Un omaggio alla TERRA nella Giornata Mondiale –
22 aprile 2021
Il risveglio della NATURA in attesa della PRIMAVERA ormai alle porte …
dalla BURCINA a POLLONE fino a TORINO passando per SUPERGA,
PIAZZA d’ARMI e il PARCO della COLLETTA.
BURCINA a POLLONE (Biella)
SUPERGA a TORINO
PIAZZA d’ARMI a TORINO
PARCO della COLLETTA a TORINO
PRIMAVERA a PARCO RUFFINI - TORINO ( by B.Caricchi )
ALBERI nell’ARTE : dal realismo all’astrattismo
Gli affreschi della Villa di Livia al Museo Nazionale Romano
Si tratta della più antica rappresentazione conosciuta di un PAESAGGIO NATURALE : è un dipinto murale, ritrovato nella Villa di Livia, moglie di Augusto, a Prima Porta, vicino a Roma, e risale al I sec. a.C.
L’affresco, che ora è conservato nel Museo Nazionale Romano, si trovava in origine in un ninfeo, una camera sotterranea, con una sorgente d’acqua, senza alcuna finestra né fonte di luce, a parte l’unica porta di accesso. La camera era quindi illuminata da torce e il paesaggio, raffigurato a tutta parete, si intravedeva appena. Si poteva avere la sensazione di trovarsi al centro di un ambiente chiuso da un recinto, al di là del quale c’era un giardino raffinatissimo, descritto con una precisione botanica. Gli studiosi hanno rintracciato, in questi alberi e piante, 23 specie vegetali e 96 specie avicole.
È singolare il fatto che uno degli alberi più ripetuti in questo paesaggio sia la
pianta d’ ALLORO che, nell’Antica Roma, aveva un significato particolare:
era la pianta del trionfo.
C’è una leggenda curiosa legata a Livia. Gli storici antichi raccontano che un giorno, un’aquila che aveva catturato una gallina che teneva un ramoscello d’alloro nel becco, fece cadere la propria preda sulla pancia di Livia, la quale era incinta. Livia consultò gli aruspici, i sacerdoti etruschi dediti all’arte divinatoria tramite la lettura del volo degli uccelli, e su loro consiglio decise di allevare la gallina e di piantare quel ramoscello di alloro. Così, a distanza di tanto tempo, attorno alla villa di Livia sarebbe cresciuto un vero e proprio bosco, da cui i vari imperatori avrebbero attinto per strappare il ramoscello d’alloro in occasione dei trionfi oppure prima di un’importante battaglia per auspicare una buona vittoria.
Il paesaggio è estremamente naturalistico e ricorda, con un anticipo di secoli, la pittura di macchia o addirittura quella impressionista. Per secoli, nell’epoca paleocristiana, andrà perso questo modo di rappresentare la percezione dello spazio, della prospettiva, delle luci, per esigenze comunicative diverse.
Andrea MANTEGNA, Orazione nell’orto, 1456-59. Tempera su tavola,
67 x 93 cm. Tours, Musée des Beaux-Arts.
Il pannello faceva originariamente parte della predella della Pala di San Zeno, con la Resurrezione, nello stesso museo, e la Crocifissione, al Louvre.
La scena ha affinità con la tavola dell'Orazione nell'orto di Londra, con il Cristo inginocchiato su un gradino roccioso, simile a un altare, mentre prega rivolto a un angelo che appare in cielo e tre apostoli addormentati poco sotto (Pietro, Giacomo il Maggiore e Giovanni). Nel resto del dipinto campeggia un vastissimo paesaggio, curato nei minimi dettagli, con una città sulla collina a sinistra, con le mura parzialmente franate, che rappresenta una Gerusalemme ideale, ricca di monumenti che ricordano le città italiane. Dalla strada sta arrivando il gruppo di soldati per arrestare Gesù, guidati da Giuda Iscariota.
Tra i numerosi dettagli minuti, derivati dall'imitazione dell'arte fiamminga, ci sono la cascata a sinistra, il ponticello di assi con una lepre, l'albero in primo piano, di straordinario realismo, la frutta sui rami.
ALBERO in FIORE , 1888 - Vincent Van GOGH
ALBERO di GELSO, 1889 - Vincent Van GOGH
54 x 65 cm - The Norton Simon Museum of Art, California
Vincent ha dipinto questo quadro nel1889 quando, dopo essersi separato traumaticamente da Gauguin ed aver abbandonato la casa in cui hanno convissuto per un breve periodo, Van Gogh ha una crisi nervosa e viene ricoverato nell’ ospedale di cura mentale di Saint-Remy.
Questa tela di Van Gogh – ALBERO di GELSO - è, a detta dello stesso pittore, uno dei suoi lavori preferiti del periodo trascorso in ospedale.
PIOPPI, tre alberi rosa in autunno, 1891- Claude MONET
Il quadro mostra con estrema chiarezza le conseguenze che questo soggetto portò con sé nell’opera di Monet. In primo luogo conferma che, per il pittore, la natura assume il ruolo di evento visivo. Questo è il lato impressionista dell’opera.
D’altra parte, le linee verticali dei tronchi conferiscono alla composizione una stabilità ritmicamente strutturata, che va a ostacolare la brillante struttura superficiale tipica dell’impressionismo, creando una celata geometria dell’immagine, alla quale si sarebbe rifatto in seguito uno dei protagonisti dell’astrattismo geometrico, Piet Mondrian. Questa forma di consolidamento sembra estendersi, in Mondrian, anche a quei punti di colore che nel complesso richiamano la regolarità del puntinismo, anche se non con altrettanta coerenza.
