La CORTECCIA è l'interfaccia di un ALBERO con il mondo che lo circonda.

Come una pelle, essa lo riveste e lo protegge dalla perdita di liquidi, dall'attacco di predatori, parassiti o malattie, e dagli sbalzi di umore del clima. Nonostante queste sue funzioni, la corteccia è comunque una struttura in costante evoluzione, che muta e si adatta nel tempo.

PLACCHE   CRESTE   NODI  FESSURAZIONI   SCREPOLATURE

Queste irregolarità superficiali permettono, a loro volta, la colonizzazione di MUSCHI, LICHENI e FUNGHI e l’accesso al legno di una miriade di altri organismi.



FAGGIO Coppo del Principe

 



I corpi fruttiferi dei funghi della specie Fomes fomentarius emergono sulla corteccia di un FAGGIO morto nella foresta del Coppo del Principe in ABRUZZO.



Con il tempo la CORTECCIA del FAGGIO cede lentamente all’avanzata dei funghi. Decine di specie che cercano di penetrare all’interno del tronco con il proprio micelio per nutrirsi di legno e sostanze nutritive. Tra questi funghi parassiti ce n’è uno molto evidente e diffuso nelle faggete vetuste appenniniche: il Fomes fomentarius ha un corpo fruttifero dalla forma che ricorda molto uno zoccolo di cavallo. Talvolta decine di questi “cappelli” sembrano decorare gli alberi più grandi della foresta. Questo fungo è un serio patogeno del faggio e ne causa la marcescenza del legno. Con il tempo gli alberi infestati da Fomes muoiono e crollano a terra, ma il fungo continua a vivere per lungo tempo, trasformandosi da organismo parassita a decompositore.



La bellissima FAGGETA Coppo del Principe (194 ettari) rientra nella “Difesa di Pescasseroli”, dove i piccoli tratti di foresta vetusta sopravvissuti su balzi e rupi si sono ormai fusi con la rinnovazione e le riserve dei tagli effettuati nell’area agli inizi del secolo scorso.

E’ una delle zone più suggestive del Parco, importantissima, oltre che per l’orso bruno marsicano, anche per alcune specie forestali rare e preziose, quali il picchio dalmatino, il barbastello e il coleottero Rosalia alpina.

Il nome di questa zona origina dalla frequentazione di rappresentanti di casa Savoia risalente agli inizi del Novecento, quando questi parteciparono a celebri battute di caccia all’orso organizzate dai nobili locali.



BOSCHI umidi di latifoglie : TIGLIO, OLMO, FRASSINO, ONTANO e FAGGIO



FORESTA PLANIZIALE - E’ caratterizzata da specie arboree quali

 

QUERCIA   ONTANO   SALICE   OLMO    ACERO

FRASSINO    PIOPPO bianco    PIOPPO nero



CORTECCIA : la PELLE dell’ALBERO

LISCIA   RUGOSA   SCREPOLATA   FERITA 

CICATRIZZATA   ESFOLIATA   ARROSSATA   USTIONATA



Portfolio fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI nei PARCHI di TORINO

 

CORTECCE a PARCO RUFFINI

 

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PLATANI in CITTA’

 

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LA MANDRIA : latifoglie e conifere

 

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CORTECCE – PARCO del MEISINO

 

 

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LUNGO PO – dx idrografica

 

 

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PLATANI centenari

 

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LE VALLERE

 

 

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CORTECCE & GEOMETRIE

 

PIOPPO NERO - corteccia a reticolo romboidale - LE VALLERE

PIOPPO BIANCO - tronco chiaro, con i caratteristici segni a forma di romboLE VALLERE

PLATANO - si sfalda tipicamente in grandi placche irregolari, grigio marroncine – viali alberati in CITTA’ e piante centenarie LUNGO PO

CILIEGIO SELVATICO - corteccia a striature orizzontali e spaccature verticali - MEISINO

CEDRO - corteccia a filamento verticale con resina - MEISINO

PINO - corteccia rossa a placca - LA MANDRIA




Detto anche SCORZA, il RITIDOMA è la parte più esterna della CORTECCIA composto dai residui morti dei tessuti esterni più vecchi rimasti isolati ogni anno dalla formazione del nuovo PERIDERMA. Il ritidoma si presenta con aspetti differenti secondo le specie arboree ed è un importante elemento di classificazione.

È possibile distinguere le cortecce per il loro aspetto: possono essere a placche prominenti o non prominenti, ampie o strette, lisce, rugose, fibrose, desquamanti e altro ancora.

Lo spessore e la struttura sono caratteristiche importanti ma che richiedono esami di laboratorio specifici. Proprio queste ultime caratteristiche, secondo i biologi o gli ecologi, sono il frutto della selezione naturale e quindi dell'evoluzione naturale della specie arborea nel suo ambiente.

 

Ad esempio, la CORTECCIA della QUERCIA da SUGHERO (Quercus suber, L.) rappresenta una forma di risposta ad ambienti aridi con frequente passaggio del fuoco.

 

 

                       QUERCIA SUGHERO Sardegna

 


                          QUERCIA da SUGHERO in SARDEGNA

 

 

Raccolta-del-sughero



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