Tra maggio e ottobre del 1961 TORINO ospita le

celebrazioni del primo centenario dell’UNITA’ d’ITALIA.

 

torino ITALIA 61

 

 


EXPO 1961 . E’ il 5 maggio 1959 quando viene dato al capoluogo

piemontese il mandato di organizzare l’ Esposizione Internazionale

del Lavoro - Torino 1961 in un periodo in cui l’Italia provava a dimostrare

al mondo di essere rinata dopo la guerra.

Il sindaco di Torino dell’epoca, Amedeo Peyron si spese moltissimo per accogliere milioni di visitatori da tutto il mondo in una Torino pronta al futuro.

Per l’occasione venne interamente costruito un nuovo quartiere,

ITALIA ‘61, nella zona Sud della città, in un’area bonificata sulle rive

del Po.

Il luogo prescelto dal Comune per l’allestimento degli eventi fu l’area compresa tra il Po e via Ventimiglia lungo corso Unità d’Italia (allora corso Polonia), nonostante questa fosse identificata dal recente Piano regolatore (1959) come zona da destinare a verde.

 

IT 61 plastico

 


Fin dai primi anni del dopoguerra lungo le sponde dei corsi d’acqua che bagnano alcune aree della periferia torinese (Colletta, Pellerina, Basse di Stura, Bertolla), sorgono baraccamenti abusivi, emblema dell’emergenza abitativa che investe una città nella quale tra il 1953 e il 1965 il numero di abitanti aumenta sensibilmente.

Tra i maggiori simboli di tale disordine abitativo vi sono i baraccamenti di corso

Polonia, un “paese di assicelle, mattoni e lamiere tenuto insieme

da spago e fil di ferro” , all’interno del quale, nel marzo 1955, vivono 115 nuclei

familiari, pari a 460 persone. Si tratta, nella gran parte dei casi, di immigrati provenienti dalle regioni dell’Italia meridionale e dal Veneto, cui si aggiunge una cospicua quota di profughi giuliano-dalmati che non hanno trovato spazio tra i padiglioni delle Casermette di Borgo San Paolo, oppure arrivati in città in cerca di lavoro, dopo essere fuoriusciti dai centri di raccolta.

 

Baraccamenti corso Polonia

 

 

Baracche corso Polonia

 

 

baracche corso polonia 2

 

 

L’applicazione della legge 640 del 9 agosto 1954 che prevede l’abbattimento delle abitazioni malsane e l’inizio dei lavori per le costruzioni di ITALIA ’61 , convincono il Comune a demolire, nel novembre 1956, gli insediamenti di corso Polonia trasferendo i residenti (165 famiglie) nei padiglioni delle Casermette Sud di Borgo San Paolo e, da qui, nei 152 alloggi di edilizia popolari del lotto SB1, noti come le case dei baraccati, edificati nel Villaggio di Santa Caterina a Lucento.

 

 
PALAZZI Paolo Monti Torino 1961

 

ITALIA '61 in una fotografia di Paolo Monti, 1961.

 

ITALIA ’61 - Le architetture espositive realizzate per l’evento e l’organizzazione stessa delle celebrazioni puntano a diffondere un’immagine patinata del progresso tecnico raggiunto dalla grande città industriale: cantieri conclusi in tempi rapidissimi, impiego di tecnologie avanzate, organizzazione scientifica del lavoro.

In edifici appositamente costruiti si svolgono i tre eventi principali, curati dal comitato nazionale “ITALIA ’61”, presieduto da Giuseppe Pella: la Mostra storica (a cura di Augusto Cavallari Murat), la Mostra delle Regioni (curata da Mario Soldati), e l’ Esposizione internazionale del lavoro (patrocinata dal parigino Bureau International des Expositions).