Com’è noto, tanto i neo-impressionisti quanto i puntinisti sistematizzarono la scomposizione del colore tipica dell’impressionismo in motivi di punti fino a creare una sorta di reticolo nel quale dissolvevano tutte le immagini concrete. Di certo non è un caso che le tendenze del puntinismo verso l’astrazione si siano sviluppate non esclusivamente ma di preferenza sul tema del paesaggio. Un soggetto che nel XIX secolo era meno gravido di significato rispetto ad altri e quindi addirittura predestinato agli esperimenti formali.
ALBERI di PRUGNE in fiore a Éragny (la casa dell’artista), 1894 -
Camille PISSARRO Olio su tela, 60x73 cm. Ordrupgaard,
Copenhagen
ALBERO DELLA VITA – Gustav KLIMT
Palazzo STOCLET , una residenza privata appena costruita a Bruxelles dall’architetto Joef Hoffmann, nel 1905 succede qualcosa di incredibile. Il palazzo è considerato un capolavoro, il suo interno dunque viene affidato alle mani abili di artisti incaricati di fondere l’arte con la vita.
Uno di loro è Gustav KLIMT. All’artista viene affidata la sala da pranzo, in questa creerà così un’opera di rara bellezza, composta da tre pannelli: un maestoso mosaico di pietre dure, coralli e marmi, l’ ALBERO DELLA VITA.
Tre opere, dunque, lunghe circa sette metri che si fondono per crearne una unica, maestosa, e vogliono raccontarci una storia.
Al centro dell’ ALBERO DELLA VITA di Gustav Klimt spicca un albero d’oro dai mille rami, che si intersecano andando a formare figure geometriche somiglianti a nuvole e onde. Al di là del preciso messaggio che l’artista vuole trasmettere attraverso la composizione dell’opera, questo albero ha da sempre una significato simbolico preciso, che si ripete in molte culture fin dalla nascita dell’arte: l’albero è conoscenza, l’albero è vita.
Sul pannello di sinistra si presenta sulla scena una figura femminile con il capo volto a destra. Questa parte dell’opera, di splendente impatto e bellezza anche presa singolarmente, è chiamata L’attesa. L’innaturale posizione della donna, la sua acconciatura, i suoi abiti e la sua bellezza orientale, ci rimandano subito al mondo egizio e allo stile figurativo di quel mondo lontano. La ragazza è una danzatrice, il suo corpo non ha dimensione ed è ricoperto di gioielli e di colori.
Nel pannello di destra troviamo invece la struggente realizzazione di una coppia: due giovani si stringono saldamente in un abbraccio passionale, ricco di sentimento e trasporto, capace in maniera semplice di pervadere l’osservatore. È la riconciliazione tra i due sessi, la stretta morsa di un contatto ritrovato. Il corpo dell’uomo sovrasta interamente la figura della donna, lasciando trapelare solamente il volto di lei. Lui di spalle si presta a una situazione di totale simbiosi e abbandono. Le loro vesti e ciò che li circonda sono sgargianti d’oro, pezzi di sfarzo che si incastrano alla perfezione in giochi virtuosi di figure geometriche.
L’ ALBERO DELLA VITA di Klimt figura quindi come congiunzione tra l’attesa e la riconciliazione. Spezza la freddezza della solitudine della prima donna con il calore dei due amanti. La differenza lampante tra il primo e il secondo pannello appare anche nella geometria delle vesti: la prima donna presenta motivi rigidi, triangolari, mentre le due figure sono contraddistinte dalla concentricità del cerchio. Tra una marcata solitudine inquieta e un abbandono pervaso dall’estasi. Sui rami dell’albero alto vi è appollaiato un uccello nero che spicca quasi al centro dell’opera per la sua mancanza di colore. Questi altri non è che la figura della morte, la minaccia sempre presente che, seduta, attende.
Commento di Margherita Vitali
Piet MONDRIAN e la serie degli ALBERI:
dal reale alle forme astratto concrete
La serie degli alberi di Mondrian è una delle sequenze più entusiasmanti nella storia dell’arte e ci consente di comprendere in maniera chiara l’evoluzione stilistica di un pittore e le scelte che lo hanno portato ad essere uno dei massimi esponenti dell’arte astratta.
La serie ha inizio con il famoso ALBERO ROSSO (1908), in cui la rappresentazione ha ancora un ruolo centrale e la verosimiglianza è indiscutibile.
Ben presto il pittore olandese modifica il suo modo di dipingere e procedere in direzione di una più netta stilizzazione, influenzato anche dalla pittura cubista.
Arriviamo così all’ ALBERO GRIGIO, in cui il reticolo dei rami si intensifica.
La vera e propria svolta, tuttavia, avviene con il MELO IN FIORE, opera in cui le forme iniziano ad essere astratte: il tourbillon di linee diventa sempre più caotico, la struttura portante dell’albero è appena intuibile.
Il processo di evoluzione sta per giungere a maturazione …
Composition II in Red Blue and Yellow (1930)
ACERO ROSSO giapponese
TREE , 1911 – Piet MONDRIAN
Fattoria vicino Duivendrecht , 1916 - Piet MONDRIAN
DUAL TREE by Barbara CARICCHI – ARTIVA
I colori dell’AUTUNNO : LUNGO PO a TORINO
AUTUNNO al PARCO della PELLERINA – TORINO
VIALE dei TIGLI al tramonto – LA MANDRIA in autunno (by B.Caricchi )
PARCO RUFFINI – TORINO a novembre
INVERNO a BARDONECCHIA
POTATURA dei PLATANI a febbraio (by B.Caricchi e M.Dragoni)
Rif. articolo AUTUNNO REALE (sez. Storie)
Reportages fotografici se non diversamente specificato by Mauro DRAGONI
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