima pennellata. Per questo Leonardo inventò una tecnica mista di tempera e olio su due strati di intonaco, che rallentò le fasi di esecuzione dell'opera consentendogli di rendere una maggiore armonia cromatica e gli effetti di luce e di trasparenze a lui cari.
L'opera era conclusa nel 1498, quando fu ricordato nel De Divina Proportione di Luca Pacioli. L'esperimento si rivelò però drammaticamente inadatto a un ambiente umido come il refettorio, con la parete comunicante con le cucine: già nel 1517 Antonio de Beatis annotò le prime perdite di colore, che all'epoca di Vasari erano già evidenti, da allora si susseguirono restauri e ridipinture, oltre a eventi estremamente drammatici durante l'occupazione napoleonica e la seconda guerra mondiale, che avevano consegnato un capolavoro estremamente compromesso, a cui ha posto rimedio, per quanto possibile, il capillare restauro concluso nel 1999.
Leonardo, Machiavelli e Cesare Borgia a IMOLA nel 1502
Nel 1502 Leonardo fu assoldato da Cesare Borgia in veste di architetto e ingegnere militare; i due avevano già avuto modo di conoscersi a Milano nel 1499.
Il figlio di papa Alessandro VI, detto "duca del Valentino", fu uno dei tiranni più feroci del momento e occupò Leonardo, che era giunto a Cesena, in varie mansioni legate alle continue campagne militari, come rilevare e aggiornare le fortificazioni delle città di Romagna conquistate. Per lui mise a punto un nuovo tipo di polvere da sparo, formata da una miscela di zolfo, carbone e salnitro, studiò macchine volanti e strumenti per la guerra sottomarina.
LEONARDO ebbe due importanti allievi per tutta la sua vita :
Gian Giacomo Caprotti de Oreno e Francesco Melzi.
Gian era meglio conosciuto con il suo soprannome Salaì, il Salaino (da "Sala[d]ino" ovvero "il diavolo")
Figura emblematica, ebbe col maestro un rapporto controverso, come testimonia il suo curioso soprannome. Leonardo ha scritto di lui "ladro, bugiardo, ostinato, ghiottone". Rimasero, tuttavia, vicini per il resto della vita di Leonardo.
SALAI fu spesso usato come modello. Si ipotizza che il suo volto androgino sia stato rappresentato anche in soggetti femminili.
SALAI - Carlos Cuevas
Quando la minaccia di un'azione militare costrinse Leonardo a fuggire da Milano per Venezia, Salaì e Melzi andarono con lui.
Quando Leonardo morì nel 1519 in Francia, a Francesco MELZI, esecutore testamentario, lasciò “ li libri [...] et altri Instrumenti et Portracti circa l'arte sua et industria de Pictori “, oltre alla collezione dei disegni e del guardaroba; al servitore De Vilanis e al SALAI’ la metà per ciascuno di “uno iardino che ha fora de le mura de Milano [...] nel quale iardino il prefato Salay ha edificata et constructa una casa”.
Al SALAI’ tra altre opere anche la sua famosa MONNA LISA.
Ci sono state speculazioni tra gli storici dell'arte che Salaì potrebbe essere stato effettivamente il modello per il ritratto illusorio, o almeno modellato quando il modello femminile non era disponibile. Molti studiosi ritengono che i tratti del viso del ritratto assomiglino a quelli di Salaì, ma il Louvre ha contestato queste affermazioni.
Ciò che si sa, tuttavia, è che Salaì ha effettivamente modellato per molti altri dipinti e disegni di Leonardo, posando per figure come San Giovanni Battista .
Il San Giovanni Battista di Leonardo fu dipinto tra il 1513 e il 1516 ed è spesso considerato il suo ultimo dipinto. San Giovanni è mostrato con lo stesso sorriso enigmatico della Gioconda, e le figure del viso dei due sono simili, supportando l'affermazione che Salai avrebbe potuto modellare per entrambi. Il genere ambiguo e la femminilità della figura hanno anche portato a confusione intorno alla sua interpretazione.