Gli eventi collaterali sono a cura del comitato “TORINO ’61”, che tramite l’omonima società per azioni finanzia le manifestazioni. Il piano urbanistico del comprensorio è affidato all’architetto Nello RENACCO (1915-1978), che articola intorno alla radiale per Moncalieri due palazzi per esposizioni (il Palazzo del Lavoro degli ingegneri Pier Luigi Nervi, Antonio Nervi, Mario Nervi con Gino Covre, e il Palazzo a Vela, dell’architetto Annibale Rigotti e degli ingegneri Giorgio Rigotti, Franco Levi e Silvio Bizzarri), una fontana luminosa, la monorotaia, l’ovovia verso Cavoretto e il Circarama Disney (non più esistenti), oltre a un complesso di padiglioni lungo il Po per la Mostra delle Regioni (architetti Erberto Carboni, Carlo Casati, Nello Renacco) ora sede dell’ ITC-ILO , CAMPUS ONU.

 

Sicuramente il progetto più visionario fu la MONOROTAIA ALWEG.

 

IT 61 MONOROTAIA

Il tracciato di questa ferrovia monorotaia elettrica si estendeva per circa 1 800 metri su un viadotto in cemento armato sopraelevato.

 

IT 61

 

IT 61 monorotaia-torino-biglietto

 

Le due stazioni, situate all’inizio e alla fine del tracciato, erano costituite da piattaforme sopraelevate che permettevano ai passeggeri l’accesso alla monorotaia. Il tracciato era quasi tutto rettilineo escluso il tratto in cui, con un’ampia curva, attraversava un laghetto artificiale, ancora oggi visibile.

La velocità massima era di 90 km/h, ma normalmente viaggiava più lentamente per permettere ai quasi 200 passeggeri di ammirare il paesaggio attorno.



MONOROTAIA UGI

Adeguamento funzionale della ex stazione nord della monorotaia urbana (Torino-Italia ’61) ai fini della realizzazione di una struttura ricettiva (foresteria U.G.I.) da destinarsi a bambini in terapia oncologica.



Un altro splendido progetto di ampio respiro fu il sistema di collegamento tra la nuova area di Italia ‘61 e il Parco Europa, oltre il Po con l’OVOVIA.

 

IT 61 OVOVIA

 

La telecabina di Torino aveva un percorso di 871 metri ed un dislivello di 118 metri; la stazione di partenza a valle era ubicata nel parco attiguo ai padiglioni della “Mostra delle Regioni” in riva al Po, nell’attuale zona del Campus ONU, mentre quella a monte era a Cavoretto, nel nuovo Parco Europa ampliato e completato per l’Esposizione Internazionale del Lavoro.

Il trasporto dei visitatori era effettuato mediante 61 piccole cabine biposto dipinte a colori vivaci (rosso, blu, giallo) , che scorrevano su un cavo all’altezza di circa 10 metri dal suolo. Il funzionamento era garantito da un motore elettrico che garantiva una velocità di esercizio di 3 m/s. L’impianto era in grado di trasportare in un’ora circa 700 passeggeri in ciascuna direzione. Costo del biglietto: 100 Lire per corsa.

Le cabine avevano una forma “ovoidale” molto aerodinamica, per questo venivano soprannominate simpaticamente “ovetti”. Vennero ideate dall’ing. Ugo Carlevaro e da un altro ingegnere della Aeritalia.

 

 

IT 61 CIRCARAMA

 

Circarama Disney

 

 

IT 61 LUNAPARK

 

Luna Park

 

 

IT 61 FONTANA             Fontana luminosa

 

 

 

Monumento all'autiere - Collocato davanti al Museo dell'Automobile nel 1961 è opera all'architetto Renato Costa e dallo scultore Goffredo Verginelli con la collaborazione, per la parte strutturale, dell'ingegnere Renato Giannini.

 

IT 61 monumento autieri

 



2021 - Quest’anno ricorre il 60° anniversario di ITALIA ’61.

Per le GIORNATE FAI PIEMONTE a TORINO irrinunciabile la visita al CAMPUS

ONU di Viale Maestri del Lavoro nelle cui strutture modulari fu ospitata allora la

MOSTRA delle REGIONI d’ITALIA.

 

IT 61 padiglioni con monorotaia




Dai Padiglioni delle Regioni durante ITALIA '61 a sede del Centro Internazionale di Formazione - International Training Centre of the ILO (ITC-ILO).

 

ITCILO

 

 

torino ITC ILO

 

 

 

I padiglioni delle Regioni : in pianta la riproduzione dell'Italia

In occasione di Italia '61, la Mostra delle Regioni fu organizzata secondo un impianto proposto da Renacco, che disegna una sorta di urbanizzazione da città-giardino.

I 19 PADIGLIONI, di diversi autori, obbediscono a regole compositive comuni, sono inseriti su una maglia quadrata e sono disposti in modo da ricordare nella sagoma complessiva la penisola italiana.

 

planimetria mostra regioniA



La Mostra offriva ai visitatori una passeggiata “dal Trentino alla Sicilia in una successione di interni che tendono ad attenuarsi fino a sfumare in esterni riproducenti, per quanto possibile, i paesaggi propri di ogni singola regione ed intesi a sottolinearne sia le caratteristiche naturali, sia il tema di esposizione”.

ABETI intorno alle regioni alpine, un grande SPECCHIO d’ACQUA con le barche a vela su cui si affacciano Friuli Venezia Giulia e Veneto, un LAGHETTO dedicato alla Lombardia. Un grande masso di MARMO di Carrara è posto di fronte alla Toscana, gli ULIVI vengono piantati accanto al padiglione Puglia.

 

IT 61 padiglioni friuli veneto

 

 Padiglioni Friuli Venezia Giulia e Veneto

 

 

IT 61 padiglioni lombardia piemonte

 

Padiglioni Lombardia e Piemonte

 

 


La struttura dei padiglioni

Adattandosi all'andamento del terreno i progettisti Carboni, Casati e Renacco elaborano un sistema modulare a maglia quadrata con strutture leggere e prefabbricate in metallo e tamponamenti in vetro. Il sistema consente varie soluzioni, anche a due piani, in cui al piano terreno sono disposti i servizi, al primo piano le mostre. 

Un “Padiglione Unitario” è dedicato alla narrazione de “I primi cento anni di unità”Cinque periodi corrispondenti a cinque ventenni.

 

ITALIA 61 padiglione regioni

 


Casati risolve il Padiglione unitario con un progetto razionalista classico, che rispetta la logica di impianto comune di tutti i padiglioni ma esalta la leggerezza della copertura, vetrando a tutta altezza le pareti principali.



La MOSTRA DELLE REGIONI curata da Mario Soldati rappresentava il vero spirito dell'intera iniziativa di ITALIA '61. Ciascuna regione disponeva di un team di architetti per l'allestimento nel proprio padiglione del tema designato.


Trentino Alto Adige - La trasformazione della vita nelle aree alpine.

Friuli Venezia Giulia - La funzione nazionale ed europea della Regione.

Veneto - Il senso del colore e il governo delle acque.

Lombardia - Un tipo di civiltà.

Piemonte - Il pionierismo industriale.

Valle d'Aosta - La vallé porta d'Italia.

Liguria - La terra sul mare.

Emilia Romagna - Le città capitali.

Toscana - La ricchezza del sottosuolo e le sue possibilità di sviluppo.

Lazio - Lungo le strade consolari: il Lazio e Roma.

Umbria - Le città di provincia: basi economiche e realtà sociali.

Marche - Il vecchio e il nuovo nella terra di Leopardi.

Abruzzo e Molise - Le risorse umane.

Puglia - Acqua e civiltà in Puglia.

Campania - La casa e l'albero.

Basilicata - I problemi di sviluppo delle comunità rurali.

Calabria - La lotta dell'uomo per il controllo dell'ambiente naturale.

Sicilia - Gli "strati storici".

Sardegna - Dalla civiltà dei nuraghi alle opere della rinascita.



IT 61 veneto scarpa

 


Padiglione Veneto - “Il senso del colore e il governo delle acque” nell’allestimento di Carlo Scarpa. Stefan Buzas, 1961


   IT 61 veneto




La sede del Centro Internazionale di Formazione ITC-ILO

Dal 1964 nei padiglioni trova sede il Centro Internazionale di Formazione, agenzia delle Nazioni Unite realizzata con il concorso dello Stato italiano. Nel 2006 durante le Olimpiadi invernali anno alcuni padiglioni hanno ospitato uno dei villaggi media.