Francesco MELZI era, secondo lo storico Vasari, un nobile milanese, che ereditò molti dei manoscritti, strumenti, libri e disegni di Leonardo. È stato spesso esaltato come allievo preferito di Leonardo , e Leonardo lo ha spesso elogiato nelle lettere.
MELZI è responsabile di uno dei pochi ritratti superstiti di Leonardo, presumibilmente eseguito verso la fine della sua vita. È probabile che questo sia il ritratto di Leonardo che Vasari vide nella casa di Melzi e che in seguito diventerà il frontespizio del capitolo leonardesco nelle Vite degli artisti del Vasari.
La serie TV LEONARDO è stata girata in incantevoli location, tra cui è facile distinguere il fascino altero di MILANO e la storia senza eguali di FIRENZE. Contrariamente a ciò che si possa pensare, buona parte dei luoghi delle riprese sono stati ricostruiti negli studi di Lux Vide a Formello, mentre le restanti scene sono state girate tra Roma, Tivoli, Viterbo e Mantova.
Scopriamo tutte le location di LEONARDO, dai borghi della Tuscia come Montecalvello e Bracciano alle meraviglie della provincia di Mantova: Grazie e Sabbioneta.
Gli studi di Lux Vide a FORMELLO, piccolo comune della provincia di Roma, hanno ospitato le riprese di molte scene, incluse tutte quelle ambientate a Firenze e a Milano. In un enorme backlot allestito per l'occasione sono stati ricreati palazzi signorili, sobborghi, viuzze e monumenti della Firenze rinascimentale e di Milano, che accoglie Leonardo dopo la sua formazione fiorentina.
Sono state ricostruite in modo estremamente dettagliato anche le atmosfere di Vinci, borgo in provincia di Firenze dove Leonardo è nato.
Molte scene sono state girate all'esterno degli studi, coinvolgendo diversi centri della Tuscia, quindi sul territorio laziale. In particolare una delle principali location è VITERBO, con Via Baciadonne, Piazza Santa Maria Nuova, Piazza San Pellegrino e Piazza Cappella. Viterbo - La città dei papi - ripiomba nel XV secolo.
Santa Maria Nuova a VITERBO
Alcune riprese sono state effettuate anche al santuario viterbese della Madonna della Quercia, edificato nel 1417. Non si tratta della "prima volta" per Viterbo, che in passato ha ospitato anche la serie I MEDICI.
Spostandosi di circa 20 km più a nord di Viterbo si approda a MONTECALVELLO. La Piazza del Castello di questo borgo nei pressi del Lago di Bolsena ha ospitato alcune scene della serie. Con il suo verde, Montecalvello è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi che hanno fatto da cornice alle riprese.
A ROMA sono state girate alcune scene nei pressi di Palazzo Farnese, edificio storico di proprietà dello Stato Italiano che ospita l'Ambasciata francese. Il Palazzo viene considerato una delle perle romane del Rinascimento.
A TIVOLI, nella elegantissima Villa d'Este, è stata ricreata la dimora Sforza di Milano, dove Leonardo Da Vinci ha trascorso molti anni della sua vita. Secondo le ricostruzioni storiche vi giunse all'età di 30 anni nel 1482 per soggiornarvi fino al 1500.
Molte scene sono state girate a BRACCIANO, sull'omonimo Lago e tra le mura dello storico Castello Orsini-Odescalchi, uno dei siti più affascinanti della provincia romana risalente al XV secolo.
Set a MANTOVA. Non a caso Leonardo vi soggiornò nel 1499, vivendo alla corte dei Gonzaga nel Palazzo Ducale della città. Fu una permanenza breve, ma che viene ricordata nella serie. Alcune scene sono state girate a Palazzo Te, costruito tra il 1524 e il 1534 per volere di Federico II Gonzaga.
Rif. articolo LEONARDO nella sez. I luoghi dell’arte
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