Dalle 19 regioni italiane del 1961 ai 5 continenti

Le destinazioni d'uso dei padiglioni nell'assetto dato al campus per la formazione internazionale. I diversi edifici sono riaccorpati in cinque gruppi in relazione ai continenti: America, Africa, Asia, Europa e Oceania.


itc-ilo

 

 

itcilo campus illustration

 

 

ITCILO ONU

 

 

ITCILO PO

 

 

ITCILO PO 2

 

 

Il CAMPUS ONU è immerso nel verde di un vasto PARCO urbano di 10 ettari che costeggia il fiume Po e conta oltre 700 alberi e specie naturali, oltre a diversi impianti sportivi e di ristorazione : Food Court La Piazza, Eridano Restaurant e Valentino Bar.


L’accesso a ITC-ILO, CAMPUS ONU è da Viale MAESTRI DEL LAVORO. Una passerella pedonale attraversa corso UNITA’ d’ITALIA per raggiungereil PALAZZO DEL LAVORO e il PALAZZO a VELA.

 


PALAZZO DEL LAVORO - In origine Palazzo delle Nazioni e oggi noto anche come Palazzo Nervi, è un edificio ubicato nel quartiere Nizza Millefonti (zona Italia '61), alle porte sud della città di Torino. Fu progettato dall'ingegner Pier Luigi Nervi, con la collaborazione dell'architetto Gio Ponti e di Gino Covre, e completato nel 1961.

All'epoca della sua inaugurazione, è stato un notevole esempio di struttura espositiva per dimensioni e innovazione tecnologica. Attualmente versa in stato di grave abbandono.

 

PALAZZO LAVORO Paolo Monti Torino 1961


Allestimento sui trasporti nel Palazzo del Lavoro durante l'Expo 61 in una fotografia di Paolo Monti, 1961.

 

PALAZZO LAVORO notte Paolo Monti Torino1961

 

Il Palazzo del lavoro in una foto notturna di Paolo Monti del 1961



PALAZZO A VELA - Originariamente Palazzo delle Mostre, il PalaVela è un edificio polifunzionale di Torino; deve il nome alla sua forma a vela.

Insieme al vicino Palazzo del Lavoro fu il simbolo per eccellenza delle celebrazioni di ITALIA ’61.

Affacciato su un bacino d'acqua artificiale, è caratterizzato dall'ardita struttura autoportante in cemento armato che costituisce una volta di 23 metri di altezza, ancorata a soli tre punti di appoggio con tiranti sotterranei.

Al suo interno si sviluppa uno spazio circolare di 130 metri di diametro che, originariamente, era chiuso ai lati da vetrate laterali costituite da moduli triangolari a forma di vela.

 

PALAZZO VELA Paolo Monti Torino 1961

Panoramica dell'area della fiera Italia '61 con il Palazzo a Vela. Foto di Paolo Monti, 1961


Qualche anno dopo la sua realizzazione, la “vela” del PalaVela fu la pista su cui si svolse una rocambolesca corsa di automobili nel film “The Italian Job” ( Un colpo all’italiana, 1969) di Peter Collinson con Michael Caine.

Nel 1999 il British Film Institute ha inserito la pellicola al 36º posto della BFI 100, la lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. Nel 2003 ne è stato realizzato un remake.

Dopo anni di oblio, il PALAZZO A VELA è ritornato tra i protagonisti del contesto urbano in occasione dei XX Giochi olimpici invernali del 2006.

Il progetto di ristrutturazione dello studio Gae Aulenti e dell’ing. Arnaldo De Bernardi ha previsto l’eliminazione delle vetrate originali e la costruzione di nuovo edificio indipendente sotto alla grande volta, restaurata e conservata inalterata.

 

palavela-torino

 

 

2010 ITALIA 61-Michele dOttavio

 

ITALIA '61 - Michele d'Ottavio 2010

 


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